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Autore: Jessy Pax    13/12/2015    2 recensioni
Un missing moment della 5x10 di Supernatural. Un momento tenero condiviso tra Dean e Jo, prima che tutto finisse.
Dal testo:
"«Buonanotte, Jo.» Dean riprese ad accarezzarle i capelli. Il suono del silenzio scovò la sua mente, infilandosi leggiadro e soave. Jo era come il cielo buio con le stelle, una pace strana e inquietante che presagiva la sorte peggiore. Era l'ansia beata di chi non sa cosa sta per accadere. Il vuoto in fondo ad un pozzo, così profondo che una volta raggiunto, il dolore sarebbe stato lacerante. Jo era comunque quelle stelle luminose, esplose nell'oscurità."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Jo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quinta stagione
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The Sound of Silence

 

Note dell'autrice:
- Missing moment della 5x10 di Supernatural
- Un momento tenero condiviso tra Dean e Jo prima che tutto finisse.
- Se avete Spotify, vi consiglio di leggere la one shot ascoltando "The Sound of Silence" di The Abbasi Brothers.
- So bene che non è una delle coppie più amate di Supernatural ma era da tempo che volevo scrivere di questo piccolo momento e finalmente ho trovato l'ispirazione giusta per buttare giù qualche parola.








Le stelle brillavano silenziose nel cielo di quel suo colore così nero e rumoroso.
L'aria fresca soffiava tra le fronde degli alberi e produceva una strana melodia. Una oscura ninna nanna le cui note volavano tra le foglie e si posavano nei cuori dormienti delle perosne.
Dean era steso sul cofano della sua Impala a braccia incrociate. Non aveva mai prestato attenzione al cielo di notte, gli concedeva sempre sguardi fugaci e superficiali, come se fosse la cosa più ovvia sulla faccia della Terra. In realtà era il dipinto più bello e reale che potesse esistere.
Il ragazzo si stava riservando del tempo per se stesso, le sue ultime ore prima di andare a dormire e affrontare il mattino seguente. La guerra imminente che incombeva sulla sua testa, quella di Sam, Bobby, Ellen e Jo.
Quella orribile guerra che avrebbero dovuto combattere a mani nude con la più misera e remota speranza di potercela fare.
Dean scoccò la lingua sul palato disapprovando i suoi stessi pensieri; non vi era alcuna speranza, in realtà. C'erano solo loro che stavano per fare sicuramente il passo più lungo della gamba. Non aveva idea quanto gli sarebbe costato il giorno dopo, con tutte le probabilità, poteva anche essere la sua ultima notte da vivo.
E se così fosse stato, sarebbe tornato all'Inferno? Non gli mancava quel posto spregevole ma in cuor suo sapeva che prima o poi vi avrebbe fatto ritorno. In un futuro lontano o in uno prossimo, quella era la meta. L'orizzonte impetuoso che lo attendeva.
Un rumore distrasse Dean dal vortice nella sua mente, Castiel passeggiava tranquillo tra i rottami d'auto di Bobby «Ehi, gli angeli non dormono?» chiese al suo amico.
L'angelo con il trench si fermò e si volse con sguardo vigile «Non ne abbiamo bisogno.» si avvicinò di qualche passo con le mani all'interno delle tasche «E tu? Non dovresti dormire? So che gli umani dormono spesso.»
A Dean scappò un sorriso divertito «Perché dovrei dormire prima della fine del mondo?»
Castiel non rispose, alzò lo sguardo e strinse gli occhi curiosamente «Jo deve pensarla come te. La luce della sua camera è ancora accesa.»
Dean si alzò dal cofano e, passandosi una mano tra i capelli, guardò in alto. La luce gialla s'intravedeva tra le tende bianche della camera dove Jo riposava. Il giovane cacciatore rimase alcuni secondi immobile a contemplare quelle finestre non troppo grandi. Abbassò il capo e si mise in piedi «Si è fatto tardi, ormai. Sarà anche la fine del mondo ma-» si accorse che Castiel era sparito da un po', era rimasto nuovamente solo e il suono del silenzio ormai era svanito.
Scosse la testa e con passi pesanti entrò nella casa di Bobby cercando comunque di fare il minimo rumore.
Appoggiò la giacca sull'appendiabiti e salì al piano di sopra prestando poca attenzione nel scricchiolare delle assi delle scale. Cigolavano come se anche loro sentissero il peso del mondo.
Il respiro affannoso di Bobby si sentì anche oltre la porta di legno e Dean rise immaginando quel pazzo che gli aveva fatto da padre, sdraiato sul letto fregandosene dell'apocalisse.
Passò di fronte la stanza di Jo e la luce era ora spenta. Si fermò per accostarla alla serratura e chiuderla, ma una voce bassa lo chiamò «Dean? Sei tu?»
Dean, colto sul fatto, si guardò intorno con la paura di vedere Ellen spuntare dietro di lui. Fece un passo avanti e si protese di poco all'interno della camera «La porta non era ben chiusa. La maniglia deve essere difettosa...»
Fece per andarsene ma Jo richiamò di nuovo la sua attenzione «Bobby dovrebbe aggiustarla, vero?»
Dean capì che, in qualche modo, la sua amica stava cercando di tenerlo occupato o semplicemente non voleva che andasse via. Dean Winchester ci aveva provato quella stessa sera con lei, e Jo gli aveva rifilato un due di picche. Era assurdo anche solo pensare che la ragazza volesse la sua compagnia «Sì, glielo dirò.» rispose infine, allontanandosi piano «Buonanotte, Jo.» concluse aspettandosi una risposta, ma non arrivò mai. Preoccupato aggrottò la fronte e spalancò nuovamente la porta «Jo? Tutto bene?» la ragazza non rispose ma i lampioni della rimessa d'auto illuminava debolmente la camera, e Dean riuscì a scorgere la figura di lei stesa sul letto.
Jo si mise seduta tra le coperte portando le gambe al petto pronta a stringerle con forza «Ho solo... mi chiedevo se ti andrebbe... lascia stare, non importa.»
Dean entrò del tutto nella stanza e accostò la porta difettosa allo stipite, camminò silenziosamente fino a raggiungere il letto grande e si mise seduto all'angolo di esso «Ehi, c'è qualcosa che non va?» sentì Jo sorridere e istintivamente lui sollevò le spalle «Beh, a parte la guerra imminente, ovvio.»
L'amica sollevò gli occhi sul ragazzo e sospirò confusa, non sapeva bene cosa dire. Poche ore prima gli aveva chiaramente detto che aveva troppo rispetto di se stessa per poter passare la notte con lui, e adesso si trovavano nella stessa stanza l'uno di fronte l'altra «Non riesco a dormire, Dean.»
Nella voce di Jo si percepiva un leggero tremore, non poteva definirla paura, ma Dean sapeva che era qualcosa di molto simile «Posso restare con te, se vuoi.» allungò una mano e le dita toccarono il dorso liscio e caldo di Jo.
La ragazza sussultò e deglutì restituendogli uno sguardo grato. Si stese nel letto quando Dean prese a togliersi gli scarponi e in un attimo fu tra le coperte anche lui. Tra l'imbarazzo di entrambi, il cacciatore posò una mano sul capo di Jo che gli dava le spalle.
Il respiro di lei era calmo, come un'onda del mare. S'infrangeva sul cuscino contando i battiti del cuore e i secondi che passavano. Prese ad accarezzarle i capelli. Quei riccioli biondi che profumavano di vaniglia, morbidi e setosi.
Jo chiuse gli occhi avvertendo quelle carezze, aveva sempre avuto un debole per Dean dal primo giorno che lo aveva conosciuto, ma non si era mai sognata di fare il passo successivo; sicura del fatto che per lui, lei era come una sorella più piccola. E in un modo unico, tutto ciò le faceva male.
Jo, facendosi coraggio, si volse per guardarlo in viso. Gli occhi verdi di Dean risplendevano anche nel buio della stanza e avrebbe potuto riconoscerli ovunque. Erano di un colore sgargiante e follemente disarmanti.
Dean la guardò incuriosito. Cosa rappresentava per lui? All'inizio credeva che fosse solo una ragazzina viziata e impertinente, poi ebbe l'impressione che fosse come una sorella, ma da quella sera tutto era cambiato. Jo Harvelle lo attraeva nella sua forma più semplice e pura. C'era qualcosa in lei che aveva la capacità di fargli battere il cuore e allo stesso tempo di farlo innervosire come pochi. Strinse gli occhi poggiando la mano sulla guancia bianca di lei.
«Hai paura, Dean?»
Il ragazzo si rilassò nel sentire quella voce tranquilla «Se rispondessi di sì, cambierebbe qualcosa?»
Jo inarcò un sopracciglio come per prenderlo in giro «Uh, sei uno di quelli che vede il bicchiere mezzo vuoto»
Dean sollevò un angolo del labbro «No, sono realista.»
Ci fu una lunga pausa prima che Jo riprese a parlare «Io non ho paura, Dean.»
«Dovresti averne, invece.»
«Perché?»
Dean socchiuse gli occhi e smise di accarezzarla «Perché non sai che fine faremo domani e molto probabilmente non ci sarà alcun futuro per tutti noi.»
Jo prese un profondo respiro e poi lo lasciò andare esausta «A me andrebbe bene lo stesso. Sai, la mia intera vita è sempre stato un 'posto sbagliato al momento sbagliato'.»
«Non è giusto tutto questo» la voce di Dean era spezzata «Meriti una vita felice, con qualcuno che ti ami, lontana dalla caccia. Lontana dal dolore.»
La ragazza sorrise caldamente e posò una mano sulla guancia di Dean «Cos'è realmente giusto a questo mondo? Anche tu meriti la felicità, ma è come se la stessi evitando perché ti causa solo altra sofferenza.»
Dean abbassò lo sguardo e una lacrima scese invisibile infrangendosi sul cotone bianco del lenzuolo. Stava veramente evitando la felicità? E Jo da cosa lo aveva capito? «Mi dispiace, Jo»
«Per cosa?»
«...per non essermi accorto di te quando era il momento giusto.»
Jo scoppiò in una risata soffocata ed emozionata, si avvicinò di più al suo amico e adagiò il capo sul cuscino di Dean «Non mi avresti mai dato una possibilità in ogni caso.»
«Questo non è vero.»
«Ah no?» lo sfidò come solo lei sapeva fare.
Dean boccheggiò sentendosi messo alle strette «No. E tu perché non ci hai mai provato con me?»
Jo, divertita, si fece forza con il gomito per sollevarsi dal letto e dare una spinta a Dean «Sei un idiota, lo sai?» continuò a prenderlo a pugni e pizzicarlo ovunque. Il ragazzo si lamentò e rise al tempo stesso, poi la fermò spingendosi leggermente sopra di lei.
Si guardarono negli occhi, calando in quel silenzio misterioso e pacifico.
Le loro labbra si sfiorarono teneramente, ma quel contatto fu tempestivo e come ogni gioia, ebbe una fine violenta. Si stesero nuovamente comodi, i loro cuori battevano all'unisono. Nessuno dei due parlarono di ciò che accadde in quei secondi rubati al'orologio. Tennero quel bacio chiuso nel loro cassetto dei segreti; quello che non osavano aprire mai avendo gettato la chiave anni prima.
«Buonanotte, Dean.» la voce piccola di Jo era ancora una volta tremolante e come se fossero tornati indietro nel tempo, ritrovò quella calma e quel terrore che non le permetteva di addormentarsi.
«Buonanotte, Jo.» Dean riprese ad accarezzarle i capelli. Il suono del silenzio scovò la sua mente, infilandosi leggiadro e soave. Jo era come il cielo buio con le stelle, una pace strana e inquietante che presagiva la sorte peggiore. Era l'ansia beata di chi non sa cosa sta per accadere. Il vuoto in fondo ad un pozzo, così profondo che una volta raggiunto, il dolore sarebbe stato lacerante. Jo era comunque quelle stelle luminose, esplose nell'oscurità. Quelle piccole luci di speranza che facevano sospirare d'amore, rivolgendo a loro i più muti desideri. Dean conservò gelosamente il ricordo di lei mentre si addormenta grazie alle sue carezze.
Intrecciò le mani a quelle della ragazza, chiuse gli occhi e si lasciò andare al sonno divoratore.
Il suono del silenzio. Quel mistico rumore che rimane incastrato nella testa, quella ninna nanna di note senza rumore. La quiete della guerra.   

   
 
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