A New Haruhi
Primo
Settembre. Una
calda mattina di fine estate. Il sole che entra dolcemente dalla
finestra mi fa
strizzare gli occhi. La sveglia inizia a trillare vicino al mio
orecchio. Abbatto
la mano su di essa, spengendola. Mezza addormentata sguscio fuori dal
letto e
mi dirigo verso il bagno. Nel corridoio incrocio mio papà,
che mi saluta.
Buongiorno Haruhi!
Io rispondo
con un
cenno del capo.
‘Giorno papà.
Entrò
in bagno e mi
guardo allo specchio. I miei capelli, un po’ più
lunghi dell’anno scorso, sono
tutti aggrovigliati, non hanno un senso. Un gemito disperato mi scappa
dalle
labbra. Afferro una spazzola e la passo in mezzo ai miei capelli
castani, senza
dar peso al dolore che mi viene al cuoio capelluto. Appena ho finito
con i
capelli, apro il rubinetto e mi sciacquo la faccia. Ecco. Ora va
decisamente
meglio. Esco dal bagno e torno in camera. Mi fermo di fronte
all’armadio e
fisso le due divise che ci sono appese. Una è quella
maschile, quella che mi
hanno dato i ragazzi dell’Host Club, che ho indossato per
tutto l’anno scorso,
e l’altra è quella che, sempre loro, mi hanno
cortesemente regalato per il mio
quindicesimo compleanno.
Sospiro.
Ormai ho i
capelli troppo lunghi per continuare a passare per maschio. Allungo la
mano
verso la divisa femminile e la prendo. Inizio a sbottonarmi la casacca
del
pigiama e sobbalzo quando papà bussa alla porta.
Haruhi! Ci sono i tuoi amici!
Mi mordo il
labbro e
cerco di infilarmi la divisa velocemente. In meno di due minuti ho
finito ed
esco di camera.
Ciao papà!
Saluto
uscendo di
corsa dall’appartamento. Fuori dalla porta, l’Host
Club della Ouran Accademy mi
sta aspettando. Ci sono tutti, tranne Mitsukuni e Takashi, che
l’anno scorso si
sono diplomati. Gli sguardi stupiti di Tamaki, Kyoya, Hikaru e Kaoru
sono fissi
su di me e sulla mia divisa. Kyoya ha abbandonato la sua espressione da
freddo calcolatore.
Hikaru e Kaoru sono meravigliati del cambiamento che ho fatto. E
Tamaki. Aaah...
Tamaki-senpai è troppo innamorato di me. Lo vedo da come gli
brillano gli
occhi. E da come si lancia su di me.
Haruhi-chan! Sei così carina!
Esclama
abbracciandomi
e accarezzandomi la testa, nemmeno avessi tre anni. Irritata, lo spingo
via con
una mano.
Senpai, non starmi così appiccicato!
Mormoro
arrabbiata.
Hikaru e Kaoru mi afferrano per le braccia e mi sospingono verso la
limousine
che è stata parcheggiata sotto casa mia.
Stupidi ricchi.
Mormoro fra
me e me. Sospiro
di nuovo, mentre mi accomodo sul sedile posteriore. Gli altri si
siedono
intorno a me e partiamo verso scuola. La limousine si ferma di fronte
all’ingresso
e scendiamo. Il cortile è già affollato di
ragazzi, nonostante siano solo le
otto di mattina. Molte ragazze si voltano verso di noi ed iniziano
mormorii e
sospiri vari. Ecco. Un bell’effetto da apparizione
dell’Host Club. Ma... un
momento! Moltissimi, troppi ragazzi sono voltati verso noi. Arrossisco
all’istante
e abbasso la testa. Sento una mano sulla spalla e mi volto. Tamaki.
Haruhi-himesama. Ti proteggerò io!
Io lo fisso
strabiliata. Mi ha chiamata Himesama!
Sparisci, senpai.
Gli intimo mentre mi avvio per il cortile e verso
l’ingresso. Mi fermo a guardare i tabelloni. Io e i gemelli
Hitachiin siamo
ancora in classe insieme, e insieme a noi c’è
anche Renge-chan, la manager dell’Host
Club. Sospiro di nuovo e mi avvio verso la classe. Mi metto a sedere in
un
punto strategico, fila centrale, accanto alla finestra. Immersa nei
miei
pensieri, non mi accorgo che qualcuno si è avvicinato.
Scusami. Questo posto è libero?
Alzo lo
sguardo e i
miei occhi scuri incrociano quelli azzurri di un ragazzo, che non ho
mai visto,
alto e biondo, che mi sta sorridendo. Io arrossisco e timidamente
annuisco. Poi
abbasso lo sguardo e mi mordo un labbro. Mi do della stupida e rialzo
il volto.
Sorrido.
Io sono Haruhi Fujioka! Piacere!
Gli tendo la
mano
destra, che lui mi stringe dolcemente.
Io sono Shinichi
Nikarashi. Il
piacere è mio!
Mi sorride anche lui e arrossisco di nuovo.
Distolgo
lo sguardo e lo punto sulla schiena di Hikaru che si è
appena seduto di fronte
a me. Mi volto appena verso destra e vedo che Kaoru e leggermente
voltato verso
di me e mi sorride. Gli sorrido a mia volta e poi mi volto
all’indietro. Renge
mi sta fissando come se non mi avesse mai visto, cosa che è
vera, in un certo
senso. Un brusio carico di curiosità riempie la classe, fino
a quando il prof
entra e inizia l’appello. E svela l’arcano. Quando
chiama il mio nome ho quasi
paura ad alzare la mano. Dopotutto ho passato un anno intero a fingermi
un
maschio per poter ripagare il mio debito di otto milioni di Yen.
Sospiro,
infondendomi coraggio e alzo la mano titubante. Sento un lamento di
delusione
non appena le mie tre clienti abituali dell’anno passato
realizzano la cosa. Sorrido
e ignoro l’onda di delusione delle ragazze e quella di voglia
di conquista dei
ragazzi che sta dilagando in classe. Le nove ore di lezione passano in
fretta e
quando la campanella dell’ultima ora suona, mi alzo,
rimettendo a posto le mie
cose. Saluto Hikaru e Kaoru con un cenno della mano ed esco dalla
classe. Sono quasi
nel cortile quando la voce di Tamaki-senpai mi ferma.
Haruhi-chan,
dove
pensi di andare?
Mi volto verso il biondino e rispondo.
A
casa, ovviamente!
Lui scuote la testa con fare teatrale, e
ribatte.
Sei
ancora un
membro del Club. Kyoya!
Esclama girandosi verso il moro. Dietro di
lui, Hikaru, Kaoru e Renge osservano la scena.
Da
oggi in poi, l’Host
Club avrà un piccolo regalo per gli studenti maschi.
Kyoya e Tamaki mi indicano.
Tu!
Esclamano in coro.
Chiarimenti sugli appellativi.
-chan (come
in Haruhi-chan): appellativo usato
per le ragazze, di solito per qualcuno di cui si è
innamorati, ma non solo. È utilizzato
anche per indicare i bambini piccoli, sia maschi che femmine.
-senpai (come
in Tamaki-senpai): appellativo
usato
per persone più grandi e che frequentano la stessa scuola o
lo stesso posto di
lavoro.
-himesama (come
in Haruhi-himesama): propriamente
significa Principessa. Ha assunto
poi
un significato onorifico.