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Autore: SynysterIsTheWay    20/12/2015    5 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Chiedo perdono ma per qualche strano motivo non mi carica l'immagine che fa da sfondo alla storia. Mi scuso per il disagio"

10° You'll follow me down.














 
"Non fidarti mai di me,domani non ci sarò più,
sono uno che crede di volare e finisce per scappare per non strisciare o stare al passo del mondo.
Non fidarti, siamo uomini sbagliati noi, confondiamo la fantasia e la menzogna e sogniamo solo fuori dalle lenzuola.
Abbiamo una strada che ci chiama sempre e un cuore che non sa aspettare mai...fuoco nei polmoni e alcool nelle ferite 
che portiamo come vestiti di gala e non sai mai quanto sono vere e quanto romanzate.
Non fidarti, non ti amerò per sempre e finché lo farò sarà peggio per entrambi e qualcuno pagherà il biglietto per vederti così bella da lontano
come il mare da bambino...persa in fondo alla mia voce, alle mie poche note incerte, alla nostra illusione suicida 
che non sia tradire...tradire a carte scoperte.
Non fidarti mai di me, tieniti gli scherzi con la neve, le risate fuori scuola, i disegni sulla schiena, i sogni sopra la soglia di povertà,
due nuvole a forma di dogana, un viaggio a fanculo e uno a Lisbona.
Una lettera a un grillo, una a una sirena...una telefonata senza il coraggio di andarsene, una favola sotto stupefacenti,
l'amore per gli ultimi in fila, una pausa al posto di una rima, un errore al posto di una certezza, uno schiaffo ai vent'anni, una carezza, i miei danni, 
la tenerezza di chi non si sa trovare mai, ma, perdersi tra speranza e vendetta.
Fuoco, carta e cenere con in mano solo una canzone per ogni scusa. Non mi cambierai, non provarci e non fidarti. 
Ti farò solo del male più di quanto faccia a me.
Scoprire così tardi di essere molto peggio di tutto quello che ho da lasciare."
(Lo stato sociale)





















Aria si svegliò di prima mattina con i capelli più arruffati del solito
che le coprivano metà viso e le ginocchia sul pavimento, perché la sveglia
era stata così assordante da metterla al tappeto.
Le aspettava un'altra giornata terribile e sapeva bene che se quel tonto di Gates si sarebbe
presentato ancora in ritardo per la punizione, gliene avrebbe dette ancora di santa ragione.
Si alzò dal pavimento freddo barcollando e giungendo poi in bagno per lavarsi il viso
ed i denti.
Dopo aver fatto il tutto, ritornò nella sua camera e si vestì con velocità capendo di essere
in ritardo per una nuova giornata scolastica.
Prima di uscire di casa, prese due pancakes tra le mani e se li buttò in bocca masticandoli
con difficoltà.
Sua madre la osservava sconvolta, sorridendole leggermente e sorseggiando il suo caffè in piena
tranquillità.
-Io vado mamma, a stasera!- Esclamò Aria, con la bocca piena.
-Oh, tesoro, aspetta!- Le disse sua madre, posizionando la tazza di caffè sul tavolo della cucina.
-Sì? C'è qualcosa che devi dirmi?- Domandò la giovane, inarcando un sopracciglio.
-Volevo dirti che questa sera tornerò un po' più tardi. Ho accettato un nuovo lavoro per poter
pagare tutte le bollette...- Rispose la donna mentre le rughe sul suo viso diventavano sempre più profonde.
-Ma mamma...e il lavoro alla scuola materna?- 
-Ho deciso di abbandonarlo perché la paga era davvero misera. Ma con questo nuovo lavoro possiamo permetterci
di pagare tutto ciò che dobbiamo e siamo coperte anche a fine mese.-
-Che lavoro?-
-Faccio la donna delle pulizie in una villa qui ad Huntington Beach. Mi pagano bene e faccio il turno
dal pomeriggio fino a tarda notte.-
-Sicura che ti pagano bene, mamma?-
-Certo, si bisogna pur vivere, no?-
-Ti voglio bene.- Disse Aria a sua madre, abbracciandola forte.
-Anche io te ne voglio tesoro.- Mormorò la donna, stringendo sua figlia con orgoglio.
-Adesso vado o farò tardi. En mi sta aspettando.-
-Salutami quel marmocchio e comportati bene, ti raccomando!-
-Certo! Ciao ma'!- Continuò la giovane, chiudendosi la porta di casa alle spalle e sentendosi
pienamente orgogliosa di quella che era sua madre.
Avrebbe fatto di tutto pur di non farle mancare niente e lei cercava di renderla fiera con il suo
ottimo rendimento scolastico.
In estate si sarebbe data da fare e al posto di farsi una vacanza da sogno sarebbe andata a lavorare
in qualche bar per aiutare sua madre con le spese.
Erano davvero brutti tempi per Huntington Beach.


















***















-E così, tua madre ha trovato un nuovo lavoro, eh?- Le domandò En, sedendosi al fianco della sua migliore
amica, in sala mensa.
-Sì. Adesso lavora come donna delle pulizie in una villa.- Rispose Aria, posizionando il suo vassoio colmo
di cibo sul tavolo.
-In una villa? Che villa?- Le domandò di rimando il ragazzo, strabuzzando gli occhi.
-Non ne ho idea ma mi ha detto che la pagano bene. Mi auguro che sia realmente così...-
-Vedrai che le cose si aggiusteranno presto, piccola. Te piuttosto, com'è andata ieri con quel deficente?-
-E' andata. Ma oggi mi sente se arriverà di nuovo in ritardo!-
-Se la prende anche con comodo, eh?-
-Ovviamente. Si crede uno studente privilegiato ma non ha ancora ben capito che in questo caso
dovrà essere più che puntuale.-
-Dovrete cercare di andare d'accordo...la vedo un po' tragica.-
-Io non credo si possa andare d'accordo con uno come Brian, ma fa lo stesso.-
Aria mangiava con gusto la sua fetta di pizza mentre En addentava un panino con chilli e formaggio.
Sembrava tutto così tranquillo, fin quando, qualcuno non le si avvicinò facendola sussultare.
-Aria, amica mia!- Urlò Val, sedendosi al fianco della ragazza e facendola quasi strozzare con il cibo.
-Val, mi hai spaventata!- Disse Aria a voce bassa.
-Ma che dici? Allora posso pranzare con voi?- Domandò la ragazza con fare raggiante e solare.
-Veramente noi...-
-Grazie allora, pranziamo tutti insieme.- Continuò la bionda senza far finire di parlare En
che avrebbe voluto opporsi.
-Dunque...com'è andato il tuo primo giorno di punizione con quel disgraziato di Gates?- Domandò di rimando
Valary, addentando anche lei una fetta di pizza con i peperoni.
-Direi che non posso lamentarmi... apparte il suo ritardo.- Rispose Aria con tranquillità.
-Che idiota! Ha una bella ragazza come te ad aspettarlo e arriva anche in ritardo!-
-Si può sapere cosa stai cercando di fare, Valary Dibenedetto?!- Sbottò improvvisamente En, contro la ragazza.
-En...ma cosa...- Provò a dire Aria, zittendosi nel vedere il ragazzo guardare Val in cagnesco.
-Io? Assolutamente niente.- Rispose la ragazza con sincerità.
-Stai facendo di tutto pur di portarla tra le braccia di quel pezzo di merda! Me la stai rovinando! 
La porti a delle feste e la fai anche ubriacare!-

-En, adesso basta, ti prego.- Lo pregava Aria, prendendolo da un braccio.
-Puoi pensarla come vuoi, Ridgby. Secondo me tu non sopporti solo il fatto che Aria stia conoscendo
nuove realtà che siano al di fuori di ciò che sei tu.-
Ribatté acida Valary, zittendo improvvisamente il ragazzo
che non osò neanche dire una sola parola di troppo.
-Adesso basta, vi prego, non fate così. En...Valary è una mia amica e mi vuole bene. Val...En
resterà sempre il mio migliore amico, okay? Quindi adesso smettetela di accusarvi a vicenda e comportatevi
da persone civili. Vi prego.- En e Valary annuirono senza troppi complimenti alle parole della giovane e ricominciarono
a mangiare con tranquillità senza mandarsi frecciatine.
-Comunque sia, volevo dirti che ci sarò anch'io al campeggio questo weekend. Sono sicura che ci divertiremo
da matti!-
-Oh...beh, lo spero tanto.-
-Tranne per gli insetti ovviamente. Ed i serpenti.-
-Serpenti?!-
-Beh, che cosa ti aspetti? Dovremmo prepararci al peggio, amica mia!-
-Sarò fierissimo di metterti un serpente nella tenda, Valary.- Disse En, sorridendole con aria di sfida.
-Ma che gentile che sei En...-
-Ragazzi, non ricominciate, dai!-
-Okay.- Dissero Val e En in coro mentre Aria scoppiò a ridere per la situazione strana che si stava creando.
Lei che era diventata amica di una delle ragazze più popolari della scuola, che, era addirittura fidanzata
con il cantante degli Avenged Sevenfold ed era uno dei più cari amici di Brian.
Come erano cambiate le cose.
Nel frattempo, Brian e i ragazzi erano entrati nella sala mensa con il loro solito fare da bulli ed avevano
costretto dei ragazzi un po' più deboli ad alzarsi dal tavolo in cui erano soliti pranzare.
I ragazzi più deboli lasciarono subito il tavolo agli Avenged Sevenfold e tutti gli studenti osservarono
la scena con ammirazione.
Poi, qualcun altro si avvicinò ad Aria con un po' di timidezza.
-Ciao...Aria.- Disse un ragazzo del suo stesso anno, torturandosi le mani ed aggiustandosi
gli occhiali sul naso.
-Ciao Blake! Vuoi unirti a noi?- Domandò la ragazza con allegria, sorridendo al ragazzo
che arrossì di colpo.
-N-no.- Balbettò Blake, un tipino dagli occhi azzurri e i capelli castani abbastanza lunghi.
-Perché no? Dai, facci compagnia!- Insistì la giovane con tranquillità.
Aria e Blake si conoscevano perché avevano un sacco di corsi in comune.
-No, davvero Aria, ti ringrazio. Volevo solo...chiederti una cosa.- Continuò il giovane, diventando
rosso come un pomodoro e dondolando i piedi sul pavimento di continuo.
-Dimmi!-
-Ehm, ecco...io volevo chiederti se questa sera sei libera perché...ho due biglietti per uno spettacolo
teatrale e mi piacerebbe vederlo con te.-
Sussurrò il ragazzo con timidezza, attendendo con ansia
una risposta da parte di Aria che sembrava essere piuttosto titubante.
Nonostante l'aria da nerd, Blake sembrava davvero un caro ragazzo ed era anche molto carino e gentile.
-Mm, sì, si può fare!- Accettò la giovane, sconvolgendo sia Val che En.
-Davvero? Wow, non posso crederci! Ci vediamo direttamente lì allora per le otto?-
-Perfetto. Così avrò anche tempo di scontare la mia punizione serale.-
-Grande! A stasera allora!-
-Ciao Blake!- 
Blake si allontanò dal tavolo con allegria, saltellando ovunque con felicità.
-Aria, si può sapere cosa diavolo stai facendo?!- La rimproverò Val, dandole una pacca sulla spalla.
-Perché? Cos'ho fatto di male?- Domandò poi Aria, inarcando un sopracciglio.
-E glielo chiedi anche? Perché proprio Blake?- Ribatté En, infastidito.
-A me sembra un bravo ragazzo. Poi, non c'è niente di male ad andare a vedere uno spettacolo
insieme ed io ho proprio bisogno di distrarmi un po'.-
-Non è così che dimenticherai Brian, mettitelo bene in testa, scema.- Continuò Valary, provocando
una certa sensazione di vuoto nella giovane che quasi smise di respirare.
Aria si voltò verso Brian e aveva appena notato che lui la stava osservando.
-No. Brian l'ho già dimenticato.- Mentì Aria, riportando il suo sguardo sulla pizza che era ormai
diventata fredda.



















***
















Finite le lezioni giornaliere, Aria si stava già dando da fare per ripulire
tutto l'istituto e le varie classi.
Brian era ancora in ritardo.
Aria aveva già iniziato a darsi da fare da un po', lavando il pavimento
del corridoio scolastico e ripulendosi ogni tanto il viso dal sudore accumulato.
Ogni tanto si fermava e pensava che tutto ciò che stava vivendo poteva essere un cumulo
di proiezioni a cui avrebbe pensato e ripensato quando sarebbe stata abbastanza grande 
da capire che forse stava affrontando un qualcosa di più forte di lei.
Però quel giorno era felice.
Sua madre finalmente aveva trovato un buon lavoro così da non doversi preoccupare
troppo anche per lei.
Brian l'aveva lasciata in pace quella stessa mattina e non si era sentita
bullizzata come al solito.
In qualcosa però, doveva farla ovviamente arrabbiare.
Era più in ritardo del solito.
Dopo circa qualche secondo dopo aver finito di lavare il pavimento di un po' tutto l'istituto,
Brian si era finalmente fatto vivo con il suo solito atteggiamento da spaccone.
Aveva gettato il mozzicone della sigaretta a terra prima di entrare nell'istituto ed in quel momento
la sua pelle sapeva di fumo.
-Ma dimmi un po', avevi intenzione di venire direttamente domani mattina?- Gli domandò Aria, seccata dalla
situazione senza smettere neanche per un attimo di sbuffare dinanzi agli occhi color nocciola del ragazzo.
-Sì, era quella la mia intenzione. Poi però ho pensato che non saresti riuscita a concludere niente
senza di me e mi sono convinto a venire.-
Rispose Brian con sfacciataggine, aggiustandosi i capelli laccati e sparati
in aria.
-Non ho bisogno di te per pulire l'istituto.- Continuò Aria, girando il suo volto con superiorità.
Brian non rispose e con velocità si sfilò via la maglietta prima di iniziare a darsi da fare.
Aria si voltò verso di lui scioccata e quasi incantata nel vedere quella schiena ambrata e quelle braccia 
che sembravano ancora più muscolose viste totalmente nude.
Quando Brian si voltò, la ragazza abbassò lo sguardo verso il pavimento, sentendosi più imbarazzata che mai.
-Ma che cosa diavolo fai?! Rivestiti subito, sconsiderato che non sei altro!- Esclamò la giovane,
sentendosi gli occhi lucidi e le guance avvampare.
-Si ma non arrossire troppo, davvero. Potresti sentirti male, io lo dico per il tuo bene.- La prese in giro
il ragazzo, vedendola poi rivolgergli uno sguardo più imbarazzato di quello precedente.
-Smettila di essere così sicuro di te! Si può sapere come ti è venuta in mente una cosa del genere?!- Lo rimproverò,
osservando poi quel torace scolpito e quei pettorali che si alzavano ed abbassavano di continuo sincronizzati
con il respiro del ragazzo.
-Avevo caldo.- Rispose Gates con semplicità, aprendo il solito armadietto per utilizzare tutto
il necessario.
A quella risposta, Aria non fu più capace di rispondere.
Le si era bloccata la saliva in gola e faceva quasi fatica a respirare.
Aveva il cuore che le batteva come una sveglia in allarme ed il sangue che sembrava scorrerle
con più velocità nelle vene.
Stava impazzendo.
Il solo guardare quel ragazzo l'aveva mandata in tilt.
Anche se stava iniziando ad odiarlo più del solito, doveva ammettere che era proprio un bel ragazzo.
E lei non poteva farci niente...doveva solo subire.
-Dì un po', ne hai ancora per molto?- Le domandò improvvisamente Haner, facendola sussultare.
-Eh? Che cosa vuoi dire?- Domandò di rimando Aria, quasi balbettando.
-Mi sento un po' troppo osservato. Se volevi smettere di lavorare e concedermi uno spogliarello anche tu
potevi dirmelo prima. Mi sarei tolto anche i pantaloni.-
Le disse Brian con malizia, facendole quasi
uscire il fumo dalle orecchie.
-Che cosa?! T-tu sei pazzo! C-completamente fuori di testa! Dio, quanto mi fai arrabbiare quando
dici queste stronzate, Gates!- Balbettò ed esclamò Aria con il cuore che le tamburellava ancora dentro
mentre stringeva i pugni il più possibile.
-Non puoi mentirmi. So che ti piace ciò che vedi.- Continuò il ragazzo, avvicinandosi pericolosamente
alla giovane per alitarle sulla spalla.
Aria deglutì all'istante, nel ritrovare la sua schiena spiaccicata al torace del nemico.
-Ti sbagli. Io non ti sto neanche guardando.- Rispose con determinazione la mora, assottigliando
gli occhi quasi come a volerlo sfidare.
Sapeva che la situazione stava prendendo una strada totalmente sbagliata, ma, le piaceva sentire
il respiro di Brian sulla sua spalla.
-Tu hai visto qualcosa di me. Adesso lascia che sia io a voler vedere qualcosa di te.- Le sussurrò
in un orecchio, facendola rabbrividire e spaventare più del solito.
A quelle parole, Aria iniziò a respirare con affanno.
Che cosa intendeva dirle con quella frase? Quali erano le sue vere intenzioni?
Brian accarezzò le spalle della ragazza con lentezza, facendo scivolare le sue dita verso la bretella del reggiseno.
Mentre il ragazzo stava per tirare in giù la spallina dell'intimo nero, Aria si allontanò di scatto dalla pelle
del chitarrista, guardandolo con odio.
-Sei subdolo se pensi che io possa concedermi ad una persona come te. Non mi toglierò questa canotta
solo per darti qualcosa in più da raccontare ai tuoi amici o solo per farti divertire. Non è me che vuoi,
quindi stammi lontano.-
Lo minacciò la ragazza, guardandolo nelle pupille degli occhi ed evidenziando
ogni singola parola pronunciata con il tono di voce poco pacato.
Brian sorrise di gusto alle parole della ragazza mentre continuava ad osservarla dalla testa ai piedi.
-Tu sei già caduta ai miei piedi, mocciosa. Non mi resta nient'altro che calpestarti fino alla fine.- 
-Vaffanculo, Brian.-
-Mi ci accompagni?-
-Fa il tuo lavoro e fa' finta che non esisto, per favore.-
-E' ciò che farò, mocciosa. Sei sicura di riuscirci tu, piuttosto?-
-Sei peggio di ciò che credevo.-
-Grazie tante, è sempre un piacere ricevere complimenti da una sfigata come te.-
-Mi stai ancora parlando? Guarda che di questo passo finirai per darmi fin troppa importanza.-
-In effetti, è ciò che stavo pensando.-
Aria sbuffò nuovamente, sentendo il gelo di quelle parole rientrarle nel petto.
Stava diventando anche lei un pezzo di ghiaccio o era solo apatia?
Senza voltarsi verso di lui, ricominciò ad occuparsi dell'istituto scolastico pensando di voler
tornare a casa il prima possibile.
Già non ne poteva più di respirare la sua stessa aria.
Dopo qualche oretta, i due avevano finalmente finito.
Il buio della notte si fece strada nel cielo con le sue stelle incandescenti ed i due potevano
finalmente tornarsene a casa.
Brian stava per uscire dall'istituto, ma non lo fece.
Improvvisamente, sentì un urlo provenire dal piano superiore della scuola e senza pensarci due volte,
corse per le scale nella speranza di raggiungere al più presto Aria.
-Aria!- Urlò Brian, correndo verso il piano superiore e giungendoci con una velocità assurda.
Una volta ritrovatosi sul pianerottolo, osservò la ragazza a terra con un secchio vuoto sul pavimento
e tutta l'acqua spalmata sul corpo della giovane.
-Ma cosa cazzo hai fatto, scema!- La rimproverò Gates, vedendo Aria strizzare gli occhi con dolore.
-Ho preso una storta e il secchio d'acqua non ha potuto fare a meno di riversarmisi contro.- Spiegò la giovane,
massaggiandosi la caviglia un po' gonfia.
-Dannazione, sei proprio un caso perso!- Continuò il ragazzo, inginocchiandosi dinanzi ad Aria e prendendole tra
le mani il piede, dalla radice.
-Ma credi che me le vada a cercare delle situazioni del genere? Sono inciampata, sarebbe potuto
capitare a chiunque!-
Rispose Aria, incrociando le braccia verso il petto.
-Faresti meglio a stare zitta a questo punto se non vuoi complicare la situazione.- Le disse Brian, iniziando
a massaggiarle la caviglia con dei movimenti lenti e sinuosi.
Aria ricominciò ad arrossire focalizzandosi sul movimento delle mani del ragazzo sulla sua caviglia.
Che cosa le stava succedendo? Giurava di aver sentito di nuovo il suo cuore ricominciare a battere.
Era il suono più triste che aveva mai sentito.
-Guarda un po' che mi tocca fare...- Si lamentava Gates, continuando a massaggiare quella caviglia 
quasi come a prendersene cura.
Aria non smise neanche per un secondo di osservarlo e pensare che, infondo, qualcosa di buono doveva
esserci in lui.
Lui che non prendeva mai le cose troppo dentro come invece faceva lei.
In quell'istante gli avrebbe detto volentieri ciò che pensava.
Che, anche se continuava a farle del male, lei non gli avrebbe detto niente. 
Infatti si era impietrita dinanzi a lui e non riusciva neanche a pensare a quanto le facesse
male quella caviglia.
Improvvisamente, il dolore si era placato.
Tutto ciò che riusciva a fare era guardare Brian così intento a prendersi cura di lei.
Era così attento a non farle del male utilizzando quelle dita con dolcezza e tatto.
Mai si sarebbe aspettata una reazione del genere da parte di uno come Synyster Gates.
-Ti fa male qui?- Le domandò il ragazzo, lasciando scivolare le sue mani sul piede con gentilezza.
-S-sì.- Balbettò la ragazza, gemendo per un po' dal dolore e voltandosi di scatto verso il pavimento.
-Che scema.- Continuò Brian, agitando il capo e continuando a massaggiare.
Tutto il resto intorno, Aria lo aveva scordato.
Era presa dai suoi attacchi d'ansia e da tutto ciò che in quel momento la stava legando
ad un senza cuore come Brian.
-Quindi...uscirai con quel secchione di Blake?- La domanda improvvisa di Brian, la fece sussultare.
Che cosa gli importava?
-Sì. Oh mio Dio, è vero, ho un appuntamento!- Urlò improvvisamete la ragazza, alzandosi di scatto in piedi
tenendo il piede leggermente inclinato.
Brian restò in silenzio e si rialzò anche lui senza dire una sola parola.
Stava solo osservando il modo in cui Aria si stava aggiustando i capelli ed in cui si osservava quella
canotta interamente bagnata.
-Sono anche in ritardo...sarà meglio che mi dia una mossa.- Disse ancora Aria, scendendo con lentezza le scale mentre
Brian si limitava a seguirla.
-Già, non vorrai di certo farlo aspettare...- Borbottò semplicemente il ragazzo, vedendo poi Aria aprire la porta
dell'istituto e chiudersela alle spalle.
Brian le fece un cenno di mano che lei non aveva neanche visto.

























***















Dopo essere tornata a casa per farsi una doccia veloce e prepararsi, Aria
si ritrovò ad aspettare ore ed ore dinanzi al teatro di Huntington Beach.
Ma di Blake, non c'era neanche l'ombra.
Aria restò seduta sul marciapiede per tutto il tempo mentre continuava a guardarsi
intorno nella speranza di vedere il ragazzo avvicinarsi, ma nulla.
Blake le aveva dato buca e quasi non poteva crederci.
Perché avrebbe dovuto farlo? Era stato proprio lui a chiederle di uscire e di vedersi.
Tutto quello che le stava accadendo non aveva senso, così, prese il cellulare tra le mani
e provò a chiamare il ragazzo quattro o cinque volte.
Nessuna risposta.
La sesta volta, Blake le rispose e sembrava anche piuttosto strano.
-Blake! Ma si può sapere che fine hai fatto? E' tutta la serata che ti aspetto...-
-Mi dispiace Aria, non ho avuto modo di avvisarti ma...ecco...-
-Cosa?-
-Non posso parlartene adesso. Ne riparliamo domani a scuola, ti va?-
-Avresti potuto anche lasciarmi un messaggio.-
-Non ho potuto...davvero...perdonami.-
-Blake, c'è qualcosa che non va? Sembri nervoso, stai bene?-
-S-sì, sto benissimo. A domani Aria, devo scappare.-
-A domani, Blake.-
Il ragazzo riattaccò senza troppi complimenti ed Aria non poté fare a meno di sbuffare.
Cosa stava succedendo nella sua vita? 
La ragazza si mise due mani dinanzi al viso, strofinandoselo con frustrazione.
Se non altro, la sua serata non doveva per forza concludersi nel peggiore dei modi.
O forse sì.
-Ma guarda un po' qui chi c'è! La sfigata!- Esclamò Zacky dalla sua auto, in compagnia di Matt, Johnny
e Jimmy.
-Come butta mocciosa?- Le domandò poi Johnny, aspirando del fumo nella direzione di Aria che non poté fare 
a meno di ruotare gli occhi, infastidita.
-Oh perfetto! Adesso ci mancavate solo voi!- Esclamò sfinita la giovane, alzandosi di scatto dal marciapiede.
-Cosa ti è successo? Quell'altro sfigato ti ha dato buca?- Le domandò poi Matt, curioso.
-Ma sapevate tutti del mio appuntamento? E' incredibile quanto la gente eviti di farsi i cazzi propri.-
-Woow, calma ragazzina. Ci vai giù pesante con le parole!- Sbottò poi Jimmy, sorridendo con divertimento.
-Forse oggi è la tua giornata fortunata. Vuoi un passaggio?- 
-Zacky, preferirei farmela a piedi piuttosto che accettare un passaggio da voi.- 
-E dai, veniamo in pace!- Continuò poi il nanetto, abbozzando un sorriso.
-Basta che non torno morta a casa per colpa vostra. Okay?- Ironizzò Aria, osservando i ragazzi ridere di gusto.
-Andata. Monta baby!- Esclamò poi Jimmy, scendendo dall'auto per fare spazio alla ragazza.
Quasi non poteva credere di avere accettato un passaggio da quei ragazzi che tanto sembravano
essere dei bastardi nati.
Ma forse, del buono c'era anche in loro.
Altrimenti, di chi si sarebbe mai innamorata la sua cara e buona amica Val?

























***















Il giorno seguente, Aria ed En varcarono l'entrata dell'istituto scolastico
con tranquillità come erano soliti fare ogni giorno.
Quasi nessuno li guardava mai in faccia anche se nell'ultimo periodo erano riusciti
a far parlare di sé con poco.
-Ehi! Ma quello è Blake...- Disse En, indicando il ragazzo che aveva appena riposto i suoi
libri nell'armadietto.
-Non ti sembra un po' strano?- Osservò poi Aria, guardandolo mentre si voltava da una parte
all'altra come se stesse temendo qualcosa.
-Strano in che senso?-
-Si guarda intorno di continuo, En.-
-Che dici, gli dò una bella strigliata?-
-No, sta calmo. Andiamo da lui e vediamo cosa si inventerà.-
-Che idiota. Io non ti avrei mai dato buca in quel modo.-
-Questo non consola, En.- Sorrise con debolezza Aria, avvicinandosi poi a Blake.
-Blake!- Esclamò En, osservando il ragazzo sbattere con la schiena contro l'armadietto con spavento.
-Blake, siamo solo noi. Si può sapere che ti prende?- Gli domandò Aria, inarcando un sopracciglio.
-Ah...s-sì. Siete voi...pensavo...no, niente.- Balbettò velocemente il ragazzo, posizionandosi una mano
sul petto e respirando quasi a fatica.
-Blake, sei sicuro di sentirti bene?-
-Aria...vorrei dirti cosa mi ha impedito di uscire con te ieri sera ma ho paura di ciò che potrebbe
succedermi se lo faccio.-
Disse il ragazzo tutto ad un fiato, aggiustandosi gli occhiali da vista sul volto.
-Blake, non fare il coglione. Si può sapere che cazzo ti è successo?-
-En, parla piano o potrebbe sentirti!-
-Chi potrebbe sentirmi? Cazzo Blake, parla.-
-Blake, se non vuoi dirmi cos'è realmente accaduto non farlo.- Mormorò Aria, osservando il ragazzo strabuzzare
gli occhi e cacciare un urlo improvviso nel vedere la figura di Brian proprio dietro a quella della giovane.
-Ehi Blake, non hai da occuparti dell'annuario scolastico tu?- Gli domandò il ragazzo tatuato, guardandolo
come se avesse voluto pestarlo a morte.
-S-sì. I-io...v-vado an-anzi, c-corro.- Balbettò con difficoltà il ragazzo dagli occhialoni, scappando via dal corridoio
con una velocità incredibile e quasi invidiabile.
E fu allora che Aria capì tutto.
La ragazza si voltò con lentezza verso la figura di Brian ed osservò quegli occhi color nocciola diventare
neri come la pece.
-Sei stato tu...hai detto tu a Blake di non presentarsi all'appuntamento!- Sbottò Aria, sgranando gli occhi.
-Che intuito.- Domandò Brian, prendendole il mento tra le sue dita.
En, a quel punto, spinse via il ragazzo senza permettergli di toccare più la sua migliore amica.
-Non toccarla, Gates. Non toccarla neanche con un dito.- Ringhiò En, guardandolo in cagnesco.
-Ecco perché ieri sei arrivato più in ritardo del solito...hai minacciato Blake!- Esclamò Aria, respirando a fondo.
-Diventerò la tua ossessione, Aria. Non ti permetterò mai di scordarti di me. E' una promessa.- La minacciò
ancora Brian, guardandola fissa negli occhi.
Fu in quell'istante che Aria vide Brian voltarle le spalle con il solito sorriso rude stampato sul volto.
Aria cadde con le ginocchia a terra, dinanzi a tutti gli studenti che non poterono fare a meno di osservare
la sua disperazione.
Brian stava facendo in modo di farla innamorare di lui ancor di più di quanto già lo fosse.
Voleva farle perdere la testa ma non la voleva.
Le piaceva solo sapere di poterla uccidere senza che lei gli dicesse una sola parola.
Stava abusando della sua mente perché non voleva vederla con qualche altro che non fosse lui ma allo stesso tempo
non la voleva.
Ed Aria aveva ricominciato a sentirsi più fragile del solito.
Davvero stava piangendo perché il suo assassino l'aveva sacrificata?






























NOTE DELL'AUTRICE.


Buonsalve meraviglie!
Non picchiatemi ma purtroppo sono stata super impegnata in questi giorni quindi
vi chiedo scusa per l'ennesima volta!
Che cosa ne pensate di questo capitolo?
Fatemelo sapere su twitter o tramite qualche recensione! Vorrei davvero sapere cosa ne pensate
e soprattutto...continuate a mettere la storia tra i preferiti così da farla rientrare
nelle più popolari del sito!
Vi ricordo che sono anche l'amministratrice della pagina "Impotenza mentale e fisica di fronte a Synyster
Gates", quindi, se volete stare al passo con gli aggiornamenti potrete farlo anche lì!
La storia è anche su WATTPAD.
E credo di avervi detto tutto...ah, voi come state? Siete ufficialmente in vacanza, lettori?
Vi auguro buone feste!
Tenterò di aggiornare il prima possibile! <3
Un bacione a tutti!










-SynysterIsTheWay.
   
 
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