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Autore: Biohazard    17/12/2015    1 recensioni
Gli zombie sciamano dentro ad Alexandria e non c'è niente che si possa fare. Tuttavia, arriverà un aiuto molto inaspettato che sconvolgerà le certezze di Rick e tutti gli altri.
[Possibili spoiler 6x8] [Cross-over Z Nation]
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Carl Grimes, Michonne, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NdA: Dunque, ho in testa questa idea da moltissimo tempo e ho visto che da pochissimo è stato inaugurato il fandom di Z Nation e io dovevo contribuire, anche se con una cross-over. Amo Z Nation e se cercate un’altra serie a base di zombie, beh, dovete vederla. Al momento in Italia abbiamo solo la prima stagione (che ho adorato, se non si fosse capito) e a Gennaio arriverà anche la seconda – non vedo l’ora. Dunque essendo una serie a base zombie e adorando i personaggi, ho dovuto creare questa fic, per me era d’obbligo e spero che aiuti a fare un po’ di pubblicità al nuovo fandom. Quindi che cosa dire… Innanzitutto la fic si svolge durante l’episodio 8 della sesta stagione e per chi non l’avesse vista, la fic contiene SPOILER, io vi ho avvisato. Beh che altro aggiungere, se non avete visto Z Nation, spero che questa fic vi incuriosisca almeno un po’ e vi faccia desiderare di mettervi in viaggio con Roberta, Diecimila e soprattutto Murphy! Cuoricini per Murphy! La serie è molto diversa da TWD, più leggera e meno piena di crisi esistenziali, ma secondo me merita. Vi lascio al racconto, saranno tre capitoli, più o meno. Saluti!
 

 
La legge di Murphy

 
 
 
Il rumore del legno che si spaccava, contorcendosi su se stesso, invase le orecchie di Rick insieme al battito impazzito del suo cuore.
“La torre sta crollando!”
Afferrò Maggie, allontanandola dal pericolo, mentre il campanile collassava, spaccandosi a metà, per poi crollare sulle mura di Alexandria.
Deanna, poco lontano da loro, aveva un’espressione di puro terrore dipinto sul volto, mentre i vaganti cominciavano a sciamare dentro le mura, a centinaia.
“Via! Non possiamo affrontarli, entriamo in casa!” gridò in direzione di Michonne e Carl. Cercò Maggie con lo sguardo, ma era sparita, afferrò Deanna e cominciò a correre.
 
 
*****
 
 
“Non so cosa darei per una buona vodka.”
Roberta non si sprecò neanche a lanciare uno sguardo di disapprovazione verso Murphy. Era una battaglia persa in partenza. Doc, seduto sul sedile affianco, lanciò un cenno d’intesa alla donna, con un risolino stampato a fior di labbra sotto la folta barba. Addy e Diecimila stavano seduti sul rimorchio dietro al furgone senza parlare. Cassandra dormiva sul sedile del passeggero, vicino a Murphy. Erano in viaggio già da parecchie ore, e anche Roberta cominciava ad accusare segni di stanchezza.
“Dobbiamo trovare un posto dove accamparci.”
“Lo so, Doc.”
Proseguirono per un’altra ora, lungo quel percorso tranquillo e silenzioso che si snodava all’interno della foresta.
“Ehi, guarda.” Doc indicò un cartello a lato della strada. Roberta rallentò “Alexandria… Sembra un bel posto. Che ne dite?” disse rivolgendosi al resto del gruppo.
“Sì, sembra carino, speriamo che abbiamo dell’ossicodone.”
“Spero ci sia della vodka.” Si lamentò di nuovo Murphy.
“Ok, andata.” Roberta di sporse dal finestrino “Addy, Diecimila abbiamo trovato un possibile accampamento.”
Addy annuì tornando a pulire la sua mazza chiodata dal sangue di zombie rappreso. Diecimila controllava a distanza il territorio con il mirino telescopico del suo fucile da cecchino. Il furgone ripartì in direzione di Alexandria.
 
 
*****
 
 
“Warren! Fermati immediatamente!”
Al segnale di pericolo lanciato da Diecimila, Roberta inchiodò di colpo il furgone.
“Che succede?”
“Vieni a vedere!”
Roberta scese dal pick up, raggiungendo Addy e Diecimila.
“Ci diamo una mossa? Il mondo ha bisogno di me!” gridò Murphy dal finestrino. Roberta lo ignorò. Ormai era appurato che, nonostante Murphy rappresentasse davvero la salvezza dell’umanità, rimaneva comunque un idiota. Anche Cassandra, svegliatasi da poco, li aveva raggiunti. Il cecchino porse a Roberta un binocolo, indicandogli un punto lontano della strada. La donna ci mise poco ad individuare il cartello di benvenuto di Alexandria, un muro e…
“Merda.” Imprecò tra i denti: centinaia, forse migliaia di zombie circondavano le mura della loro meta.
“Cosa facciamo adesso?”
“Se c’è un muro vuol dire che il posto è sicuramente abitato, tuttavia non possiamo fare niente contro quel numero spropositato di zombie.”
“Quindi?”
“Dovremmo trovare un altro posto.” Roberta risalì sul pick up.
“Quando avrò la mia vodka?”
“Non possiamo raggiungere Alexandria. Ci sono migliaia di zombie che circondano un muro intorno alla cittadina.”
“Un muro?” domandò Doc.
“Sì, contro gli zombie. Loro sono al sicuro, ma noi non possiamo entrare.”
“Merda.” Doc si lasciò andare contro il sedile.
“Cosa ne sarà delle persone là dentro?” Cassandra si sporse dal sedile retrostante per guardare gli altri.
Roberta non parlò e, in realtà, non sapeva cosa dire: anche lei aveva pensato alla sorte dei cittadini.
“Forse potremmo allontanare quegli zombie e…”
“Frena, frena, tesoro! Scusa, ma la trovo davvero una pessima idea. Non sappiamo neanche se ci sono veramente delle persone vive lì dentro.”
“Se gli zombie si sono accalcati tutti intorno a quelle mura, il motivo è uno solo Murphy. Hanno fiutato delle prede.”
“Sì, beh, non è un problema nostro. Non possiamo perdere altre ore di viaggio.”
“Sempre il solito altruiste, eh?”
“No, sono realista. Mi limito a dire le cose come stanno.”
Nel frattempo Roberta aveva preso la radio.
“Cittadino Z ci sei? Passo.”
Silenzio.
“X Ray Delta mi ricevi? Passo.”
“X Ray Delta, vi ricevo. Buongiorno Warren, cosa posso fare per te?” rispose una voce squillante dall’altro lato della radio.
“Ci troviamo nei pressi di una cittadina chiamata Alexandria. Migliaia di zombie si sono accalcati alla recinzione che la circonda. Crediamo che ci siano delle persone intrappolate, puoi dare un’occhiata?”
“Certo! Conta pure su di me. Dammi solo qualche secondo…” A migliaia di chilometri di distanza, in un bunker sotterraneo in Antartide, un ragazzo, l’unico sopravvissuto del suo plotone, iniziò a digitare velocemente delle coordinate sulla tastiera del suo super computer, collegandosi al satellite della Nasa.
“Alexandria… progetto di edilizia ecosostenibile, pannelli solari… Mh, non male. Diamo un’occhiata.” In pochi secondi riuscì a collegarsi ad alcune telecamere di sicurezza piazzate nella città. Warren aveva ragione, c’erano delle persone, uomini, donne e…
“Non è possibile!” sorrise e quasi gli venne da piangere. Una donna dai lunghi capelli biondi sedeva in veranda, tenendo tra le braccia una bambina bellissima, con un’adorabile vestitino rosa. Doveva avere all’incirca un anno.
“Incredibile…” sussurrò, sconvolto e felice allo stesso tempo alla vista di quella creatura. Era un vero e proprio segno di speranza. I vaganti erano ammassati intorno alla recinzione, ma sembrava che i pesanti pannelli di protezione riuscissero a reggere. Degli uomini stavano lavorando per rinforzare le difese, quando li raggiunse una bella ragazza dai capelli color mogano, indicando qualcosa che lui non riusciva a vedere. La ragazza, comunque, era uno schianto, forse più di Addy.
“Tesoro, come ti chiami?” Fece lo screening dei lineamenti del volto e il computer lanciò i risultati.
“Maggie Greene.” Disse, sorridendo sornione. Stava per approfondire la ricerca, quando dei movimenti bruschi sullo schermo attirarono la sua attenzione. Un uomo esortava altre persone ad allontanarsi e pochi secondi dopo, quella che sembrava una torre o un campanile crollò sulle mura, creando una breccia. I vaganti non si fecero attendere.
“No!” esclamò “Warren! Warren, mi ricevi? Passo!”
“Ci sono, cosa succede? Abbiamo visto del movimento in lontananza!”
“Sì! Qualcosa è crollato sulla recinzione. Gli zombie stanno entrando. Ci sono delle persone e dei bambini! Dovete fare qualcosa!”
“Ricevuto X Ray Delta. Passo.”
Il gelo era sceso sul gruppo.
“Cosa facciamo?”
“Non possiamo abbandonare quelle persone.” Cassandra sussultò, sentendo gli spari in lontananza.
“Sono troppi. Come facciamo ad affrontarli tutti?”
“Doc, il problema non è come, ma chi.”
Roberta e gli altri si girarono a guardare Murphy, che si stava pulendo noncurante le unghie, appoggiato al cofano del pick up, totalmente indifferente a quello che stava succedendo. Tuttavia, dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, alzò lo sguardo sul gruppo.
“Non se ne parla neanche.”
Roberta si appellò a tutte le divinità a lei conosciute, perché mantenesse la calma.
“Murphy, lo so che ti piace farti pregare ed essere considerato la prima donna della situazione, ma ci sono delle vite che puoi salvare.”
“Non mi interessa.” Disse continuando a pulirsi le unghie.
“Mettiamola così…” Roberta gli si avvicinò con fare provocante “Ci sono delle persone e, se le salviamo, avranno un debito nei nostri confronti, magari ci ringrazieranno, con tutto quello che chiediamo. Forse anche con della vodka. Tanta vodka.” E marcò bene le ultime parole.
“Vai avanti.” Murphy sembrò finalmente interessato.
Roberta dovette trattenersi per non portarlo ad Alexandria a calci nel sedere, fino a consumarsi la suola delle scarpe.
“Già, e magari potrebbero avere anche altre cose interessanti, magari dell’erba o dell’ossicodone.” Aggiunse Doc con fare propositivo.
“Va bene, ci vado, ma almeno tre bottiglie di vodka sono per me.”
Roberta scosse la testa, alzando gli occhi al cielo.
“Che stai facendo?”
“Beh, Warren, i salvataggi si fanno son stile.” Rispose teatrale, infilandosi una giacca, gli occhiali da sole e appoggiandosi sulla spalla una mazza putter che aveva trovato qualche giorno prima in un circolo di golf da cui erano passati.
“Ragazzi, mi ricevete? La situazione si sta mettendo male! Dovete fare presto!”
“Sì, cittadino Z, ti riceviamo forte e chiaro. Murphy sta andando all’attacco.”
“Ma solo per la vodka, sia chiaro.”
Il gruppo salì sul pick up in direzione di Alexandria.
 
 
*****
 
 
Glenn e Enid osservavano impotenti, nascosti tra gli alberi, mentre i vaganti si riversavano all’interno della città. Il ragazzo era riuscito a tirare un momentaneo respiro di sollievo, quando aveva visto Maggie, sua moglie, salire al sicuro su un avamposto di guardia.
“Cosa facciamo?” chiese Enid.
“Dobbiamo farli allontanare, cerchiamo una macchina o…”
Enid era sul punto di scoppiare in lacrime.
“Ehi! Non morirà nessuno, hai capito? Ce la faremo!” cercò rincuorarla Glenn.
“Sai ragazzina, il tuo amico Jackie Chan qui ha ragione!”
Glenn e Enid sobbalzarono spaventati: dietro di loro c’erano delle persone.
“Chi siete?”
Una donna di colore, dai lunghi capelli neri gli si avvicinò.
“Mi chiamo Roberta Warren e siamo qui per aiutare.”
“Come?” Glenn sembrava aver perso le parole dalla sorpresa.
“Stai a guardare Jackie Chan.”
Glenn guardò l’uomo che aveva parlato e c’era un solo modo per definirlo: infetto.
“Sei stato morso!” esclamò, avvicinando la mano alla pistola.
“Sì, otto volte in realtà.” Rispose strafottente.
“Murphy, vai!” Roberta indicò il varco tra gli zombie.
“Così si farà ammazzare!”
“Sappiamo che cosa stiamo facendo. Non  preoccuparti.” Glenn guardò la donna e volle crederle, anche perché erano loro unica speranza.
“Sì ragazzo, non preoccuparti per raggio di sole.” Un uomo anziano, calvo e con una folta barba bianca cercò di rassicuralo, indicando l’uomo che si dirigeva verso i vaganti “Murphy non ha nulla da temere dagli zombie.”
Enid si tappò istintivamente la bocca con la mano dallo shock, mentre guardava Murphy camminare in mezzo ai vaganti senza alcun problema ed entrare dentro Alexandria.
 
 
*****
 
 
Rick osservava di sottecchi la situazione sul retro della casa. Carl e Ron controllavano il lato frontale, Michonne invece era con Deanna. Deanna che era stata morsa e non c’era più nulla che si potesse fare, tranne aspettare l’inevitabile.
Erano circondati: i vaganti sciamavano dentro Alexandria come un nugolo di mosche brulicanti ed affamate. Si tormentò mettendosi le mani nei capelli, potevano solo aspettare e non fare rumore.
“Papà!” Carl lo raggiunse di corsa “Devi venire a vedere!”
“Cosa succede?” Carl non rispose e Rick non capì, perché non leggeva paura o panico negli occhi del figlio, ma un’attonita sorpresa. Raggiunse l’altro lato della casa e vide Ron fissare ammutolito qualcosa oltre la finestra. Qualcuno fischiò all’esterno per richiamare l’attenzione. Lo sceriffo si affacciò insieme a Carl e si lasciò sfuggire un’imprecazione di sorpresa.
“Ma che cazzo…”
C’era un uomo che passeggiava tra i vaganti, attirandone l’attenzione: aveva corti capelli neri e si muoveva con sottile strafottenza, colpendo di tanto in tanto qualche zombie con una mazza da golf.
“Papà, com’è possibile?”
“Non lo so…”soffiò tra le labbra.
“Forza ragazzi! È ora di sgombrare il campo!” gridò l’uomo fuori dalla finestra, attirando su di sé tutta l’attenzione dei vaganti. Con il cuore in gola, Rick vide gli zombie girarsi verso quello strano tipo, iniziando a marciare fuori da Alexandria.
“Non ci posso credere!”
“Comanda i vaganti!” A Carl tremava la voce.
“Lo vedo.”
Michonne, ancora ignara, li raggiunse al piano di sotto.
“Non per quanto tempo ancora Deanna…”
Rick la zittì, indicandole di guardare fuori dalla finestra e la donna ammutolì.
“È un miracolo!”
“I miracoli non esistono in questo mondo. Aspettiamo che i vaganti si siano allontanati, poi vedremo di fare qualche domanda a quel tipo. Un uomo in grado di controllare gli zombie può essere davvero un miracolo, ma anche un grande minaccia.”

 
 
  
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