Autrice:
Anle
Titolo
fanfiction:
It's about creeds and deeds
Personaggi:
Arthur Pendragon, Merlin
Couple:
Arthur/Merlin
Rating:
Giallo
Genere:
Sentimentale, Introspettivo
Avvertimenti: Slash accennato, What if?
It’s
about creeds and deeds
…but words, chivalry seldom needs.
{
If I built a wall
A hundred feet tall
Would that keep you in?
La spada
sbatteva nervosamente sulla coscia del principe, quando con la coda dell’occhio
vide la testa del proprio servitore fare capolino all’angolo del corridoio, e si
fermò.
<<
Comincio davvero a credere che tu soffra di qualche disturbo
>>.
L’ondeggiare degli arazzi, in risposta.
Arthur
alzò gli occhi al cielo, anche se sembrava divertito. << Avanti, vieni
fuori: ti ho visto >>.
D’improvviso, le assi del pavimento scricchiolarono, rivelando la figura
del mago avanzare cauto verso il cavaliere, che lo guardava con aria di
rimprovero.
<<
Cosa avevo detto riguardo al fare di testa tua?
>>.
Merlin
storse la bocca, lo sguardo basso che evitava il suo. << Qualcosa tipo
‘controlla la tua idiozia’, se non sbaglio
>>.
<<
E tu hai seguito i miei avvertimenti alla lettera, vedo >> replicò
l’altro, incrociando le braccia.
<<
Lasciatemi venire >> insistette, ignorando il sarcasmo del
principe.
Lo sguardo del
Pendragon s’indurì. <<
Non se ne parla >>.
<<
Non vi sarò d’intralcio >> promise lui, in
risposta.
<<
Cos’è, sei diventato sordo? Torna da Gaius, lì
sarai utile >>.
<<
Diamine, smettetela di trattarmi come un servo!
>>.
<<
È quello che sei >>.
<<
Io sono vostro amico
>>.
<<
Un amico non lucida le scarpe dell’altro, né tanto meno sottostà ai suoi ordini
>> gli ricordò, il tono arrogante di sempre.
<<
Strano >> ribatté prontamente il servitore, << non la pensavate allo
stesso modo, quando vi ho salvato la vita >>.
Fu un
attimo: l’espressione di Arthur si rabbuiò e, quando l’afferrò bruscamente per
il bavero della maglietta, Merlin si ritrovò sbattuto contro il muro: un calore
improvviso prese a scendergli lungo la schiena; d’un tratto, l’odore del ferro
impregnò l’aria.
<<
Ti ho detto di andartene >> lo
incalzò, a denti stretti.
D’altro
canto, lo sguardo del mago, anche se appannato, rimase rivolto con forza verso
il proprio signore.
<< Portatemi con voi >>.
{
If I shackled your feet,
So you couldn’t leave,
Would you try and
run?
<<
Ti sta cercando tutto il regno >> esordì, ma la voce risultò più roca e
debole di quanto avesse previsto.
Merlin
fece qualche passo in avanti, le braccia lungo i fianchi. << Mi
consegnerete ad Uther? >> chiese, anche se suonava più come una
affermazione, che una domanda.
Arthur
parve indietreggiare un po’, gli occhi rivolti altrove. << Perché diavolo sei rimasto? >> l’attaccò,
mentre sentiva la rabbia prendere il sopravvento.
<<
Non ho nulla da nascondere >> rispose lo stesso il servitore, nonostante
fosse intimorito dalle possibili reazioni del
principe.
<<
Tu non sei uno stregone >> disse, più per rassicurare se stesso che per
convinzione delle proprie parole; Merlin pregò che i propri occhi non lo
tradissero. << Invece di fare l’eroe, avresti dovuto farti da parte
>> gli rinfacciò, la mano destra che andò a menar
l’aria.
<<
Gwen sarebbe morta >> si difese
il moro, e una smorfia d’insofferenza gli oscurò il viso.
<<
Voi dov’eravate quando l’hanno arrestata? >> fece, pungente; e il
cavaliere rimase con la bocca socchiusa, indeciso se provocarlo, o rimanere
sulla difensiva.
<<
Be’, è viva e vegeta, mi pare >> disse infine, senza che c’entrasse
davvero qualcosa.
Il mago
alzò gli occhi al cielo. << Non avevo scelta
>>.
Arthur
scosse la testa, le braccia incrociate. << Sì che l’avevi >>
obiettò, << avresti potuto scappare, lontano; e io alla fine non ti avrei
mai più ritrovato >>.
A quelle
parole, Merlin si lasciò sfuggire un impercettibile sorriso, che forse il
principe non colse. << Sono contento di rivedervi, sire
>>.
{
If I
promise not to fight,
At least not tonight,
Would
you stay the night?
Appena il
principe entrò nella stanza, Merlin sobbalzò, colpevole ormai da un’ora di
essersi appisolato, in attesa di Arthur; la sedia su cui prima era seduto si
rovesciò, facendo un gran fracasso.
Il cavaliere si accigliò. << Dormivi, per caso?
>>.
<<
Cosa? No,
io-! Come vi viene in mente? >> cercò il mago di articolare, nonostante la
bocca fosse impastata dal sonno.
Per il
bene comune, e soprattutto per quello delle sue povere ossa - che reclamavano un
letto -, Arthur decise di sorvolare sulla faccenda.
<<
Ad ogni modo, questa la voglio pulita per domani >> gli comunicò senza
tante cerimonie, poggiando poi la spada sul tavolo di fronte al proprio
servo.
<<
Cioè >> chiese Merlin conferma, notando la luce ormai tiepida della luna
provenire dalla finestra, << fra tre ore?
>>.
<<
E sia >> disse, cominciandosi a togliere la cotta di maglia, per poi
gettarla con malagrazia su di una sedia lì nei
pressi.
<<
Ma, sire, non ho praticamente
riposato da stamani e- >> tentò di replicare, ma il principe non sembrava
intenzionato a cedere così facilmente.
<<
Vedi di sbrigarti >> fu appunto d’altro avviso Arthur, che intanto era
passato alle calzature.
<<
Appena sorge il sole, devo essere pronto >>.
Il mago,
afflitto, si accasciò sulla seggiola. << Potreste benissimo usarne
un’altra, per una volta >> si lamentò, non nascondendo il proprio
disappunto; quindi afferrò un straccio e prese a lucidarla di
malavoglia
<<
Per una volta >> lo riprese
l’altro, un sorriso accennato sulle labbra, << avresti l’onore di vegliare
su di me: vedi di non passare questo tempo a ciarlare
>>
A quelle
parole, Merlin avvertì inspiegabilmente le proprie orecchie andare in fiamme. E
per il resto della notte, i sogni del principe furono accompagnati da uno
strofinare frenetico, e senza sosta.
{ If
I wore that little dress,
That you like the best,
Would you pass my
test?
Dopo aver
fissato le gambiere, Merlin passò ai bracciali in ferro, fissandoli con cura al
corpo del principe.
Nel
frattempo, Arthur lo scrutava distrattamente. << Ti dà noia, vero?
>>.
Il mago
strinse il metallo sulla spalla del giovane, per poi guardarlo di
sfuggita.
<<
Che intendete dire? >>.
<<
Aiutarmi con tutta questa ferraglia, intendo >> continuò, mentre torceva
un braccio sotto le attenzioni del moro.
Merlin
sorrise, non capendo comunque dove volesse andare a parare. << Oh, è molto
più eccitante di quanto sembri >> ribatté, buttandola sullo
scherzo.
Ma solo
quando incontrò lo sguardo confuso del principe, si rese conto del grossolano
errore.
<<
Cioè >> tentò di spiegare, << è preferibile a pulire le stalle di
corte >>.
<<
Be’, grazie, Merlin >> ribatté Arthur, con una sfumatura d’irritazione
nella voce.
Il mago
arrossì. << Non fraintendetemi >> seguitò, cercando maldestramente
di rimediare,
<<
è un piacere servirvi >>.
<<
Ne sono convinto >> fece il cavaliere, ironico. << Non c’è
sicuramente confronto fra sottostare agli ordini di un tronfio principe, e
spalare letame >>.
Il moro
sollevò gli angoli della bocca all’insù, mostrando i denti. << Su, non
siate così duro con voi stesso >> lo schernì, mentre sistemava le ultime
parti dell’armatura.
<<
Ricordati che posso licenziarti quando voglio >> gli fece notare, a mo’ di
avvertimento.
<<
Lo so >>.
<<
E che per ogni tua alzata di testa avrei dovuto farti giustiziare
>>.
<<
Ma non l’avete fatto >> gli ricordò, il che suonava come un grazie, cosa che gli riusciva difficile
da confessare.
<<
Già, non l’ho-, oh, sbrigati >> replicò il cavaliere, cercando di
ricomporsi.
Merlin
appose l’ultimo ferro. << Ecco fatto
>>.
<<
Bene >> borbottò in risposta, allungando le braccia per far scivolare
meglio il metallo lungo i muscoli.
<<
Comunque >> fece il mago, subito dopo, << quella che preferisco è la
tenuta da notte >>.
Arthur lo
guardò senza capire. << Cosa? >>.
<<
È facile da infilare, e non ha tutti questi gingilli >> spiegò, indicando
con il mento l’armatura che aveva ora indosso il cavaliere. << E poi
>> seguitò, mentre il principe lo guardava tra il frastornato e
l’incredulo, << siete molto più accondiscendente quando si parla di
mettervi sotto le lenzuola >>.
E qui
calò un imbarazzante silenzio, a cui seguì una frettolosa uscita di Arthur dalla
stanza, e un arrossire ancor più marcato sulle guance del giovane
mago.
Would
you stay?
Would you stay with me?
Would you stay?
Would you stay
with me?
{
If
I poured another drink,
What would you think
About staying in?
Quando le
dita del principe sfiorarono il suo collo, Merlin non poté far a meno di notare
quanto fossero callose, e forti.
<<
Che te ne fai di un fazzoletto così brutto? >> chiese il principe, e il
servo già sentiva la stoffa scivolargli via, mossa dalle sue mani
esperte.
<<
È un regalo di mia madre >> rispose, mentre studiava a disagio i movimenti
del cavaliere, che
sembrava
più interessato ad osservare i lineamenti del mago, piuttosto che le sue
parole.
<<
N-non dovreste andare a dormire? Sapete, i vostri doveri verso Camelot, e tutto
il resto >> cercò di persuaderlo, cominciando a notare allarmato come il
respiro di Arthur su di sé gli facesse sudare le mani e balbettare allo stesso
tempo.
<<
Versami da bere, piuttosto >> ribatté, decidendosi finalmente a
riappoggiare la propria schiena alla sedia, il pezzo di stoffa rossa ancora fra
le dita.
<<
Ma siete già al terzo bicchiere >>.
<<
Quarto >> lo corresse, spingendo il calice verso di lui, e reclamando del
vino.
<<
Finirete con l’ubriacarvi >> fece notare,
pazientemente.
<<
Non è affar tuo >>. E su questo Merlin aveva qualche dubbio, ma storcendo
la bocca continuò a versare il vino, ubbidiente.
<<
Potrei, ehm, avere indietro il mio fazzoletto? >> chiese poi, quando gli
passò il calice.
<<
Uhm? Oh, certo >> disse, e dopo aver ingollato il liquido rosso tutto d’un
fiato, con gli occhi ora un po’ lucidi, si riavvicinò al proprio
servitore.
<<
Grazie >> e fece per allungare la mano per prenderlo, ma Arthur gli scostò
il braccio. << Te lo metto io >> replicò. Quindi, arrivato
all’incavo del collo, si soffermò sulle ossa sporgenti del mago. <<
Dovresti mangiare di più >> notò.
Ma Merlin
non riuscì a controbattere nulla, perché il contatto improvviso delle dita del
principe sulla propria pelle nuda lo paralizzò. << Davvero >>
insistette, mentre stringeva i pugni nelle mani, cercando di non rabbrividire,
<< faccio da me >>.
Arthur,
dapprima non gli diede ascolto, sembrando intenzionato a continuare quello che
stava facendo – e forse andare oltre.
Ma nel momento in cui il servitore prese in mano la brocca e gliela mise sotto il naso, il principe
sembrò essere attratto nuovamente dal vino. << Un altro bicchiere?
>> propose Merlin, sicuro che poco prima il battito del proprio cuore
aveva perso un colpo.
Quindi il
pezzo di stoffa rossa scivolò sul grembo del mago e il cavaliere si lasciò
servire ancora, e ancora.
{ If
I was sincere,
And whispered my fears,
Would you still be
here?
Da fuori,
il vociare degli abitanti si disperse fra il rumore di spade che cozzavano
contro scudi di legno, e i passi concitati degli ultimi
ritardatari.
Merlin si
sistemò gli schinieri con malavoglia, la testa altrove, ancora più lontano di
Camelot e della stessa Inghilterra.
<<
Sei pronto? >>. Arthur lo scrutava
attento, a pochi passi da lui.
<<
No >> avrebbe voluto rispondere, ma si limitò a fare un cenno del capo in
sua direzione.
<<
Bene >> replicò il principe, << ti aspetto fuori; vado intanto a
dare le ultime disposizioni >>.
Il mago
deglutì a stento un nodo che non aveva intenzione di lasciarlo in
pace.
<<
Io… >> fece per dire, e il cavaliere aveva già scostato un lembo della
tenda.
Arthur attese, sulla soglia. << Cosa, Merlin?
>>.
<<
Io… >> tentò di nuovo, ma poi cambiò idea. << … mi auguro
che vada tutto bene >>.
Il
principe cercò il suo sguardo, ma era ancora rivolto verso il basso. << Ne
sono convinto >> provò a rassicurarlo, e il mago in risposta sollevò un
angolo della bocca, per far capire di aver sentito.
Ma non si
aspettava certo che Arthur ritornasse sui propri passi, cosa di cui si rese
conto solo quando avvertì il respiro del principe sfiorare il proprio orecchio
sinistro; Merlin pregò sulla sua stessa barba che le mani non gli cominciassero
a sudare di nuovo. Gli zigomi, però, furono di tutt’altro avviso, quando la voce
del Pendragon gli solleticò la pelle.
<<
Non fare idiozie >> gli sussurrò, battendogli poi una mano sulla spalla, a
mo’ d’incoraggiamento.
Allo
stesso modo, Merlin ricambiò il sussurro nell’orecchio di lui. << Neanche
voi >>.
Would
you stay?
Would you stay with me?
Would you stay?
Would you stay
with me?
Fine.
Note
dell’autrice:
Il
titolo completo è 'It's about creeds and deeds but words, seldom chivalry needs'
che ho deciso di dividere.
Il
significato è 'Si tratta di doveri e fedi, ma delle parole la cavalleria
raramente se ne serve', che racchiude un po' tutto il senso della shot. Le frasi
poste ad ogni inizio capoverso sono tratte dalla canzone Stay
di Michelle Featherstone, che adoro e mi ricorda incredibilmente questi due. Se
possibile, vi consiglio la lettura accompagnata dalla suddetta
canzone(L).
Ci
tengo a dire che senza Val – aka Tinebrella – questa fic non sarebbe
stata lo stesso: sicuramente, senza i suoi consigli l’avreste trovata molto meno
scorrevole e piacevole.
Ed ora che è sua, in quanto gliel’ho regalata, ha
pieno diritto e possesso. Lo’ ya, tesoro(L).
Ringrazio
poi anche Lux, la quale mi ha
sopportata e supportata. xD
Be’,
infine, posso solo dire che mi è piaciuta questa storia – anche se partorita un
po’ all’ultimo.
Non
so se tornerò a scrivere di questa coppia; magari vorrei staccare e vedere un
po’ ‘altri orizzonti’. xDD
Ad
ogni modo, strappando un terzo posto, faccio i miei complimenti alle podiste.
:3
Ad
un mondo (più) pieno di slash!,
Anle