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Autore: fiphina    12/12/2015    4 recensioni
Fanfiction ispirata a "sette ragazzi solo per me" di lady windermere e ovviamente con il suo consenso.
Fanny Edwards è una ragazza come tante altre, la cui vita non potrebbe proprio dirsi essere 'baciata' dalla fortuna. Almeno fino a quando, insieme ad un professore bizzarro, non vivrà un'avventura altrettanto bizzarra e che di naturale avrà ben poco. Che succederà? Chi incontreranno su loro cammino?
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic Fanny, dopo aver ricevuto la chiamata, si recò dal professor Buck nel suo laboratorio. Se pensava giusto, doveva verificare di persona per crederci. Il professore, tempo fa, le accennò qualcosa a proposito di una macchina, senza però specificarle subito il suo utilizzo. Da quello che le disse, non fu un lavoro affatto facile! Lei stessa gli consigliò di lasciar perdere; ma con lui non finiva mai di sorprendersi. Si sarebbe aspettata di tutto, persino di vedere ali meccaniche attaccate a dei poveri asinelli nel tentativo di farli volare. Ridacchiò a quel pensiero, sistemandosi meglio la borsa sulla spalla. Camminando, arrivò a destinazione -Professor Buck?- lo chiamò, bussando alla porta, ma niente. Non ricevette nessuna risposta. "Strano" pensò. Improvvisamente udì un forte scoppio provenire dall'interno, che la fece sobbalzare sul posto. Se gli fosse successo qualcosa? Usò il ferretto che aveva nei capelli per cercare di aprire la porta. Dopo pochi secondi riuscì ad entrare. -Professore?!- Gridò, ma non riusciva a vedere nulla, perché si era sollevata una fitta nuvola di polvere a causa del botto. -Professore!- Lo chiamò ancora, dopo vari colpi di tosse. Poi in tutto quel trambusto, sentì una voce allegra e per nulla preoccupata: -Ce l'ho fatta,sono un genio! Dovrebbero candidarmi al premio Nobel!- Fanny roteò gli occhi, divertita e sollevata. Da quelle parole capì che il professore stava più che bene. E poi, chi o cosa poteva mettere K.O. quel diavoletto! Quando la nuvola di polvere si dissolse, il professor Buck notò la presenza della ragazza -Oh, Fanny Edwards! Benvenuta, è un vero piacere rivederla.- La salutò cordialmente lui. La ragazza non riuscì a trattenere una risatina quando vide com'era conciato: era rimasto appeso a testa in giù, tutto sporco di nero e i capelli tutti elettrizzati. -Vuole una mano?- Si offrì la giovane.-No non si preoccupi Fanny, faccio da solo...- Con un abile piroetta si ritrovò di nuovo in posizione eretta. -Accidenti! Non sono più agile come una volta.- Si lamentò, mentre dava una ripulita agli enormi occhiali rotondi. -Allora, perché mi ha fatto venire con così tanta urgenza? Non mi dica che...- Iniziò Fanny e lui annuì. -Invece le dico di sì, mia cara le presento la macchina altera realtà!- Le ultime parole furono udibili persino all'altro capo della città, tanta la quantità di entusiasmo e del volume che il professore ci mise. Era un genio, questo non poteva negarlo; solo, aveva il piccolo difetto di urlare quando era stra-felice... Ma forse non era un problema poi così tanto piccolo! -Beh, non è un vero capolavoro?- chiese lui, con la stessa faccia di uno che ha appena vinto alla lotteria. Davanti a loro comparve una grossa struttura metallica, simile alla cabina di una nave, con una finestrella circolare posizionata al centro della porta. -Wow... alla fine siete riuscito a completarla professore; ma cosa può fare esattamente?-Vede...- rispose lui, guardandosi intorno -questa macchina...- si bloccò -può trasportare persone o cose dal mondo reale a quello fantastico!- Concluse la frase quasi sussurrando. -Mondo fantastico?- Disse Fanny, stupita. -Certo, in un qualsiasi mondo o universo. Può catapultare in luoghi che le persone vedono solo nei sogni*...- il tono di voce si faceva sempre più basso e misterioso, come se stesse rivelando un segreto o mettendo in risalto il fatto di non sottovalutare le potenzialità della macchina. -Luoghi che nemmeno si vedono.*- Concluse. Fanny non volle farlo notare, ma un brivido di, non sapeva nemmeno lei di cosa, le percorse la schiena. Era paura? Ansia? Non lo sapeva... -C-capisco.- Balbettò solamente. Il professore però, sotto sotto il suo carattere bizzarro e scherzoso, notò l'improvviso timore della ragazza, così decise di tranquillizzarla, in fondo non aveva niente da temere. Come lo fece? Alla sua maniera, cioè scherzando! -Quasi quasi, penso di mettere la mia invenzione in un parco divertimenti come attrazione per i turisti.- Ridacchiò. Proprio come sperava, riuscì a strapparle un sorriso -molto meglio di certe attrazioni che ti fanno rimanere con lo stomaco sottosopra!- commentò infatti lei, stando alla battuta. Passarono un altro paio d'ore insieme, chiacchierando e scherzando; tempo in cui lei approfittò per sfogarsi sulla situazione delicata che stava vivendo in quel periodo. Il professore l'ascoltò volentieri. E per farle un regalo diciamo così, le domandò se le facesse piacere voler essere la prima persona a provare l'emozione e l'esperienza della macchina altera realtà. Fanny rimase in un primo momento esitante ma poi, il professor Buck riuscì a convincerla, assicurandole che l'avrebbe accompagnata. La ragazza ci pensò e, concluse che in fondo aveva proprio bisogno di sperimentare qualcosa di nuovo, e perché no?... di divertente! Una sorta di vacanza per lei. Senza neanche accorgersene, calò la sera. Fanny tornò a casa; la sua 'avventura' avrebbe avuto inizio a notte tarda. Decisero di essere il più discreti possibile, come prima prova. Mentre era sdraiata sul divano, non poteva fare a meno di pensare a dove li avrebbe portati la macchina, a quali luoghi favolosi avrebbero visto. Forse avrebbero incontrato qualche personaggio immaginario molto famoso... "Magari incontrassimo Loki! Con il suo sorriso da disgraziato e allo stesso tempo affascinante!" Pensò. A disturbare i suoi meravigliosi pensieri ci pensò la suoneria del cellulare. "Uff" sbuffò, alzandosi per andare a rispondere. -Fanny-ah ciao Debbie- era la sua migliore amica Debbie. -Spero di non disturbarti...-no tranquilla- la rassicurò la ragazza -menomale, senti innanzitutto, volevo ribadirti che mi dispiace da morire per stamattina. E volevo chiederti se stasera alle dieci, vorresti venire con noi in un pub, ti va? Vedrai che ci divertiremo!- Cercò di convincerla Debbie. -Scusa Debbie ma, stasera non posso perché ho già un impegno. Ti ringrazio ma sarà per un'altra volta... Ora riattacco perché devo prepararmi.- Si giustificò Fanny. -D'accordo... buona serata allora- rispose l'altra. Fanny poggiò il telefono sul tavolo della cucina e guardò l'orologio: mancava ancora qualche ora, ragion per cui ne approfittò per mangiare e mettersi qualcosa di più comodo. A mezzanotte precisa, uscì silenziosamente di casa cercando di fare il minor rumore possibile. -Si parte!- Mormorò eccitata come una ragazzina, a dispetto dei suoi ventiquattro anni e sfoderò un sorriso smagliante. Angolo dell'autrice: *Le due frasi con l'asterisco vicino, non sono mie, ma sono tratte dal film 'jumanji' anche se un po' rielaborate. Ecco il secondo capitolo di questa storia e spero che possa riparare alla schifezza del primo! Comunque la storia si evolve e ci saranno molte sorprese per i nostri due novelli viaggiatori, sorprese che cominceranno a venir fuori nei prossimi capitoli! Cercherò di aggiornare il più presto possibile, tempo permettendo naturalmente... Beh, fatemi sapere che ne pensate!
   
 
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