Salve a tutti.
Questa storia che andrete a leggere è una di quelle follie che possono essere appoggiate solo da amiche pazze più di me.Spero che possa essere divertente per chi la leggerà tanto quanto è stato divertente per me scriverla.
Questa storia è un'opera di fantasia.
I Sevenfold non sono roba mia.
Purtroppo.
Con questo chiudo e spero a presto. Tanti bacini.
Vi raccomando recensite. >. <
Questa storia che andrete a leggere è una di quelle follie che possono essere appoggiate solo da amiche pazze più di me.Spero che possa essere divertente per chi la leggerà tanto quanto è stato divertente per me scriverla.
Questa storia è un'opera di fantasia.
I Sevenfold non sono roba mia.
Purtroppo.
Con questo chiudo e spero a presto. Tanti bacini.
Vi raccomando recensite. >. <
PROLOGO
- Cerco di essere convincente con lei, ma in realtà non lo sono nemmeno per me. È normale che lasciare casa, la tua casa, che ti ha accolta e protetta per ben 20 anni non è facile. Allontanarsi dalla propria famiglia, che ami più di ogni altra cosa, ti fa sentire spaesata, quasi come se stessi tradendo tutti mollando la tua vecchia vita. Il punto è proprio questo, vecchia. Ad un certo punto capisci che devi tagliare il cordone ombelicale e andare via.-"Si tesoro lo so, ma...Dio... In America! Non potevi scegliere un posto più vicino?" - "Mamma, lo sai che penso sempre in grande io!"- scoppiamo a ridere insieme e ci abbracciamo. Ci stacchiamo dopo 5 minuti e so che è il momento di andare. Mi fiondo su mio padre e mia sorella. Anche con loro un lungo abbraccio. -"Ti raccomando piccola fai la brava e fatti sentire ok? E sappi che per qualsiasi cosa noi ci saremo sempre."-"Si lo so. Tranquillo sarò un angelo ahahah". Adesso è il turno di mia sorella, quella pazza con cui litigo sempre, ma parliamoci chiaro, mi sarebbe mancata da morire. -"Ehi sister, adesso loro sono tutti concentrati su di te, fai la brava ok?"-"Seeee, seeee! Mi stai lasciando nei casini, brava, complimenti!" Scoppiamo a ridere come matte. -"Lo sai che appena possibile ti raggiungo vero?"dice lei. "Si, me lo avrai detto un milione di volte". Ultimo abbraccio. "Adesso devo andare sul serio. Ci sentiamo appena atterro. Mi mancherete tantissimo sul serio". Qualche lacrima inizia a scendere. Ci salutiamo da lontano con la mano. Poi svolto all'angolo e non ci sono più. Ed ecco quella folle, strana ragazzetta seduta ad aspettarmi, che asciuga le lacrime proprio come me. La mia piccola Alice, si è buttata a capofitto in questa avventura insieme a me senza pensarci un attimo. Noi siamo così, l'abbiamo pensato e l'abbiamo fatto. "La mia nanaaaa!"- le dico abbracciandola. "Ehi non sono nana io!"-mi da un pizzicotto sulla guancia. "Si invece ma non lo ammetterai mai"- le dico ridendo e stringendola di più.-"Vabbè questione di punti di vista. Comunque, andiamo altrimenti l'aereo parte". Annuisco e la seguo. Saliamo e prendiamo posto. Lo stiamo facendo davvero. Stiamo lasciando l'Italia per non tornare, almeno si spera. Ed eccoci, due pazze ventenni dai capelli rossi, pronte a scoprire il mondo. [Adesso però mi presento meglio, sono Rebecca, 20 anni, di Firenze, capelli rossi, occhi verdi, amante dell'arte, della musica e della cucina].