Questa fanfiction ha partecipato
all’ “Adventure of Merlin Contest” indetto da uchiha_girl.
Capitolo 1 - Friendship
Quante volte ci siamo salvati a vicenda? E ora eccoci qui.
Non credo che questa volta ne usciremo vivi.
Quando ho visto Artù per la prima volta gli avrei
volentieri spaccato la faccia se ne avessi avuto il coraggio e le capacità. La
seconda volevo che su quella sua faccia da schiaffi si dipingesse il disappunto
e la vergogna per essersi fatto battere da me. Se ci penso ora usare la magia non
è stato molto corretto, ma d’altronde devo pur usare i miei doni per difendermi
qualche volta, o no?
Mi domando come sia possibile e io sia stato scelto come
controparte di Artù. Chi l’ha deciso ha davvero un gran senso dell’umorismo sotto
questo aspetto. Io e Artù che collaboriamo. Ma come gli è saltato in mente?!
Ormai mi sono anche stancato di scendere dal drago per
chiedergli consiglio. Come se non bastasse tutta la strada che devo fare
cercando di non farmi scoprire dalle guardie, devo sentirmi sempre ripetere la
stessa frase. Siete le due facce della stessa medaglia. Va bene, questo l’ho
capito, ma un aiuto per risolvere la situazione mai, vero?
Come se non bastasse, oltre ai miei problemi devo
sobbarcarmi anche quelli degli altri. Le
commissioni per Gaius e le faccende da sbrigare per
Artù,…ogni tanto ci si mettono pure Gwen e Morgana…Ma io, la magia, quando la studio?
Beh, d’ora in poi non avrò più molte occasioni per farlo.
Se non ci inventiamo in fretta qualcosa, da qui, non ne usciremo di certo.
A meno che…
Merlino mi guarda come un bambino che ha combinato un
pasticcio.
Non è possibile. È un mago.
« Ve l’avevo detto, siete voi che non mi avete creduto »
dice.
La sua voce esita e nei suoi gesti, nella sua espressione
leggo che sa che è nei guai. Come figlio del re devo far rispettare la legge. E
la legge impone che la magia non venga usata. Dovrei consegnarlo alle guardie e
ordinare di gettarlo in prigione. Probabilmente non vedrebbe l’alba, lo
giustizierebbero prima.
Non posso consegnarlo. Senza contare il fatto che mi ha
appena salvato la vita, lo ha già fatto almeno una decina di volte. Poco dopo
esserci conosciuti mi ha salvato da quella pazza a cui mio padre aveva
giustiziato il figlio per stregoneria. Mi ha avvertito dell’incantesimo sullo scudo
di quel cavaliere, Valiant. Ha bevuto dal calice
avvelenato per salvarmi. Ha…aspetta un attimo…
« Eri tu! Sei stato tu a guidarmi
con quella luce quando ero nelle grotte della foresta di Baldor!
»
Esito notando la sua faccia.
« Eri tu, vero? »
Annuisce imbarazzato.
« E anche al tuo villaggio? »
Torna ad annuire.
Senza togliergli gli occhi di dosso mi siedo su un masso,
troppo sconvolto per parlargli. Sconvolto…Andiamo, Artù, come se non te ne
fossi mai accorto. Ho solo fatto finta di non vedere. Troppe volte mi sono
salvato per un pelo e Merlino era poco distante. L’ho sempre saputo.
« Quando è successo? » chiedo.
« Come? »
« Sì, quando…quando hai iniziato a
studiare la magia. Quando ti sei reso conto di saperla usare. »
Lui sospira e mi si siede di fronte, a pochi metri di
distanza.
« Da quando sono giunto a Camelot e da quando sono nato. »
Vuoto. Non credo di aver capito bene.
« Cosa? »
Lo vedo cercare di trovare una posizione migliore. Credo lo stia facendo per avere il tempo di soppesare la risposta.
« Erano le risposte alle vostre
domande. Ho cominciato a studiare la magia quando sono arrivato a Camelot. E la so usare da quando sono nato. Non ho
cominciato a usare le formule se non dopo che ci siamo conosciuti. È sempre
stata una cosa istintiva. Sono nato così. »
Mi guarda e per la prima volta da quando lo conosco non so
cosa stia pensando. Come per la magia, sembro avere un talento particolare
anche nel leggergli dentro. Siete le due facce della stessa medaglia. È questo
che significa? Sapere cosa sta per dire prima ancora che lo faccia? Salvargli
la vita anche moribondo in un letto?
Non mi toglie gli occhi di dosso e temo stia decidendo di
consegnarmi al re. Non oso immaginare quello che mi farà. O che farà a Gaius. Non si è fermato davanti al druido, che era solo un
bambino, o a Gwen, così importante per Morgana.
Perché dovrebbe essere diverso per me? Io non valgo più di Gwen.
Anzi forse molto meno. Non ho famiglia a Camelot, non
ci sono cresciuto. E di amici ne ho pochi. Due per la precisione. Anzi uno. Gwen. Gaius è il mio mentore. E
Artù è il mio padrone.
Vorrei che non fosse così. Sarebbe molto più semplice se
fossimo amici. Non dovrei ogni volta giuragli che gli sto dicendo la verità.
Non dovrei coprirgli le spalle nell’ombra. Non dovrei mentirgli. Questo è
l’aspetto del rapporto fra noi che mi pesa di più. Lui mostra sempre ciò che è.
Io non posso mai essere me stesso.
A volte me l’immagino. Io seduto sul prato che circonda la
piazza d’armi con il libro di magia poggiato sulle gambe a imparare incantesimi
mentre lui si allena con gli aspiranti cavalieri, o da solo.
Ma non sarà mai possibile. Uther
disprezza la magia, o forse ne ha timore. Questo non cambia il fatto che la
magia ci circondi, lo circondi. E questo mi riporta ad Artù. Che cosa ha intenzione
di fare?
Ormai non so più da quanto tempo siamo in silenzio.
Minuti, ore? So solo che non ho idea di cosa devo fare. Dovrei consegnarlo?
Dovrei coprirlo?
Accidenti, Merlino! Complichi sempre le cose. Un disastro ambulante, ecco cosa sei! Da quando sei giunto a
Camelot, da quando hai incrociato il mio cammino, non
me ne va mai bene una. Eppure…eppure da quando l’ho incontrato la mia vita si è
fatta più…entusiasmante. Che fosse nel nostro destino conoscerci, vivere così
vicini, diventare indispensabili l’uno per l’altro?
Già. Ormai sono abituato ad avere intorno Merlino, e
separarmi da lui…Quando è stato avvelenato ancora non l’avevo capito, ma ora ne
sono certo. Stavo aspettando da sempre la persona per cui avrei rischiato la
vita come ho fatto con lui. Sognavo da sempre di incontrare una persona di cui
fidarmi ciecamente, su cui poter contare e per cui avrei fatto qualunque cosa.
Volevo un amico. Un amico vero, non di quelli che ti stanno attorno perché sei
il figlio del re o perché sei il suo miglior cavaliere. Non avrei mai pensato
di trovarlo in un popolano. Non avrei mai pensato che l’avrei trovato
nell’unica persona che ha avuto il coraggio di sfidarmi anche dopo aver saputo
chi fossi. Non avrei mai pensato di trovarlo in Merlino.
Sospiro.
« Ti devo la vita per l’ennesima
volta. Quindi… »
Traggo un profondo respiro e mi alzo. Lui mi guarda
preoccupato, in ansia. Lo vedo deglutire e cercare di darsi un contegno. Tutta
questa situazione è talmente assurda che mi sfugge un
sorriso.
« Quindi… » balbetta.
« Quindi…non ho alcuna intenzione
di denunciarti al re. Nessuno pulisce e tiene in ordine la mia stanza come te e
ora ne capisco il motivo. E poi…non posso tradire il mio migliore amico. »
Il suo migliore amico. Cosa cosa cosa?! Io sarei il suo
migliore amico?!
Mi sta prendendo in giro, non può essere altrimenti. Lo
guardo e lui ricambia lo sguardo. Sul suo volto non c’è traccia di ironia né di
sarcasmo. È serio, come l’ho visto in poche occasioni.
« Dite sul serio? » chiedo.
Lui sorride nel suo modo ironico e non serve che me lo
ripeta. So che è la verità.
« Anche voi siete il mio migliore
amico. Da quando sono qui, l’unico che abbia mai avuto e che non sia scappato
scoprendo che sono un mago. O che se ne sia andato… »
È amareggiato. Non l’ho mai visto così. So a chi sta
pensando. A Lancillotto. Quindi lui sapeva!
« Allora non erano veri amici.
Quanto a Lancillotto…tornerà. Ce l’ha promesso, no? »
Mi guarda stupito e anch’io un po’ lo sono. Non sono mai
stato bravo a leggere le persone. Distolgo lo sguardo e lo alzo al cielo. La
luce che filtrava fra le fronde degli alberi si è fatta più debole. Mi alzo e gli
faccio cenno di fare altrettanto.
« È tardi » dico « e se non
torneremo a breve mio padre manderà qualcuno a cercarci. »
Lo sento dissimulare una risata con un colpo di tosse.
« Che c’è? »
chiedo curioso.
« Vostro padre manderà qualcuno a cercare voi » puntualizza.
Sorrido.
« Ma tu sei con me, no? »
Incredibile quanto sia diverso ora.
Cinque parole hanno completamente cambiato il suo modo di comportarsi con me.
Lui si avvia e non posso far altro che seguirlo. Quasi non mi rendo conto che
sto sorridendo. O che ha sbagliato direzione.
« Altezza, siete sicuro che la
strada sia giusta? » chiedo raggiungendolo.
« Quando siamo soli puoi darmi del
tu e chiamarmi per nome. E sì, sono sicuro che sia di qua. »
« No, perché all’andata venivamo da
lì. »
Mi fermo e guardo la direzione indicatami da Merlino.
« Hai ragione » mi vedo costretto ad ammettere. « Per fortuna eri qui. »
Un sorriso ironico compare sul suo viso e non posso che
sorridergli di rimando. Gli passo un braccio dietro le spalle e scoppio a
ridere.
« Devo proprio dirtelo, Merlino,
sei incredibile. Hai qualche altro segreto che non mi hai rivelato? »
Mi scosto da lui e lo guardo negli occhi, serio. Il suo
sorriso si spegne e mi guarda preoccupato.
« Merlino? »
La sua voce è tesa. Non l’ho mai visto così.
« No, nessuno, Artù. Non hai niente
di cui preoccuparti » dico sorridendo. « E tu, non hai nessun segreto da rivelare al tuo migliore
amico? »
Torna a sorridere e scuote la testa. Riprendiamo a
camminare fianco a fianco. Non c’è bisogno di preoccuparlo ora. C’è tempo per
rivelargli che i nostri destini sono legati, che il giovane druido che ha
salvato lo porterà alla morte. Glielo dirò, un giorno
lo farò di sicuro. Ma per ora preferisco mantenere il segreto. Lo proteggerò,
ma non perché è il mio destino. Lo proteggerò perché è il mio migliore amico.
Siamo le due facce della stessa medaglia. Il resto non ha importanza.
Commento
dell’autrice.
Leggevo le storie che sono state pubblicate su “Merlin” e
mi sono resa conto che la maggior parte degli autori (anzi, la quasi totalità)
crede fermamente nel pairing Merlino-Artù.
Qualcuno diceva addirittura che questa fandom gridava
a tale pairing.
Quindi mi sono sentita un’idiota ad aver scritto una MorganaxArtù. Sarà dovuto alla mia formazione scolastica –
che mi ha sempre mostrato Merlino come il mentore di Artù – o al fatto che so
come il ciclo arturiano si svolge e va a finire, ma non riesco ancora a pensare
a una relazione tra i due protagonisti. Non sto dicendo che non mi piacciono le
storie che avete scritto, anzi le ho apprezzate e alcune le ho trovate davvero
straordinarie per la cura dei particolari (come quella di Sacchan,
“In vino veritas”, che – mi scuserà – non ho ancora
commentato) o per l’ironia (come quella di Ilakey_chan
sulle reali intenzioni del
drago – “Il segreto del drago”).
Non significa nemmeno che non ne pubblicherò mai una (anche se ne dubito, per
ora).
Comunque, questo è divagare. Volevo solo dire che dato che
il nostro caro mago è stato trasformato in un coetaneo di Artù (scelta assai
azzeccata a mio parere) e che è in tutto e per tutto un emarginato, mi è venuto
naturale pensare che il caro principe trovasse in lui un amico. Sostanzialmente
perché Merlino può mostrare ad Artù il mondo da un altro punto di vista. E,
ovviamente, la cosa è di conseguenza reciproca.
Se si pensa al primo episodio, Merlino si presenta come
uno che odia le ingiustizie, ma che non sa come combatterle (perché la magia
non può usarla davanti a tutti, o –zac– addio testa).
Artù, invece, è il classico esempio del bullo, tutto muscoli e niente cervello
(come probabilmente avrebbe detto il mago se glielo avessero chiesto). Nel
corso della storia i due si troveranno ad assimilare i pregi e i difetti
dell’altro finendo per cambiare se stessi. Credo sia uno dei significati da
attribuire alla frase che il drago continua a ripetere incessantemente al
giovane protagonista.
Da notare anche che Merlino accetta il suo destino molto
più rapidamente di quanto mi aspettassi, e che negli episodi successivi salva
Artù non perché è il suo fato, ma perché è giusto farlo, prima, e perché ha
imparato ad apprezzarlo e a conoscerlo, poi. Quindi non è strano che nella
seconda metà della serie, più di qualche volta, Merlino dica che Artù è suo
amico.
Per quanto riguarda Artù, credo mantenga le distanze dal
suo servitore, appunto perché è un servo. Ma è evidente con il progredire della
serie (già dal quarto episodio) che per lui è qualcosa di più (e qui non
pensate che stia ritrattando le mie precedenti constatazioni).
Tutto questo per dire…niente, se non che sono queste le
considerazioni che ho fatto su di loro prima, durante e dopo la redazione di
questa fan fiction.
Spero vi sia piaciuta.
Baci, Chiara.
9 gennaio - 28 febbraio 2009
ps: dedico questa storia alle utenti
e all’utente del Merlin Slash Fanclub di forumcommunity, che con le loro “onde slashose”
stanno cercando di convertirmi allo slash (ma io
tengo duro, Alice!) e con cui mi diverto da matti. Grazie ragazzi.