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Autore: rrobin    20/12/2015    2 recensioni
dal testo:
Le gambe intrecciate e le mani di Baekhyun che accarezzavano quel corpo che ormai conosceva a memoria. Un “non puoi nasconderti da me –” bisbigliato contro il suo collo lo fece sorridere a tal punto chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel tepore in cui lentamente stava cadendo.
“Non potrei nascondermi dalla mia Lolita.” e sentì il sorriso dell'altro sporcargli la pelle, probabilmente fin troppo divertito.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Kai, Kai
Note: AU, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Lolita


 

A Chiara,

per te un orange pretenziosa











 

I suoi muscoli si contorcevano e Baekhyun accarezzò con lo sguardo quelle linee eteree che si mostravano perfette all'interno di quello spazio tangibile del tempo. Lui era lì, adagiato su quel manto raffinato con la mente persa in un mondo lontano. Sconosciuto. Più lo ammirava e più il maggiore si sentiva letteralmente sprofondare in quei pensieri privi di senso, dettati semplicemente dall'ossessione incontrollata che provava per quel ragazzo intento ad occupare la sua parte di letto. Sospirò, frustrato come mai prima d'ora.

«Lolita», pensò. Questo era il nome per quella creatura infernale. Baekhyun stava semplicemente lì: con le ginocchia premute contro suo letto, impegnato a vegliare su una delle cose che amava di più al mondo, in uno dei posti più tormentati all'interno di quella casa. 

I primi tempi decretò che forse era giusto evitare di farsi coinvolgere ma ben presto tutto diventò un vana preghiera rinchiusa nel desiderio umano di vivere ed annullarsi nella sua carne. Disperato il bisogno, decisamente più forte del senno e del pericolo. Dello scandalo. La sua Lolita esercitava su di lui un fascino al quale difficilmente Baekhyun riusciva a sottrarsi. C'era la singolarità di quei lineamenti morbidi e perfetti, la bellezza di quelle labbra piene... ma più di ogni altra cosa, c'erano le sue cosce. Un'opera d'arte vera e propria. Gambe lunghe, una pelle baciata dal sole con quella leggera peluria a renderle quanto più mascoline possibili. Un netto contrasto imperfetto che scatenavano in lui i soliti oscuri pensieri.

Allungò una mano, sfiorandogli delicatamente il polpaccio allenato. Dalla controparte tutto ciò che ottenne fu un sospiro, seguito dallo spostamento dell'altro. Ora è la sua schiena ad essere la padrona indiscussa dei suoi pensieri. Umettò le labbra e spostò di poco il peso, ritrovandosi ora a passare la mano lungo tutta la spina dorsale del minore, fino a raggiungere l'elastico dell'intimo che abbassò appena. Lasciò un bacio lì, su quella misera porzione di pelle.

Baekhyun...” al suono idilliaco della sua voce, il maggiore tremò.

Sentì il minore chiamarlo ancora una volta. La sua schiena era ora una tela che mano a mano veniva accarezzata dalle diverse sfumature della luce, a causa dell'ambiente illuminato solamente dai fori della persiana abbassata; ed era come se una parte di sé fosse appena entrata in un qualche universo parallelo a quello. Non c'era nessuno oltre loro.

Ma il timore era ormai palpabile e ciò attivò in lui una certa, brutta, sensazione. Per un misero istante si sentì letteralmente solo carne ed ossa.

Hyung, vieni.” si sentì chiamare nuovamente.

Mentalmente si diede dello sciocco nel fremere come un ragazzino a quell'invito, e altrettanto ingenuo nel seguirlo su quelle lenzuola candide. Scivolò nell'incastro di quel corpo e di quella stoffa con una naturalezza disarmante. Come il respirare, il guardare – come essere lì, con lui.

Da sciocchi era dare voce alla disperazione e abbandonarsi al divieto di ulteriori desideri. La sua Lolita non si era tirata indietro, e Baekhyun aveva fatto un passo avanti. Lo guardò, fisso, per poi spostare lo sguardo sulla sua bocca e nuovamente fuori dalla finestra.

Sentì il giovane ragazzo spostarsi e un peso mascolino si posizionò sul suo petto. Le gambe intrecciate e le mani di Baekhyun che accarezzavano quel corpo che ormai conosceva a memoria. Un “non puoi nasconderti da me –” bisbigliato contro il suo collo lo fece sorridere a tal punto chiudere gli occhi e lasciarsi andare a quel tepore in cui lentamente stava cadendo.

“Non potrei nascondermi dalla mia Lolita.” e sentì il sorriso dell'altro sporcargli la pelle, probabilmente fin troppo divertito.

“Mi sta sul cazzo quel nomignolo da puttana Baekhyun, lo sai –” ma il maggiore non stava ascoltando. La pelle bruciava letteralmente al contatto con le sue mani.

Non si poteva descrivere la sensazione che si provava a rimanere contro la sua pelle. Probabilmente non esistevano parole o pensieri adeguatamente umani per far intendere quanto fosse perfetta la sensazione. Baekhyun si abbandonò contro il calore di quell'angolo di paradiso nascosto, e si prese ogni secondo a disposizione per respirarne la sua essenza e riempirsi i polmoni di quel piacevole profumo. Dolce. Rassicurante. Fece poi leva sulle braccia e si sistemò tra le sue cosce, intento ad appropriasi prepotentemente della sua bocca senza sé e senza ma. Possessivo, autoritario e animalesco come suo solito. Ne tracciò il profilo con la lingua e come riscosso da un muto ordine, il minore dischiuse le due mezze lune, pronto a ricevere con una certa eccitazione il muscolo bollente del moro che non si perse in futili cerimonie. Movimenti lenti e bagnati. Uno riscopriva nell'altro momenti diversi e desideri comuni. Quando avevano iniziato? Chi aveva fatto il primo passo? Le mani del maggiore andarono prontamente a privare dell'intimo il minore che per facilitare il tutto alzò il bacino. Trovò la mano di Baekhyun a ringraziarlo del gesto. La sinistra afferrò amorevolmente il sesso del castano, iniziando quel delizioso movimento di polso. Un ansimo muto.

Seppur in maniera ben più evidente, Baekhyun si allontanò dalla sua bocca per guardare orgoglioso l'espressione del minore cambiare ogni qual volta premeva nei punti giusti – il desiderio mal celato, il sorriso sottile e le labbra schiuse in un respiro che necessitava d'aria. Tremò, la schiena s'inarcò di pochissimo, poi una pausa. Il suo nome che pronunciato da quelle labbra prendeva un significato totalmente diverso. Giusto.

Gemiti e ansimi dettati dalla lussuria. Il ragazzino che si contorceva sotto le attenzioni del maggiore. Lo pregò di prenderlo seduta stante, senza prepararlo con inutili cerimonie e Baekhyun si violentò mentalmente pur di acconsentire a quella dolorosa pretesa. Si spogliò del tutto e lo afferrò con forza dai fianchi, obbligandolo a voltarsi così da poter alzare il suo bacino tranquillamente. Si inginocchiò dietro di lui, aprì le sue natiche sode con l'ausilio di una mano mentre l'altra aiutava il glande a divaricare prepotentemente le sue carni.

Una volta sistemato, lo penetrò con ferocia. Un urlo strozzato del minore lo fece eccitare se possibile ancora di più e posizionò le mani sul sedere sodo del minore, stringendole senza pudore.

Sentì il più piccolo pregarlo ad alta voce con dei “di più, di più, di più! Hyung, non smettere –” e si ritrovò ad imprecare non appena sentì l'elettricità nell'aria farsi più densa, quasi palpabile. Di nuovo.

“Jongin – no...” non riuscì a concludere la frase che il suo membro venne ingiustamente stretto dai muscoli e Baekhyun portò la testa indietro, sconcertato da quanto piacere stesse provando.

Le loro azioni erano così spontanee e desiderate che si domandò se fosse davvero lui l'artefice di tutto ciò, o se tutto stesse andando all'insegna dell'istinto animalesco. Ad ogni mossa di Baekhyun ne conseguiva una del minore e così via, come un incastrarsi continuo di tasselli che rendeva sempre più ovvia la visione di quel quadro perfetto che comprendeva l'immagine di loro due su un semplice letto.
Inutile negare o cercar di nascondere lo spasmo muscolare che quel tocco gli procurò. L'ennesimo brivido. Jongin accentuò maggiormente l'accaduto inarcando di qualche centimetro la schiena, con tutta l'intenzione di mostrargli quanto quei tocchi gli piacessero. Quanto tutto ciò gli stesse piacendo da morire. Il che tutto sommato non gli dispiaceva minimamente.

E sapeva, sapeva perfettamente che ogni spinta era una pugnalata al cuore, uno schiaffo prepotente dato dalla consapevolezza nuda e cruda. Quel desiderio malato che lo portava a singhiozzare come un bambino non appena raggiungeva l'apice del piacere; come quella volta. Si accasciò esausto sul letto non appena sentì anche l'altro riversare il proprio dolore dentro di lui e gettare tutto il suo perso su di lui. Peso che Jongin imparò lentamente a riconoscere, ad amare. Cercò la sua mano e quando la trovò, la portò alle labbra così da poterne baciare ogni polpastrello. «Una vergine devota al suo signore. Nulla di più patetico», pensò.

È l'ultima volta, Lolita –...” un sussurrò contro il suo orecchio e Jongin sentì il cuore incrinarsi.

Sorrise amaramente nel percepire delle forti braccia stringerlo con disperazione. Si ritrovò ad annuire come sempre, intrecciando la mano alla sua.

“L'ultima volta...”

 

   
 
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