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Autore: JulesB    21/12/2015    0 recensioni
Magnus ha un'importante domanda per Alec. La sua risposta potrebbe influenzare entrambi, in diversi modi ovviamente.
Storia tradotta dell'autrice Cumberbatch Critter.
Dal testo: "La caduta fu breve prima di atterrare sullo stomaco muscoloso di Magnus. Le braccia serpeggiavano attorno alla sua schiena, poi Alec, sospirando tranquillamente, poggiò il mento sul petto dello stregone per guardarlo. Ricevette un semplice sorriso, mentre le braccia attorno a lui lo stringevano. Ad Alec non importava, non lo facevano sentire in trappola, ma al sicuro."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Lime, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Magnus era estremamente calmo riguardo tutte le cose, come sembrava ad Alexander. Eccetto per il piccolo sfogo all’inizio di tutto, lo stregone stava prendendo tutto con calma. E non sapeva come.

Alec stava iniziando ad avere piccoli battiti di panico; Magnus era serio e calmo davanti a tutto. E ad un certo punto, Alec poté giurare che aveva visto l’Oscurità muoversi.

Quando stava leggendo il libro di Magnus, quello che conteneva gli incantesimi, aveva visto diversi incantesimi che includevano l’Oscurità e nessuno di quelli finiva bene. Era Oscurità, dopo tutto, e semplicemente non potevi immaginare di dilettarti in quelle arti.

Tuttavia, smise di pensarci quando il Tokoloshe schiacciò Magnus contro il muro con un ginocchio alla sua gola. Senza pensare razionalmente, Alec si rialzò e afferrò il primo oggetto vicino, prendendo la mira, lo gettò alla testa dell’aggressore. Allo stesso tempo, Magnus sembrava aver perso l’attenta concentrazione che Alec aveva visto si impossessava di lui. Le ombre si spostarono attorno a loro ancora una volta, e sebbene Alec non avesse paura del buio, non era sicuro di voler sapere cosa sarebbe accaduto poi.

Il Tokoloshe si girò verso Alec e in quel momento ci fu un lampo luminoso come se la luce-

Lui venne gettato via, duramente, e quasi si lanciò in un combattimento quando riconobbe che i brillanti occhi da gatto appartenevano al suo “aggressore”. Magnus lo trascinò in piedi mentre protestava (era questione di vita o di morte, ma dannazione, poteva essere più gentile!)

“Dai, andiamo!” Magnus gridò, trascinandolo alla porta.

“Ma, Magnus-!”

Alec si girò, e solo per abitudine lanciò un’occhiata dietro le sue spalle come un riflesso. Non fu un’ottima idea.

La stanza era ricoperta interamente dall’Oscurità, così spessa che Alec non poteva proprio dire dove il loro assalitore era andato, e si stava rapidamente diffondendo per tutta la stanza. E nonostante non fosse spaventato dal buio, immaginò che essere catturati da quel rapido movimento di Oscurità fosse una tempesta che non sarebbero riusciti a sopportare. “Magnus!” Ma, veramente, cosa avrebbe potuto fare Magnus in quel momento?  Adesso era troppo tardi.

Senza nemmeno il tempo di battere gli occhi, l’Oscurità aveva inghiottito la stanza in tutta la sua interezza.

Era uno strano tipo di sentimento, come se improvvisamente si era disconnesso dal suo corpo. Non riusciva a muovere le gambe, e nemmeno a stringere la presa nelle mani di Magnus. Non era completamente diverso dal peso schiacciante del Tokoloshe che quasi lo aveva messo sotto, tranne che in questo caso non c’era dolore.

Ma nelle tenebre, non poteva dire se era giorno o notte, se era sveglio o dormiva, vivo o morto. E, alla fine, nell’oscurità, lui cedette dolcemente.

 
XoXoXoX
 
Alexander si svegliò di soprassalto “Magnus!” Si alzò velocemente, il suo mondo improvvisamente venne inondato di una luce brillante. Per uno stupido secondo, pensò che fosse morto.

Ma la luce venne cancellata, e poté mettere a fuoco le figure attorno a lui. Quella stanza… La stessa stanza in cui era! Così, non era stato incosciente per molto, forse per qualche secondo…

Senza pensarci troppo, i suoi occhi viaggiarono immediatamente per trovare lo stregone che gli mancava. Si rese conto che stava stringendo ancora la sua mano, primo, e secondariamente, che Magnus era incosciente. “Magnus? Magnus? Svegliati” chiese, scuotendo le spalle dello stregone. “Onestamente, come abbiamo potuto addormentarci entrambi sul lavoro…?” mormorò, aspettando che quegli occhi si aprissero e una qualche sua stupida-saggia osservazione sull’essere stati rapiti.  

Ma quello non accadde, e un brivido di disagio lo scosse “Magnus?”

Alec distolse lo sguardo da Magnus per un secondo, guardando attorno alla stanza con disagio. Il Tokoloshe era andato, del tutto. Beh, forse non era stato abbastanza semplice. Tutto nella stanza sembrava semplicemente disintegrato, o almeno ci avevano provato. I muri non si erano allontanati molto dall’esserlo, ma oltre a quello, c’era solo un sacco di cenere annerita attorno a lui.

“Magnus, svegliati!” invocò, tornando a guardare lo stregone e impazientemente pungolò la sua guancia. “Se hai salvato la mia vita, so che devi salvare la tua, e allora svegliati!” la sua voce si ruppe sull’ultima sillaba e mentalmente si maledisse. Non l’avrebbe fatto. Non avrebbe dato la sua vita per la sua.

“Dai, stupido stregone!” mormorò, dando rapidamente emozione alla sua voce mentre armeggiava con il polso di Magnus. Avrebbe dovuto essere la prima cosa da fare, ma la sua testa era troppo confusa. Non era ancora sicuro cosa esattamente stava-

“Buuh!”

Con un grido che avrebbe negato più tardi fosse uscito dalla sua bocca, Alec saltò indietro quando Magnus improvvisamente si mise a sedere. Quegli occhi da gatto erano finalmente vedibili, e così il loro spirito.

“Stronzo” fu tutto quello che Alec pensò di farfugliare prima che Magnus lo schiacciò in uno dei più stretti abbracci che aveva mai ricevuto “…mi hai spaventato…” mormorò, nascondendo la testa nell’incavo del collo di Magnus. “Ho pensato che fossi morto…”

Magnus rise leggermente e Alec sentì il mento dello stregone adagiarsi sulla sua testa “Sinceramente, anche io lo pensavo.”

“Come noi- Voglio dire, cosa hai fatto?”

“C’era una barriera. Su di te.”

“Oh” si fermò, aggrottando la fronte. Su di te? “Solo su di me?”

“Sì”

“Ma perché?”

“Non avevo tempo”

“Idiota! Perché non ti sei prima preoccupato di te stesso?” Magnus guardò in basso verso di lui con un tale sguardo che la risposta era chiaramente intuibile. La rabbia di Alec vacillò “Quindi, come fai ad essere ancora qui…?”

“Penso… La barriera che ti ho dato non era esattamente, uhm, della tua misura. E mi dispiace per questo, perché non pensavo facesse questo ottimo lavoro finché entrambi non ne siamo usciti. Di solito una barriera si definisce attorno ad una persona, ma quando l’ho eretta, ho avuto mezzo secondo per essere sicuro che non saresti rimasto ucciso nello scoppio e penso che quando ci siamo presi per mano, la barriera si sia propagata anche su di me. Penso.” Magnus assunse un’aria contemplativa per un momento prima di scrollare le spalle. “Comunque. Ha funzionato.”

“Sei così noncurante” mormorò Alec, sciogliendosi solo leggermente da quell’abbraccio.

“Al momento, non mi importa perché ho messo una barriera su di te.”

Alec si ritrasse “Non dire cose come questa…”

“Ma è vero. Tu sei la mia prima priorità.”

Si morse leggermente il labbro, indeciso se essere felice o irritato. Ci fu una piccola vibrazione causata dalle parole di Magnus, una vibrazione che era andata dritta al suo cuore e lo aveva scaldato. Allo stesso tempo, la priorità di Magnus sarebbe dovuto essere Magnus stesso, ma Alec non riuscì a costringersi a dirlo. Premette solo le sue labbra contro quelle calde di Magnus. Il bacio durò per poco tempo, ma poi Magnus lo spostò.

“Alec, dobbiamo andare, ho sentito delle sirene. Non sono riuscito a mascherare bene l’esplosione, così… Beh, io non ho bisogno di essere catturato qui.”
Mezzo seccato, Alec annuì e si alzò in piedi, ondeggiando leggermente. Sentiva il mondo sotto sopra.

“Oh, wow!” Magnus emise sottovoce, e Alec capì che lui si sentiva la stessa impressione. “Avrei davvero dovuto creare una barriera migliore.”

“Almeno non siamo stati disintegrati. Che, presumo, è quello che è successo al Tokoloshe.” Aggiunse, dirigendosi verso la porta.

“Tokoloshe? Quella cosa era un Tokoloshe?”

Alec si guardò dietro, accigliandosi “Sì? Ne hai mai sentito parlare?”

Magnus annuì “Mmh. Sono conosciuti per rapire furtivamente le persone nel mezzo della notte. Sono generalmente controllati da qualcun altro come mezzo per perseguitare una persona, ma il vecchio mito dice che o strappano a morsi le dita delle persone addormentate o violentano le donne solo per divertimento. Non pensavo fossero veri, comunque.”

“Oh, questo è… simpatico.” Mormorò Alec, strofinandosi la schiena e la testa mentre uscivano. “Aspetta, dove diavolo siamo noi?”

“Australia. No aspetta, non è giusto. Mmh… Mi sono dimenticato.” Magnus rise subito dopo, e dopo averla trovata prese la mano di Alec, trascinandolo per la strada.
 
 




Lo so, sono una persona orribile perché per più di una settimana non mi sono fatta viva con questo capitolo. Perdonatemi, ci sono stati i festeggiamenti per il mio compleanno e il lavoro che chiamava!

Gustatevi questo tanto atteso capitolo – perdonandomi ancora please  - mentre io mi metto già all’opera per l’altro: I promise.

Baci a tutte e buona lettura. 
   
 
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