Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
Segui la storia  |       
Autore: Sofyflora98    16/12/2015    0 recensioni
Sofia è una ragazza apparentemente comune, ma un incidente avvenuto in un pomeriggio di settembre, dopo la scuola, le svelerà la sua vera natura: lei è un'Astral, una persona che riesce a rendere reale ciò che non esiste. E' stato in seguito a quell'incidente che venne coinvolta nell'Astral project, l'associazione che gestisce e tiene sotto controllo questo strano fenomeno. Tra maggiordomi diabolici, dei della morte fiammeggianti e creature mostruose, Sofia scoprirà un mondo interamente nuovo, iniziando a comprendere meglio la vera natura della fantasia umana e dei sentimenti che si può provare per qualcosa che non esiste. O almeno, che fino a poco prima non esisteva.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi muovevo con leggerezza tra le copie di me stessa che erano apparse nel gioco mentale. L’ambientazione si era trasformata nel centro città, poco distante dalla mia scuola, e Black Lady si era presa la briga di metterci anche la folla in mezzo. All’inizio non avevo visto nulla di interessante apparire, quindi mi ero chiesta che importanza avessero il negozio di accessori e la bottega dei cosmetici biologici, ma dopo si erano fatte avanti tante ragazze identiche a me. in men che non si dica, avevano fatto apparire attorno al loro corpo delle armature molto simili alla mia, differenti solo per minuscoli dettagli, e si erano lanciate contro di me con tutto l’intento di uccidermi, ovviamente. Mai che vogliano fare solo quattro chiacchiere, eh?
Mi ero quindi ritrovata in netto svantaggio numerico, a dover schivare gli attacchi di un sacco di nemici contemporaneamente. Come se non bastasse, la folla si era messa a gridare e correre, confondendomi ancora di più.  Non fu semplice evitare di farmi ammazzare, ma in qualche modo ce la feci.
Un punto che ebbi a mio favore era che i cloni non collaboravano tra loro, anzi sembravano volersi intralciare a vicenda. Due si fecero a pezzi da sole, e mi bastò togliermi di mezzo al momento giusto per vederle finire l’una contro l’altra.
La cosa che mi turbava era la semplicità di questi scenari. Da un gioco mentale ci si aspetta della pressione psicologica, lo scontro contro le proprie paure, ma a parte le prime due apparizioni, di Angelica e Kevin, non avevo trovato niente che mi mettesse davvero in difficoltà. Era più simile a un festival sportivo, in un certo senso. Solo combattimenti. Che poi non combattevo davvero, visto che succedeva tutto nella mia testa. Ero perplessa.
Due mani fredde e forti mi strinsero il collo. Mi lasciai cadere di peso sul lastricato, trascinando il clone, con me, e quando sentii la presa allentarsi, torsi ilo busto e le sferrai un calco alla mandibola. La scaraventai a due metri di distanza, e schivando gli attacchi degli altri cloni, la trafissi con la mia falce, facendola sparire.
Sembrava che Dianoia non volesse nemmeno più destabilizzarmi, ma semplicemente osservare come mi comportavo, studiarmi. Non mi piaceva. Questo non mi fermò, però, dal disintegrare altre due copie di me stessa con una singola falciata. Non ero il tipo di persona che si lasciava intimidire, né che permetteva al disagio di avere la meglio.
E in men che non si dica ero rimasta l'unica Sofia, in quella strada. Non c'erano più nemmeno i passanti terrorizzati.
Lo scenario ci mise più del solito a cambiare, come se Black Lady stesse esitando a continuare.
Quando però iniziava già a scemare e prendere nuova forma, tutto lo spazio vibrò e tremò. Era sgranato a tratti, come se fosse fatto di pixel danneggiati.
Un boato mi fece tremare. Tremare fisicamente, non di paura.
 
Devi prestare attenzione.
 
Sollevai lo sguardo, in cerca della fonte di quella voce, ma non vidi nulla né lì ne da altra parte.
Era una voce che non mi sembrava di conoscere. Non era quella di Black Lady, né di altri Astral che conoscevo, eppure aveva la vaga impressione di averla già sentita. O meglio, aveva un suono che non mi era del tutto estraneo, come la voce di qualcuno che non vedevo da molto tempo e non ricordavo bene. Non riuscivo però ad associarla a nessun volto.
 
La prima cosa che devi capire è che lo spazio non ha solo tre dimensioni, ed il tempo non è lineare come quasi tutti credono. Lo spazio ha infinite dimensioni, ed il tempo è più simile ad una sfera. Scusami se ti dico questo in maniera così sintetica, ma non mi restano che pochi minuti a disposizione.
 
Aggrottai la fronte. Era una voce femminile, e non sembrava una donna adulta, dal timbro. Più quella di una ragazza di circa la mia età. Non veniva da una punto preciso, mi resi conto. Era nella mia testa, ma ci entrava da fuori. In realtà questo è ciò che mi parve, perché non riuscii a capire davvero da dove provenisse.
 
Io ti sto parlando da un altro momento nel tempo. O per meglio dire, ho lasciato una traccia della me del passato che potesse comunicare con te. Io sto parlando da sola. Questo è più simile ad un dialogo registrato, per cui se farai domande non potrò risponderti.
 
- Cosa... - iniziai, ma poi chiusi la bocca. Comunque non mi avrebbe risposto.
 
Se stai ascoltando, significa che sono stata tradita, e ho dovuto spezzarmi. Mi auguro che ti sia rimasto ancora tempo per fermare l'altra metà. Ho buone ragioni di supporre che ce ne sia una buona e una cattiva. Succede sempre così, chissà perchè.
 
Alicia. Era Alicia, realizzai. Rimasi a bocca aperta. Quella ragazza, quella Astral eccezionale aveva trovato un modo per parlare con me anche dopo essere morta!
 
Grazie alla forma sferica del tempo, è possibile formare dei collegamenti diretti. Non si tratterà mai di cambiare il tempo, questo è impossibile. Ma lo spazio ha molte dimensioni, per cui si apre una specie di varco, che durerà per un certo tempo limitato. In questo breve periodo si possono fare molte cose. Tu sai a cosa mi riferisco: brevi viaggi, piccoli trasferimenti di energia, da cui si possono compiere incanti più grandi.
Per quanto tu possa uccidere l'altra, non puoi fermare l'orda di demoni che lei avrà sicuramente chiamato a sé. Quando lei sparirà, loro andranno fuori controllo, perché è lei a comandarli.
Scusami, ma non è scarsa fiducia in te. È solo che nessuno può averti insegnato una magia di quel genere: non ho fatto in tempo a spiegare agli altri le mie ultime scoperte magiche.
Sicuramente hai dentro di te le capacità, ma tu sei solo mezza me, per cui non puoi tirarle fuori senza aiuto. In questo entro in gioco io.
Ma di questo non ti devi preoccupare: il varco lo aprirò quando sarà necessario, tu devi solo combattere la tua avversaria e sconfiggerla. Il resto verrà da sé... beh vedrai a tempo debito.
Lo sai come fanno ad esistere i molteplici mondi? In realtà è più semplice di ciò che sembra al livello fisico, ma sarebbe complicato spiegarlo a parole in maniera scientifica, per cui te lo dirò in parole povere.
I mondi esistono perché qualcuno li ha pensati. Hai studiato filosofia? Un filosofo sosteneva che niente che non è può essere pensato. Di conseguenza se puoi pensare qualcosa, allora quella è, in un certo senso. Lo stesso principio vale per le dimensioni tra i mondi.
Gli Astral soltanto, però, riescono a metterli in comunicazione. E sai perché? Perché voi non solo li pensate, ma li vivete. Voi conoscete quei mondi, e li sentite vicini, voi pensate alla vicinanza, alla comunicazione. Di conseguenza tale comunicazione esiste. Il concetto è questo, in breve.
 
 La faceva facile, lei! Se pensava davvero di poter spiegare in due minuti una cosa del genere, in un messaggio senza possibilità di interlocuzione per di più, era davvero... molto simile a me.
Doveva avere davvero scarsa fiducia in se stessa, se era convinta che una sua metà non sarebbe stata in grado di comprendere cose che lei stessa conosceva, riflettei. Simon aveva accennato a qualcosa del genere quando mi aveva parlato di lei. Se non ricordavo male, mi aveva riferito che lei era “meno sicura” rispetto a me, più o meno.
 
Se stai pensando che non ha senso non avere fiducia in una ragazza che è mezza me, hai certamente ragione. Ma chissà, forse tu sei la metà sicura. Comunque ci vorrebbe troppo tempo a spiegare, e io non ne ho.
Come faccio a sapere che verrò tradita, immagino ti starai chiedendo. Beh, è facile: i demoni tendono a manifestare il loro malcontento, quando la causa è qualcuno con cui hanno un patto o un legame. Sebastian è molto difficile già di suo, e in effetti sto mettendo una mano sul fuoco, ma... se tu esisti sai anche che ne è valsa la pena, no?
Nessun demone mi potrebbe far ricredere sulla mia decisione di rendere materiale anche lo shinigami rosso. Spero di non creare troppo caos, ma se come ho già detto tu esisti, allora quel caos l'ho creato eccome!
Tornando a noi... oh, sì!
Se tu non esisterai, ovviamente questo messaggio non arriverà mai. È stato progettato perché si manifesti solo in alcune specifiche circostanze. Se a me non accadrà nulla, resterà lì dov'è. Se io sarò costretta a sopravvivere con qualche tecnica estrema, allora credo che sceglierò di spezzarmi, è il metodo più semplice. E in questo caso, il messaggio giungerà alla metà riconosciuta come me stessa con l'emanazione meno negativa. L'altra non potrà ricevere, leggere, né percepire questo messaggio. Ma ti giungerà solo quando sarete molto vicine, e verrà registrato un contrasto tra le mie due metà.
 
Lo spazio attorno a me iniziava a prendere forma, ma dopo si cancellava. Era come se Black Lady fosse indecisa sullo scenario da propormi. Mi irrigidii quando le vaghe forme di albero che si intravedevano nel bianco presero a deformarsi e cambiare forma solo per metà, trasformandosi in immagini grottesche e indefinite.
 
Ah, un’ultima cosa prima di salutarti e augurarti buona fortuna.
Mi dispiace per i problemi che ti ho creato. So che probabilmente era una persona normale, o al massimo un’Astral dall’esistenza abbastanza tranquilla. Ora se sei diventata una delle mie due metà, devono esserti successe tante di quelle cose… se fossi e potessi vedere le conseguenze delle mie azioni, credo che impazzirei dal rimorso. Ora, nella situazione in cui sono, posso solo sperare che non accada nulla e questo messaggio non debba mai arrivare a nessuno.
Preventivamente, devo farti sapere quanto profondamente io sarei addolorata se dovesse accadere il peggio.
Mi dispiace.
Davvero.
Scusami.
 
La voce di Alicia si spense.
Non rimase altro se non lo spazio vuoto con poche figure malformate e bizzarre. Tutto vibrava, persino il bianco. Migliaia di minuscoli tremolii scuotevano gli atomi dell’ambiente illusorio.
Ero confusa: da come parlava, Alicia dimostrava di sapere cosa avrebbe potuto accadere, e doveva esserne anche parecchio sicura, altrimenti non si sarebbe presa il disturbo di compiere una magia così complicata per poter comunicare con me. Però, se sapeva quali sarebbero state le conseguenze, perché non aveva semplicemente lasciato perdere?
Ah, ma io ero solo metà della sua persona. Se io ero così decisa e priva di dubbi sulle mie azioni, e Black Lady lo era in azioni contrastanti con le mie, lei sarà stata nel limbo, in preda all’indecisione e al disorientamento. Mi sentii male per lei. Non ero abituata ad essere indecisa, e mi sembrava una prospettiva molto spiacevole e fastidiosa. Qualsiasi cosa si scelga, si proverà sempre dispiacere per ciò che si è dovuto scartare.
Non ebbi molto tempo però per rimuginarci troppo. Tutto, ma proprio tutto, quello che avevo attorno si stava sfaldando, si ripiegava su se stesso, persino il vuoto bianco. Spariva in maniera uniforme, non aveva un punto di partenza o di fine. Ogni cellula, ogni punto si richiudeva e scuriva, diventava solido e reale.
Intuii che il gioco stava finendo, che Dianoia doveva essersi stufata di quell’inutile battaglia o che aveva visto abbastanza da trarre le sue conclusioni, qualunque fossero queste.
Le immagini si ricomposero un tono alla volta, come le velature di un dipinto. Prima apparvero i neri, poi i blu, e solo alla fine le fievoli luci della stanza del palazzo di Black Lady, dove mi trovavo davvero, assieme a lei e a William.
Nulla si era mosso. Probabilmente non erano passati che poche manciate di secondi nella realtà, e lo scorrere del tempo nel gioco era un’illusione anch’essa.
L’unica cosa che faceva intuire cosa fosse accaduto, era Dianoia stessa. Aveva piegato la schiena e respirava affannosamente, rossa in volto, come se avesse corso. Ma soprattutto la sua espressione facciale era mutata: se prima mi aveva accolta con serenità e una punta di strafottenza, ora era solo confusa e furente. Mi guardava con gli occhi sgranati, le sopracciglia corrugate in un tentativo di giudizio.
- Non capisco… - mormorò, la voce spezzata dal fiatone. – Questa tecnica illusoria è sempre efficacie. Di rado qualcuno supera più di un paio di scenari, e fallisce sempre prima o poi. Come diavolo fai? – il suo tono si era fatto più alto, quasi più un grido che un’esclamazione.
Io alzai le spalle. – Io non sono come gli altri. Quegli scenari non erano niente di che, in fin dei conti. Non sono nemmeno lontanamente sufficienti ad indebolirmi –
Lei si prese la testa tra le mani. –No, no no. Tu non capisci. Gli altri, anche se avvertiti, dimenticano che è solo un’illusione. Impazziscono e perdono la ragione. Vanno in preda al panico di fronte a prove minuscole. Cosa diavolo hai nella testa? – borbottò febbrile.
- Perché allora non hai semplicemente provato con delle sfide più credibili? –
Lei alzò lo sguardo su di me. – Ti eri fermata. Ti guardavi attorno senza che ci fosse nulla da guardare. Avevi l’aria attenta di chi ascolta qualcosa. C’era stata un’interferenza nella mia simulazione. No, no… qualcuno parlava con te? DIMMELO! – urlò, e strinse le mani a pugno con così tanta forza che si conficcò le unghie nella carne, bucando i guanti di seta nera. Il sangue scivolò lento e sgargiante sul pavimento di marmo bianco e nero. Netto e visibile sui quadrati chiari, lucido e poco definito su quelli scuri.
William mi si fece vicino. Era già pronto ad un contrattacco, il corpo teso e scattante in posizione di difesa. Non potevo biasimarlo: Black Lady sembrava aver perso ogni stilla di autocontrollo. Era completamente trasfigurata, ed una smorfia dura e con una punta di follia le deformava il bel viso. Gli occhi continuavano a saettare prima verso di me, poi verso lo shinigami, e infine nelle zone in ombra della stanza. Spalancati e accesi da una luce sinistra.
- Non so davvero che dirti – le risposi seraficamente – Se i tuoi poteri non funzionano a dovere è un problema tuo, non mio – non sapevo neanche da dove stavo tirando fuori tutta quella pacatezza ironica. Però volevo che scattasse, che facesse qualcosa per smuovere la situazione. Avevo atteso che si facesse vedere ai miei occhi per troppo tempo, e non intendevo indugiare oltre, ma nemmeno fare la prima mossa verso di lei. Prima si osserva, e poi si adatta il combattimento basandosi sull’atteggiamento dell’avversario. Questa era una delle regole principali che insegnavano durante l’addestramento degli Astral.
Dianoia abboccò senza esitare, ed emise un ringhio prima di gettarsi letteralmente contro di me. Allontanai Will con una sgomitata, di cui forse mi pentii più tardi, ma sul momento avevo altro a cui pensare che essere aggraziata nei movimenti. Lui sembrò farci più caso di me, a dir la verità.
Black Lady tentò di afferrami il collo. Grazie al cielo (anzi, grazie al mio istinto), avevo previsto la sua mossa, e la bloccai afferrandole le braccia. Lei tentò di liberarsi furiosamente. Era più forte di quanto la sua corporatura esile lasciasse credere.
Quando si rese conto che non sarebbe riuscita a togliersi dalla mia presa, mi artigliò le spalle, nel tentativo di indebolire la morsa sui suoi avambracci. Dovetti stringere i denti: aveva conficcato le dita con tutta la sua forza, e se avesse premuto un poco di più, mi avrebbe lacerato la pelle.
Le tirai un calco agli stinchi, e mentre lei annaspava, inciampando nella lunga gonna, la spinsi giù con il mio peso. Continuammo a lottare sul pavimento, con unghie, denti e pugni. Non mi sarei mai aspettata che lo scontro contro di lei sarebbe stato così. Avevo sempre immaginato un duello di magia, o qualcosa del genere, come le maghette dei cartoni, solo più violento e reale. Mi sentivo, invece, come se fossi finita in una zuffa tra gatti.
- Ti detesto, ti detesto! – sibilò quando riuscii ad afferrarla per i capelli – Per te è stato facile. Tu sei nata così, non lo sapevi? Quando Alicia si è spezzata, le due metà sono schizzate via libere da alcuna legge spazio temporale. Si sono attaccate ai primi due essere viventi che hanno incontrato. Ma la tua metà, ti ha trovata nel passato, quando eri nata da poco. Sei abituata ad essere così, in realtà –
- Stai zitta – dissi con fermezza glaciale. Le tirai i capelli indietro, facendole piegare la testa.
- Lady Sofia, non… - fece William, che evidentemente doveva essere sopravvissuto alla mia sgomitata letale. Io lo fermai con un’occhiata di fuoco. – Non disturbarmi! Vattene! Lascia che me la veda io con lei! È tra noi due! – lui sobbalzò, e scese la scala che portava fuori dalla stanza. Probabilmente era andato a cercare il resto della squadra per portarli qui, ma non mi importava. Per quando sarebbero arrivati avrei già finito con lei.
- Tu sei cresciuta con un pezzo di Alicia dentro di te – proseguì Dianoia. – La mia parte mi si è fusa che avevo già quattordici anni. Ho perso la memoria della mia vita precedente. È stato uno shock sia per la mente che per il corpo. Credevo di aver trovato il mio posto nell’Associazione, ma poi hanno trovato te, la perfetta fanciulla di luce. La ragazza d’ombra non andava più bene, a parer loro. Mi hanno buttata via senza ritegno! – la sua voce si era fatta stridula. Vidi la follia nel suo sguardo, una luce malsana  perversa.
Mi dispiacque per lei. Mi dispiacque sul serio. Doveva essere stata una persona normale, che faceva la sua vita. All’improvviso tutto doveva essere stato distrutto, e un frammento di un’altra persona si era insediato in lei. Il frammento sbagliato. Niente ricordi, il lato oscuro di una ragazza estremamente potente e combattuta. Quella di Dianoia doveva essere stata un’esistenza difficile, almeno nella parte che poteva ricordare.
- Nessuno ti ha buttata via – ribattei comunque. In quel momento, in quelle circostanza, non mi riusciva di non odiarla. – Sei pazza. Sei completamente pazza, e lo sai. Sei la metà più cattiva di Alicia, e sei instabile. Temevano che avresti perso la testa, ed avevano ragione! Non ti avrebbero cacciata, solo liberata dal fardello di essere la Prima Astral! Speravano di salvarti dalla autodistruzione, ci hai pensato? Ma ovviamente no! Sei la metà cattiva, la parte oscura, e non riesci mai a pensare a ciò che viene fatto per il tuo bene! –
Lei non disse nulla.
Io ripresi fiato, rossa in viso. Volevo ucciderla, volevo picchiarla, volevo salvarla. Quella povera ragazza, volevo salvarla.
- Come mai vuoi distruggerci? – sussurrai, senza smettere di tenerla per i capelli cosicché non potesse scapparmi via.
Lei sbatté le palpebre ripetutamente. Inclinò il viso di lato. Sembrava che nemmeno lei sapesse cosa rispondermi, dall’espressione che fece. Era confusa e disorientata, con un velo di tristezza. La follia ora era scomparsa, ed il suo volto era tornato angelico e bellissimo.
- Io… - mormorò con voce spezzata - … Voglio farlo. Sento il bisogno di farlo. Immaginare di scatenare il mio potere, di imporre la mia autorità sugli altri… oh, non sai quanto è frustrante ogni secondo che passo senza riuscire a farlo! – esclamò infine, guardandomi dritto negli occhi. L’aveva detto come se volesse liberarsi di quel peso, come se si stesse confidando con un’amica. Mi inquietò.
- Potremmo anche non ucciderti, a questo punto – dissi lentamente. Lei fece una risata vuota, morta. – Davvero. Se tu facessi sparire tutti quei demoni, e ti lasciassi privare dei tuoi poteri. E giurassi di non avvicinarti più a noi –
Lei rise più forte. Non come se non mi credesse, però. Come se la mia opzione fosse ridicola, infattibile. Aveva le lacrime agli occhi, ma anche queste non erano di divertimento. Aspettai che smettesse di schiamazzare, prima di chiedere cosa ci fosse di tanto divertente nella mia proposta.
- Ti diverte tanto il fatto che noi siamo capaci di pietà? –
- Oh, no! Ma Simon non accetterebbe mai che io rimanga in vita, dopo quello che ho fatto alla memoria di sua figlia! -
- Lui capirà – ribattei – Non hai fatto nulla a sua figlia. Sebastian l’ha uccisa. Tu sei parte di lei –
- Ma non è lui a preoccuparmi, Sofia cara! Sei tu quella che vorrà uccidermi! –
Mi bloccai. – Perché? Sono io stessa a volerti dare questa possibilità. Se volessi ucciderti e basta, l’avrei già fatto, non ti pare? Sei qui, immobilizzata. Non mi ci vorrebbe che un attimo –
Dianoia rise di nuovo. – Oh, se tu sapessi! Se tu sapessi cosa ho fatto! Ah, ma se tu lo avessi saputo, non avresti nemmeno pensato di fare il gioco mentale, di parlare con me! Saresti piombata in questo castello come un tornado, facendo a pezzi qualunque cosa ti si parasse davanti. Inclusa me, ovviamente. Dubito che sarei riuscita a fermarti, se tu avessi davvero perso la testa –
Un pensiero si fece largo nella mia mente. Un minuscolo sospetto, ma sufficiente a farmi gelare il sangue. No, non poteva essere. Black Lady non poteva realmente suggerire di aver fatto una cosa simile.
- Dianoia – cominciai, e mi accorsi che la voce mi tremava – Di cosa stai parlando? –
Lei alzò gli occhi al cielo, e sospirò profondamente, come se fossi stupida a non capire.
- Sebastian, mi fai il favore di venire fuori dall’ombra? – chiamò la ragazza.
Il maggiordomo sbucò da un angolo, silenzioso come un felino. Non mi ero nemmeno accorta della sua presenza, tanto era camuffato nel buio. Aveva stampato sulle labbra un sorrisetto storto che non mi fece presagire nulla di buono. Ora anche le mani mi tremavano, così forte che le tirai i capelli più forte, facendole emettere un gemito di dolore.
L’uomo si avvicinò con circospezione, ma tenne sempre una certa distanza di sicurezza tra me e lui. E non smetteva di sorridere. Avevo visto troppi episodi per non sapere che quando sorrideva in quel modo stava per succedere o era successo qualcosa di decisamente poco buono. Almeno per chi è contro di lui.
- Lady Sofia, non avrete certo pensato che avremmo tenuto ostaggi, spero! – esclamò fingendosi meravigliato. – Avete visto che ci siamo sbarazzati degli Astral che avevamo catturato. Voi credevate soltanto che volessimo ricattarvi con le loro vite in ballo. Ma vi sbagliate: noi non siamo interessati a simili giochetti. Noi non siamo dei comuni mostri da baraccone. Siamo una Lady Astral ed un demone! –
Oh, avevo capito perfettamente cosa intendeva dirmi, con quell’aria sfrontata e quel ghigno diabolico. Ma non volevo credergli. Non potevo, semplicemente. Non l’avrei mai fatto, finché non avrebbe pronunciato quelle parole esplicitamente, finché non mi avrebbe fatto sapere quanto vano era stato esitare prima di sterminarli tutti e basta.
Mi ritrovai disperatamente a pensare, a supplicare che non aggiungesse nulla. E ciò che era peggio era che lui sembrava perfettamente consapevole delle nubi nere che si stavano formando dentro di me. E se ne compiaceva.
- Lady Sofia… - cominciò, fermandosi volutamente dopo quei due vocaboli.
Non dirlo, non dirlo! Ti prego…
- Il vostro amante è già morto. Lo abbiamo ucciso subito dopo avervelo portato via. In effetti, non ci serviva a nulla. Era solo un potenziale pericolo nelle nostre mura. Ma voi cosa avreste fatto al nostro posto? Vi sareste tenuta una bomba pronta a esplodere in casa, con il rischio che potesse liberarsi e farvi saltare in aria? –
Ecco. Ora l’aveva detto.
Fine.
Chiuso.
Smisi di respirare.
Smisi di pensare.
E anche di trattenere Black Lady, smisi anche di vedere lei e il demone come esseri viventi e come persone. Smisi di preoccuparmi della loro esistenza.
Niente aveva più un senso. Non c’era uno scopo. Ma soprattutto non c’era un motivo dietro a quello che accadeva. C’erano due individui malati e folli, che uccidevano e facevano del male, e questo provocava loro piacere, diamine. Loro si divertivano a farlo, e l’avrebbero fatto ancora. E anche se non fossero stati dotati di poteri sovrumani, l’avrebbero fatto comunque, perché questa era la loro natura.
Io ero un’Astral, ed era il mio sacro dovere liberare il mondo da loro. Perché non l’avevo già fatto, mi chiesi. Ero stata davvero stupida. Avremmo solo dovuto irrompere qui tutti e fare tabula rasa, radere al suolo ogni cosa. Niente meritava di esistere.
Nemmeno il mondo esterno, ripensandoci, a cosa servivano tutte quelle persone che passano le loro vite in modo monotono, leccando le scarpe di qualcuno più forte di loro in cerca di favori, e cercando sollievo nel puntare il dito contro chi era più solo? Perché erano vivi, perché non avevamo cancellato anche tutti loro? Oh, ma l’avremmo fatto, l’avrei fatto.
E avrei cominciato da quella ragazza magrissima che era ancora sdraiata per terra, con i capelli d’inchiostro sparsi a raggiera sul pavimento di marmo bicolore.
- Laevatain – dissi con voce atona.
La falce iridescente prese rapidamente consistenza sotto le mie dita. Non ci pensai neanche, feci solo ciò che il mio istinto mi gridava a squarciagola, quello che avrei dovuto fare già da mezz’ora, nel momento in cui avevo messo piede lì.
Con un unico movimento fluido, prima che Sebastian potesse intervenire o Black lady potesse rendersi conto di cosa stavo facendo, le conficcai l’arma nel ventre. Il suo corpo esile fu trapassato da parte a parte, ed io feci leva sull’arma per sollevarla e piantarla più a fondo.
Mi rivolse un solo, unico, sguardo incredulo, ed un grido strozzato, prima di morire. Il suo corpo sembrò emanare fumo, a quel punto. Lunghi filamenti scuri uscirono dalla sua pelle, si attorcigliarono tra loro, levitando in aria.
E poi fu il buio.
 
 
 
 
Sebastian aveva assistito alla scena esterrefatto. Quello a cui aveva appena assistito era qualcosa che non aveva mai visto prima di quel momento, che non credeva nemmeno possibile. Non in così poco tempo, e non a quei livelli.
Prima c’erano un’eroina coraggiosa che lottava la sua antitesi. Poi erano state sufficienti poche parole, per farla trasformare in una fredda assassina, che non aveva battuto ciglio prima di uccidere l’altra violentemente.
In seguito c’erano state quelle due volute di fumo, una scura e violacea, l’altra dorata e splendente. Erano fuoriuscite dai corpi delle due in un lampo, e alla stessa velocità si erano entrambi riversati in quelli della ragazza con il mantello rosso e gli occhi verdi.
Ma ora non c’era più quella ragazza. Invece al suo posto c’era una giovane più alta e più magra di lei, ma non tanto sottile quanto Dianoia. Era molto bella, con lunghi boccoli biondi, ed enormi occhi di smeraldo. Vestiva di bianco da capo a piedi, con qualche decorazione nera a bordi degli abiti.
Alicia.
L’Astral lo guardò con severità.
Era lei, era la stessa che lui aveva ammazzato. Ma era impossibile. Lei era morta, morta!
Però quello sguardo duro e gentile allo stesso tempo, la postura regale ed elegante, la morbidezza dei movimenti, erano inconfondibili. Quella era davvero Alicia, la sua Alicia. L’Alicia che aveva rinnegato.
Ed ora avanzava nella sua direzione, bellissima e terrificante.
Questione di un lampo, e di lui non rimase nulla. L’aveva appena sfiorato con la punta della sua lancia. O spada. O quello che era. Fatto sta che lui scomparve.
Alicia rivolse uno sguardo triste intorno a sé. Sospirò profondamente.
Uscì da quella stanza. Uscì di lì, scese le scale, cercando la luce del sole. Non si curò degli sguardi sbalorditi degli altri membri della squadra, quando la videro. Non prestò loro attenzione. Diede solo una carezza sul viso a suo padre Simon, prima di attraversare il portone da cui era entrata la metà di sé che aveva ricevuto il suo messaggio.
I demoni erano ancora lì dove li avevano trovati all’inizio, ma ora vagavano confusi, senza nessuno a guidarli. Alicia sollevò la sua arma scintillante verso l’alto, raccogliendo per l’ultima volta la sua energia per un incantesimo. E anche loro non ci furono più infine. Tutto spariva prima o poi.
Voltò il capo verso gli Astral che avevano accompagnato quella ragazza in rosso che aveva intravisto mentre tornava ad essere un’unica entità.
- Addio. Stavolta sul serio – mormorò.
Non provarono a fermarla quando andò via. 
Non andò lontano, non lontanissimo. La vecchia sede dell’Astral Project era la sua meta.
La trovò desolata e semidistrutta. Vedendo i ricordi delle due metà di se stessa, capì cosa era accaduto. Non poteva assolutamente lasciare le cose così com’erano. La sua avventatezza aveva dato vita ad altre due persone complete, che avevano sofferto ognuna a suo modo, che avevano lottato l’una contro l’altra. Una aveva perso la ragione. L’altra aveva perso l’amore. Più o meno.
- Credo sia possibile – sussurrò – che quando ti sveglierai di nuovo ricorderai le mie parole. Ricordi il tempo sferico, eh? Ho dimenticato di dirti una cosa. Il tempo nei vari mondi scorre in modo differente, ed è indipendente l’uno dall’altro in molti casi. Siamo in pochi a sapere come cancellare qualcosa in tutti gli universi che esistono in modo definitivo –
Girò su se stessa, giocherellando con un lembo del mantello. – Sono sicura che tu capirai di cosa sto parlando. Anche lo spazio e la materia seguono le stesse regole. Soprattutto quando la materia prende forma per un collegamento mentale astratto, come nel caso degli Astral. Dall’altra parte… potrebbe essere differente –
Si preparò a spezzarsi di nuovo, ma questa volta solo una delle due metà avrebbe preso vita. Solo quella giusta, quella che era sopravvissuta davvero. L’altra sarebbe svanita assieme a lei.
- Vai dall’altra parte, Scarlet Lady – disse a voce bassissima.
E dopo anche lei smise di esistere.
 
 
 
 
 
 
 
 
**********
 
Note:
Immagino sia troppo chiedere che mi perdoniate per i tempi lunghissimi che sto tenendo ultimamente. È solo che davvero ho dovuto iniziare a scrivere un’altra fanfiction in un’altra sezione. Era questione di vita o di morte.
Un bacio a chi legge, segue o recensisce.
 
Sofyflora98
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler / Vai alla pagina dell'autore: Sofyflora98