François
si guardò allo specchio lisciandosi per la centesima volta
la giacca blu scuro
del completo con nervosismo:<< Adesso capisci come mi
sentivo io al mio matrimonio
Frankie >> e la calda voce di Ian lo fece voltare verso
la porta della
camera:<< Non mi sei d’aiuto cugino
>> brontolò poi tornando a
guardare lo specchio spettinandosi i capelli:<< Non
volevo esserlo >>
commentò Dorian avvicinandosi e sorridendo
all’immagine allo specchio.
François
guardò per un istante i loro riflessi e la sua mente
tornò a quel dannato
giorno della recita al liceo: oggi come allora e con quello smoking
viola che
avrebbe fatto sembrare chiunque uno stupido pinguino da rinchiudere Ian
era uno
schianto, sposato da quasi un anno era l’immagine del fascino
per antonomasia e
il codino biondo che si era fatto crescere in quei mesi gli dava
quell’aria
sbarazzina per cui sua moglie andava pazza; lui
invece…più si guardava e più
continuava a vedere quell’imbranato ragazzino vestito da
Bianconiglio che non
aveva il coraggio di dichiararsi alla ragazza per cui aveva una cotta.
<< Lia
è già tua ormai, non devi preoccuparti di nulla
cuginetto >> gli ricordò
Dorian forse intuendo i suoi pensieri:<< Dici? Allora
perché mi tremano le
mani? >> poi tornando a tormentare la giacca Frankie
aggiunse:<< Mi
sento ancora come se avessi addosso quello stupido costume da
Bianconiglio >> che poi era più o meno la
verità dato che per fare una sorpresa
a Lia il loro matrimonio aveva come tema proprio Alice nel Paese delle
Meraviglie e che il suo smoking ricalcava in maniera quasi perfetta il
costume
del Bianconiglio di Tim Burton.
La risata
di Ian lo riportò alla realtà:<<
Beh Frankie…hai dimenticato la coda a
batuffolo! >> e tirò un pugno affettuoso sulla
spalla dell’altro che si
stava sistemando il piccolo bocciolo di rosa bianco
all’occhiello:<< Non
sei divertente Dorian Atelier, potevo farti vestire da Cappellaio Matto
ricordatelo >> Ian sorrise:<< Beh direi che
poco ci manca no? >>
e si sfiorò la giacca viola che aveva scelto personalmente,
poi tornando serio
continuò:<< Lia ti ama, moltissimo
>>
Mentre
Ian calmava lo sposo nella loro casa di famiglia, a qualcun altro era
toccato
il compito di tenere sotto controllo gli sbalzi d’umore di
un’ansiosa ed
eccitata Amélie Roux…
Infatti
nella suite dell’hotel dove la sposa si stava preparando
erano riunite praticamente
tutte le donne della famiglia: Kassie, Vic, Dorothée,
Elizabeth, Izzy, Blanche
e perfino Sophie, Cat e Dahlia:<< Sei splendida tesoro
mio,
davvero… >> e Kassandra guardò la
figlia mentre Victoire stava finendo di
acconciarle i capelli in quei boccoli fintamente spettinati che la
facevano
sembrare una fata…
<< Credi
davvero che mi stiano bene maman?
>>
domandò Lia con la voce ridotta ad un sussurro e Kassie
annuì mettendole una
mano sulla spalla lasciata nuda dal vestito:<< Sei
splendida amore mio e questo
vestito ti sta un incanto >> Lia si sfiorò il
tulle celeste che componeva
i vari strati del suo abito:<< Non so cosa sia preso a
François, quando mi
detto di voler organizzare lui il matrimonio pensavo scherzasse, ma
ora… >> << Ecco. Finito.
>> commentò Victoire facendole alzare
gli occhi verso lo specchio:<< Ma Vic…questa
è… >> e guardando la propria
faccia e i propri capelli Amélie rimase paralizzata tornado
con la mente a
molti anni prima quando, ancora quattordicenne, era ferma su un palco a
recitare la parte di Alice Kingsley:<< Frankie mi ha dato
una tua vecchia
foto e mi ha detto che dovevi essere esattamente uguale…ho
solo seguito i suoi
ordini >> ancora più perplessa Lia si
alzò in piedi guardando la sua
intera figura: i boccoli neri che le ricadevano sulla schiena, il
vestito
turchese con le spalle scoperte, i guanti senza dita in pizzo bianco
abbinati
alle scarpe tacco dodici, il cerchietto di brillanti che le riluceva in
testa
come tante piccole stelle…fece per dire qualcosa, ma poi la
sua mano, animata
da volontà propria, salì a sfiorarle il ciondolo
a forma di coniglio che
portava al collo e un sospiro le sfuggì dalle
labbra:<< C’è qualcosa che
non va Lia? >> le domandò Blanche
avvicinandosi e sorridendole con
amore:<< No Bree, va tutto bene >> poi
prima che qualsiasi donna
potesse aggiungere altro una voce maschile seguita da un lieve bussare
la bloccò:<< Possiamo?
Siete pronte? >> Amélie si voltò
verso la porta trovandovi suo padre e suo
fratello impeccabili nei loro smoking grigio fumo con una piccola rosa
bianca
all’occhiello:<<
Papà…Den…siete…siete
fantastici >> e lei si avvicinò
al suo eroe sorridendo:<< Tu sei meravigliosa
Amélie, sembri un
angelo >> commentò Adam Roux guardando la sua
bambina con un sorriso
mentre cercava di nuovo di ricordarsi che ormai la sua piccola Lia era
una
donna!
<< Sei
bellissima sorellina, fatti guardare >> e baciandole una
guancia Den la
fece girare su sé stessa per ammirarla meglio, poi alzando
gli occhi e
incrociando quelli della moglie aggiunse:<< Pronte
signore? La carrozza ci
aspetta >> Blanche scosse il capo avvicinandosi al
marito:<< Dove hai
lasciato AJ? >> Den le baciò piano le
labbra:<< Con tuo padre,
l’ultima volta che l’ho visto Jean gli stava
mettendo la cravatta >> Bree
sorrise e appoggiandosi al corpo solido di suo marito diede
un’ultima occhiata
alla piccola comitiva riunita:<< Noi andiamo, ci vediamo
in chiesa
Lia >>
Dieci
minuti dopo era lì, ferma davanti alla porta della
cattedrale a braccetto di
suo padre:<< Sei nervosa tesoro? >> le
domandò Adam con un
sorriso:<< Non esattamente… >>
mormorò Lia piano:<< Diciamo
curiosa…François ha organizzato tutto da solo e
non ha voluto dirmi nulla, non
so cosa aspettarmi >> pensando a quello che il giovane
Atelier aveva
preparato e avendo capito quello che lui aveva in mente Adam
sorrise:<< Oh
credo che ti piacerà tesoro mio, non devi avere paura
>> Lia lo guardò
spalancando gli occhi:<< Cioè tu lo sai? Sai
che cosa… >> ma allo
sguardo del padre Amélie capì:<< Lo
sapete tutti >> Adam fece
spallucce baciando la tempia della figlia:<< Lo abbiamo
aiutato a farlo
piccola, François voleva che tu avessi il tuo giorno
perfetto e ha coinvolto
tutta la famiglia >> sentendo suo padre riferirsi a tutti
loro come la
famiglia, un’unica grande famiglia e non Atelier o Roux o
Boucher, sorrise
dolce pensando che le era sempre piaciuto il modo in cui tutti loro si
comportavano, come se fossero sempre stati parte di una sola
entità nonostante
i cognomi diversi.
<< Le
piacerà vedrai >> e Ian poggiò una
mano sulla spalla di François mentre
lui guardava la navata della chiesa cosparsa di petali di rosa rossi e
bianchi:<< Non ho esagerato? Voglio dire Alice nel paese
delle meraviglie
è una fiaba per bambini e… >> ma
prima che lui potesse concludere la frase
l’organo cominciò a suonare e le porte di
Sainte-Croix si aprirono sulla sua
bellissima sposa.
Gli bastò
uno sguardo, un’occhiata a quel vestito di tulle turchese, a
quei boccoli neri
e quegli occhi zaffiro che cercavano i suoi per perdersi nei ricordi,
indugiò
ancora un po’ sul suo viso e le labbra di Amélie
si incurvarono in un dolce
sorriso: aveva capito quello che aveva fatto per lei.
Felice di
averle regalato quel piccolo angolo di paradiso François
attese in silenzio con
i nervi a fior di pelle che Adam Roux conducesse la sua adorata bambina
all’altare dove lui l’avrebbe fatta diventare sua
moglie.
Guardando
gli addobbi della chiesa Lia si chiese per un attimo se era capitata in
un sogno:
erano praticamente gli stessi addobbi o per lo meno erano molto simili;
François aveva praticamente ricreato la loro recita di Alice
nel Paese delle
Meraviglie all’interno della cattedrale.
Sbatté
appena le palpebre per ricacciare indietro le lacrime – Vic
l’avrebbe uccisa se
avesse rovinato il trucco prima della torta e delle foto –
poi sorridendo a suo
padre alzò gli occhi verso l’altare per cercare il
suo futuro sposo.
Quando lo
vide il suo cuore mancò un battito e un timido sorriso le
irradiò il viso: era
il suo Bianconiglio, François indossava un completo identico
a quello che da
ragazzino aveva messo per la recita a scuola e ora la stava guardando
esattamente come l’aveva guardata quella sera.
Di nuovo
Lia si chiese fin dove era disposto ad arrivare quell’uomo
meraviglioso per
amor suo, ma poi la navata finì e lei si ritrovò
sull’altare davanti al prete
con il suo principe azzurro che le stringeva la mano.
<< Hai
fatto tutto questo per me? >> gli domandò
mentre, soli sulla lussuosa
Porsche Panamera degli Atelier, si dirigevano alla tenuta di famiglia
dove si
sarebbe svolto il ricevimento:<< A cosa ti riferisci
signora
Atelier? >> le domandò lui cambiando la marcia
e voltandosi per rivolgerle
un veloce sorriso:<< A tutto: il mio vestito, il tuo
smoking, la
chiesa… >> << Sì
>> fu la semplice risposta di suo marito e lei
non poté fare altro che sentirsi amata e felice.
Quella
sera poi, soli nella camera padronale – come da tradizione di
famiglia –
François strinse a sé la sua dolce mogliettina e,
quando lei fece per togliersi
il vestito le fermò la mano sorridendo:<<
Aspetta…voglio guardarti ancora
un po’ con questo addosso >> e lasciandosi
invadere dai ricordi chinò le
labbra sulle sue nel primo vero bacio di quella
giornata:<< Mi sono
innamorata di te quella sera Lapin Blanc
>>
lui sorrise guardandola con tutto l’amore che gli faceva
battere il
cuore:<< Mi sono innamorato di
nuovo
di te quella sera >> lei lo guardò
curiosa:<< Come di nuovo? >>
Frankie annuì preparandosi a dirle una cosa che mai le aveva
rivelato in tutti
quegli anni insieme:<< Mi sono innamorato di te il primo
giorno di seconda
elementare, quando sei venuta a sederti sul gradini vicino a me
all’intervallo >> per un attimo anche Lia
ripensò a quel giorno:<< Ma
non abbiamo nemmeno parlato, eri arrabbiato con Ian, non volevi parlare
con
nessuno e… >> lui sorrise:<< E
tu ti sei seduta vicino a me facendomi
compagnia e aspettando che fossi pronto a parlare, è stato
in quel momento che
ho capito che avrei voluto passare tutta la mia vita con te al mio
fianco >>
Amélie rise abbracciandolo stretto:<< Beh
adesso ci sei riuscito no? Sono
tua moglie >> lui le baciò la
fronte:<< Sì, mia moglie >> lei
ricambiò quello sguardo d’amore:<<
Mio marito >>