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Autore: Mephi    16/12/2015    5 recensioni
Ciò che rendeva quella pizzeria tanto interessante era la presenza di Animatronics. Robot dall'aspetto di animali che di solito intrattenevano grandi e piccini con concerti o piccoli spettacoli, anche solo vederli andare a spasso per il locale divertiva i clienti.
Quegli stessi animatronics che Vincent, in quel momento, avrebbe voluto distruggere pezzo per pezzo, smontandoli bullone per bullone.
Si, i suoi pensieri potevano anche confondere, e far credere a tutti che Vincent odiasse quei Robot, ma non era così. Non li odiava.... Di solito. Al contrario, aveva un buon rapporto con loro, un rapporto che andava avanti da vent'anni, di pura fiducia e... Amicizia? Si. Amicizia.
Un rapporto così importante da metterlo in difficoltà.
Genere: Comico, Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Fitzgerald, Phone Guy, Purple Guy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La Storia Di Una Guardia Notturna


Fidarsi Del Purple Guy


Se un domani avesse voluto abbandonare il suo bel lavoro da centralinista al Feazbear e intraprendere la carriera di scassinatore, bhe, aveva un futuro.
Ebbene si, il "bravo ragazzo" di quella pizzeria, l'unico che pareva addirittura sano mentalmente se paragonato alla Guardia Notturna: Phone, con in mano una graffetta e un ferretto, stava davvero provando disperatamente, con quegli oggetti, ad aprire la porta dell'ufficio dell'Imperatore Delle Pizzerie, però non sembrava funzionare molto.
«Co-Cosa stai facendo, Pi-ra-rata-Telefono?» il castano si pietrificò, non osando muoversi, smettendo anche di respirare, confidando seriamente nell'ipotesi che la Vecchia Volpe Pirata alle sue spalle potesse scambiarlo per parte integrante dell'arredamento, per poi tornare indietro, nel suo covo. Già. Non lasciava mai il suo covo di notte, perchè proprio quel giorno aveva deciso di fare uno strappo alla regola?
Eppure l'occhio giallo della volpe continuava a fissarlo, sentiva il peso del suo sguardo premere contro la schiena. Si sforzò di sorridere e si voltò verso il Pirata.
«Ehilà!» disse allegramente il centralinista, accennando un saluto, ridacchiando appena nervoso.
«Cosa st-stai facendo?» chiese nuovamente la Volpe, sedando nel castano ogni speranza o idea che gli potesse concedere di poter cambiare discorso, facendolo sentire tanto come un bambino scovato dalla mamma con le mani nella marmellata, e che adesso doveva dare una spiegazione plausibile a quest'ultima. Phone si accorse di avere ancora le mani impegnate a maneggiare i due oggetti, entrambi incastrati nella serratura, e gli estrasse, per poi infilarseli velocemente in tasca, voltandosi finalmente completamente verso la Volpe, continuando a sorridere, eppure il suo nervosismo si sarebbe percepito anche fuori dalla pizzeria e oltre.
«Ho dimenticato una cosa nell'ufficio del capo, questa mattina. Dovevo entrare ma-»
«Yaaaar. Stavi per infrangere le leggi del Feazbe-bear. E tu sei quello che di solito ci tiene a farle rispettare, no-non a infrangerle.» sembrava tanto una ramanzina, ma allora perché Foxy continuava a... Ghignare? Era un Ghigno? Non avrebbe saputo dirlo, Phone, le espressioni dei Robot difficilmente riuscivano bene, probabilmente per i malfunzionamenti. E si ricordò cosa stava provando a fare poco fa, Phone.
Cosa stava cercando davvero. Quel fascicolo e eventualmente qualche appunto del Signor Feazbear a proposito dei robot, per sapere se una mezza decisione era stata già presa.
E poi di Foxy, Freddy, Chica, Bonnie e i due Gold... Oh, sia lui che Vincent conoscevano bene la fine che avrebbero fatto. Foxy molto probabilmente rottamato, era così vecchio, così malfunzionante, e non avrebbero potuto riutilizzarlo in alcun modo. Mentre gli altri sarebbero stati spenti, in una qualche stanza della pizzeria, utilizzati poi solo per pezzi di ricambio per i nuovi modelli.
Sentì la tristezza ghermirlo, impossessarsi del suo intero corpo, e quel sorriso che voleva convincere Foxy che andasse tutto bene sparì improvvisamente, la sua schiena si appoggiò alla porta dell'ufficio, stanco per la prima volta mentalmente più che fisicamente. Era come aver appena realizzato che dei cari amici erano reclamati dalla Morte e presto avrebbero lasciato quel mondo.
«Phone?» lo chiamò la Volpe, avendo notato quel rabbuiamento improvviso, non aveva mai visto il ragazzo così seriamente preoccupato per qualcosa in tutti quegli anni. E si conoscevano davvero da tanto tempo, gli sembrava così strana quell'aria tranquilla tra lui e Phone, che di solito scappava, urlava, imprecava, si fingeva carino e gentile per non farlo arrabbiare. Phone probabilmente doveva, in qualche modo, aver seguito la sua stessa linea di pensiero e sorrise, ma senza allegria, un sorriso malinconico, lasciandosi scivolare sulla porta fino a finire per terra, seduto, con la schiena perennemente attaccata alla porta, dicendo:
«Forse se fossi stato più coraggioso saremmo potuti diventare amici.» Foxy provò a imitarlo, muovendosi a scatti, sbuffando qualche volta infastidito, provando a sedersi come aveva fatto il centralinista. Non ci riuscì. L'unica cosa che ottenne fu quella di inginocchiarsi appena con le sue gambe, che fecero uno stridio, facendolo inginocchiare letteralmente sul pavimento. Bhe, meglio di niente.
Quella scena fece passare vero e proprio strazio negli occhi di Phone, confermandogli definitivamente che quei malfunzionamenti piccoli e innocenti, ma a quanto pare "pericolosi" avrebbero portato al rottamamento di Foxy.
«E non fare quella faccia! Sono vech-chio é normale che faccia questi rumor-...!» Foxy fece l'errore di sbilanciarsi in avanti, e cadde tra le braccia di un sorpreso Phone, su cui atterrò con tutto il suo dolce peso, sentendo un verso di dolore strozzato dal ragazzo.
«TOGLITI! Mio Dio quanto pesi... Foxy mi stai distruggendo le costole con il tuo piratesco muso.»
«Yaaaar, questa é la caduta più dis-disonorevole che io abbia ma-mai fatto!» esclamò Foxy cominciando ad agitarsi per tornare in piedi.
«AH! Togli. L'unicino. Dal. Mio. Fianco.»
«É incastrato tra la tu-tua schiena e la porta.»
«Che razza di situazione!»
«E di chi é la col-colpa!?»
«Adesso sarebbe colpa mia?» chiese Phone prendendo il muso metallico di Foxy e costringendolo ad alzarlo verso di lui e guardalo negli occhi.
«Sei tu quello che mi ha seguito!» proseguì il castano, sulla difensiva.
«Solo perch-chè ti avevo visto triste e da ca-capitano della nave dove-vevo agire!» e subito dopo quella frase prese a ringhiare, ma Phone non parve spaventato anzi si sciolse in un espressione stupita. Avevano parlato e "litigato" come amici. Davvero. Per la prima volta dopo anni. Avrebbe tanto voluto farlo notare anche a Foxy, quando un "Oh mio Dio..." appena sussurrato, di un uomo, in mezzo al corridoio, attirò l'attenzione di entrambi.
Era Vincent, il volto impeganto a fingere un'espressione sorpresa, e sia Phone che Foxy sapevano. Sapevano che ora gli sarebbero spettati delle battute sarcastiche, una dietro l'altra.
«Io... Ho interrotto qualcosa?» e ghigna, Vincent, non riuscendo a mascherare l'ilarità che la scena posta davanti a lui gli scatena. Insomma. Foxy si trovava proprio addosso a Phone, disteso sulle sue gambe, il corpo metallico a bloccare le gambe probabilmente in quel momento doloranti di Phone, e il muso, che poco prima doveva essere posato sul torace del centralinista, tanuto con entrambi le mani da Phone, a pochi centimentri di distanza da lui. Insomma... Cosa stavano facendo?
«No! Sei in ritardo. Vieni ad aiutarci.» disse Phone continuando a sforzare le sue braccia per mantenere il muso della volpe che continuava a ringhiare infastidita, meglio le sue braccia a soffrire che le sue costole. «Potrei aiutarvi. Anzi. Vi aiuterò sicuramente, é il mio lavoro da Guardia Notturna. Ma prima...» okay. Erano fottuti. Quando Purple Guy aveva qual ghigno semi-sadico c'era ben poco da stare tranquilli. Infatti Phone seguì ogni suo movimento: la mano che affondava nella tasca dei pantaloni, afferrava qualcosa, e estraeva il telefono. Phone sgranò gli occhi.
«No, non osare...» sibilò Phone, mentre Foxy in quel momento esatto smetteva di ringhiare. Era preoccupato. Vincent era imprevedibile e lui non riusciva a vedere cosa stava succedendo dato che l'occhio destro, quello che sarebbe anche stato in grado di vedere cosa stesse macchinando il Viola, fosse coperto dalla benda nera dei pirati. E quello sinistro non riusciva a vedere oltre il suo muso, avrebbe potuto muovere il collo se quell'imbecille del centralinista avesse mollato la presa sul suo muso.
«Dite "Siamo Fregati"» ordinò Vincent decidendo di rinnegare quel "Cheese" così antico... Non si sentì nessun rumore. Solo una luce bianca che illuminò brevemente entrambi.
«Oh come siete venuti bene! Aspetta, facciamo anche un Selfie!» e lo fece davvero. Quando finì la serie di foto rimise il telefono in tasca e si avvicinò ai due.
«Bene, a lavoro. Phone, su, prendilo per le spalle, io lo prendo dai fianchi e lo tiriamo su insieme. Lasciagli il muso.» Phone continuava a lancianrgli occhiatacce omicide, ma fece come ordinò e la Volpe tornò in piedi, mentre il castano prendeva a massaggiarsi e sgranchirsi le gambe.
«Perfet-» un colpo della Volpe soffocò la parola di Vincent, facendolo piegare in due dal dolore.
Phone scoppiò a ridere e si alzò, battendo il cinque a Foxy.
«Ma vi ho aiutati... Merda. Ora che il livido al fianco sinistro era passato, me ne fai uno al fianco destro? Volpone cattivo.» si lamentò Vincent ancora piegato su se stesso con le braccia a tenersi la pancia.
«Io tor-torno nel mio covo!» esclamò Foxy per poi correre via alla solita velocità sovrumana. Poco dopo Vincent si riprese e tornò in posizione retta, tenendosi il fianco solo con una mano e notando lo sguardo di Phone sull'ufficio chiuso del Capo.
«Oh. Ecco perché eri da queste parti.» disse tornando a ghignare e quando Phone notò quell'espressione capì che realmente Vincent era imprevedibile. Come poteva essere così tranquillo, lui, che lavorava da sempre lì insieme a quegli Animatronics e reagire con totale serenità al pensiero che questi possano essere rottamati.
«Tu sei sicuro che cambierà idea, non é così?» chiese Phone spostando il suo peso da una gamba all'altra per far tornare le sue gambe in perfetta forma.
«Al contrario. Sono certo della loro rottamazione.»
«E ne sei felice!?»
«Bhe, magari é giusto così.» Phone aprì la bocca, scioccato da quelle affermazioni.
«Vincent...» lo chiamò come se non fosse la Guardia Notturna che conosceva da sempre, quello davanti lui, ma magari un Vincent di un mondo parallelo, probabilmente assassino di bambini e famoso nemico degli animatronics.
«Ti dirò un segreto però: ho un piano.» disse enigmatico la Guardia, per poi prendere per il papillon rosso il centralinista e trascinarlo verso l'uscita.
«Ora vai a casa, ti fai una dormita, smetti di fare pensieri funesti e ti rilassi, eh? Per il resto lascia fare a Zio Vincent. «Buonanotte!» disse chiudendo la porta a vetro, facendogli poi segno di doverla chiudere a chiave come al solito. Lo guardò attraverso quel vetro, ghignante e con un piano in mente. E forse doveva davvero fidarsi, d'altronde Vincent riusciva sempre a stupirlo. Chiuse la porta e se ne andò, lasciando Vincent alla sua notte di lavoro con gli Animatronics.
Doveva Solo Fidarsi Del Purple Guy.


Sabato e Domenica passarono velocemente, come un qualsiasi altro giorno. Poi giunse Lunedì. E quando il sole di quel Lunedì sorse nessuno: né Kentin, nè papà... Nemmeno io sapevo cosa sarebbe successo. Non sapevo cosa avrei fatto. Se lo avessi saputo, se avessi conosciuto le conseguenze dei miei gesti, però, si. Mi sarei fermato.
   
 
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