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Autore: Grimilde Deveraux    19/12/2015    0 recensioni
Un altro piccolo racconto con Lia e Frankie come protagonisti...stavolta a fare da sfondo c'è la magnifica Parigi la notte dell'ultimo dell'anno e qualche bicchiere di champagne.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Se c’era una cosa che François aveva imparato con il tempo era che Amélie aveva immancabilmente preso quasi tutto da suo padre: era incredibilmente caparbia, più testarda di un mulo, intelligente e furba, ma c’era una cosa che la sua Lia aveva inevitabilmente preso da sua madre: reggeva l’alcol peggio di un neonato!

La certezza di questa supposizione arrivò la sera del 31 dicembre durante la consueta festa di capo d’anno dove tutta la loro famiglia si riuniva per festeggiare insieme l’anno nuovo.

<< Hai intenzione di startene qui con quell’aria da cane bastonato ancora per molto Frankie? >> lui alzò gli occhi sentendo la voce allegra di suo cugino che, nonostante avesse solamente quattordici anni come lui, teneva in mano un bicchiere di vino rosso e aveva un gran sorriso stampato in faccia:<< E quello dove l’hai preso? >> domandò indicando il calice:<< Me lo ha concesso papà, ha detto che almeno all’ultimo dell’anno posso fare un’eccezione >> commentò Dorian con un largo sorriso, anche se lui, di eccezioni di quel tipo, ne faceva anche durante tutto il resto dell’anno e senza l’approvazione di suo padre!

Bevendo un sorso di Bordeaux Ian tornò a guardarlo:<< Allora? Si può sapere che hai? Stiamo festeggiando, siamo tutti di là, Lia è di là e tu sei qui, come un idiota, a fare il guastafeste >> François alzò gli occhi intravedendo la figura sottile di Amélie attraverso la porta a vetri che dava sul patio coperto di casa sua:<< Lo so, mi sento un idiota ma non ce la faccio a venire di là e fare finta che vada tutto bene >> capendo che qualcosa doveva aver sconvolto il suo caro cuginetto Ian gli si sedette affianco sul tavolo della cucina:<< Andiamo sfogati Frankie, di’ al caro vecchio Ian cos’è che ti angustia… >> e con fare pomposo gli poggiò una mano sulla spalla:<< Oh non fare l’idiota Ian! >> sbottò l’altro acido, poi guardando ancora Lia aggiunse triste:<< Oggi io e papà eravamo in centro, l’ho accompagnato a prendere il vino per questa sera >> Dorian rimase in silenzio aspettando che lui continuasse:<< Eravamo appena usciti dal negozio quando ho chiesto a papà se potevo passare in libreria, volevo prendere un regalo per Izzy e sai che lei adora leggere e mi piaceva l’idea di prenderle qualcosa così, senza motivo… >> ok la stava tirando decisamente in lungo, che cosa diavolo gli era successo?

<< Quando siamo entrati nel negozio sono andato a prendere un libro di Nicolas Barreau che avevo visto qualche giorno prima ed è allora che li ho visti >> << Visti chi? >> chiese Dorian al limite della pazienza:<< Lia >> specificò François come se il cugino non capisse:<< Lia e quel pallone gonfiato di Andrè Cézanne >> riconoscendo il nome del loro abbastanza popolare compagno di classe Dorian capì che cosa aveva turbato suo cugino: il buon vecchio Andrè Cézanne aveva una fila di corteggiatrici lunga chilometri e se Amélie Roux era tra di loro allora…

<< Ma che cosa stavano facendo? Lia non mi è mai sembrata interessata a Cézanne, poi lui adesso non sta uscendo con Valentine, l’amica di Amélie? >> Frankie fece spallucce:<< Non so che dirti, erano lì che ridevano mentre guardavano i libri, parlavano di una vacanza in montagna, di un appuntamento…quel tizio ha anche insistito per pagare il libro che lei aveva scelto… >> << Magari hai frainteso Frankie, forse si sono trovati lì per caso e… >> << Se ne sono andati insieme! Lui l’ha invitata a bere qualcosa e Lia ha accettato! La teneva sempre vicino a sé! Dio mi è venuto da vomitare! >> prima che Dorian potesse aprire bocca e rispondere di nuovo una voce angelica bloccò entrambi facendoli voltare verso la porta:<< Va tutto bene François? >> lui alzò gli occhi e guardando quelli blu di Amélie notò che erano leggermente lucidi, lei teneva ancora in mano il bicchiere di spumante che zio Serge aveva distribuito a tutti ed era ancora pieno per metà, sorrise pensando che per lei sarebbe stato meglio non bere del tutto:<< Sì, va tutto a meraviglia Amélie >> sentendosi chiamare così la ragazza fece una piccola smorfia con le labbra e avanzò nella grande cucina color prugna:<< Odio quando mi chiami Amélie >> buttò fuori poi guardandolo fisso negli occhi, capendo che quei due finalmente stavano giungendo ad una svolta Dorian lasciò la cucina senza preoccuparsi dello sguardo omicida del suo adorato cuginetto.

<< Mi stai ascoltando François? >> lui fece spallucce:<< Dov’è il problema se ti chiamo Amélie? >> le rispose acido ripensando a quando quel pomeriggio aveva sentito quell’idiota di Cézanne chiamarla Lia, dio solo i suoi più cari amici la chiamavano così, lui aveva cominciato a chiamarla così quando erano solo bambini!

Guardò di nuovo la ragazza che da molti anni ormai teneva in pugno il suo cuore e la vide poggiare il bicchiere sul ripiano in granito prima di tornare a fronteggiarlo:<< È un problema perché mi hai sempre chiamata Lia, mi chiami Amélie solo quando sei arrabbiato con me e io non ho fatto niente di male stavolta >> come poteva dirlo con tutta quella calma? Certo lei non lo aveva visto, ma come poteva dire di non aver fatto niente di male dopo il modo in cui si era comportata quel pomeriggio? Non nei suoi confronti chiaramente dal momento che Lia nemmeno immaginava quanto lui la amasse, ma la sua amica Valentine usciva con quell’idiota e di sicuro ci sarebbe rimasta male vedendola con André:<< Ti ho vista sai…è inutile che fingi >> lei incrociò le braccia sul petto fulminandolo con lo sguardo, dio impazziva per quegli occhi zaffiro così espressivi, erano come due specchi sull’anima di lei, anima che solo lui era in grado di leggere:<< Mi hai vista dove François? >> aveva quella deliziosa boccuccia arricciata e lui stava morendo dalla voglia di baciargliela, dio possibile che fosse bellissima ed irresistibile anche arrabbiata a morte con lui? Era un caso disperato, Ian aveva ragione!

<< Oggi. In libreria. Con Cézanne >> le rispose poi mettendo più enfasi sul nome di quel coglione a cui avrebbe spaccato la faccia se lo avesse visto più vicino ad Amélie del dovuto.

Stava per riprendere a parlare quando la calda risata di lei lo fece imbestialire:<< E allora? >> gli domandò mettendosi una mano sulla bocca per fermare l’ennesima risata:<< E allora? A parte il fatto che è un coglione, esce con la tua amica, ti sembra bello frequentare il fidanzato della tua amica o magari la cosa è eccitante per te? Ti diverte giocare a fare l’amante? >> non voleva essere così meschino e non voleva dirle quelle cose, ma davvero il pensiero di loro due insieme gli rendeva difficile ragionare con calma, la gelosia lo stava divorando dentro!

Lo schiaffo di Lia arrivò prima ancora che lui potesse rendersi conto che lei aveva alzato il braccio:<< Sei un idiota François Atelier! >> lui la guardò in faccia, gli occhi di Lia erano ancora lucidi, ma stavolta erano lacrime:<< Amélie io… >> ma le labbra di lei avevano iniziato a tremare per i singhiozzi che cercava di trattenere:<< Sei un idiota e hai rovinato tutto! >> poi girandosi corse in salone attraversandolo e arrivando fino alla porta di casa spalancandola e uscendo.

<< Amélie…ma cosa… >> e sia Denis che Adam guardarono la giovane uscire nella fredda notte del 31 dicembre senza cappotto:<< Ci penso io zio Adam, è colpa mia e… >> si giustificò François con un piccolo sorriso, fortunatamente nessuno aveva sentito il suo piccolo dibattito con Lia o adesso non sarebbe stato in grado di parlare dal momento che Den lo avrebbe ucciso!

 

La trovò in strada poco lontano dal portone di casa che si stringeva le mani sulle braccia per tenersi calda, senza fiatare le si avvicinò e le mise la propria giacca sulle spalle:<< Congelerai >> rispose alla muta e astiosa domanda negli occhi di lei:<< Adesso ti interessa come sto? >> gli domandò piano facendo uscire una piccola nuvola di vapore dalla propria bocca, faceva un freddo cane quella sera, ma lo scenario di Parigi illuminata a festa era meraviglioso anche lì, in quella stradina deserta dove gli unici rumori provenivano dai festeggiamenti nel vicino Lapin Agile:<< Non dovevo dirti quelle cose, mi dispiace Lia, ma io…quando ti ho vista con lui…io non… >> lei sospirò triste:<< Potevi chiedermi cos’era successo François, ti credevo mio amico >> << Io sono tuo amico >> le ricordò accigliato:<< No, non lo sei. Sei giunto alle tue conclusioni senza chiedermi niente, non ti sei fidato abbastanza di me, hai pensato subito che avessi una tresca con quel coglione di Cézanne >> poi lasciandosi scivolare un po’ tra le braccia di lui che erano ancora ferme sulle sue spalle e sulla giacca aggiunse mesta:<< Non mi piace litigare con te >> lui sorrise piano:<< Non piace nemmeno a me >> poi accarezzandole dolcemente la schiena aggiunse:<< Manca poco a mezzanotte, torniamo su, dopo parleremo con calma >> lei annuì senza fiatare e tornarono alla festa dove Frankie si prese una piccola strigliata inventando una scusa alla bell’e meglio su cosa poteva essere successo tra di loro:<< Non provare a far soffrire la mia sorellina François, sono stato chiaro? >> fu l’ultima minaccia velata di Denis, ma lui sorrise stringendo appena Lia a sé, non avrebbe mai fatto nulla per far soffrire il suo angelo bruno, la amava troppo.

<< Ci siamo! Manca poco! Papà mancano venti secondi! >> e saltellando come un piccolo cucciolo felice Izzy si avvicinò a Jean con un gran sorriso mentre lo schermo sulla Tour Eiffel che si vedeva in lontananza e che era anche sul maxischermo del soggiorno aveva iniziato il suo conto alla rovescia alla mezzanotte.

Cominciarono tutti a contare con le facce sorridenti e i bicchieri in mano pronti al brindisi:<< Dieci >>

François cercò Lia con lo sguardo:<< Nove >>

La trovò sulla porta del soggiorno che dava sulla terrazza, un po’ separata dagli altri:<< Otto >>

Prese il proprio bicchiere e cominciò ad incamminarsi verso di lei:<< Sette >>

Lei alzò lo sguardo e incatenò gli occhi ai suoi:<< Sei >>

Stava per avvicinarsi e prenderle una mano quando Lia si voltò rientrando in casa:<< Cinque >>

Incapace di fare altrimenti la seguì come una falena segue la luce:<< Quattro >>

Lei rientrò in cucina poggiando il proprio bicchiere ormai vuoto sul tavolo:<< Tre >>

Lui la guardò dalla soglia togliersi la sua giacca che ancora portava:<< Due >>

La guardò voltarsi verso di lui e sorridergli, fece per aprire bocca, ma lei si avvicinò alzando un dito sulle sue labbra per zittirlo:<< Uno >>

Le mani di Lia erano sulle sue guance e lei era in punta di piedi con il viso e le labbra ad un soffio da lui:<< Zero >>

Sentì le voci del resto della famiglia sul terrazzo che si scambiava gli auguri ed esultava felice, ma le sue labbra erano bloccate da quelle di Amélie e lui non era in grado di fare niente se non baciarla a sua volta assaporando quel suo gusto di fragola che gli stava mandando in tilt il cervello!

Pochi secondi dopo Amélie lo lasciò guardandolo come se avesse appena scoperto la luna:<< Sei tu… >> gli bisbigliò poi accarezzandogli il collo e il petto, lui stava per chiederle a cosa si riferiva, ma la voce allegra di Denis seguita da quella di Serge e Jean interruppe il momento e poi tutto il resto della compagnia rientrò in casa.

Lui guardò Lia per un’ultima volta e lei ricambiò il suo sorriso stringendogli la mano, poi come se non lo avesse appena baciato pochi attimi prima si sollevò sulle punte baciandogli una guancia con una piccola risata:<< Buon anno Frankie! >> gli sussurrò poi all’orecchio prima di correre tra le braccia di suo fratello.

François avrebbe scoperto solamente il mattino dopo che Lia non ricordava niente di quel bacio a causa dello champagne che le aveva dato la forza di farlo, ma anche la possibilità di dimenticare; François avrebbe scoperto solo alcuni mesi dopo, al termine di una stupida recita di Alice nel paese delle meraviglie, che cosa significava quel sei tu sussurrato a mezza voce: era l’inizio di una frase sei tu quello che voglio, quando Lia glielo aveva ridetto aveva capito e finalmente si era sentito l’uomo più felice del mondo!

   
 
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