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Autore: Flyberty    14/12/2015    1 recensioni
Si tratta di un breve racconto che parla di due donne che condividono una casa, l'amore e la felicità. Ambientato nel periodo natalizio, quando inevitabilmente ci si ferma a riflettere sul significato di famiglia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non è la vigilia di Natale. È il pomeriggio del 20 dicembre. Troppo in là per non pensare al Natale, troppo presto per non parlare della festa più importante dell’anno.
L’ambientazione di questa storia non è una grande città. È un paesino di provincia, nel Sud Italia, uno di quei posti dove la gente appende al balcone la coperta più bella che ha, quando passa la statua della madonna in processione; uno di quei posti dove tutti dicono di conoscersi, ma in realtà sanno solo i pettegolezzi che girano in piazza.
Il paese il 20 dicembre è pronto, già da un po’, ad accogliere le feste in arrivo: si pensa a cosa cucinare per il 24 dicembre, Natale, Santo Stefano, San Silvestro e Capodanno. Perchè questo è il modo più conosciuto per dire alle persone care che si vuole loro bene. Già da tempo è partita la gara all’albero di Natale più bello su Facebook, alle polemiche sul presepe: chi lo avrebbe voluto più tradizionale, chi innovativo ( ma alla fine resta sempre lo stesso).  C’è la trepidazione dell’attesa, c’è la corsa ai regali, c’è il fuoco nel camino e si inizia a voler bene di più, a più persone.
Per le strade le luci e le musiche natalizie allietano i cuori di chi dice di amare questa festa perchè costringe i più a fermarsi e a sentire l’amore che che accantonano per il resto dell’anno.
Il tema centrale è l’amore per la famiglia, di qualsiasi tipo essa sia, anche quella dove c’è il nonno che racconta le stesse storie da sempre, lo zio che fa il simpaticone, la cognata che crede di saper cucinare meglio di tutti e l’incontro suocera-nuora, le quali si detestano per tutto il resto dell’anno ma a Natale sono fianco a fianco in cucina, a preparare.
In una modesta villetta di periferia, vive Aurora, una insegnante di scuola superiore, ormai non più bambina, perchè a 30 anni non puoi più permetterti di esserlo; nemmeno a Natale. Lei sa che quella è una festa per i bambini: l’attesa di Babbo Natale, i regali, i dolci.
Lei neanche può mangiarli, i dolci.
Anche se in ritardo, rispetto al resto del paese, Aurora è intenta ad appendere le ultime decorazioni all’albero di Natale; ci mette impegno: i capelli d’angelo e le perline blu devono alternarsi sui rami bianchi alla perfezione. Le palline argentate e blu devono essere posizionate nella maniera corretta: le più piccole nella zona centrale, le più grosse esternamente, come le aveva detto sua nonna, anni prima.
Dopo aver posizionato il puntale, alla cima del suo albero di 1,80 metri, accende le lucine e sorride soddisfatta.
Alla vista delle luci, Soia, una bulldog francese di due anni, alza appena la testa, annusa l’aria e chiude gli occhi, tornando a dormire sul divano vicino al caminetto.
Aurora la guarda con sguardo dolce e aggiusta la legna nel camino, per poi sedersi accanto a Soia, un po’ stretta, per non disturbarla, ad ammirare la sua opera d’arte appena terminata.
L’albero appare maestoso, da quella prospettiva; si erge possente tra il divano e il caminetto, proprio di fronte alla finestra, sulla quale si riflette dando vita ad una sensazione di calore e accoglienza.
Questo è Natale” pensa Aurora soddisfatta. “ leggere un bel libro accanto al tuo amico peloso, guardare l’albero e le calze appese al caminetto”.
Aurora sta bene da sola, aveva imparato a convivere con la solitudine quando l’alternativa significava piegarsi e rinnegare se stessa. Durante le feste però essere forte non è così facile, Soia è una gran compagnia, ma la sua famiglia è al completo solo quando Marta torna a casa. Nella loro casa.
Marta è una donna grintosa, sveglia, intelligente e allegra. È un avvocato di successo, con la passione per il canto e per i bambini. È la persona con la quale Aurora aveva vissuto l’adolescenza, con la quale aveva scoperto l’amore, con la quale aveva deciso di formare una famiglia, tre anni prima.
Dal momento del trasloco Aurora non aveva più sentito nessuno della sua famiglia, e questo è il terzo Natale che passa senza sentirli. Perchè la coerenza e la dignità non si mettono mai da parte. Perchè chi ha calpestato il tuo orgoglio non merita perdono. Queste erano le cose che Aurora si ripeteva sempre. Se le ripeteva quando vedeva che i suoi genitori stravedevano per il loro figlio maschio, quello che anche se non aveva messo la testa a posto prima dei 35 anni, adesso che ne ha 38 è il figlio bravo.
Poco importa se ai tempi della sua adolescenza, li aveva fatti penare. Ora è tutto okay, perchè è sposato, lavora e ha dei bambini; al contrario di Aurora, la pecora nera, quella che aveva fatto vergognare la famiglia, perchè non era scesa a compromessi, perchè non aveva accettato le convenzioni sociali, perchè è innamorata di una donna e osa pretendere di vedere riconosciuto il suo amore al pari di quello di suo fratello o di chiunque altro.
Quando si perde in questi pensieri, Aurora diventa cupa, e Soia è sempre pronta a poggiare il muso sulla sua gamba, per confortarla.
I genitori di Marta avevano reagito meglio alla notizia della loro convivenza. Se lo aspettavano da lei, da sempre ribelle, da sempre femminista convinta; è sempre stata la schiettezza fatta persona. Non doveva chiedere permesso per niente, Marta. E nemmeno scusa. E anche se questo è uno dei motivi principali per cui a volte litigano, esono anche le caratteristiche che fanno di Marta quella che è: la donna di cui Aurora è innamorata persa.
Marta è ancora fuori casa. Doveva fare mille cose, andare a trovare i genitori ai quali era molto legata. Era lei che usciva a fare la spesa, a sbrigare le commissioni. È l’uomo di casa, come la chiama Aurora quando vuole prenderla in giro. Marta odia quell’espressione. Dice che usare quell’espressione presuppone dire che le donne hanno capacità minori degli uomini o se ce le hanno uguali, non possono essere chiamate donne ma “uomini”.
Quando però Marta ha parcheggiato l’auto nel vialetto di casa, Soia ha alzato la testa ed è scesa velocemente dal divano per sbirciare dalla porta d’ingresso; Aurora ama vedere Soia cominciare a scodinzolare e ad abbaiare alla porta per uscire a salutare la sua padroncina.
Marta apre la porta di ingresso con le buste in mano e mentre Aurora cerca di aiutarla, Soia salta di qua e di là per poter ricevere attenzioni, baci e carezze.
  • Fammi almeno entrare, Soia! – si lamenta dolcemente Marta.
Libera dalle buste piene di spesa che Aurora si affretta a mettere a posto, Marta si china ad abbracciare Soia per baciarla e accarezzarla per bene.
  • Chi è il cucciolo più bello del mondo? Chi? Tu! Ma certo che sei tu!
Soia non si contiene più dalla gioia e quando Aurora torna da loro e li guarda dolcemente, Marta alza lo sguardo e ricambia il sorriso, avvicinandosi ad Aurora.
  • Ciao.
  • Oh ciao. Non mi saluti con lo stesso calore con cui saluti Soia...
Aurora non riesce a finire la frase che Marta la avvolge in uno di quei suoi abbracci forti e la bacia delicatamente sulle labbra. Aurora accoglie quel calore ricambiando l’affetto e il bacio.
  • Ciao.
  • Ecco, adesso mi piace.
Marta sorride e la sua attenzione viene rapita dal gigantesco albero che occupa mezzo salotto.
  • Semplice semplice quest’anno l’albero, eh?- commenta Marta, avvicinandosi all’albero per osservarlo da vicino.
Aurora alza gli occhi al cielo. - Lo sai che sono romantica, e che amo il Natale. – risponde.
  • Certo, certo lo so. Dai è carino... - risponde Marta sorridendo con sguardo di sfida.
Aurora le rivolge uno sguardo offeso, ma per finta. – è perfetto... Se solo avessimo qualcuno con cui condividerlo...- risponde Aurora, incupendosi.
Marta la guarda preoccupata, non aveva mai capito fino in fondo perchè Aurora soffrisse per la situazione familiare che viveva, ma vedeva quanto la facesse star male.
  • Abbiamo Soia! Lei sicuramente apprezza quest’albero! E noi tre passeremo un Natale meraviglioso! Il Natale non è solo di alcuni. Non si può escludere nessuno dal Natale. Quindi la nostra festa vale tanto quanto quella di chi storce il naso quando camminiamo mano nella mano per la strada, amore.
Aurora la guarda sorridendo. – Grazie... Sai sempre come farmi stare meglio. Hai espresso i tuoi desideri?
Marta sospira e abbraccia Aurora accarezzandole la pancia. – Si, lo sai che vorrei finire di preparare le carte il più presto possibile... E poi ce ne andiamo in Spagna.
Aurora accarezza la testa di Marta con amore. Sa quanto Marta desideri un figlio. Lei non può averne e Aurora ha accettato l’inseminazione eterologa.
Vedendola pensierosa, Marta incalza il discorso. – Vuoi ancora farlo, vero?
Aurora sorride. – certo che voglo farlo... Magari il prossimo Natale saremo in quattro.
  • Magari. È questo che desideri anche tu? - Marta la guarda con amore e la bacia di nuovo, tenendola sempre abbracciata.
  • Si, questo ci renderebbe ancora di più una famiglia. Desidero questo e... La neve-
dice Aurora.
Marta la guarda e la prende per mano, sedendosi sul divano e facendo sedere Aurora sulle proprie gambe. – Tu e la neve, ti piace proprio eh?
Aurora si stringe nell’abbraccio di Marta. – mi piace, mi ricorda che grandi cose possono costruirsi in silenzio e con lentezza. Anche quando si scioglie e non c’è più, la neve lascia il proprio ricordo.
  • Tu invece credi che verrai dimenticata un giorno? – risponde Marta.
Aurora fissa la finestra e aspetta un po’ a rispondere – Probabile, chi mi ha voluta dimenticare l’ha già fatto.
  • Io non lo farò. Non posso dimenticarti. Ci meritiamo di essere felici, Aurora; anche quando la gente non lo capisce, anche quando ottenere quella felicità fa male. Anche quando pensiamo di non meritarcela, ce la meritiamo. La nostra felicità è fatta di piccole cose, le stesse che fanno la felicità di tutte le persone: il Natale, la famiglia, l’amore.... E quei biscotti buonissimi che ogni tanto prepariamo!
Marta sorride e riesce a strappare un sorriso anche ad Aurora.
  • Ci meritiamo anche quei biscotti, quindi... Iniziamo a farli, chissà che insieme alla felicità non arrivi anche la neve. – continua Marta, alzandosi dal divano per cercare gli ingredienti in cucina.
Aurora la guarda indaffarata e pensa a quanto è fortunata ad avere Marta al suo fianco; vedendola lì, in cucina, a preparare i biscotti, capisce che la felicità non è qualcosa di definito a priori da qualcuno che pretende di essere nel giusto; questa è già felicità, questa è famiglia.
Avvicinandosi a Marta per aiutarla, seguita da Soia, sempre in cerca di avanzi di cibo sotto il tavolo, pensò che quella felicità poteva durare per sempre, che forse i desideri si sarebbero davvero avverati un giorno e, persa in quei pensieri, non si accorse che fuori aveva già cominciato a nevicare. 
  
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