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Autore: Micchi_Chan    20/12/2015    10 recensioni
In fondo, tutti e tre i detective ammiravano Kaitou Kid.
Heiji ammirava la sua spensieratezza e coraggio.
Saguru ammirava la sua astuzia e furbizia.
Shinichi ammirava la sua onestà e umanità.
E Kaito, anche lui li ammirava tutti.
Sapeva che solo loro sarebbero riusciti a trovarlo, solo questi detective geniali suoi coetanei, dotati della sua stessa intelligenza e immaginazione ci sarebbero riusciti.
[Kaito centric]
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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The last breath.



Kaito guardò la città davanti ai suoi occhi oscurarsi sotto il manto della notte, illuminato anch’egli dalla sola luce della luna, non poté che ammirare Tokyo in tutta la sua oscura bellezza, saggiandone il panorama che poteva scorgere nelle vesti di Kaitou kid.
Il mondo dove era nato, il mondo dove era vissuto, sarebbe rimasto splendido anche senza di lui.
“Fermo lì, Kaitou kid!”

Il nominato in questione sorrise girandosi appena verso colui che era riuscito a decifrare uno dei messaggi più difficili che abbia mai realizzato, ma niente è impossibile per Kudo Shinichi.

“Konbawa, metantei.” Lo salutò il ladro.
“Risparmiamoci i convenevoli, all’inizio credevo fosse uno scherzo ma non posso sbagliare a riconoscere un tuo messaggio…” iniziò Shinichi facendo qualche passo verso il ladro che non smise di sorridere.
“Sebbene continui ad essere piuttosto sospetto, è certo che lo abbia scritto solo tu…Kaitou kid-san.”
Questa volta a parlare fu il detective di Osaka, sbucato dietro a quello dell’est.
“In sostanza il messaggio diceva che ti saresti trovato qui a quest’ora…per incontrare chiunque fosse riuscito a decifrare questo codice.” Riprese un'altra voce appartenente al terzo detective britannico che invece apparve dall’altro lato della scala.
“Hai mandato un messaggio così pragmatico, solo per vedere chi fosse alla tua altezza e sfidarci?” domandò ancora il biondo unendosi agli altri due coetanei.

“La scorsa settimana hai rubato il diamante di Osiride, e non lo hai ancora restituito come a tuo solito.” Disse Heiji squadrando il ladro da capo a piedi.
“Inoltre, hai lasciato il tuo deltaplano qui all’ingresso…” aggiunse Shinichi facendo segno verso il deltaplano al fianco di Saguru.
“Non c’è modo che tu riesca a superarci e scappare, da qualunque parte la si veda sei in trappola…o meglio volevi esserlo giusto?”  domandò serioso il detective dell’est, ma nella sua voce non vi era soddisfazione e neanche nei volti degli altri detective, in qualche modo sembravano delusi dalla scelta del ladro di costituirsi.

In fondo, tutti e tre i detective ammiravano Kaitou Kid.
Heiji ammirava la sua spensieratezza e coraggio.
Saguru ammirava la sua astuzia e furbizia.
Shinichi ammirava la sua onestà e umanità.
E Kaito, anche lui li ammirava tutti.
Sapeva che solo loro sarebbero riusciti a trovarlo, solo questi detective geniali suoi coetanei, dotati della sua stessa intelligenza e immaginazione ci sarebbero riusciti.
E non poteva che esserne felice.
Una risata morbida sfuggì dalle labbra del ladro.
I tre se ne accorsero, ma prima che uno di loro potesse chiedere spiegazioni il ladro iniziò finalmente a parlare.
“Non vi ho chiamati qui per costituirmi, detective. Invece ,vorrei raccontarvi una storia che spero apprezzerete.”
I tre si sorpresero, ma decisero di acconsentire al ladro di continuare.

“C’era una volta, un bambino che viveva felicemente con la sua famiglia. Questo bambino era particolarmente affezionato a suo padre che per lui era alla stregua di un eroe delle fiabe, adorava anche sua madre ed era amato moltissimo da entrambi, per questo il bambino non desiderava niente di più che rimanere in quel mondo perfetto e bellissimo…” il mago si concesse qualche secondo, sentendo con piacere che nessuno aveva intenzione di interromperlo nonostante potesse quasi immaginare la confusione sui loro volti.
“…un giorno però, il padre del bambino morì in un incidente durante uno dei suoi spettacoli di magia, rompendo il mondo perfetto del figlio che nonostante tutto, andò avanti con la madre…ma un giorno anche lei lo abbandonò, trasferendosi lontano da lui per motivi di lavoro…nonostante questo il bambino crebbe bene, nonostante tutto diventò un liceale abbastanza normale…”
Due dei detective si guardarono in faccia pensando esattamente la stessa cosa, ovvero che Kid stesse parlando di se stesso.
Saguru invece rimase immobile, aspettando che il ladro continuasse.

“…ebbene, proprio durante il secondo anno di liceo…il bambino divenuto ragazzo scoprì che il padre illusionista che tanto amava era un ladro mascherato, il ragazzo decise di seguire le orme del padre per vedere dove potevano portarlo e poi scoprì una verità talmente irrealistica da non sembrare vera…”
Kaito iniziò ad irrigidirsi sotto gli occhi strafatti dei detective che non osavano dire una parola.
“…il padre aveva scelto di essere un ladro per trovare una pietra chiamata pandora, la pietra dell’immortalità, le cui lacrime provocate dalla luce della luna donavano la vita eterna.”

Shinichi ed Heiji a quella rivelazione sbarrarono gli occhi increduli, Saguru aprì leggermente la bocca sconcertato, nessuno dei tre poteva rimanere indifferente davanti a tale rivelazione, soprattutto perché erano sicuri della sincera serietà delle parole di Kid.
“Il ragazzo scoprì anche che suo padre non morì per un banale incidente, ma che invece furono i membri di una losca organizzazione interessata alla pietra dell’immortalità ad ucciderlo manomettendo il trucco da lui usato il giorno dell’incidente.
Eppure, il ragazzo non voleva vendicarsi, gli bastava portare avanti la volontà del padre, che ne era sicuro, voleva trovare pandora per distruggerla prima che finisse nelle mani sbagliate!” Il respiro di Kaito si fece più affannoso ad ogni parola detta, sotto gli sguardi increduli dei tre detective, Shinichi in particolare sentiva un brutto presentimento farsi largo dentro di lui.
“Kid…” si lasciò sfuggire il detective dell’est, tuttavia il ladro continuò il suo racconto, ignorandolo totalmente.

“Il ragazzo sapeva bene che ciò a cui sarebbe andato incontro era troppo pericoloso, ma si sentiva sicuro di sé…era stupidamente fiducioso delle sue capacità.
Non si rendeva conto che un errore gli sarebbe costata la vita, era talmente arrogante da arrivare ad accettare ogni sfida gli si proponeva!”
I tre detective rimasero inquieti nel sentire il tono di voce del ladro alzarsi sempre più.
“Non si rendeva conto di mettere in pericolo anche le persone a cui voleva più bene con il suo comportamento! E poi un giorno…se ne accorse…un giorno gli uomini che uccisero suo padre, colpirono anche sua madre…e non soddisfatti lo privarono anche della sua miglior amica…picchiandola fino farla stare in coma per più di un mese… ancora adesso, il ragazzo non sa neanche se si sveglierà…” le parole di Kaito furono appena distinguibile per i tre ragazzi che ora lasciavano ogni traccia di stupore per sostituirlo con la preoccupazione e il dolore, quasi provassero empatia col ragazzo che stava confessando con così tanta disperazione dei reati che si attribuiva.

“Kaito…”
Shinichi ed Heiji si voltarono verso Saguru che aveva sussurrato quel nome a loro estraneo, ma che invece voleva dire tutto per il biondo.
Il ladro si lasciò sfuggire una risata poderosa che fece inquietare ancora di più i tre ragazzi.
Quando si calmò, Kaito volse lo sguardo al cielo notturno pensando a quanto avesse faticato in quasi due anni a mantenere il segreto del suo alter ego, eppure ora lo stava facendo capire intenzionalmente al biondo.
“Che ironia.”
Dopo aver appena sussurrato quelle parole, Kaito si voltò completamente verso i suoi interlocutori scoprendoli esattamente come aveva previsto, preoccupati per un ladro stupido e altezzoso come lui.

“Hai sempre avuto ragione Hakuba, quando mi accusavi di essere Kaitou Kid, non ti sei sbagliato. Tu non hai mai sbagliato.”
Saguru trattenne il respiro vedendo il ragazzo davanti a lui sfilarsi monocolo e poi cappello, mostrando a tutti il suo vero volto.

“Il mio vero nome è Kaito Kuroba…io sono Kaitou Kid.”

Heiji rimase senza fiato guardano il viso quasi identico al suo migliore amico che invece aveva un espressione spaventata sul volto, così come Saguru.

“Kuroba tu…non hai intenzione di costituirti…” disse con un filo di voce Saguru quasi non credendo alle sue stesse parole.

“Kid tu…vuoi…” Shinichi non riuscì a terminare la frase, troppo irreale per lui anche solo pensare ciò che però era evidente a tutti e tre.

Kaito sorrise dolcemente sapendo di doversi muovere a salutare i detective prima che questi riuscissero a  fermarlo.

“Sapete, alla fine quel ragazzo ce l’ha fatta a trovare  pandora e distruggerla…però…” le lacrime gli salirono inevitabilmente senza che potesse impedirlo.

“…si è reso conto di aver perso comunque quello che voleva disperatamente proteggere…e che forse…non c’era più motivo per lui di rimanere in questo mondo.”  Finì lasciando cadere le lacrime da quegli occhi che purtroppo, avevano visto troppo dolore in soli diciotto anni.

Il silenzio assordante che seguì dopo questa frase era incomparabile al tornado di sentimenti contrastanti che si fece largo sui visi dei detective.

“Ku-Kuroba…non farlo!” lo implorò Saguru facendo un timoroso passo in avanti pentendosi quando l’altro ne fece uno indietro,  arrivando a pochi millimetri dal vuoto.

“Non ti avvicinare.” Gli intimò la voce spezzata e tremolante del mago.

“Non vi ho chiamato qui perché volevo che mi fermaste…sinceramente penso di aver voluto solo sfogarmi con qualcuno…e poi…”

Kaito chiuse gli occhi riaprendoli dopo aver sentito il battito del suo cuore rallentare e stabilizzarsi.

“Ka-kaito!” gridò Saguru vedendo il ladro avvicinarsi ancora di più al bordo.

“…volevo salutarvi come si deve.”

Nessuno riuscì a muovere un muscolo.

“Addio…”

Kaito si abbandonò all’indietro.

“…grandi detective.”

“Kaito!!!” urlò disperatamente Shinichi correndo verso di lui, chiamandolo per la prima volta col suo vero nome.

Kaito si lasciò sfuggire un ultimo sorriso nel vedere tutti e tre i detective correre disperatamente verso di lui.

Per lui.

Non per Kaitou Kid, ma per lui, una ragazzo uguale a loro ma più sfortunato.

“Vivete, anche per me.”

Un ultimo pensiero.
Un ultimo respiro.
Un ultima lacrima versata.

E poi il nulla.
 
                          *                                                     *                                                  *


“Vi lascio soli.” Sussurrò piano l’ispettore Megure lasciando la stanza, rimasero solo loro due.
Nakamori Ginzo era ancora nello stesso punto della sala da più di dieci minuti, fermo in piedi di fronte a lui, senza riuscire a dire una parola.
“E così…eri tu.”
L’uomo gli si avvicinò, avendo finalmente il coraggio di spostare la stoffa del lenzuolo.
Scoprì il volto di Kaito Kuroba, il vero volto di Kaitou Kid, colui che inseguiva dall’alba della sua carriera e anche l’uomo che ha sempre rispettato più al mondo.

Quando Ginzo quel giorno venne chiamato da Megure, sapeva di non potersi aspettare nulla di buono.
Appena varcò la soglia del dipartimento gli sguardi su di lui si fecero molteplici, una brutta sensazione che lo aveva accompagnato da quella sera tornò prepotentemente.

Poi li vide.
I tre detective liceali più famosi del Giappone.
Saguru Hakuba, seduto al centro della sala, stava piangendo chino sulle ginocchia, con i dorsi delle mani che gli coprivano la fronte.

Shinichi Kudo, a destra di Saguru, guardava fisso le sue ginocchia, gli occhi vitrei e la bocca semi aperta, tutto in lui esprimeva lo shock più puro.

Hattori sebbene avesse una postura rigida e gli occhi incorniciati da spaventose borse, sembrò l’unico abbastanza in sé da andargli incontro appena lo vide.

Heiji gli aveva raccontato tutto, le ultime parole di Kaito, il motivo per cui era diventato un ladro e che il precedente Kaitou Kid altri non era che suo padre Toichi.

Il suo defunto migliore amico.
Come aveva fatto ad essere così stupido?
Non riusciva a credere di essere rimasto con le mani in mano quando il figlio di Toichi, il ragazzino che lui stesso aveva cresciuto come se fosse suo, si stava inesorabilmente rompendo davanti ai suoi occhi.

Avrebbe dovuto stargli vicino dopo la morte della madre anziché pensare a catturarlo.
Avrebbe dovuto pensare anche al suo di dolore quando Aoko fu assalita.

Invece non fece niente del genere e lo lasciò completamente solo.
Come poteva guardare in faccia sua figlia un volta svegliatasi?

Ginzo non riuscì più a trattenere le lacrime, sgorgarono copiose dai suoi vecchi e stanchi occhi che di lacrime non ne perdevano da anni.
L’uomo forte che tutti conoscono stava ora singhiozzando come un bambino mentre accarezzava il lineamenti del ragazzo che non è riuscito a proteggere.
“Kaito-kun…perdonami.”
Quel giorno Kaitou Kid scomparve, lasciando un vuoto incolmabile a chiunque lo avesse conosciuto.


 
                                      *                                                   *                                                       *
 

Sollievo.
Ebrezza.
Pace.
La pace dei sensi, il sollievo del non essere più, l’ebrezza del sentirsi liberi.
Kaito poteva sentirli, poteva percepirli.
“Kaito…” una voce lo chiamò.
“Kaito-chan!” una seconda si unì.
“Papà…mamma…”
Due sorrisi.
“Bentornato, Kaito.”
“…sono a casa.”
 
Alla fine il ragazzo, riuscì a tornare nel suo mondo perfetto.
 
 
Fine.
 

 
 
 
 


Angolino di Micchi

Bhé, salve. ^^  Questa è la prima volta che pubblico su questo fandom, e non sarà l'ultima! XD Comunque si, ho ucciso Kaito. :( 
La prima cosa che dovete sapere di me è che sono solita maltrattare i miei personaggi preferiti, e purtroppo Kaito ha la sfiga di esserlo al 100%. ù-ù
Ma non è solo colpa mia! C'è d'ammettere che Kaito fà pensare al suicidio! ò-ò
La seconda è che amo incrediilmente i tre detective geniali che formano con Kaito "I Gosho Boys", e quindi abituatevi a vederli nelle mie storie...SEMPRE.
Infine, sono una fan dello yaoi, dunque vi sfido ad indovinare che coppie shippo! ;)
Alla prossima <3

 
  
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