Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Ricorda la storia  |      
Autore: RevyAdelheid    07/03/2009    1 recensioni
[YamamotoxHibari] Durante le sere 'inverno uno cosa fa?...Sta a casa per ripararsi dal freddo! Beh, per lui non è la stessa cosa...
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

22 febbraio, ore 23:42. Un freddo polare, un silenzio di tomba.

Nonostante questi fattori positivi, che portano una persona a farsi una calda dormita nel proprio letto, Kyoya non dormiva, appunto. Perché non riusciva mai a dormire? Si era stuffato lui stesso di chiederselo già da tempo. Non riusciva neanche da solo, senza la presenza di erbivori inutili. Nella “sua” scuola era peggio ancora.

Perciò a quell’ora, in quel giorno freddo, era appoggiato alla finestra e guardava fuori i fiocchi di neve che scendevano lenti, pesanti, sul suolo…e poi tornava a vedere sopra i fiocchi, e li vedeva scendere, poi risaliva…poi scendeva…

-Che noia…-

Finalmente aveva realizzato la situazione e si spostò sul letto per potersi sedere, intatto, non aveva  neanche provato a dormire. Era inutile provarci…quindi continuava a fissare il muro come se ci fosse qualcosa…che non c’era…

-E va bene, troviamo qualcosa da fare prima che diventi anche io un erbivoro…- disse, la cosa più positiva che Kyoya aveva pensato quella notte era quella di uscire a farsi una passeggiata….o forse no?

Non era sicuramente normale, a quell’ora, con quel freddo, tutto solo, uscire di casa per andare a passeggiare. Ma lui non temeva niente. Lui prendeva semplicemente a tonfate tutto ciò che incontrava per la strada. Si vestì (con molta fantasia) con la divisa della scuola e uscì di casa, chiudendo la porta a chiave, e leggermente resosi conto del vento gelido e secco che tirava. Ma nonostante questo continuava a sbadigliare già da un pezzo.

[…]

Fuori di casa, Kyoya stava pensando a dove poteva recarsi, o quale cammino scegliere per essere notato il meno possibile. Non amava particolarmente essere osservato. L’ultimo che l’aveva fatto è finito all’ospedale…

La città era abbastanza piccola, o almeno il quartiere che si limitava a girare, ma a lui piaceva così, piccola e semplice.

-Ma perché sono uscito a prendere freddo…- si chiese tra se e se. Ma ormai era fuori, tanto vale passeggiare…

Camminando senza una meta per le stradine, si accorgeva che faceva ancora più freddo nel pensare che non avevi un posto dove andare…forse…e dico FORSE poteva capire le persone senza tetto.

Pensando velocemente ad una via d’uscita, l’unica soluzione che gli venne in mente fu una. La scuola.

Già, ma la strada era troppa, cosa poteva fare? Decise di prendere una scorciatoia, che stava poco più dietro di un bivio. Consisteva in un piccolo vialetto  tutto stretto chiuso da due muri e silenziosissimo, raramente passava di li, ma trovava la pace degli angeli sempre. Infatti appena ci si addentrò, scoprì che li il vento non batteva neanche, e si ritrovo con qualche grado corporeo in più. Dopo 30 secondi di sollievo riprese a camminare…

Qualcosa alle spalle di Kyoya si muoveva, lui se ne accorse, il suo udito ipersensibile gli permetteva di fare ciò, prese una delle due tonfa, che portava sempre dietro, e con un movimento veloce e netto tirò un colpo all’individuo che gli stava dietro, e si accorse con grande stupore che evitò il suo colpo.

-Accidenti come siamo nervosi Hibari!-

-Mpf…mi pareva di aver sentito una cosa strisciarmi dietro…Yamamoto Takeshi…-

[…]

Quel ragazzo era sveglio peggio di lui, e gli stava attaccato come una sardina da quando l’aveva incontrato dentro quel vialetto.

-Ad ogni modo piantala di seguirmi…- disse Hibari seccato continuando a camminare…

-Come, no hai paura di essere aggredito?- disse Yamamoto non staccandosi minimamente dal suo fianco

-Francamente no, e specialmente se sei tu…-

Yamamoto non aveva capito il senso della frase…specialmente se sei tu, che lo aggrediva? Lasciò perdere in ogni caso e continuava a non staccargli gli occhi di dosso, camminava in modo lento e staccato, come se volesse attirare l’attenzione su di lui, solo su di lui. E con Yamamoto ci riusciva. Incantato da quel movimento monotono, pensando forse che…

-Cosa ti porti dietro, quella mazza?- Disse tutt’un tratto Hibari

-e-eh….? Ah, la porto per vizio ormai…-

-Come non vai ad allenarti o che so io…di solito fai questo no?- Stava facendo di tutto per levarselo dai piedi, come si poteva notare…

-No, ma mi hai dato una bella idea, che ne dici se mi aiuti anche tu?...- Rispose Yamamoto, che a quanto pare non voleva proprio allontanarsi, anzi si avvicinò…troppo vicino…

-Ma cosa stai dicendo, e quale parte del tuo cervello penserebbe che io accetti?!?-

Era più stupito di trenta secondi fa era vero, ma non era di certo migliorato il suo umore, anzi era peggiorato, ed era ancora una fortuna per Yamamoto che non l’aveva ancora steso a terra…riprese a camminare questa volta più veloce cercando di seminarlo.

Yamamoto però non sembrava dar molto caso a quella risposta, era troppo vicino a Hibari per non poter notare quello che stava per succedere…

-Bel profumo…- Sussurrò, a mo di complimento, un complimento detto un po’ troppo accattivante. Hibari sentì quell’affermazioni, non poteva credere che Yamamoto avesse detto quella frase, ma allora voleva proprio morire?

-Come hai detto scusa?- Chiese. Ma prima di realizzare qualsiasi altra cosa, con passo velocissimo Yamamoto gli era di nuovo troppo vicino, e abbassandosi leggermente per avvicinare le labbra al suo orecchio…

-Fai finta di non capire o non capisci? Ho detto che hai un buon profumo…- Ripeté, adesso era proprio convinto di quello che voleva ottenere quella sera, anche se quella tonfa gelata al collo ora dava un po’ fastidio…Hibari invece era rimasto di sasso e un misto tra lo schifato e l’odioso,  anche se gli aveva messo una tonfa al collo per non farlo avvicinare un centimetro di più, per lui non era abbastanza…doveva passare all’offensiva.

Così prese l’altro tonfa e con un altro scatto velocissimo cominciò a buttare colpi a Yamamoto, il quale era molto abile e si accorse subito del contrattacco, perciò li deviò quasi tutti, ad eccezione dell’ultimo, nonché il più potente. Ora Hibari era davvero arrabbiato.

Dalla fronte di Yamamoto uscì una goccia di sangue, doveva ammettere che ci sapeva fare con l’auto difesa…ma era naturale, dopotutto lui nella vita attaccava solo…

-         Questo ti costerà un paio di ossa, Yamamoto…-

Ma questa frase non ebbe un fondo di verità, perché Takeshi non si arrese a quel colpo di tonfa, che gli faceva un po girare la testa, si rialzò da terra e lo tirò per un braccio sbattendolo con la schiena al muro e gli diede un bacio, un bacio inaspettato persino da lui, dato con irruenza, ma poi sciogliendosi al contatto con la bocca di Hibari…

Cosa diavolo gli era capitato quella sera? Perché si era messo in testa di uscire? Hibari in un misto di vergogna e rabbia pensava a tutto questo mentre si dimenava contro Yamamoto che riusciva a tenerlo ben saldo contro il muro del vialetto…

Ma poi fece qualcosa che NON doveva fare. Liberò quel braccio per accarezzargli il viso, e guardarlo intensamente negli occhi, ma per quanto Hibari poté ricevere quell’intensità col braccio diede libero sfogo alla sua violenza, tirandogli un bel pugno nel fianco.

Rimase li fermo per qualche secondo, incredibilmente shoccato per quel bacio che l’aveva colto alla sprovvista… era con lo sguardo fisso nel vuoto dell’altro muro, mentre i fiocchi di neve scendevano…ma qualcosa lo fece tornare alla realtà..

-Accidenti…sei proprio un bastardo! E baci malissimo!-

-C-cosa farei io? Come osi parlare dopo tutto quello che hai fatto…dannato erbivoro, ti sei scavato la tomba con le tue mani!-

Ma come poteva essere stordito in quel momento, tanto da cadere sulla sua stessa tonfa! Cadde all’indietro sbattendo con la schiena sul suolo bianco e candido, sentendo un dolore allucinante ma coperto subito dal gelo della  neve.

Per Yamamoto si rivelò subito essere una buona occasione per riacchiapparlo, ancora con quell’istinto indomabile e sconosciuto che aveva in testa, ora non aveva in mente che Hibari tutte quelle cose che poteva fargli…

Si mise sopra di lui, Hibari cercò di combattere ancora ma era in una posizione troppo svantaggiata per poter vincere quella lotta silenziosa, e così perse un'altra occasione, e si ritrovò al punto di partenza…

-Senti un po’ Yamamoto-

-Taci.-

E da quando lui obbediva ad un ordine dato? Forse da quando aveva visto quegli occhi così accesi ed eccitati allo stesso tempo. Quando ricominciò di nuovo a toccargli il collo con la punta del naso per poi leccarglielo…provava un piacere immenso, ma non voleva cedere a tutte quelle sensazioni…quindi doveva trovare una soluzione, ma Yamamoto non accennava a demordere, ora che aveva capito il trucco non lasciava spazio ad Hibari per potersi muovere, ma Hibari stranamente non continuò più a dibattersi…

-Ed ora cosa ti prende?-

-…-

Yamamoto alzò la testa per poter scorgere la risposta negli occhi del ragazzo, e con sua grande sorpresa liberò una mano per potergli avvicinare il volto a se e baciarlo…un bacio lento e brutto, in effetti Hibari non sapeva davvero baciare, ma almeno ci provava…bastava un po di pratica dopotutto.

-Finalmente hai ceduto?- Questa fu l’unica domanda che riuscì a fare dopo essersi staccato, il che era molto difficile in quel momento…ma Hibari avvicinò il suo volto all’orecchio, e fece una risatina “vincente”

-Stupido pervertito…-

Con il ginocchio si aiutò per spostare quel corpo da sopra il suo, lo scaraventò in un punto indefinito della strada, e più veloce della luce riprese le tonfa da terra e scappò.

Che stronzo… pensò Yamamoto, a questo giro non si era fatto niente però, Hibari non lo aveva “colpito” lo aveva solo “spostato” il che gli faceva pensare che lo aveva fatto di proposito…poi il modo in cui gli aveva sussurrato all’orecchio, era molto provocante.

-Dimmi tu cosa mi tocca fare- Si alzò da terra ancora più preso dalla sfida. Sentiva che Hibari stava cedendo, doveva solo usare qualche trucco per portarlo a se…

Ed ora sapeva dov’era andato a finire…quella strada portava solo in due posti, il parco e la scuola…e siccome Hibari sapeva che il primo posto dove poterlo cercare era la scuola…

-Ok, andiamo al parco.-

[...]

Ora che era ritornato il vento faceva ancora più freddo, li , messo dietro l’albero Hibari aspettava che il grande intelletto di Yamamoto arrivasse a pensare che poteva essere li, nel parco. Quel piccolo parco poco lontano dalla sua scuola, con solo un altalena e uno scivolo per bambini. Triste e desolato di sera…cosa che notava solo in quel momento che non aveva niente da fare, niente da fare finché non udì dei passi correre per il vialetto, era lui. Ora vedeva la sagoma, poi lo vedeva tutto, alto e atletico che scrutava con gli occhi ogni singola parte di quel piccolo parco…era proprio lui.

Bene e adesso sei morto pensò, stringeva più forte le tonfa, faceva attenzione a non provocare il minimo suono e si concentrò per potergli dare il colpo più forte che poteva.

Senza pensare troppo (che in quei casi portava sempre alla disfatta dei piani) uscì dal nascondiglio e lo attaccò da dietro le spalle, ma Yamamoto sentì alcuni passi…e non poteva essere altro che lui, quindi girandosi riuscì a deviare il colpo, semplicemente abbassando la testa.

-Ma tu guarda….non si attacca il nemico alle spalle lo sai?-

Hibari l’aveva mancato di nuovo, un'altra occasione persa. Cominciava a credere che il freddo era la causa di tutti i suoi problemi quella sera…

-Ok, adesso basta. Mi hai proprio stancato…-

-Cosa vuoi dire?-

- TU…brutto porco pervertito…-

-No ti sbagli non sono un pervertito, semplicemente non so che mi passa per la testa-

-Che ti passa per la testa? A te non ti passa niente per la testa…-

-Molto simpatico devo dire…ti dona…-

Un'altra parola di quelle e Hibari giurò di saltargli addosso e morderlo a morte ( si come no…saltargli addosso e basta…) lo osservava da lontano, con quella sua faccia strafottente col sorriso stampato su quelle labbra, quelle labbra che avevano osato fare delle cose oscene su di lui…solo a pensarci gli veniva ancora quel disgusto…ma non solo disgusto.

- Cos’hai da guardare?-

- Osi ancora parlare Yamamoto?- lo stava provocando.

- Nessuno mi vieta di farlo…-

- Non posso credere come tu ti senta sfacciato fino a questo punto…-

- Oh si, e poi che fai dopo tutto questo? T ne torni a  casa tranquillo? Pensando che non è successo niente?-

Questa era davvero la goccia, Hibari all’improvviso, tagliò la strada lanciandosi verso Yamamoto

Con passo veloce, non aveva intenzione di ricevere nessun’altra provocazione da quell’insulso ostacolo…

Diede due colpi di tonfa, che Yamamoto per poco deviò, poteva sentire quel metallo freddo sfiorargli i capelli, e poteva sentirne la violenza da cui erano spinti, Hibari cercò di bloccarlo ma non ce la fece perché Yamamoto lo prese e lo spinse contro lo scivolo che avevano vicino…

-Di la verità mi ci hai portato apposta qui, vero?!?- strafottente com’era, si vedeva come Yamamoto ci provava gusto a farlo arrabbiare, come se era il suo passatempo preferito…

-Bastardo stronzo….ti uccido…- rispose Hibari, ma le sue parole furono rotte dall’ennesimo bacio…

Irruente, bello, strafottente. Hibari non ne voleva più sapere di essere trattato in quel modo.

Continuava a baciare insistendo per schiudere le labbra di Hibari, era molto difficile poter resistere a quella tempesta di emozioni. Ma qualcosa alla fine lo fermò.

Hibari lo aveva spinto via con un calcio tra le gambe, quindi molto, doloroso. Andò in dietro di qualche passo, curvo su se stesso e tenendosi proprio dov’era arrivato il colpo.

-M-ma sei pazzo!!!- gridò conto il moro, cono tutto il dolore che aveva n corpo.

Ora mischiato al sangue, una lacrima di dolore macchiava il suo volto contratto dalle smorfie.

-Non….sperare che sia finita qui…Yamamoto….ora ti moro a morte….-

Finalmente ci era riuscito, dopo tutto quel trambusto finalmente Yamamoto stava per cedere, era proprio quello il momento che aspettava Hibari, quello per dargli il colpo di grazia, si preparò a dare l’ultima tonfata della serata, il braccio si mosse ma non arrivò sul volto, come aveva previsto, era riuscito a pararlo on la sua mazza…

Quando l’aveva recuperata?

-Che razza di…-

Yamamoto lottava con la sua mente per restare lucido e non demordere, si rimise stranamente in piedi, barcollando e non capendo più niente, riusciva a distinguere solo la sagoma di Hibari. Era un miracolo che riuscisse a realizzare cosa stava succedendo…

Hibari lo fissò sconcertato, mentre cadeva a terra…immobile, pareva morto. Lo era? Forse aveva fatto troppo?

No, poi si accorse che stava respirando, era solo svenuto.

-Ben ti sta…- fece cadere a terra il tonfa e si poggiò sullo scivolo per riprendere fiato, mentre lo osservava…e qualcosa gli balenava davanti, tutto quello che era successo…non ci credeva, non poteva essere vero. Semplicemente impossibile.

Ma tanto impossibile che lo faceva andare di matto. Il suo petto andava su e giù, la faccia ancora marcata dal dolore…che dormiva, come un bambino mentre ha un incubo…era estremamente carino e docile mentre dormiva…

-Mphf…-

Il disdegno di Hibari era alto, mentre rimetteva al loro posto entrambe le tonfa e caricava sulle sue spalle il corpo di Yamamoto. Che fine gli poteva far fare?

Lo portava nel suo appartamento.

Anche se preferiva lasciarlo ammezzo alla neve e farlo morire di freddo. O forse no…

[…]

Il calore della casa lo pervase subito, facendogli ricordare tutto, come quando una persona riprende lucidità delle sue azioni, lo intimorisce, lo rilassa, lo affatica.

Poteva sentire anche i dolori delle cadute e dell’affaticamento. Lo aveva proprio ridotto male, ed era uno dei pochi che ci era riuscito.

Scaraventò quel corpo inerme sul divano, rivolgendogli uno sguardo di disprezzo, lo scrutò con tutto l’odio possibile, ora che ci pensava…non doveva proprio portarlo in casa.

-Tsk!- Ora, era solo un insignificante erbivoro con dei problemi (al cervello) e di freddo, dopotutto.

Passati trenta secondi o più, distolse lo sguardo da quel volto ora tornato alla normalità, con il sorriso….si recò in cucina a prendere dell’acqua calda, per farlo riprendere e sbatterlo a calci nel sedere fuori, non vedeva l’ora di essere di nuovo solo, a casa sua, a vedere i fiocchi di neve scendere, ed annoiandosi.

Riprese a ragionare non appena la sua testa toccò “delicatamente”  dei cuscini un po troppo rigidi, aprì gli occhi e poteva vedere un…muro. Dove si trovava? Era in una casa questo era certo, neanche un secondo bastò per fargli tornare in mente tutto. In ogni minimo particolare. E realizzò tramite questi, che si trovava in casa di Hibari…e che il rumore dell’acqua che usciva dal lavandino era sicuramente per mano sua…un sorriso dipinse il suo volto…

Ora che era più lucido e riposato aveva molte idee in mente…

Hibari guardava l’acqua scorrere e scaraventarsi pesantemente nella ciotola di plastica che aveva trovato dentro il lavandino, ci mise dentro un pezzo di stoffa ed aspettò, e mentre aspettava poteva pensare, pensare a quando lui toccava, dentro quel vialetto, quando sussurrava, quando lo baciava, perdeva letteralmente la ragione era come tutto offuscato, non pensava a niente. Come se il suo cervello si bloccasse.

Chiude gli occhi, fa un respiro profondo e cerca di dimenticare tutto, quel blocco che gli impediva di ragionare come si deve.

-Dannato Yamamoto…-

-E’ un piacere che la pensi così..-

Quella frase, quella voce, gli risuonò dentro l’orecchio, profonda, calda e sensuale.

Risuonò giusto per fargli capire che ora, si trovava dietro di lui…strafottente, con il suo sorrisino stampato in faccia. Come se lo potesse vedere.

Non pensava che sarebbe arrivato a tanto, e non poteva neanche reagire come voleva, perché Yamamoto era abbastanza intelligente da mettere le mani sul lavandino e bloccarlo nel suo minuscolo spazio. Era rimasto con quella ciotola nelle mani.

Il suo respiro era calmo, sul collo si posava delicatamente, era caldo.

-Ho fatto solo un errore nel portarti qui…-

-Tu credi..?-

Cominciava delicatamente a sfregare il naso contro la nuca, provocandogli brividi di piacere. A questo punto non poteva non cacciare i pensieri che aveva ora in testa, era pervaso dal piacere, non pensava ad altro che a lui. Non riusciva più a realizzare nessuno pensiero, era perso.

Yamamoto non ci pensava, e continuava lentamente quello che stava facendo, voleva provare il piacere, sempre di più, ancora di più, voleva fargli girare la testa. Cominciò a baciarlo dove meglio credeva…

-Credi ancora di volermi mordere a morte….Hibari Kyoya?-

Fece cadere la ciotola a terra, una mare di acqua si sparse per tutto il pavimento , un rumore sordo e silenzioso.

Si girò di scatto, lo baciò. Ancora, più forte, più piacevole, più desiderato che mai. Mise le mani fra i capelli di Yamamoto che finalmente vinse…ritrovandosi in braccio al ragazzo che rispondeva al bacio, infiltrando la lingua, cercando la sua…trovandola.

Quello che si poteva udire erano solo gemiti, insaziabili, baci dati con violenza. Yamamoto a differenza del compagno, teneva gli occhi aperti, per poterlo osservare mentre moriva nei suoi piaceri.

Gli piaceva da morire guardarlo. Hibari riprese fiato, staccandosi da Yamamoto, e riaprì gl occhi guardandolo a sua volta, con il solito sguardo freddo.

-Mi ha portato qui di proposito vero?- disse Yamamoto, con il solito sorrisino sulle labbra, che faceva impazzire Hibari.

-…e anche se fosse?- non aveva intenzione di farlo vincere definitivamente, anche  Hibari voleva giocare, dopotutto la partita era ancora aperta…

Scese dalle braccia del ragazzo e sbottonò velocemente i pantaloni infilando una mano fra le sue gambe, Yamamoto lo guardò con gli occhi spalancati e si irrigidì…

-S-sei capace di arrivare a tanto?...-

Ma non ci fu risposta, perché Hibari continuò nella sua opera, riprese a baciarlo lentamente sulle labbra delicatamente, poi con la lingua andò a leccare la ferita che gli aveva inferto durante il combattimento all’aperto…

-Ahi, cosa fai…mi fa ancora male…- ancora più stupito del comportamento del ragazzo, ma non osava minimamente fermarlo, poi un calore indescrivibile lo colse alla sprovvista, un piacere profondo lo pervase, cominciò ad emettere dei piccoli mugugni, mentre Hibari scendeva lentamente con la lingua fino a raggiungere la mano indaffarata.

Il piacere aumentò sempre di più, poteva vedere la chioma scura di Hibari che si muoveva instancabile e sempre più veloce…ora gli occhi si chiudevano soli…

Hibari smise lentamente di assaporare, e alzo il volto con un sorriso a mò di sfida, Yamamoto aprì gli occhi e lo guardò…non poteva più resistere.

Lo fece alzare e portandolo nella saletta col divano lo spinse fino a farlo sdraiare a terra, levandogli la camicia che ora era solo un intralcio…stessa fine per i pantaloni, il suo volto era arrossato dal piacere, gli  si mise di sopra e sussurrò nel suo orecchio –Kyoya…- cominciò un'altra guerra di baci passionali, violenti e profondi.

Hibari rispondeva ai suoi baci, facendo andare le sue mani dai capelli alla schiena, lo spinse fino a portarlo sotto di lui e più lentamente possibile cominciò ad abbassargli la zip della felpa, facendolo rimanere a torso nudo, delineando con l’indice tutti i dettagli di esso. Scendendo ancora più giù levò i pantaloni, Yamamoto appena finì col toglierglieli lo tirò a se per continuare a baciarlo, i loro gemiti si facevano più forti…

Yamamoto ora lo stringeva forte…Hibari non capì dapprima cosa stava facendo, ma subito dopo lo sentì. Un dolore allucinante, che poi si trasformò in piacere, era rimasto immobile mentre Yamamoto ora sopra di lui si muoveva, emettendo strani suoni, gli occhi chiusi e concentrati mentre baciava il suo petto, Hibari cominciò a sciogliersi, emettendo ancora altri gemiti che lentamente andavano a crescere ogni volta che Yamamoto aumentava di velocità.

Il mare di emozioni che poteva sentire, l’eccitazione, il piacere…la goduria di ogni bacio del ragazzo lo faceva impazzire e qualcosa dentro di lui stava per arrivare…

-Y…amamoto…-

Di tutta risposta Takeshi lo prese a se e lo strinse forte, lui fece altrettanto un ultimo lungo bacio per coniare il loro ultimo gemito, il più forte…il più piacevole, quello che dura pochi attimi.

E così si addormentarono dolcemente…

E fu così che in quella notte dal freddo polare, Hibari finalmente riuscì a dormire fra il calore delle sue braccia.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: RevyAdelheid