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Autore: lente1    13/12/2015    3 recensioni
"È così. Emma era là, in quella grotta, in balia dei suoi poteri fuori controllo, solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, ma lei (Regina) non si voleva arrendere."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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È così. Emma era là, in quella grotta, in balia dei suoi poteri fuori controllo, solo un miracolo avrebbe potuto salvarla, ma lei non si voleva arrendere. Una volta saputa la notizia Regina si precipitò sul luogo dell'accaduto e notò che tutti, genitori e nani compresi, erano là senza fare niente.

“Spiegatemi che state facendo tutti fermi qua, siete inutili!” urlò Regina, “Ormai la salvatrice è un pericolo per la città, dobbiamo tenerla chiusa in quella grotta per il bene di Storybrooke e dei suoi cittadini!” replicò Brontolo, con un tono di voce altrettanto alto, poi continuò “Allontanati Regina, qui è pericoloso, ormai non si può fare più niente per salvarla e dobbiamo pensare prima a noi stessi”, la regina rispose “Lei però è qui da quattro anni e non ha fatto altro che mettere il vostro bene prima del suo, ha rischiato la vita per voi continuamente...ed è così che volete ripagarla?” “Forse avrebbe dovuto pensare a sé stessa. Noi siamo fedeli a Biancaneve e il Principe, e se loro hanno deciso che è finita allora è davvero finita” continuò il nano “Adesso allontanati da qui, Regina cattiva”. A quelle parole Regina divenne nera di rabbia, i suoi occhi scuri fissavano il nano senza che si riuscisse a capire se avesse voluto ucciderlo o se si fosse sentita ferita dall'appellativo che egli aveva usato nei suoi confronti; aveva lavorato sodo per passare dalla parte dei buoni e ancora nessuno in città l'aveva riconosciuta come tale...nessuno tranne Henry, e poi c'era Emma. Emma che non aveva mai avuto paura di lei, neanche quando era un mostro, e che aveva osato sfidarla con la sfacciataggine di una ragazzina, Emma che l'aveva aiutata a cambiare e che ne aveva apprezzato ogni singolo piccolo passo avanti, Emma che l'aveva inviata da Granny anche quando tutti la odiavano, Emma che le aveva timidamente confessato le sue intenzioni di legare con lei, di fare amicizia ed Emma, che alla fine l'aveva resa parte della sua famiglia.

Tutti questi pensieri erano passati per la mente di Regina in un nanosecondo, e l'avevano quasi fatta sorridere, se non fosse che subito dopo era tornata al presente e si era resa conto che stava per perdere la sua famiglia.

“Il giorno in cui prenderò ordini da un nano sarà il giorno del mio funerale. Adesso togliti dai piedi, insulso essere” disse Regina, con la sua sfacciataggine e la calma che, con il tempo, aveva imparato a far venire fuori nei momenti difficili; ma era tutta una copertura, in realtà si sentiva morire dentro.

Con la stessa calma diede uno spintone al nano, creò una palla di fuoco e la lanciò su una transenna, abbattendola, poi passò con la grazia e la compostezza che la caratterizzavano. “Finirà male, Regina, torna indietro!” riprese ad urlare Brontolo, “E da quando ti preoccupi della Regina cattiva?” ribattè Regina, sapeva di avergli dato una grande risposta e quindi non si aspettava che egli controbattesse. Il nano, infatti, stette in silenzio, ancora sconcertato.

Regina si mise a corre sui tacchi alti e, arrivata vicino alla caverna trovò “i due idioti”: David e Mary Margaret erano lì e sorvegliavano l'ingresso.

“Fatemi passare!” urlò Regina, “Scordatelo Regina, non ti metteremo in pericolo” replicò David, “E lascereste vostra figlia morire là dentro?” “Ormai Emma non ha speranza, è per il bene della città, deve stare chiusa e nessuno si deve avvicinare” continuò il Principe Azzurro, “Non mi interessa una sola parola pronunciata da un pastore” replicò la regina, e fece come per avvicinarsi alla caverna, ma fu fermata da James “La regina cattiva....tu vuoi salvare Storybrooke?!” “Io voglio salvare Emma” rispose, e nel dire quella frase si rese conto che aveva pronunciato le parole più importanti della sua vita, importanti come i tanti “ti voglio bene” dedicati al figlio, si era resa conto di aver appena mostrato una debolezza, di aver fatto capire a tutti che senza di lei la sua vita sarebbe stata vuota. In passato, quando era la regina cattiva, aveva criticato la salvatrice, le aveva detto che aveva costruito dei muri attorno a sé per proteggersi, ma in questo modo allontanava tutti e questo la rendeva sola. Regina si era resa conto che le parole pronunciate da lei stessa sembravano fatte apposta anche per lei, erano due persone sole, tristi e vuote; un tempo Emma aveva evitato che la uccidessero, poi l'aveva invitata a cena, le aveva confessato di voler legare con lei, perché erano molto più simili di quanto pensassero, regina l'aveva respinta con freddezza, ma col tempo aveva ceduto a quegli occhi verdi e quel sorriso che le ispiravano fiducia. E ora era lì, e con una sola, breve frase aveva buttato fuori tutto quello che si era tenuta dentro fino a quel momento. Emma era la sua amica, una parte di lei e non aveva intenzione di abbandonare la donna che le aveva salvato la vita.

David rimase in silenzio, ma lui e la stupida moglie non avevano alcuna intenzione di spostarsi, così Regina creò un'altra sfera di fuoco e gliela tirò vicino. Sapeva di non colpirli, la magia del fuoco era la sua specialità, e poi l'aveva tirata solo per spaventarli. In quei pochi secondi di confusione si teletrasportò davanti all'ingresso ed entrò precipitosamente; aveva paura, tanta paura, di rivedere Emma e di quello che stesse succedendo, ma nulla avrebbe potuto fermarla. Fece qualche passo all'interno del corridoio roccioso e buio per poi vedere un bagliore immenso: scintille da tutte le parti, che distruggevano qualsiasi cosa toccassero, era magia, la magia di Emma, quella più potente che avesse mai visto. Regina si rese conto che se avesse perso qualche secondo in più a discutere con gli imbecilli la sua salvatrice sarebbe già morta sotto le macerie da un pezzo e questo pensiero le fece salire un brivido lungo tutta la schiena. Poi finalmente la vide e urlò “Emma!”, la sua voce preoccupata risuonò per tutta la caverna e istintivamente la salvatrice alzò la testa e, sconvolta nel vederla, disse sottovoce “Regina!”, la bruna riuscì a sentirla e, soprattutto, ad avvertire la sua paura. La guardò negli occhi, li aveva gonfi e rossi, come se avesse pianto tutto il giorno e probabilmente lo aveva fatto, lei la conosceva e sapeva bene che Emma piangeva soltanto quando si sentiva impotente, e adesso lo era. “Emma!” ripeté Regina, “Regina devi andartene!” “Emma, io non..” “Regina, sono pericolosa, non posso lasciare che ti succeda qualcosa di brutto” “Emma, sono stata io ad insegnarti la magia e questo ti ha creato dei problemi” “Non devi aiutarmi perché ti senti in difetto con me” “Emma..” “Regina devi andare via, non c'è più tempo, sta per crollare tutto” “Emma, io non ti lascio morire da sola, se non vuoi seguirmi vorrà dire che morirò qua sotto con te” “E lasceresti Henry da solo?” “Henry non potrebbe vivere senza di te, sarebbe comunque affranto” “Ormai è finita, devi tornare da mio figlio, da nostro figlio” “Emma, io non mi muoverò da qui finchè non verrai con me”, Emma abbassò la testa e Regina era sicura che stesse piangendo, poi continuò “Emma, tempo fa ero un mostro, e tu una persona sola, da quando ci siamo trovate io sono cambiata e tu sei stata l'unica a notarlo, quando mi hai chiesto di essere mia amica io ti ho respinta senza cuore, perché avevo paura di affezionarmi a qualcuno tanto da non potermene separare, perché sapevo che noi due insieme saremmo state una coppia meravigliosa e inseparabile. Adesso ho accettato questo, è un dato di fatto, siamo molto più simili di quanto tutti possano credere e ci completiamo a vicenda.”, Emma alzò la testa e rispose “Regina..”, ma Regina la interruppe “Emma, adesso andiamo” “Torna a casa, Regina”. Regina sapeva che era rimasto poco tempo e giocò la sua ultima carta, quella della sincerità più assoluta, le prese il volto con le mani e poggiò la fronte e il naso sui suoi, le sorrise guardando quegli occhi verdi bellissimi e disperati e disse “Emma, io non posso farcela senza di te, ti voglio bene” e continuò a fissarla con il suo sguardo commosso e penetrante. A quelle parole la bionda pianse più forte, ma quelle erano lacrime di felicità, cercò di mostrare un accenno di sorriso ma era troppo scossa, per la prima volta si sentiva veramente a casa. Le tese il braccio e, senza esitare, Emma le prese la mano, poi uscirono dalla caverna, Regina aveva i segni della magia di Emma sul braccio e sul volto, poiché era stata a stretto contatto con lei, ma questo non le importava, avrebbe potuto ferirsi altre mille volte, o addirittura morire, per sapere che la sua salvatrice stava bene. La abbracciò, non curandosi degli effetti della magia, e quell'abbraccio scatenò un potere sconfinato, immenso, un enorme bagliore di luce si diffuse intorno e la magia di Emma si placò. Regina sorrise ed Emma ricambiò “Anche io ti voglio bene, sei tutto ciò che ho e non potrei desiderare di meglio, sei la mia famiglia”.


ANGOLO AUTRICE: Salvee, questa è la mia prima fanfiction e spero tanto che vi sia piaciuta, mi è piaciuto immaginare che quando Emma perde il controllo dei poteri non sia Elsa ad aiutarla, ma Regina, il che rende tutto molto più Swanqueen e quindi perfetto *-* Alla prossima! :)       

   
 
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