Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: Becky_S15    20/12/2015    3 recensioni
"la persona affetta dal V.V se riconosciuta è chiamata semplicemente: vampiro."
[Post-ipoteticamente- Reichenbach]
>John/vampire/lock
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: John Watson, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes, Sig.ra Hudson
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Incest
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Salve;

Sì, sono di nuovo io. Lo ammetto, questa storia è una grande cagata nata  oggi quando sono andata su internet – che come tutti sappiamo è il migliore amico dell'uomo – a guardarmi un anime che tratta di vampiri. Diabolick Lovers. E da lì mi è venuta in mente un' idea. Che poi sia totalmente nonsense e completamente assurda è normale ma... non fateci caso.

Sì, potete uccidermi e scaraventarmi addosso qualsiasi cosa, dopo vi dico anche il mio indirizzo.

Volevo postare il primo capitolo, e dalle vostre recensioni ( se c'è qualcuno. Chiunque. Posso offrirvi cibo, posso offrirvi un riparo* ) deciderò se andare avanti o meno.
*Io sono Leggenda, film, Will Smith. 

Sono una persona che si deprime facilmente. Ma anche se non ci saranno recensioni al primo capitolo non importa, vado avanti fino al secondo. Se poi anche il secondo capitolo non piace a nessuno pazienza. Mi fermo. Piango. Mi faccio venire un raffreddore. E poi muoio.

Allora, queste è la fanart da cui mi sono inspirata:

https://it.pinterest.com/pin/75013150020792926/

Le altre devo postarle negli altri capitoli perché sono... speciali. No, non sono speciali è solo che non centrano un cazzo beato piffero con questo capitolo.

Quindi, la canzone ispiratrice è questa:

https://www.youtube.com/watch?v=nQHMmg85fpA

Premetto con il dire che i personaggi molto probabilmente sono OOC. E' difficile rendere i personaggi nel loro reale carattere, e inoltre questa è una storiella di passaggio, non deve essere un poema o qualcosa di platonicamente drammatico e romantico.

Solo semplice, per passare il tempo. Non troppo lunga.

I personaggi non mi appartengono, naturalmente. Massimo rispetto per Mark Gatiss e Steven Moffat che hanno dato un senso alle mie giornate.

Non posterò i capitoli regolarmente, ma vi posso dire che sono a metà e che sicuramente prima della fine delle vacanze avrò già finito di postare tutto.

 

P.S Ci saranno dei capitoli speciali che verranno fuori ogni tanto, per parlare di... voi saprete cosa se leggerete <.x

Un' ultima cosa. Sì, riderete un sacco, per un nome lo farete lo so. Io non ho respirato per venti minuti. 
La traduzione è rosso sangue. 
Vi dico solo questo, capirete di cosa!  

Detto questo, buona lettura!








 

SOLITUDINE

 

 

 

 

Ero il tipo che vive di solitudine; senza solitudine ero come un altro uomo senza cibo o senz’acqua. Ogni giorno passato senza solitudine mi indeboliva.
(Charles Bukowski)

 

 

 

 

Sherlock correva velocemente lungo uno stretto corridoio.

 

Stava inseguendo un sottufficiale di James Moriarty di nome Raul Mason: un uomo di mezza età, addestrato con crudeltà fin da bambino, dipendente dall'alcool, nobile capo secondario dell'organizzazione meno influente della società di sangue di Moriarty, vampiro di grado intermedio.

 

Sherlock ricorda perfettamente la prima volta in cui vide un vampiro. Molte persone pensano che quest'ultimi siano creature crudeli, o altri addirittura pensano che siano, invece, affascinanti e carismatiche.

 

Solo pochi sono a conoscenza del fatto che i vampiri sono solo delle persone comuni affetti da una grave forma di Virus genetico, il Vermiculus.

 

Sherlock aveva circa sedici anni la prima volta che si è trovato di fronte ad un vampiro. Non avrebbe mai pensato che però il vampiro in questione potesse essere suo fratello: Mycroft.

 

 

§

 

Sherlock era entrato nel grande soggiorno della sua villa, dove all'interno erano già seduti comodamente sul divano sua madre, suo padre e Mycroft.

 

Quest'ultimo aveva uno sguardo stanco, e la sua pelle era più pallida del normale.

Quando i suoi occhi si posarono sulla figura gracile e affusolata del fratello minore la sua espressione mutò, e divenne più intensa, sembrava un lupo affamato quando è in procinto di attaccare la preda ormai senza via d'uscita.

 

Sherlock all'inizio non riusciva a capire il significato di quello sguardo. Ma quando il giovane ragazzo osservò con interesse la tazza di caffè della marca preferita del fratello lasciata in disparte, e il respiro affannoso di quest'ultimo, cominciò a comprendere.

 

Sherlock e Mycroft erano a conoscenza del fatto che i loro nonni erano affetti geneticamente dal Vermiculus.

 

Essendo quindi loro stessi ereditari di alcune tracce del loro D.N.A infetto era possibile che anche loro avessero questo particolare Virus.

 

Inoltre, suo fratello aveva ventinove anni, dacché il virus si manifesta entro i venticinque e i trantacinque anni di età, Sherlock non si sorprese molto del fatto che in qualche modo suo fratello stesse soffrendo per quelli che erano i primi sintomi del Virus.

 

Da quel momento in poi i due fratelli non ebbero più alcuna occasione per stare insieme.

 

Anche perché il giorno successivo Sherlock involontariamente trovò suo fratello riverso sul pavimento della sua camera. Tra le mani reggeva il suo cane, Barbarossa, ormai morto, poiché Mycroft lo aveva privato di ogni goccia di sangue.

 

Sherlock non dimenticò mai quel giorno, e non perdonò mai suo fratello.

 

Mycroft venne mandato in un centro di ricerca in Giappone per essere analizzato. “Come una cavia da laboratorio”, aveva detto suo padre.

 

Essendo la famiglia Holmes molto ricca, nobile e rispettata, non fu affatto difficile permettere di 'liberare' Mycroft, e permettergli di fargli frequentare – con tutte i tipi di sicurezze esistenti – una delle scuole più prestigiose di Londra.

 

Infatti Mycroft era sempre seguito e controllato da una specie di assistente, di nome Anthea. Il suo compito era quello di fornire a Microft la quantità di sangue necessario affinché non morisse e non avesse problemi di controllo.

 

§

 

 

I pensieri colsero Sherlock impreparato, distraendolo dal suo reale obbiettivo: ovvero quello di catturare vivo il vampiro Raul Mason.

 

Raul stava percorrendo una scala lunga e un po' rovinata per l'usura, fece per svoltare a destra per proseguire nella sua corsa, ma Sherlock con un balzo lo raggiunse e gli afferrò con forza un polso.

 

Il malvivente tentò di divincolarsi e, tirando fuori dalla giacca pesante che indossava un pesante coltello, lo sguainò contro il Detective, facendolo indietreggiare.

 

“Ti conviene lasciarmi andare, se non vuoi morire”, disse Raul. “Non ho la minima intenzione di passare la mia vita in galera.”

 

“Oh, invece credo che troverai la galera alquanto interessante”, rispose Sherlock.

 

“Non sei nella condizione migliore per minacciarmi,” affermò allungando la mano che reggeva il coltello,” ti conviene stare zitto e lasciami passare. O ti trasformo.”

 

Sherlock drizzò le spalle, e alzò le mani lentamente in segno di resa, e nel frattempo parlò:” Non lo farai. Se lo facessi ci sarebbero delle buone probabilità che la tua tachicardia già esistente ti procuri una sincope. E noi non lo vogliamo, giusto?”, chiese Sherlock.

 

Raul strabuzzò gli occhi. “Come sei a conoscenza del fatto che ho dei problemi al cuore, bastardo!” urlò il malvivente.

 

Sherlock ghignò. “Non ne ero completamente a conoscenza, ma ora che lo hai constatato mi sembra ovvio. Semplice deduzione. Elementare, come il fatto che non mi trasformerai. Hai subito diversi abusi da piccolo. La mano che regge il coltello sta tremando, questo significa che hai dei problemi neurologici o, più precisamente, sei in astinenza da qualcosa. Cocaina? E' possibile, ma no. Sei in astinenza da alcol. Mancherà poco tempo prima che tu abbia una crisi, inoltre, in questo arco di tempo degli agenti scelti saranno sicuramente nelle vicinanze di questa struttura. Ti conviene gettare l'arma e arrenderti. Ormai hai perso. Ho detto qualcosa di sbagliato?”

 

Il volto di Raul era sfigurato dalla rabbia e dal dolore. La mano armata tremava come una foglia secca mossa dal vento invernale, e non sembrava volersi fermare.

 

Sherlock sapeva di aver vinto, ormai.

 

Quello che nessuno avrebbe mai potuto dedurre è stato il passo successivo del malvivente, che, velocemente, afferrò con forza il braccio del giovane Holmes, e lo sbatté con violenza contro la prima parete malconcia che vide alle sue spalle.

 

Sherlock tentò in tutti modi di opporsi, ma il fisico del su avversario era molto più massiccio e possente del suo.

Con una mano il vampiro bloccò un braccio di Sherlock, mentre con l'altra si premurò di posizionare il coltello vicino al collo di quest'ultimo.

 

“Compliementi. Ottima deduzione”, disse Raul.” Sono davvero colpito. Avevano ragione sul tuo conto. Però hai sbagliato su una cosa,” Sherlock spalancò gli occhi, sorpreso,” io non sono dipendente dall'alcol”, e sorrise.

 

In lontananza si udirono dei battenti aprirsi, e delle voci impastate una sopra l'altra urlare degli ordini.

Stavano per arrivare i rinforzi. 


Raul proseguì:” Io sono dipendente dal sangue!”, e cominciò a ridere.

 

Sherlock aveva capito.

 

E in questo caso non gli piaceva ciò che aveva compreso.

 

Con tutte le forze che aveva in corpo cercò di divincolarsi, ma il coltello premeva nella sua giugulare.

Una linea sottile di sangue si era formata nel punto in cui era posizionata la lama fredda dell'arma. 

Il colore scuro degli occhi di Raul era vicinissimo. A Sherlock non gli piacevano quegli occhi. Erano neri, vuoti, come una voragine oscura senza fine.

 

E poi Raul con un movimento velocissimo del volto si posizionò sul collo di Sherlock leccando la ferita e mordendolo.

 

Un morso cruento, terribile.

 

Le sue energie, come il sangue, mano a mano si affievolivano.

 

Sherlock non ricorda di aver urlato. 

Non ricorda di essersi accasciato sul pavimento senza forze e con il collo pulsante e sporco del suo stesso sangue. 

Ma ricorda perfettamente le ultime parole di Raul:” Benvenuto dalla parte dei demoni”.

La sua risata affilata tanto quanto il suo coltello.

Sherlock in quel momento comprese che cosa sarebbe successo. Il suo corpo sarebbe mutato.

Il Virus lo avrebbe contagiato nel giro di qualche minuto.

Mentre il malvivente fuggiva correndo velocemente lungo le scale, seguito da degli agenti segreti esperti, Sherlock comprese che nessuno avrebbe potuto salvarlo.

Nessuno avrebbe potuto evitare la sua caduta verso quell'oscurità che come una pesante coperta lo avrebbe avvolto per sempre.

Delle braccia forti tentarono di rialzarlo da terra.

"Probabilmente mi staranno chiamando", pensò Sherlock. Ma per quanti sforzi facesse non avrebbe potuto sentirli.

Ormai, il Virus era in circolo, e niente sarebbe mai stato più come prima. 

 


§

 


Nello stesso momento, in un ristorante di lusso a Londra...

 



"Mary Morstan, vuoi sposarmi?" domandò con ansia John Hamish Watson. 

"Sì, assolutamente", sussurrò felice Mary. 

Entrambi sorrisero. 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: Becky_S15