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Autore: Katniss_Prior    14/12/2015    1 recensioni
Partecipante al contest "Comparse e Angst" indetto da LeoValdez00 sul forum di EFP (http://freeforumzone.leonardo.it/d/11187597/Di-Comparse-e-Angst/discussione.aspx)
***
Calipso si alzò dal letto e corse fuori, in riva al mare. C'era l'alba.
[...]
Ora piangeva disperata. E se fosse stato vero, e lei in realtà non esisteva? Non voleva pensarci.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Calipso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Calipso si svegliò di soprassalto, con il cuore in gola ed immersa in un bagno di sudore. Aveva sognato la battaglia. E poi aveva visto davanti a lei Zeus, che la condannava alla sua terribile pena...

-Sei colpevole!- disse il signore degli dèi - La tua punizione sarà l'esilio! Sarai confinata a Ogigia per l'eternità!-

Calipso si alzò dal letto e corse fuori, in riva al mare. C'era l'alba. Un'altra. Non sapeva nemmeno più quante ne avesse viste. Aveva perso il conto. Si avvicinò al mare, e lasciò che le onde le bagnassero i piedi.

Appena arrivata in quell'isola, aveva provato ad andare via, prima su una barca, poi vedendo che quella affondava ogni volta, si era fatta prendere dalla disperazione e aveva provato a scappare a nuoto. Ma anche quello non era servito.
Dopo un po' non sapeva nemmeno più da quanto tempo si trovasse lì. Continuava a guardare l'alba, ma non si ricordava più quante ne avesse viste. Sapeva solo che erano tante. Troppe.

Le onde continuavano a bagnarle i piedi. La ragazza si inginocchiò. Il mare le bagnava il vestito, ma a lei non importava. Tanto con lei non c'era nessuno, no? Nessuno la poteva vedere.

E aveva cominciato a vivere su quell'isola. Si era abituata a chiamarla casa. Il suo passatempo era curare il giardino, soffocava nelle piante e nei fiori la sua solitudine. E quando sembrava che si fosse un minimo abituata a quella vita monotona quale era la sua, avevano cominciato ad arrivare.

Una lacrima aveva cominciato a scorrere sul viso. Poi un'altra, e un altra ancora. Tutti quei ricordi erano troppo dolorosi, ma lei non poteva farne a meno di riviverli ogni volta che guardava l'alba.

Zeus non le aveva detto niente riguardo agli eroi. Eppure a volte arrivavano, anche se di rado, sempre in condizioni disastrose e lei li curava, e se ne innamorava. Non poteva farne a meno. E loro la abbandonavano sempre. Le promettevano che sarebbero riusciti a liberarla. Ma dopo tutto quel tempo lei era ancora lì.

Ormai aveva cominciato a singhiozzare. Finiva sempre così... A volte si chiedeva se qualcuno riuscisse a sentirla, se qualcuno sapesse della sua esistenza. E questo pensiero ne portava con se un altro: se in tutto il mondo non c'è nessuno a cui importa di te, esisti davvero? Non lo sapeva. Ma di sicuro a nessuno importava di lei.

Ora piangeva disperata. E se fosse stato vero, e lei in realtà non esisteva? Non voleva pensarci.
Adesso si sarebbe calmata, avrebbe asciugato le lacrime, si sarebbe alzata e avrebbe cominciato a camminare verso la sua casa, immersa nei cristalli, dove avrebbe visto il suo riflesso e si sarebbe convinta che lei esisteva. Lei credeva nel fatto che ognuno di noi avesse una persona che riusciva a far i credere di esistere. E lei doveva ancora incontrare la sua. Per quanto potesse sembrare strampalata questa era la sua teoria. Doveva crederci, per andare avanti, se no non avrebbe mai trovato la persona che l'avrebbe fatta sentire reale.

   
 
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