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Autore: gem97    15/12/2015    0 recensioni
"Toast in bocca, scarpe e cintura di sicurezza non ancora allacciate e un diavolo per capello: quest’anno Rosalie partiva alla grande! Era nella sua c1 rossa da dieci minuti, ne mancavano ancora una ventina per arrivare a scuola ed erano già le sette e quarantadue. Inutile elencare la serie di parolacce ed imprecazioni fuoriuscite dalla sua bocca non appena svegliata… Ormai erano quattro anni che la mattina perdeva il pullman e, fortunatamente, durante l’estate appena passata era riuscita a fare la patente, perciò, almeno, i suoi genitori non avrebbero più dovuto darle un passaggio ogni mattina."
Questa storia è un po' un mio sogno e vorrei condividerlo con voi... Spero vi piaccia :)
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAP.1
A Rosalie non dispiaceva andare a scuola, anzi, lei stessa sottolineava più volte il fatto che le piacesse imparare cose nuove, eccezione fatta per la matematica e la fisica. Non bisogna stupirsi, perciò, della sua scelta di affrontare un liceo linguistico: infatti, oltre ad essere una delle scuole più difficili, era quella col minor numero di ore destinate a quelle materie. Aveva superato brillantemente quattro anni scolastici; nonostante fosse di salute cagionevole, infatti, era riuscita ad ottenere una media dell’otto  costante negli anni (media abbassata appunto da matematica, in cui prendeva sei poiché la professoressa provava pietà per lei) e quest’ultimo anno avrebbe dovuto affrontare gli esami di maturità. Rosalie, quindi, era una ragazza volenterosa, energica, intelligente e non aveva nessun tipo di problema con la scuola, a parte il fatto che lei la mattina non riusciva mai ad alzarsi dal letto…
PRIMO GIORNO DI SCUOLA_ULTIMO ANNO
-“Ma porcocaneeee, non è possibile! Non posso fare tardi il primo giorno! Perché?! Perché la scuola inizia così presto?!”
Toast in bocca, scarpe e cintura di sicurezza non ancora allacciate e un diavolo per capello: quest’anno Rosalie partiva alla grande! Era nella sua c1 rossa da dieci minuti, ne mancavano ancora una ventina per arrivare a scuola ed erano già le sette e quarantadue. Inutile elencare la serie di parolacce ed imprecazioni fuoriuscite dalla sua bocca non appena svegliata… Ormai erano quattro anni che la mattina perdeva il pullman e, fortunatamente, durante l’estate appena passata  era riuscita a fare la patente, perciò, almeno, i suoi genitori non avrebbero più dovuto darle un passaggio ogni mattina.
-“E’ una vita che sei in ritardo Rose, stupida dormigliona che non sei altro! Brava, fatti riconoscere anche quest’anno! Mioddiooo, non arriverò mai in tempo…E il parcheggio? Dove la parcheggio la macchina? Già non sono in grado di fare manovre decenti, se devo pure parcheggiare in culonia arriverò a scuola per mezzogiorno! Oddio oddio oddiooo”
Dopo un viaggio a dir poco spericolato, alle ore sette e cinquantotto, a 150 metri dalla scuola, come per miracolo, un parcheggio libero! Freccia destra accesa, marcia indietro e… Un’ Audi A1 nera con una manovra alla massima velocità occupa il posto e, così facendo, colpisce la macchina di Rosalie.
-“MA PORCA MISERIA!”
Come una furia inferocita Rosalie scende dalla macchina e si avventa sul proprietario dell’auto nera
-“EHI, LEI, SCENDA IMMEDIATAMENTE! NON HA VISTO CHE STAVO PARCHEGGIANDO  IO?! INOLTRE MI HA PURE GRAFFIATO LA MACCHINA! MA CHI GLIEL’HA DATA LA PATENTE, EH? AVANTI SCENDA DA QUESTA MACCHINA!”
Con tutta tranquillità l’Audi viene spenta e la portiera si apre. Prima un gamba e poi l’altra, con una calma surreale, un ragazzo di non più di 23 anni scende dalla macchina… E che ragazzo! Alto, spalle larghe e pettorali risaltati e avvolti da una camicia bianca, una cravatta nera allacciata male, jeans scuri e scarpe nere, mascella ben delineata e rasata, labbra sottili allargate in un mezzo ghigno e occhiali da sole scuri. Rosalie rimane sbalordita per qualche secondo, ma il suo cuore perde un battito non appena incontra i suoi occhi: un brivido di freddo le passa giù per la spina dorsale e la bocca le si secca… Non avrebbe mai pensato che degli occhi potessero essere così freddi e di un azzurro chiaro come l’acqua di sorgente…Occhi brillanti e furbi e…Ehi, aspetta un attimo!
-“Ehi, tu, mi hai sentito? Mi hai graffiato la macchina, te ne sei accorto?!”
Ma il ladro di parcheggi, come se nulla fosse, la ignora e si gira per prendere dall’auto una ventiquattrore e cerca di andarsene
-“MA SEI PURE SORDO? NON TI PERMETTERE DI IGNORARMI! IO TI DENUNCIO! GIURO CHE LA PATENTE NON LA RIVEDRAI NEMMENO TRA QUARANT’ANNI!”
-“Senti ragazzina, sono in ritardo e non ho tempo da perdere, chiaro? Lasciami in pace..”
Rosalie ovviamente rimane senza parole… Lascia andare il ragazzo e, dopo aver preso il numero di targa dell’idiota cerca in fretta un parcheggio e corre verso scuola.
Quando passa il badge di riconoscimento l’orologio segna le ore otto e sette minuti. Sale le scale di corsa e arrivata davanti all’aula destinata alla 5° A prende un bel respiro, cerca di darsi una sistemata e bussa. I suoi compagni di classe sono già seduti ai loro posti e fortunatamente Chiara, la migliore amica di Rosalie, le ha riservato un banco in terza fila.
-“Buongiorno a tutti! Scusatemi tanto per il ritardo, giuro che oggi non è del tutto colpa mia… Un imbecille che sicuramente ha trovato la patente in un pacchetto di patatine mi ha rubato il parcheggio e mi ha graffiato la macchina! Ah, ma io ho preso la targa… Non la passa di certo liscia, anzi!”
Durante il suo monologo la ragazza non si accorge nemmeno che l’insegnante si fosse avvicinato a lei
-“L’imbecille in questione sono io, immagino. Piacere, Alessandro Secci, professore di matematica e fisica… Lei è?”
…Continua…
  
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