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Autore: Arial    07/03/2009    8 recensioni
"Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro." Sam si sveglia in piena notte con Dean ricoperto di sangue e senza alcun ricordo di cosa gli sia successo. Suo fratello ha fatto del male a qualcuno? Gli ultimi mesi l'hanno davvero cambiato così tanto? Spoiler sulla quarta stagione.
Genere: Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Help me believe it's not the real me
Somebody help me tame this animal”

(Animal I have become, Three Days Grace)

 

 

 

Un rumore improvviso e mi ritrovo con gli occhi aperti, di colpo. Nessun annebbiamento, niente strascichi di sonno: è come premere un interruttore. Devi essere immediatamente pronto; non puoi permetterti alcuna esitazione, mai. I mesi senza Dean mi hanno insegnato anche questo. Lui è di nuovo qui, ma sembra che i miei sensi non l’abbiano ancora capito.

È rientrato solo ora, sbattendo la porta, quando qualche ora fa si era persino rifiutato di mangiare. Si è buttato sul letto senza neppure togliersi le scarpe. Chi lo capisce è bravo…

-“Tutto bene Dean?” chiedo, irritato.

Niente.

Riproviamo: -“Dean?” a voce più alta.

Nessuna risposta. Che diavolo gli prende?

Mi metto seduto e con una manata accendo l’abat-jour.

-“Di nuovo ubria… DEAN!”   

Mio fratello è completamente ricoperto di sangue: il viso, gli abiti, le mani, persino i capelli. Sta inzuppando le lenzuola, le prime gocce cominciano a cadere anche sulla moquette.

Mi lancio sul suo letto. Una parte di me dice che c’è troppo sangue, che non può essere vivo; un’altra continua ad urlare che non può essere morto.

Gli porto una mano alla gola e mi sorprendo di trovare un battito forte e regolare, anche il respiro è normale. Comincio a scuoterlo: -“Dean, svegliati… Dean!”

Cazzo, perché non apre gli occhi?

Prendo a schiaffeggiarlo e la cosa sembra funzionare: solleva impercettibilmente le palpebre.

-“Dean?”

-“azzo vuoi Sam?” borbotta.

Praticamente dorme ancora, assurdo.

Gli sventolo una mano insanguinata davanti alla faccia: abbiamo un piccolo problema Dean, vedi?

Dean si tira su in un attimo, ogni traccia di sonno sparita dal suo volto: -“Stai bene Sam?” chiede, senza fiato.

Annuisco ed abbasso lo sguardo su di lui, fa lo stesso. Lo sento irrigidirsi, ma non dice nulla per parecchi secondi.

-“Non credo sia mio” commenta alla fine.

-“Qual è l’ultima cosa che ricordi, Dean?”

-“Io che ti dicevo di chiudere il becco e lasciarmi dormire.”

-“Non ricordi di essere uscito?” domando, retorico.

Scuote la testa, poi sussurra: -“Christo.”

Accenno un sorriso: -“Questo dovrei dirlo io, Dean. Non credo tu sia posseduto… Aspetta un attimo, solleva la maglia.”

Dean obbedisce ed entrambi osserviamo il tatuaggio sul suo petto, è intatto.

-“Credi che io…” Distoglie gli occhi dai miei, non c’è bisogno che aggiunga altro.

-“Non lo so, Dean.”

Prendo un profondo respiro e mi concentro qualche istante alla ricerca delle parole più adatte.

Vorrei dirgli che è presto per giungere a conclusioni, che lo conosco e so che non farebbe mai nulla di simile, ma a che servirebbe? Dean si è già condannato. Giudice, giuria e carnefice.

Si alza e si dirige verso il bagno. Tiene lo sguardo inchiodato a terra, attento a non incontrare il suo riflesso in nessuno dei numerosi specchi della stanza. Mi è passato accanto senza neppure sfiorarmi, come se temesse di sporcare anche me.

-“Dean…” incomincio, poi mi blocco. Non potrei proseguire neppure se la mia vita dipendesse da questo: una semplice occhiata a Dean mi ha riportato al giorno in cui è morto. I vestiti intrisi di sangue, le piccole gocce ormai secche che gli imperlano il viso. Mi aspetto quasi di vederlo crollare esanime da un momento all’altro. Un verso a metà fra un singhiozzo e un lamento mi sfugge dalle labbra; mi sporgo verso di lui sicuro che stia per svanire, ma Dean si ritrae. Ha interpretato il mio orrore come un atto d’accusa.

-“Dean…” riprovo, intenzionato a spiegarmi. Tutto inutile. Dean si è chiuso la porta alle spalle mormorando che posso stare tranquillo, non userà il mio asciugamano.

Qualche istante e parte lo scroscio della doccia. Maledizione.

Comincio a fare ordine nella stanza, cambio anche le lenzuola del letto. Non che uno dei due possa pensare di rimettersi a dormire, ma l’idea che Dean possa vedere nuovamente questo scempio e lacerarsi per la colpa mi dà la nausea. O è forse l’odore del sangue che marcisce ad avere quest’effetto sul mio stomaco? Ma siamo poi sicuri che sia sangue umano? Sono mesi che Dean non fa altro che cacciare in cerca di un’impossibile redenzione, il suo bisogno può essere stato talmente forte da farlo continuare anche quando dorme. Certo, il cacciatore sonnambulo. Dean ci crederà…

Passo da una spiegazione all’altra, ma sono tutte poco plausibili. Forse qualcuno tiene Dean sotto controllo e lo usa per uccidere, dopotutto sarebbe difficile trovare un killer migliore di mio fratello. Ma quando gli si sarebbe avvicinato questo fantomatico burattinaio? Non ho notato nulla di strano in Dean negli ultimi giorni. La soluzione dev’essere un’altra, ma quale?

Prendo a fare su e giù per la stanza, aspettando un’illuminazione. Ingresso, letto, giro intorno alla tv e di nuovo così. Ormai avrò scavato un solco in questo tappeto vecchio e lercio… Un attimo, non è abbastanza sporco: la zona intorno al letto di Dean sembrava un mattatoio, mentre la camera è completamente immacolata. Mi avventuro nel corridoio, ma anche lì non c’è nulla. Neppure la maniglia è sporca di sangue. Com’è possibile? Sembra quasi che qualcuno abbia allestito tutto questo a semplice beneficio mio e di Dean. Il trickster? È un’altra delle sue perverse e creative lezioni? Quest’ipotesi è più difficile da scartare delle precedenti: conosco bene quel figlio di puttana e questo è il suo stile. Il pensiero che possa essere tutta opera di quell’odioso nanetto mi rende furibondo, stavolta lo farò a pezzi semi-dio o meno: giocare con Dean dopo quello che ha passato all’Inferno… No, non può essere lui. Dean è una vittima, è stato costretto a torturare quelle anime e il trickster dà la caccia soltanto a pomposi bastardi. Non è lui.

Ho l’insolita tentazione di prendere il diario di papà e sfogliarlo alla ricerca di una soluzione, magari fra centinaia di annotazioni inutili ci sarà qualcosa in grado di aiutarci. Prendo la sacca di Dean e la svuoto sul materasso. Dove cazzo ha messo quella stramaledettissima agenda?

-“Se cerchi l’arma del delitto non è lì, Sam.”

La voce di Dean mi fa trasalire. Mio fratello ha l’incredibile abilità di farmi sentire una merda anche quando non sto facendo nulla di male.

-“Dov’è il diario di papà?” ribatto.

-“Nella giacca. Qui c’erano soltanto i miei boxer.”

Allunga un braccio verso la sua biancheria e noto le profonde striature rosse sulla sua pelle. Gli afferro il polso: -“Che hai fatto?”

Si libera con un gesto secco: -“Non veniva via” risponde, stizzito.

Poi mi volta le spalle e comincia a vestirsi. Fine della conversazione.

Cosa non andava via? Parlava del sangue? Mi sforzo di deglutire, le cose non si stanno mettendo affatto bene…

 

   
 
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