Se c’era una cosa che
François aveva
imparato con il tempo era che Amélie aveva immancabilmente
preso quasi tutto da
suo padre: era incredibilmente caparbia, più testarda di un
mulo, intelligente
e furba, ma c’era una cosa che la sua Lia aveva
inevitabilmente preso da sua
madre: reggeva l’alcol peggio di un neonato!
La certezza di questa supposizione
arrivò la sera del 31 dicembre durante la consueta festa di
capo d’anno dove
tutta la loro famiglia si riuniva per festeggiare insieme
l’anno nuovo.
<< Hai intenzione di
startene
qui con quell’aria da cane bastonato ancora per molto
Frankie? >> lui alzò
gli occhi sentendo la voce allegra di suo cugino che, nonostante avesse
solamente quattordici anni come lui, teneva in mano un bicchiere di
vino rosso
e aveva un gran sorriso stampato in faccia:<< E quello
dove l’hai
preso? >> domandò indicando il
calice:<< Me lo ha concesso papà, ha
detto che almeno all’ultimo dell’anno posso fare
un’eccezione >> commentò
Dorian con un largo sorriso, anche se lui, di eccezioni di quel tipo,
ne faceva
anche durante tutto il resto dell’anno e senza
l’approvazione di suo padre!
Bevendo un sorso di Bordeaux Ian
tornò a guardarlo:<< Allora? Si può
sapere che hai? Stiamo festeggiando,
siamo tutti di là, Lia è di là e tu
sei qui, come un idiota, a fare il
guastafeste >> François alzò gli
occhi intravedendo la figura sottile di
Amélie attraverso la porta a vetri che dava sul patio
coperto di casa
sua:<< Lo so, mi sento un idiota ma non ce la faccio a
venire di là e fare
finta che vada tutto bene >> capendo che qualcosa doveva
aver sconvolto il
suo caro cuginetto Ian gli si sedette affianco sul tavolo della
cucina:<< Andiamo sfogati Frankie, di’ al caro
vecchio Ian cos’è che ti
angustia… >> e con fare pomposo gli
poggiò una mano sulla
spalla:<< Oh non fare l’idiota Ian!
>> sbottò l’altro acido, poi
guardando ancora Lia aggiunse triste:<< Oggi io e
papà eravamo in centro,
l’ho accompagnato a prendere il vino per questa sera
>> Dorian rimase in
silenzio aspettando che lui continuasse:<< Eravamo appena
usciti dal
negozio quando ho chiesto a papà se potevo passare in
libreria, volevo prendere
un regalo per Izzy e sai che lei adora leggere e mi piaceva
l’idea di prenderle
qualcosa così, senza motivo… >> ok
la stava tirando decisamente in lungo,
che cosa diavolo gli era successo?
<< Quando siamo
entrati nel
negozio sono andato a prendere un libro di Nicolas Barreau che avevo
visto
qualche giorno prima ed è allora che li ho visti
>> << Visti
chi? >> chiese Dorian al limite della
pazienza:<< Lia >>
specificò François come se il cugino non
capisse:<< Lia e quel pallone
gonfiato di Andrè Cézanne >>
riconoscendo il nome del loro abbastanza
popolare compagno di classe Dorian capì che cosa aveva
turbato suo cugino: il
buon vecchio Andrè Cézanne aveva una fila di
corteggiatrici lunga chilometri e
se Amélie Roux era tra di loro allora…
<< Ma che cosa
stavano facendo?
Lia non mi è mai sembrata interessata a Cézanne,
poi lui adesso non sta uscendo
con Valentine, l’amica di Amélie? >>
Frankie fece spallucce:<< Non so
che dirti, erano lì che ridevano mentre guardavano i libri,
parlavano di una
vacanza in montagna, di un appuntamento…quel tizio ha anche
insistito per
pagare il libro che lei aveva scelto… >>
<< Magari hai frainteso
Frankie, forse si sono trovati lì per caso e…
>> << Se ne sono andati
insieme! Lui l’ha invitata a bere qualcosa e Lia ha
accettato! La teneva sempre
vicino a sé! Dio mi è venuto da vomitare!
>> prima che Dorian potesse
aprire bocca e rispondere di nuovo una voce angelica bloccò
entrambi facendoli
voltare verso la porta:<< Va tutto bene
François? >> lui alzò gli
occhi e guardando quelli blu di Amélie notò che
erano leggermente lucidi, lei
teneva ancora in mano il bicchiere di spumante che zio Serge aveva
distribuito
a tutti ed era ancora pieno per metà, sorrise pensando che
per lei sarebbe
stato meglio non bere del tutto:<< Sì, va
tutto a meraviglia
Amélie >> sentendosi chiamare così
la ragazza fece una piccola smorfia con
le labbra e avanzò nella grande cucina color
prugna:<< Odio quando mi
chiami Amélie >> buttò fuori poi
guardandolo fisso negli occhi, capendo
che quei due finalmente stavano giungendo ad una svolta Dorian
lasciò la cucina
senza preoccuparsi dello sguardo omicida del suo adorato cuginetto.
<< Mi stai ascoltando
François? >> lui fece
spallucce:<< Dov’è il problema se ti
chiamo
Amélie? >> le rispose acido ripensando a
quando quel pomeriggio aveva
sentito quell’idiota di Cézanne chiamarla Lia, dio
solo i suoi più cari amici
la chiamavano così, lui aveva cominciato a chiamarla
così quando erano solo
bambini!
Guardò di nuovo la
ragazza che da
molti anni ormai teneva in pugno il suo cuore e la vide poggiare il
bicchiere
sul ripiano in granito prima di tornare a
fronteggiarlo:<< È un problema
perché mi hai sempre chiamata Lia, mi chiami
Amélie solo quando sei arrabbiato
con me e io non ho fatto niente di male stavolta >> come
poteva dirlo con
tutta quella calma? Certo lei non lo aveva visto, ma come poteva dire
di non
aver fatto niente di male dopo il modo in cui si era comportata quel
pomeriggio? Non nei suoi confronti chiaramente dal momento che Lia
nemmeno
immaginava quanto lui la amasse, ma la sua amica Valentine usciva con
quell’idiota e di sicuro ci sarebbe rimasta male vedendola
con André:<< Ti
ho vista sai…è inutile che fingi >>
lei incrociò le braccia sul petto
fulminandolo con lo sguardo, dio impazziva per quegli occhi zaffiro
così
espressivi, erano come due specchi sull’anima di lei, anima
che solo lui era in
grado di leggere:<< Mi hai vista dove
François? >> aveva quella
deliziosa boccuccia arricciata e lui stava morendo dalla voglia di
baciargliela, dio possibile che fosse bellissima ed irresistibile anche
arrabbiata a morte con lui? Era un caso disperato, Ian aveva ragione!
<< Oggi. In libreria.
Con Cézanne >>
le rispose poi mettendo più enfasi sul nome di quel coglione
a cui avrebbe
spaccato la faccia se lo avesse visto più vicino ad
Amélie del dovuto.
Stava per riprendere a parlare
quando
la calda risata di lei lo fece imbestialire:<< E allora?
>> gli
domandò mettendosi una mano sulla bocca per fermare
l’ennesima risata:<< E
allora? A parte il fatto che è un coglione, esce con la tua
amica, ti sembra
bello frequentare il fidanzato della tua amica o magari la cosa
è eccitante per
te? Ti diverte giocare a fare l’amante? >> non
voleva essere così meschino
e non voleva dirle quelle cose, ma davvero il pensiero di loro due
insieme gli
rendeva difficile ragionare con calma, la gelosia lo stava divorando
dentro!
Lo schiaffo di Lia
arrivò prima
ancora che lui potesse rendersi conto che lei aveva alzato il
braccio:<< Sei un idiota François Atelier!
>> lui la guardò in
faccia, gli occhi di Lia erano ancora lucidi, ma stavolta erano
lacrime:<< Amélie io…
>> ma le labbra di lei avevano iniziato a
tremare per i singhiozzi che cercava di trattenere:<< Sei
un idiota e hai
rovinato tutto! >> poi girandosi corse in salone
attraversandolo e
arrivando fino alla porta di casa spalancandola e uscendo.
<<
Amélie…ma cosa… >> e sia
Denis che Adam guardarono la giovane uscire nella fredda notte del 31
dicembre
senza cappotto:<< Ci penso io zio Adam, è
colpa mia e… >> si
giustificò François con un piccolo sorriso,
fortunatamente nessuno aveva
sentito il suo piccolo dibattito con Lia o adesso non sarebbe stato in
grado di
parlare dal momento che Den lo avrebbe ucciso!
La trovò in strada poco
lontano dal
portone di casa che si stringeva le mani sulle braccia per tenersi
calda, senza
fiatare le si avvicinò e le mise la propria giacca sulle
spalle:<< Congelerai >> rispose alla muta e
astiosa domanda negli
occhi di lei:<< Adesso ti interessa come sto?
>> gli domandò piano facendo
uscire una piccola nuvola di vapore dalla propria bocca, faceva un
freddo cane
quella sera, ma lo scenario di Parigi illuminata a festa era
meraviglioso anche
lì, in quella stradina deserta dove gli unici rumori
provenivano dai
festeggiamenti nel vicino Lapin Agile:<<
Non
dovevo dirti quelle cose, mi dispiace Lia, ma io…quando ti
ho vista con lui…io
non… >> lei sospirò
triste:<< Potevi chiedermi cos’era successo
François, ti credevo mio amico >>
<< Io sono tuo amico >> le
ricordò accigliato:<< No, non lo sei. Sei
giunto alle tue conclusioni
senza chiedermi niente, non ti sei fidato abbastanza di me, hai pensato
subito
che avessi una tresca con quel coglione di Cézanne
>> poi lasciandosi
scivolare un po’ tra le braccia di lui che erano ancora ferme
sulle sue spalle
e sulla giacca aggiunse mesta:<< Non mi piace litigare
con te >> lui
sorrise piano:<< Non piace nemmeno a me >>
poi accarezzandole
dolcemente la schiena aggiunse:<< Manca poco a
mezzanotte, torniamo su,
dopo parleremo con calma >> lei annuì senza
fiatare e tornarono alla festa
dove Frankie si prese una piccola strigliata inventando una scusa alla
bell’e
meglio su cosa poteva essere successo tra di loro:<< Non
provare a far
soffrire la mia sorellina François, sono stato chiaro?
>> fu l’ultima minaccia
velata di Denis, ma lui sorrise stringendo appena Lia a sé,
non avrebbe mai
fatto nulla per far soffrire il suo angelo bruno, la amava troppo.
<< Ci siamo! Manca
poco! Papà
mancano venti secondi! >> e saltellando come un piccolo
cucciolo felice
Izzy si avvicinò a Jean con un gran sorriso mentre lo
schermo sulla Tour Eiffel
che si vedeva in lontananza e che era anche sul maxischermo del
soggiorno aveva
iniziato il suo conto alla rovescia alla mezzanotte.
Cominciarono tutti a contare con le
facce sorridenti e i bicchieri in mano pronti al
brindisi:<< Dieci >>
François
cercò Lia con lo
sguardo:<< Nove >>
La trovò sulla porta del
soggiorno
che dava sulla terrazza, un po’ separata dagli
altri:<< Otto >>
Prese il proprio bicchiere e
cominciò
ad incamminarsi verso di lei:<< Sette >>
Lei alzò lo sguardo e
incatenò gli
occhi ai suoi:<< Sei >>
Stava per avvicinarsi e prenderle
una
mano quando Lia si voltò rientrando in casa:<<
Cinque >>
Incapace di fare altrimenti la
seguì
come una falena segue la luce:<< Quattro >>
Lei rientrò in cucina
poggiando il
proprio bicchiere ormai vuoto sul tavolo:<< Tre
>>
Lui la guardò dalla
soglia togliersi
la sua giacca che ancora portava:<< Due >>
La guardò voltarsi verso
di lui e
sorridergli, fece per aprire bocca, ma lei si avvicinò
alzando un dito sulle sue
labbra per zittirlo:<< Uno >>
Le mani di Lia erano sulle sue
guance
e lei era in punta di piedi con il viso e le labbra ad un soffio da
lui:<< Zero >>
Sentì le voci del resto
della
famiglia sul terrazzo che si scambiava gli auguri ed esultava felice,
ma le sue
labbra erano bloccate da quelle di Amélie e lui non era in
grado di fare niente
se non baciarla a sua volta assaporando quel suo gusto di fragola che
gli stava
mandando in tilt il cervello!
Pochi secondi dopo
Amélie lo lasciò
guardandolo come se avesse appena scoperto la luna:<< Sei
tu… >> gli
bisbigliò poi accarezzandogli il collo e il petto, lui stava
per chiederle a
cosa si riferiva, ma la voce allegra di Denis seguita da quella di
Serge e Jean
interruppe il momento e poi tutto il resto della compagnia
rientrò in casa.
Lui guardò Lia per
un’ultima volta e
lei ricambiò il suo sorriso stringendogli la mano, poi come
se non lo avesse
appena baciato pochi attimi prima si sollevò sulle punte
baciandogli una
guancia con una piccola risata:<< Buon anno Frankie!
>> gli sussurrò
poi all’orecchio prima di correre tra le braccia di suo
fratello.
François avrebbe
scoperto solamente
il mattino dopo che Lia non ricordava niente di quel bacio a causa
dello
champagne che le aveva dato la forza di farlo, ma anche la
possibilità di
dimenticare; François avrebbe scoperto solo alcuni mesi
dopo, al termine di una
stupida recita di Alice nel paese delle meraviglie, che cosa
significava quel sei tu sussurrato
a mezza voce: era
l’inizio di una frase sei tu quello che voglio,
quando Lia glielo aveva ridetto aveva capito e finalmente si era
sentito l’uomo
più felice del mondo!