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Autore: katyjolinar    17/12/2015    1 recensioni
Seguito di "Il veleno del Pungolo Orrendo". Moccicoso ha 5 anni, ora, e vive una vita normale, esattamente come i suoi coetanei. Questa è la storia di come crescerà e diventerà un uomo, seguito e amato dai suoi vecchi amici e dalla sua famiglia, senza mai dimenticare le tradizioni vichinghe.
Genere: Fantasy, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Moccicoso, Testa Bruta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il veleno del Pungolo Orrendo'
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Il disgelo riportò la vita a Berk.
Moccicoso era impegnato tutto il giorno, tra i suoi impegni di capotribù e quelli alla bottega, ma non mancava di passare del tempo con i suoi tre bambini, a cui, presto, se ne sarebbe aggiunto un altro, poiché Testa Bruta era di nuovo incinta, e avrebbe partorito i primi giorni d'inverno.
La donna aveva deciso di restare a casa e seguire i tre bambini, che man mano che crescevano si rivelarono dei piccoli uragani, soprattutto Sjöfn e Astrid, che non appena impararono a camminare presero a correre in ogni angolo del paese, ridendo e portando allegria tra gli abitanti dell'isola. 
Hiccup, per ovivi motivi, non aveva imparato a camminare, e un po' ne soffriva a vedere le due bambine correre in ogni dove, quindi passava il tempo a gattonare attorno a casa, o a fissarsi le gambine con aria triste, salvo poi riacquistare il buonumore quando la mamma lo prendeva su e lo riempiva di coccole, parlandogli del nuovo fratellino che presto sarebbe nato.
Quel pomeriggio la bionda era seduta davanti a casa, Astrid e Sjöfn correvano nel piazzale insieme a Sdentato, rimasto con loro mentre Moccicoso era in bottega, e Hiccup era seduto in braccio alla madre adottiva, e fissava la scena giocosa con aria triste e sconsolata.
L'uomo si fece vedere dopo un po', le due piccole gli corsero incontro e lui le prese in braccio, lasciandosi abbracciare. Senza mollare si avvicinò alla moglie e la baciò con dolcezza, infine guardò Hiccup, mise giù le piccole e si rivolse a quest'ultimo, prendendo qualcosa dalla tasca.
"Ehi, campione, ho una cosa per te." disse, abbassandosi alla sua altezza e prendendogli, con delicatezza, la gambina sinistra per attaccarci qualcosa "Così potrai correre anche tu, come Sjöfn e Astrid."
Il castano guardò il padre, confuso, e spostò gli occhi sulle sue gambine. Ora alla sinistra era agganciata una protesi a molla di ferro, su misura per lui; Moccicoso lo prese su e lo portò sul piazzale davanti a casa, si abbassò e, con cautela, mise a terra il figlio, in piedi, tenendolo con le mani attorno al torace per evitare che potesse cadere.
"Proviamo, figliolo?" lo incoraggiò "Fai un passo avanti..."
Hiccup alzò la gambina sinistra, incerto, e posò la protesi davanti a lui; per poco non cadde, ma le forti mani del padre lo tennero in piedi, e lui provò a fare un altro passo. Questa volta fu più stabile, cosa che gli diede più coraggio, tanto che, con le sue piccole manine, spostò quelle per lui enormi del papà adottivo, e fece un altro passo, libero da quella protezione. 
Ma questa volta non andò bene, mise la protesi in fallo e finì col sedere per terra.
Con aria triste e sconfortata si guardò intorno, fermandosi su Astrid e Sjöfn, che giocavano con Sdentato poco lontano.
"Su, è solo un piccolo fallimento, riprovaci." disse il moro, rimettendolo in piedi.
Gli fece fare ancora qualche passo sia con lui che da solo, con lo steso risultato e, al terzo tentativo, Hiccup, con le lacrime di rabbia che gli scendevano sulle guance e l'espressione imbronciata, si tolse a fatica la protesi e la lanciò via.
Questa andò a colpire Sdentato dritto in fronte, che guaì, strofinando il muso con la zampa; Astrid si fermò, guardando il drago, indecisa, poi raccolse la protesi da terra e si avvicinò a Hiccup, che ancora singhiozzava a terra, accanto a Moccicoso.
"Tato bua!" urlò, arrabbiata, rilanciandogli addosso il piede di ferro "Cativo!"
Hiccup si riparò, continuando a singhiozzare e fissandosi le gambine, sconfortato, e, a quella scena, la biondina sembrò addolcirsi; fece un passo verso di lui e riprese la protesi, passandola al moro.
"Papy, metti..." disse, poi attese che l'uomo riallacciasse il ferro alla gamba del figlio e prese la manina del bambino "Sù, Chico!"
Il piccolo la guardò, indeciso, infine, a fatica provò a rimettersi in piedi, riuscendoci al quarto tentativo. Astrid non gli lasciò mai la manina, mentre lui cercava ancora di camminare, facendo qualche passo, prima di cadere in avanti; ma riuscì a non finire a terra, perché Sdentato, che si era messo alle sue spalle, lo aveva afferrato al volo per il vestito e lo aveva rimesso in piedi.
Intanto anche Testa Bruta si era avvicinata, affiancando il marito, il quale la prese per i fianchi e la baciò, prima di tornare a osservare i progressi del loro figlio maschio.
Il castano fece ancora qualche passo, si fermò e guardò di nuovo Astrid, aprendo le braccine. La piccola capì e lo abbracciò stretto, stampandogli un bacio rumoroso sulla guancia, mentre lui gli passava la manina sulla testolina, dolce.
Ma quel momento di tenerezza fu interrotto da Sjöfn, che, sentitasi esclusa, corse verso il gemello e l'amichetta e li abbracciò entrambi, quasi travolgendoli e facendoli cadere in blocco.
I due adulti risero alla scena. Moccicoso carezzò la pancia della moglie; quattro figli sarebbero stati difficili da gestire, ma sapeva che ce l'avrebbero fatta.
   
 
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