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Autore: Conigliettorosa96    13/12/2015    0 recensioni
19 anni. Università, migliore amica che sta per trasferirsi in un'altra nazione. Ormai Giorgia non ce la fa più: le persone che la circondano non le ispirano fiducia, nemmeno il fidanzato che la ama alla follia. Vuole vivere una giovinezza senza tempo: crescere fa paura. L'amore delle favole non ha mai smesso di cercarlo, ma dei genitori che non si amano più le fanno temere anche la cosa che più di tutto aveva sempre desiderato. La soluzione è un diario, in cui annoterà tutto ciò che le accadrà perché la vera vita non è finita come le sembra, ma sta per cominciare.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Salve ragazzi e ragazze. Qui voglio narrare la storia di una ragazza e dei suoi amori: essi non sono un semplice susseguirsi di baci, ma sono cose che hanno segnato profondamente una persona, che hanno influito su un carattere. Volevo usare questa storia come spunto di riflessione, per me e per gli altri, su come nelle società moderne e sulle ragazze che magari sono un po’ troppo romantiche o sensibili tutti gli eventi circostanti lasciano una piccola cicatrice nel cuore. Fidanzati, amici, parenti, libri, insegnanti: tutte le persone che incontriamo, vere od immaginarie, prima di andare via lasciano qualcosa in noi, che volenti o nolenti non potremo mai dimenticare.
 Saranno cose belle e cose brutte, ma dove porteranno?
 Quanto ognuno è artefice del proprio destino?
 

 
 
Eccomi qui. Mai avrei pensato di scrivere un diario, in questi 19 anni della mia vita. Ma ritengo che ora la mia storia vada raccontata. Non voglio sembrarti egocentrica, ma credo che tutti, al mondo, abbiano qualcosa da raccontare, chi più di altri.
Ti darò un nome, diario, perché l’idea di scrivere su della carta mi fa sentire un’illusa. Ma in realtà scrivendo io parlo a me stessa, alla me stessa di oggi ed a quella di domani. Sarai il mio Alter Ego, diario. Ti chiamerò Marta. Da piccola detestavo il mio nome, e volevo a tutti i costi che i miei andassero all’anagrafe a cambiare il mio nome in Marta. Ora amo il mio nome, perché è parte di me. Ma neanche Marta è mai scomparsa: lei è tutto quello che non sono, ma che avrei sempre voluto essere.
Cara Marta, mia cara. Non sarà un classico diario, oh no. Non sarà un romanzo epistolare, non sono certo la Pamela di Robinson. O quasi. Non sarò Pamela, perché scrivo per me stessa, sarà un vero e proprio flusso di coscienza. Ma sarò Pamela, perché sarà l’Uomo un grande protagonista della mia storia. Ora non credere che io sia la solita ragazzina che si lamenta di essere vergine a 19 anni. La verginità l’ho persa anni fa, col mio primo amore. La scelta migliore che potessi fare, nonostante come è andata a finire (ma a questo ci arriveremo in un secondo momento). E non sono nemmeno la classica ragazzetta che pensa che gli uomini siano tutti stronzi o tutti scemi. Io gli uomini li odio e li amo, e per arrivare a questo sentimento ne ho fatta di strada.
Ora sento il peso di una vita nuova che sta per cominciare davanti a me: non so se saprei davvero gestirla come tutti da me si aspettano. Ho vissuto assecondando, seppur nel mio unico e speciale modo, le aspettative di chi mi circondava, a cominciare dai miei genitori. Leopardi diceva nel “Canto notturno del pastore errante dell’Asia” di invidiare le greggi che non pensavano. Tante volte ho desiderato essere più stupida, meno ligia al dovere, meno ansiosa, meno insicura. Senza avere il bisogno di porsi le problematiche sarebbe stata una vera pacchia! Per carità, non fraintendermi, non sono un genio. Sono solo una ragazza nella media, di quelle che facendosi un culo a capanna escono con 95 alla maturità classica, e poi prendono Lettere Classiche come corso di laurea.
“Vuoi fare la professoressa di greco?” chiede chiunque scandalizzato.
Si, diamine. Od almeno credo: ho sempre avuto il desiderio di divenire un esempio per gli altri e di correggere vari errori che ho visto da altri fare.
Perché dico credo? Oh beh, Marta, devi sapere che questa facoltà è la mia terza scelta ideale, e seconda effettiva. Il mio sogno era fare la maestra delle elementari, ma i miei non approvavano la mia scelta universitaria. Quando mi hanno detto che mi sarei dovuta pagare gli studi da sola e sapere che loro non avrebbero mai approvato la scelta ho deciso di rinunciare, dopo due anni di lotte. Poi ho preso economia: mi sentivo una persona pragmatica ed adatta, finché non ho capito che la matematica mi stimola il sonno. Allora ho aperto gli occhi: comprarsi “La Politica” di Aristotele e “La Repubblica” di Platone non erano che il segno lampante di una passione per gli antichi. Il mio indirizzo del liceo mi aveva insegnato più che mai che per capire il presente, ed ipotizzare un probabile futuro, bisognava guardare il passato. Nel passato c’è un modello, che non va emulato, ma va compreso. Forse aveva ragione Nietzche a vedere la storia come un eterno ritorno. Chissà: per me un po’ lo è.
Ho preso coraggio ed ho fatto questa scelta: la mia introspezione e profonda timidezza non mi aiutano a farmi amici nel nuovo ambiente, ma mi faccio coraggio. Sono lì per costruire la mia professione, non per fare, come dicono i miei, “la chiacchiera”.
Ho qualche amica, un fidanzato, una bella voce, gentilezza, grande cultura(mi dicono, io dubito: come Socrate, so di non sapere).
E qui si conclude la Giorgia che il mondo conosce.
Poi c’è l’altra Giorgia, quella di cui nessuno sa nulla.
Questa è una Giorgia tradita da quelle che credeva fossero le sue più care amiche, che si rivelano delle schiavette d fidanzati insulsi, che escludono lei, l’elemento scomodo, perché pensante e talvolta senza peli sulla lingua. L’unica amica di cui davvero si fida sta per trasferirsi a Londra. Great!
Poi c’è lui. Il fidanzato fin troppo perfetto. Lei vede in lui, ormai, più un amico che un partner. Lei è una ragazza che vuole sentirsi viva, assaporare quello che c’è attorno a lei e dare sempre il massimo. Lui ha i suoi problemi, anche gravi. Lei mai lo ha abbandonato: è stata madre, amica ed amante; bastone e carota. In risposta ha avuto quasi sempre parole smielate ,che da essere un grande supporto sono diventate una noiosa routine. Questa Giorgia vorrebbe gridare, correre, saltare, afferrare la sua vita: smettere di studiare perché il mondo vuole che lei entri nella società con una laurea ad altro studio. Lo studio ed i professori terribili del liceo le hanno dato solo attacchi di panico. Lei vorrebbe essere quello che ha sempre voluto essere, quella Marta.
La Marta che Giorgia vorrebbe essere è magra, non con quei 5-6 chili in più per il grosso amore per il cibo, bella, forte, estroversa. Una femme fatale, che canta sui palchi di tutto il mondo, con magari un marito brillante che la attende a casa e dei figli speciali, che saranno persone uniche ispirati da madre e padre che hanno ottenuto quello che volevano.


Solo ora Giorgia vuole arrivare ad essere Marta. Ora ha capito che non può più aspettare: unirà Marta e Giorgia con successo, non importa quanto ci vorrà. Ma Giorgia ha ancora paura. Paura di fallire, sente enorme la sfida davanti a lei, sente che adesso davvero deve camminare sulle sue gambe, e sente venire meno tutti gli appoggi. Per questo ha deciso che il suo sostegno sarà Marta, ovvero Giorgia stessa.
Metterò, io, Giorgia Ernesti, per iscritto la mia vita da ora in avanti. Citerò il passato quando necessario, e comincerò da quello che ora mi sta segnando e sta creando la persona che ora scrive.
 L’Uomo, cara Marta, sarà il perpetuo protagonista della mia storia.
Ora mi chiederai: “ Perché Giorgia? Finora hai detto che è il futuro che ti fa paura, che vuoi diventare una cantante e prendere la laurea per diventare professoressa. Che c’entrano gli uomini?”.
C’entrano, Marta, c’entrano. Come disse il marito protagonista de “Per l’uccisione di Eratostene di Lisia” : l’Uomo “fu per me la causa di tutti mali”.
Salve ragazzi e ragazze. Qui voglio narrare la storia di una ragazza e dei suoi amori: essi non sono un semplice susseguirsi di baci, ma sono cose che hanno segnato profondamente una persona, che hanno influito su un carattere. Volevo usare questa storia come spunto di riflessione, per me e per gli altri, su come nelle società moderne e sulle ragazze che magari sono un po’ troppo romantiche o sensibili tutti gli eventi circostanti lasciano una piccola cicatrice nel cuore. Fidanzati, amici, parenti, libri, insegnanti: tutte le persone che incontriamo, vere od immaginarie, prima di andare via lasciano qualcosa in noi, che volenti o nolenti non potremo mai dimenticare.
 Saranno cose belle e cose brutte, ma dove porteranno?
 Quanto ognuno è artefice del proprio destino?
 
 
 
Eccomi qui. Mai avrei pensato di scrivere un diario, in questi 19 anni della mia vita. Ma ritengo che ora la mia storia vada raccontata. Non voglio sembrarti egocentrica, ma credo che tutti, al mondo, abbiano qualcosa da raccontare, chi più di altri.
Ti darò un nome, diario, perché l’idea di scrivere su della carta mi fa sentire un’illusa. Ma in realtà scrivendo io parlo a me stessa, alla me stessa di oggi ed a quella di domani. Sarai il mio Alter Ego, diario. Ti chiamerò Marta. Da piccola detestavo il mio nome, e volevo a tutti i costi che i miei andassero all’anagrafe a cambiare il mio nome in Marta. Ora amo il mio nome, perché è parte di me. Ma neanche Marta è mai scomparsa: lei è tutto quello che non sono, ma che avrei sempre voluto essere.
Cara Marta, mia cara. Non sarà un classico diario, oh no. Non sarà un romanzo epistolare, non sono certo la Pamela di Robinson. O quasi. Non sarò Pamela, perché scrivo per me stessa, sarà un vero e proprio flusso di coscienza. Ma sarò Pamela, perché sarà l’Uomo un grande protagonista della mia storia. Ora non credere che io sia la solita ragazzina che si lamenta di essere vergine a 19 anni. La verginità l’ho persa anni fa, col mio primo amore. La scelta migliore che potessi fare, nonostante come è andata a finire (ma a questo ci arriveremo in un secondo momento). E non sono nemmeno la classica ragazzetta che pensa che gli uomini siano tutti stronzi o tutti scemi. Io gli uomini li odio e li amo, e per arrivare a questo sentimento ne ho fatta di strada.
Ora sento il peso di una vita nuova che sta per cominciare davanti a me: non so se saprei davvero gestirla come tutti da me si aspettano. Ho vissuto assecondando, seppur nel mio unico e speciale modo, le aspettative di chi mi circondava, a cominciare dai miei genitori. Leopardi diceva nel “Canto notturno del pastore errante dell’Asia” di invidiare le greggi che non pensavano. Tante volte ho desiderato essere più stupida, meno ligia al dovere, meno ansiosa, meno insicura. Senza avere il bisogno di porsi le problematiche sarebbe stata una vera pacchia! Per carità, non fraintendermi, non sono un genio. Sono solo una ragazza nella media, di quelle che facendosi un culo a capanna escono con 95 alla maturità classica, e poi prendono Lettere Classiche come corso di laurea.
“Vuoi fare la professoressa di greco?” chiede chiunque scandalizzato.
Si, diamine. Od almeno credo: ho sempre avuto il desiderio di divenire un esempio per gli altri e di correggere vari errori che ho visto da altri fare.
Perché dico credo? Oh beh, Marta, devi sapere che questa facoltà è la mia terza scelta ideale, e seconda effettiva. Il mio sogno era fare la maestra delle elementari, ma i miei non approvavano la mia scelta universitaria. Quando mi hanno detto che mi sarei dovuta pagare gli studi da sola e sapere che loro non avrebbero mai approvato la scelta ho deciso di rinunciare, dopo due anni di lotte. Poi ho preso economia: mi sentivo una persona pragmatica ed adatta, finché non ho capito che la matematica mi stimola il sonno. Allora ho aperto gli occhi: comprarsi “La Politica” di Aristotele e “La Repubblica” di Platone non erano che il segno lampante di una passione per gli antichi. Il mio indirizzo del liceo mi aveva insegnato più che mai che per capire il presente, ed ipotizzare un probabile futuro, bisognava guardare il passato. Nel passato c’è un modello, che non va emulato, ma va compreso. Forse aveva ragione Nietzche a vedere la storia come un eterno ritorno. Chissà: per me un po’ lo è.
Ho preso coraggio ed ho fatto questa scelta: la mia introspezione e profonda timidezza non mi aiutano a farmi amici nel nuovo ambiente, ma mi faccio coraggio. Sono lì per costruire la mia professione, non per fare, come dicono i miei, “la chiacchiera”.
Ho qualche amica, un fidanzato, una bella voce, gentilezza, grande cultura(mi dicono, io dubito: come Socrate, so di non sapere).
E qui si conclude la Giorgia che il mondo conosce.
Poi c’è l’altra Giorgia, quella di cui nessuno sa nulla.
Questa è una Giorgia tradita da quelle che credeva fossero le sue più care amiche, che si rivelano delle schiavette d fidanzati insulsi, che escludono lei, l’elemento scomodo, perché pensante e talvolta senza peli sulla lingua. L’unica amica di cui davvero si fida sta per trasferirsi a Londra. Great!
Poi c’è lui. Il fidanzato fin troppo perfetto. Lei vede in lui, ormai, più un amico che un partner. Lei è una ragazza che vuole sentirsi viva, assaporare quello che c’è attorno a lei e dare sempre il massimo. Lui ha i suoi problemi, anche gravi. Lei mai lo ha abbandonato: è stata madre, amica ed amante; bastone e carota. In risposta ha avuto quasi sempre parole smielate ,che da essere un grande supporto sono diventate una noiosa routine. Questa Giorgia vorrebbe gridare, correre, saltare, afferrare la sua vita: smettere di studiare perché il mondo vuole che lei entri nella società con una laurea ad altro studio. Lo studio ed i professori terribili del liceo le hanno dato solo attacchi di panico. Lei vorrebbe essere quello che ha sempre voluto essere, quella Marta.
La Marta che Giorgia vorrebbe essere è magra, non con quei 5-6 chili in più per il grosso amore per il cibo, bella, forte, estroversa. Una femme fatale, che canta sui palchi di tutto il mondo, con magari un marito brillante che la attende a casa e dei figli speciali, che saranno persone uniche ispirati da madre e padre che hanno ottenuto quello che volevano.


Solo ora Giorgia vuole arrivare ad essere Marta. Ora ha capito che non può più aspettare: unirà Marta e Giorgia con successo, non importa quanto ci vorrà. Ma Giorgia ha ancora paura. Paura di fallire, sente enorme la sfida davanti a lei, sente che adesso davvero deve camminare sulle sue gambe, e sente venire meno tutti gli appoggi. Per questo ha deciso che il suo sostegno sarà Marta, ovvero Giorgia stessa.
Metterò, io, Giorgia Ernesti, per iscritto la mia vita da ora in avanti. Citerò il passato quando necessario, e comincerò da quello che ora mi sta segnando e sta creando la persona che ora scrive.
 L’Uomo, cara Marta, sarà il perpetuo protagonista della mia storia.
Ora mi chiederai: “ Perché Giorgia? Finora hai detto che è il futuro che ti fa paura, che vuoi diventare una cantante e prendere la laurea per diventare professoressa. Che c’entrano gli uomini?”.
C’entrano, Marta, c’entrano. Come disse il marito protagonista de “Per l’uccisione di Eratostene di Lisia” : l’Uomo “fu per me la causa di tutti mali”.
   
 
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