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Autore: Avenal Alec    12/12/2015    0 recensioni
DAL CAPITOLO 10"
Karel aveva parlato di sacrificio e vita, sarebbe stata in grado di sacrificare se stesse e le persone che amava per un bene più grande? Aveva tentato già una volta di fare le cose migliori per la sua gente e aveva sbagliato.
Scrollò la testa tentando di allontanare quei cupi pensieri.
Si allontanò dal mare con un ultimo saluto. Un unico desiderio ora, tornare dalla sua gente, da Bellamy. Farsi avvolgere dalle sue braccia e sentirsi protetta e sicura.
Era quel pensiero che la sosteneva.
Questa volta ogni cosa sarebbe stata diversa, lei non era più sola."
Lexa e il suo tradimento, A.L.I.E. e Jaha, il popolo delle barche, una leggenda vecchia di oltre 500 anni…
Il campo Jaha ha superato l’inverno, Bellamy e Clarke hanno trovato finalmente la pace ma la primavera ormai è alle porte e ogni cosa non sarà più come prima.....
Attenzione, questa Long è il diretto seguito di Forgiveness….
Genere: Azione, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, John Murphy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The 100 - Welcome to the new world'
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CAPITOLO 1
 
 
10 Marzo  Campo Jaha
 
Clarke camminava lungo i corridoi della navetta del campo Jaha senza guardarsi attorno, intenta, per l’ennesima volta, a controllare la lista per il viaggio che avrebbe dovuto intraprendere, poi, il suo sguardo fu attratto dalla luce esterna: si trovava vicino alle vetrate che davano sul retro del campo, a distanza si vedeva la collina su cui era morto Finn ormai più di sei mesi prima.
Sentì l’ormai noto dolore al petto, una sensazione con cui aveva imparato a convivere. Un momento di tristezza, come sempre accadeva, ricordando le persone scomparse ma, ora, aveva capito come andare avanti senza farsi travolgere da quelle emozioni.
Lasciò vagare lo sguardo sul declivio, così diverso rispetto a quella notte da incubo. La primavera stava arrivando, lo si percepiva dalle giornate più calde, più lunghe, dalla profumo nell’aria, dai germogli  di un verde intenso che sembravano apparire, sempre più numerosi, durante la notte.
Tutti i ragazzi e molti degli abitanti del campo passavano gran parte delle loro giornate all’esterno, a volte anche solo per raccogliere mazzi di crocus bianchi e viola che punteggiavano le radure attorno al campo. Più spesso per seguire Laudria che stava insegnando loro a riconoscere e raccogliere le prime erbe primaverili.
Il luogo inospitale che li aveva accolti al loro arrivo stava diventando un posto ricco di sorprese e possibilità.
Clarke non vedeva l’ora di poter vivere la loro prima primavera sulla terra. Chissà come sarebbe stato!
Sorrise, immaginò il momento in cui avrebbe fatto dei pic nic in qualche radura nascosta, sola con Bellamy.
Loro due e nient’altro che le piante in fiore attorno.
Si lasciò cullare da quel pensiero e, come se fosse stato chiamato da quei sogni, sentì una presenza dietro di sé.
Si sentì avvolgere dalle sue braccia.
Il suo mento, come era solito fare, appoggiarsi sulla sua testa.
“Buongiorno principessa!” un sussurro prima di stringerla più forte contro il suo petto.
Clarke sorrise, non aveva bisogno di voltarsi per sapere chi era.
“Ben svegliato” rispose lasciando che la sua schiena aderisse al torace di Bellamy.
“Avrei preferito svegliarmi con un tuo bacio” mormorò lui poggiando poi le sue labbra sul suo capo.
Clarke si lasciò cullare, il cuore colmo di felicità, un sereno appagamento che mai avrebbe pensato di provare. Era talmente forte la gioia che provava ogni giorno che spesso le capitava di dover combattere con il senso di panico. Con il terrore che qualcosa avrebbe potuto rovinare tutto. Era atterrita all’idea di poterlo perdere; In quei momenti aveva imparato a respirare, concentrarsi e rilassarsi.
Pensava a Bellamy, alle sue carezze, le sue battute, al modo in cui la guardava e faceva l’amore con lei e sentiva il corpo scaldarsi e trovare nuovamente la quiete. Aveva imparato a non farsi sommergere dalle paure e a godersi gli attimi.
Si mosse fra le braccia di Bellamy, un tentativo di sentirlo ancora più vicino.
“Mi stai sfidando a riportarti in camera Principessa?”
Clarke si lasciò andare ad un mugolio di assenso poi si girò verso di lui, circondò con le sue braccia il collo del ragazzo. Si sollevò in punta di piedi e lo baciò, incurante della gente che passava lungo il corridoio. Ormai nessuna faceva caso a loro.
Appena tornati dalla loro “vacanza” al rifugio, tutti al campo sapevano. Quando li avevano visti c’erano state battute, risolini. Per tutti al campo loro erano tornati dalla spedizione come una coppia e, da un mese, vivevano come tale. Non c’era stato alcun impaccio e, sua madre più di tutti, sembrava felice per lei.
Quando si staccarono Bellamy le sussurrò fra le labbra “È un sì?” Clarke leggeva il desiderio nei suoi occhi, lo stesso dei suoi.
“Maam…” mormorò Clarke strusciandosi contro di lui “sarebbe bello, ma non posso, ci sono tante cose da fare prima della mia partenza di domani”
Bellamy sospirò. Ovviamente Clarke aveva ragione.
Prese un bel respiro nel vano tentativo di spegnere l’ardore che si era impossessato di lui, poi le sorrise.
“Ok Principessa, andiamo a fare colazione” disse dandole un bacio sul naso.
Si staccò da lei, le prese la mano e s’ incamminarono verso l’area mensa.
“Hai parlato con tua madre di quella cosa?” .
Clarke si volse verso di lui  “Ti terrorizza proprio eh?” replicò sorridendo.
“Diciamo che non mi sento molto sicuro e questo non sarebbe un buon momento” rispose Bellamy.
Era chiaro che fosse preoccupato, lo si notava dalla mascella rigida, dal sguardo fisso davanti a sè. Clarke lo amava per questo.
“Allora.. ho parlato con mia madre, ho fatto persino le analisi e ti confermo, quello che ti avevo già detto: ci vorrà almeno un anno prima che le donne e gli uomini dell’arca possano essere fertili, sebbene gli innesti sottocutanei per il controllo ormonale qui sulla Terra non funzionino più, il cambio di vita ha creato una serie di scompensi e ci vorrà tempo prima che i nostri corpi si adeguino. Soddisfatto ora?” chiese sorridendo.
Lo sguardo di Bellamy si adombrò un istante.
Clarke capì immediatamente “Bellamy, ti conosco, so che nel tuo cuore c’è spazio per una famiglia e amo questo lato di te, non stai rinnegando nulla di quello che c’è fra noi. Quindi stai sereno” terminò di Clarke accostandosi a lui per baciarlo.
 
Bellamy la strinse forte a se prima di lasciarla andare. Consapevole una volta di più di quanto Clarke lo conoscesse. Quando era sull’Arca e poi sulla Terra non aveva mai realmente pensato ad una famiglia sua, c’era Octavia a cui pensare prima, i 100 dopo, ma ora, accanto a Clarke, aveva sentito questo strano impulso. Passare ogni notte con lei, amarsi come si amavano loro lo aveva spinto a riflettere, a sognare il loro futuro insieme. Era stato in quell’istante che aveva provato un’improvvisa paura. Se Clarke fosse rimasta incinta, cosa sarebbe successo, come avrebbe potuto proteggerli entrambi?. Il pensiero lo aveva tormentato per giorni fino a quando la ragazza non lo aveva affrontato di petto. Parlare con lei lo aveva rasserenato, avevano entrambi capito, una volta di più, quando profondo fosse il loro amore e l’ultimo chiarimento aveva fatto ormai svanire qualunque dubbio.
 
“Finalmente ti vedo sorridere” disse Clarke interrompendo le sue riflessioni.
Bellamy annuì, una serena spensieratezza illuminava il suo viso.
“Come farò senza di te per le prossime settimane” chiese quindi.
Clarke sospirò. Nemmeno lei voleva partire ma era una cosa che doveva fare, faceva parte del patto con il clan del popolo delle barche. Il giorno dopo sarebbe partita con altri membri del campo alla volta del villaggio di Miramar dove la Matriarca Luna la stava aspettando. Una mera formalità secondo Laudria. Un colloquio che avrebbe sancito definitivamente l’alleanza.
Bellamy non sarebbe partito: Abby aveva bisogno di supporto ma sentiva il cuore pesante all’idea di doverlo lasciare, anche solo per poche settimane. Certo la loro separazione era poca cosa rispetto a tutto quello che avevano dovuto passare l’anno precedente, si sarebbero potuti sentire alla radio eppure l’ansia non l’abbandonava mai. Lo aveva appena trovato e non voleva ancora lasciarlo.
Di getto chiese “Ci sentiremo ogni notte vero?”
“Ogni notte aspetterò la tua chiamata Principessa” rispose Bellamy poi la prese fra le braccia e la baciò di nuovo.
Entrambi, da quando avevano aperto i loro cuori non potevano fare a meno di cercarsi di continuo come se, solo insieme, potessero essere realmente se stessi.
 
Miramar
 
Nelle stesse ore a sud una figura osservava le onde infrangersi sulla spiaggia, gli occhi persi nell’immensità del mare, sentiva l’odore salmastro, i profumi della terra che si risvegliava: il cambiamento che la leggenda aveva narrato e quasi sterminato la sua gente era alle porte. Presto la ragazza dai capelli biondi sarebbe arrivata e il tempo avrebbe ricominciato a scorrere. La sua stirpe finalmente avrebbe trovato la pace, il destino si sarebbe compiuto e una nuova Era sarebbe cominciata. 

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Nota: Lo ammetto questo capitolo è nato un po' come scommessa con un amico. Guardando le prime puntate della serie ci siamo trovati a "discutere" sulla spensierata allegria dei ragazzi scesi sulla terra, senza mai pensare alle conseguenze che tale spensieratezza potesse portare...ecco Anto!!...spiegato il mistero...come vedi per un po' non avranno problemi aaah.

Tornando a cosa più serie: Come per la precedente long cercherò di aggiornare con continuità e credo tornerò alle due pubblicazioni alla settimana sempre il Martedì e il Venerdì salvo imprevisti :).

Grazie ancora a tutti ...alla prossima!!
  
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