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Autore: AdharaSlyth    15/12/2015    2 recensioni
Bellamy Blake non crede in niente.
Questo ha capito Clarke Grifffin dopo soli pochi giorni sulla terra.
Non crede in loro, nei Cento, non crede in lei.
Ha sparato senza rimorsi al cancelliere Jaha.
Ha contraddetto la Gaia Doctrine.
E tutto questo non importerebbe se fossero ancora sulla Colonia, al sicuro.
Ma sono sul suolo adesso.
[Bellamy Blake. PoV Clarke Griffin - Season I]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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NOte:

Eccoci di nuovo!

Ci sono un paio di cose che volevo dirvi prima di cominciare questo nuovo capitolo…. La prima è che tratta di un episodio raccontato nella serie ma ampiamente modificato (vi prego non lapidatemi!).

La seconda è che mentre scrivevo il capitolo ero disperata perché nessuno di voi aveva ancora recensito la storia e stavo per mollare.

E invece!!

Devo quindi chiedere perdono a BellarkeStydia22 che invece ha prontamente risposto alla chiamata e rispondere alla sua unica, ma immensamente gradita recensione!

 

BellarkeStydia22: Tesoro mio!! Ma certo che ti sposo! Dimmi solo dove e quando! A volte mi sembra che ci sia solo tu che mi capisci a questo mondo!

Scherzi a parte sono stata davvero felice di ricevere la tua recensione, mi ha ridato la spinta per continuare a scrivere questa ff!! Ti confesso anche che questa non è la long che avevo progettato mentre finivo “Ten Things” e anche che questa sfortunatamente è una.. long corta. Nel senso che questo è già il penultimo capitolo :(

Non essere troppo arrabbiata con me! 😘

 

AdharaSlyth

 

 

 

 

 

 

 

 

No Church in the Wild

.:Earth Skills, Earth Kills:.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Devi farlo Bellamy. >> gli sussurrò mettendogli in mano il coltello e lanciando un occhiata al corpo straziato di Atom.

<< Non sono l’assassino che pensi. >> bisbigliò.

<< Hai sparato al consigliere Jaha sulla Colonia. Non è diverso. >>

<< L’ho fatto per poter venire a proteggere Octavia. Era legittima difesa! Questo… questo è un omicidio, Clarke. >>

<< Questa è pietà Bellamy. >> lo guardò negli occhi che non gli erano mai apparsi così profondi e scuri e gli tolse lentamente le dita dall’elsa.

<< Dammi il coltello, so come fare perché non soffra. >>

Si avvicinò ad Atom, canticchiando per lui una vecchia ninnananna della Colonia e affondò la lama nel collo del ragazzo, con la stessa precisione di un chirurgo in sala operatoria.

Atom se ne era andato in un sospiro.

<< Avevi mai ucciso prima, principessa? >> 

Quando Clarke alzò gli occhi su di lui, Bellamy era tornato quello di sempre. Osservava il corpo senza vita del loro ex compagno che se non fosse nulla di più di una carcassa di animale qualsiasi.

<< Non sono te. >> gli rispose fredda prima di riavvicinarsi al corpo.

<< Non lo toccare. >> alzò la voce lui afferrandole un braccio << La roba che lo ha ridotto così potrebbe essere ancora velenosa. >>

<< Dobbiamo portarlo al campo. >>

<< E rischiare che il cadavere in putrefazione ci faccia ammalate tutti? Bella idea principessa! Meno male che sei il nostro medico. >>

<< Atom merita di tornare dagli altri, il suo posto era con noi! >> gli ringhiò arrabbiata. 

Come era possibile che quel ragazzo si curasse così poco della loro vita, della vita in generale. 

Come era possibile che non gli importasse delle cerimonie, dei riti, del diritto dei loro compagni di salutare quello che in un certo modo era stato loro amico per l’ultima volta.

<< Hai ragione. >> affermò serio sorprendendola << Il posto di Atom era con noi, ma quel… cadavere non è che un corpo come un altro. >>

Le prese la mano e la guardò dritta negli occhi << Quello non è Atom. >>.

Clarke si rese conto che forse c’era qualcosa di sensato nel modo in cui Bellamy Blake credeva, nel suo non voler togliere la vita ad Atom.

Era proiettato nel presente, mentre lei restava ancorata al passato, ai ricordi.

Bellamy non aveva voluto uccidere Atom, ma quando l’anima del ragazzo era volata via in quell’ultimo sospiro, era stato in grado di accettare la sua dipartita molto meglio di lei che era la stessa persona che aveva impugnato il coltello.

E mentre si avviavano in silenzio nel bosco, lasciandosi quello che era successo alle spalle, Clarke Griffin non poté fare a meno di pensare che Bellamy Blake aveva fede in molte più cose di quante lei sospettasse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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