Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: PandorasBox    21/12/2015    2 recensioni
«Dieci vite fa» esordisce, riaprendo gli occhi, guardando Piper che sembra come pietrificata «Dieci vite fa ero una persona totalmente diversa. Dieci vite fa non mi avresti voluto avere come amico né come cuoco personale: continuavo a bruciare cose.»
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Frank Zhang, Hazel Levesque, Leo Valdez, Piper McLean
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

  • Note
Sono una brutta persona e lo so: ho lasciato indietro l'altra fic perché mi manca il tempo materiale di finirla e quindi pubblico quel che riesumo dalle note del mio telefono nella -vana- speranza di farmi perdonare.
Mi dispiace per il ritardo megagalattico, vedrò di rimediare quanto prima giurin giurello.

Come al solito, non credo ci sia molto da dire sulla storia ma sappiate che mi sono innamorata dell'idea di Leo come Dottore e, avessi tempo e po' più di ispirazione di quanta ne abbia al momento, probabilmente ci scriverei su un romanzo. Aspettatevi altre cose del genere, quindi, state bene attenti.
Se avete capito chi è la rigenerazione precedente e quella successiva del Dottor!Leo battete un colpo, se avete colto altri riferimenti battetene due, se siamo alla fine del mondo battetene quattro.

Per pareri, consigli, critiche ed auguri di Natale sentitevi liberi di usare i commenti/mandare un messaggio.
Buona lettura ♥

 
 




Time meant nothing, never would again

 
Lo sa, sa perfettamente qual è la parte peggiore della rigenerazione, non è l’abituarsi ad una nuova faccia o un nuovo corpo, non è scoprire che i tuoi nuovi denti hanno un molare cariato o che la tua voce è più acuta di quanto desiderato: la parte peggiore è quel che viene prima, è quando devi prepararti a salutare chi resta con la consapevolezza che dovrai imparare ad amarlo di nuovo. È spiegare a Piper perché il suo “migliore amico” («Come potrei non essere il migliore, Beauty Queen? Ti ho fatto vedere una stella che nasce mangiando tacos al tofu, sentiamo, chi può battere la cosa?») forse non sarà più tale.
E lui non sa se può farcela.

Davanti a Piper che lo guarda spaventata – e gli dispiace, davvero, gli dispiace tantissimo- sente che il suo momento sta arrivando: l’upload è pronto, Dottore, prego accetti i termini del servizio e clicchi qui. Pochi secondi e un lieve doposbronza e tutto sarà finito e ricominciato: con un po’ di fortuna, questa volta avrà un’altezza decente e un’indole meno incline al sentimentalismo. Spinga il grande bottone rosso, grazie.
 
Perché, lo ammette, se il privilegio di avere due cuori è quello di amare il doppio, lui ne farebbe volentieri a meno. Se il privilegio di avere due cuori è avere più spazio per chi resta indietro, beh, che glieli strappassero entrambi dal petto, farebbe meno male e sarebbe più leggero.
 
La parte peggiore della rigenerazione è vederli passare tutti davanti ai suoi occhi, è non capire dove finisce la realtà e cominciano i suoi ricordi. Sono lì, di fronte a lui, sembrano chiamarlo per nome ma lui è stato il Dottore per così tanto tempo («Ho smesso di contare i miei anni quando ho dovuto cominciare a spegnere le candeline con il phon. Ed è veramente maleducato chiedere l’età ad un signore del tempo affascinante come me!») che forse, quel dannato nome, lo ha dimenticato anche lui.
 
E rivede Calipso, la sua Calipso, come l’ha vista la prima volta. La rivede con il suo completo bianco, la vede con i capelli legati sopra la testa e in mano quel diario che è diventato un po’ il loro modo di darsi appuntamento, condannati come sono ad incrociarsi per caso correndo in direzioni opposte. Sorride di quei sorrisi che gli rivolge quando sta nascondendo qualcosa e lui vorrebbe chiederle come sarà in futuro ma lei gli fa segno di tacere e lui neanche ci prova.

Rivede Annabeth, un ricordo di quando lui era sé stesso ed un’altra persona, e sente una fitta al cuore: congedarsi da lei è stata forse la cosa più difficile dei suoi duemila anni.

Rivede quel ragazzo con lo sguardo nel passato e si chiede se sia cambiato qualcosa, per lui, da quando gli ha permesso di ricordare di nuovo, di riscoprire chi è.

Rivede sé stesso il giorno in cui si è fatto rubare da F.E.S.T.U.S. ed è volato via da casa sua, scappando da una guerra che non avrebbe voluto combattere e dai suoi mostri sotto il letto.

Rivede la sua Hazel Levesque, la sua ragazza impossibile, la rivede come il giorno in cui lei gli ha detto addio, seduta sulle panchine di una New Orleans dai colori e dai suoni diversi, intrappolata in un tempo non suo.

«Arrivederci, Dottore Bruciacchiato.» gli aveva detto, allora, con il tono di chi ha accettato la sua vita.

«Arrivederci, Dottore Bruciacchiato» gli dice, di nuovo, e lui comincia a pensare che quello debba essere il loro modo di salutarsi.

La rivede mano per mano con il ragazzo che ha aspettato, il centurione più coraggioso che Roma abbia mai conosciuto, e si chiede se siano riusciti a ritrovarsi o se Frank stia ancora cercando tra le pieghe del Tempo la sua Hazel. Si chiede se quelli che vede di fronte a sé siano davvero loro due, i suoi due amici -probabilmente gli unici che abbia mai avuto- o sia solo il suo cervello, i suoi sensi di colpa che lo spingono a volerli vedere insieme nel momento in cui ha più bisogno di loro.
E sa che non può andarsene senza la loro benedizione, e sa che può vederli di nuovo solo perché la fine è così vicina.

«Ci siamo ritrovati a New Orleans negli anni Settanta, durante un concerto dei nostri figli.» gli dice Frank, passando una braccio attorno alla vita di Hazel, sorridendo rassicurante. « Abbiamo avuto una bella vita, due belle famiglie. Sei libero ora: dormi, Dottore.»
 

 
Si obbliga ad aprire gli occhi, a lasciare quelle immagini, si obbliga a tornare da Piper che gli sta stringendo la mano con forza e lo sta chiamando a gran voce. E le deve delle scuse, delle istruzioni, delle rassicurazioni, non sa se sarà in grado di farlo.
 
«Non resterei così vicino fossi in te, Beauty Queen.» mormora, sentendo i secondi scorrere facendo più rumore, sapendo per certo che sta per scoccare la sua mezzanotte, sta per cominciare un nuovo giorno.


 Tic toc, Dottore.


«Dieci vite fa» esordisce, riaprendo gli occhi, guardando Piper che sembra come pietrificata  «Dieci vite fa ero una persona totalmente diversa. Dieci vite fa non mi avresti voluto avere come amico né come cuoco personale, continuavo a bruciare cose.»

Non riesce a star fermo, misura la stanza a grandi passi, le sue mani che continuano a giocare con il suo cacciavite, continuano ad aggiustare cose, e come poteva non essersi mai accorto di quel fusibile bruciato? Ha poco tempo per mettere tutto a posto, no?  

«Dieci vite fa non ero il Dottore che conosci ora, tra pochi minuti non sarò il Dottore che conosci ora quindi ascoltami bene, Beauty Queen: non aver paura della persona che vedrai tra poco davanti a te e non piangere per quella che hai visto andare. Prendimi per mano, quando non sarò più io, e guidami, aiutami, sgridami come sai fare. In più di mille anni di viaggi non ho mai incontrato qualcuno che non abbia avuto bisogno di una mano da stringere o di una mamma con cui litigare. Ricordami di chiudere il gas quando usciamo da qui, continuerò a dimenticarlo, e tu ricorda dove hai messo le tue scarpe rosse perché probabilmente io lo dimenticherò. Ho lasciato una busta con il finale di Game of Thrones da qualche parte qui dentro, prendilo come un regalo di Natale anticipato e, ti prego, consegnala a Martin: la sta aspettando da anni e non ho ancora avuto modo di consegnargliela. Grazie per l’avventura, Piper McLean, hai l’universo negli occhi.»


 
È un urlo soffocato quello che sente nel momento in cui tutto diventa confuso, un’unica esplosione di energia, luce che brucia le retine ed un gran mal di schiena, e vede sé stesso ─ il sé stesso con i riccioli scuri ed il sorriso sghembo- aggiungersi agli altri, salutarlo con la mano, poi è come atterrare sui propri piedi cadendo dal decimo piano. Dolore alle ginocchia e poi più nulla.

 
Tic toc
Tempo scaduto, Dottore.
 

 
 
 






 
«I miei occhi sono difettosi o avete sempre avuto contorni così poco definiti, voi umani?»
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: PandorasBox