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Autore: pikychan    21/12/2015    2 recensioni
Sono tornata, più motivata ^^
Ciao a tutti,
ho scritto proprio di getto una nuova fanfiction sulla nostra coppia preferita, ovvero la pearlshipping ^^
Se qualcuno di voi guarda regolarmente o quasi l'anime su K2 avrà visto che recentemente Ash si è dato da fare ad aggiustare il tetto del Centro Pokèmon, così mi è venuta l'idea di fargli riincontrare un'amica mentre pulisce il centro... come va a finire se i destini di due giovani si separano e si ricongiungono solo dopo tanto tempo?
Se vi interessa leggere pure,
Ciao! ^^
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Lucinda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
- Questa storia fa parte della serie 'Pokémon: Le mie fanficition sulla pearlshipping'
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We change
 

Ash e i suoi amici avevano dato una mano all’infermiera Joy durante il giorno.

Ormai era calata la sera, ma il giovane allenatore si era intestardito nel terminate le pulizie. Così, mentre tutti erano a letto, lui era nell’atrio con lo straccio per pulire i vetri e la sola compagnia del suo fidato Pikachu.

A un certo punto smise di strofinare e alzò le braccia al cielo per stirarsi.

«Fatto! Abbiamo finito». Esclamò prima di guardarsi intorno.

«Mi sa che è tardi, vero Pikachu?». Chiese al pokèmon che in tutta risposta annuì un Pika pikaun po’ assonnato.

Il ragazzo lo guardò intenerito mentre Pikachu tentava di tenere gli occhi aperti.

«Sarà meglio andare a dormire...». Sussurrò quasi.

Lui per primo si era stupito, da quanto tempo ormai non usava quel tono… mesi… no, anni… più o meno da quando… da quando esattamente? Ash non se lo ricordava. A dirla tutta non si ricordava di aver mai parlato in quel modo, lui era un tipo piuttosto schietto, non aveva tempo per certe smancerie… allora perchè la sua stessa frase gli dava un senso di malinconia? Perchè gli sembrava così lontano, ma anche famigliare?? Se solo fosse riuscito a ricordare…

Ash sentì una specie di frusciò che lo fece tornare alla realtà. Guardò fuori dalla finestra, stava piovendo.

«Sta piovendo… meno male che siamo al coperto, vero Pikachu?». Commentò tornando a sorridere e allontanando i pensieri di poco prima.

Appena dopo, vide spuntare in lontananza una figura che avanzava piano. Il ragazzo era sorpreso, a quell’ora della notte l’ultima cosa che si aspettava era di vedere qualcuno avanzare nei boschi.

Senza pensarci due volte uscì di corsa.

«Ehiiiiii!». Urlò poco prima di fermarsi. «E’ pericoloso aggirarsi di notte, poi con questo tempo… che ti salta in mente!?».

Ash era seriamente preoccupato, quella figura minuta non rispondeva e per lo più era incappucciata, aveva paura fosse ferita.

«Ehi! Mi senti??!». insistette ancora alzando la voce.

La sagoma si tolse lentamente il cappuccio togliendo ogni dubbio. Subito l’espressione di Ash mutò in meno di qualche secondo, soffermandosi su quella stupita e incredula.

«Ciao Ash, come va?». Chiese sorridendo, mentre l’amico era ancora troppo stupito per dire qualunque cosa.

Entrarono nel Centro Pokèmon e si sedettero nel divano di fronte al camino. Ash insistette per accendere il fuoco siccome Lucinda era tutta bagnata, ma non fu un’impresa facile. Quando finalmente cominciava ad accendersi una fiamma chiese all’amica qualcosa.

«Come facevi a sapere che ero qui?». Chiese alzandosi e sedendosi vicino a lei.

«Da quando sei diventato così egocentrico? Non sono qui per te, ma per il Varietà Pokèmon». Spiegò mettendo su il broncio e voltando la testa.

«Davvero? Ti interessa il Varietà Pokèmon?». Domandò lui sgranando gli occhi.

Lucinda si rivoltò e lo guardò confusa, c’era qualcosa di diverso in lui…

«Ash? Per caso ti sei innamorato?». Chiese senza peli sulla lingua.

La reazione del ragazzo fu minima, la guardò ancora più confuso di prima.

«No».

«Meno male, che sollievo, se ti innamorassi di qualcuno prima di me sarebbe davvero una sconfitta». Disse tirando un sospiro di sollievo chinandosi fino al pavimento.

L’allenatore era sempre molto confuso, non sapeva proprio cosa dire in questi casi. Tuttavia si sentiva calmissimo e in vena di affrontare qualsiasi argomento nel modo più sereno possibile.

«Non sei mai stata innamorata?».

«No, in genere sono gli altri a innamorarsi di me». Rispose con aria fiera.

«Anche tu sei cambiata...». Commentò a bassa voce con aria quasi sprezzante.

«Io non ho mai detto che tu sei cambiato!». Disse voltandosi a guardarlo.

«L’hai insinuato però…!». Controbatté lui a tono.

Come sentendosi in colpa Lucinda si rivoltò avanti con lo sguardo basso e le mani giunte sulle ginocchia.

«Forse la verità è che è passato troppo tempo». Cominciò a dire un po’ malinconica. «Siamo cresciuti, sia tu che io siamo cambiati e non c’è più spazio l’uno per l’altra...». Terminò sempre più amareggiata.

Ash la guardò attentamente, sentiva la nostalgia salirgli. Sapeva che in passato avevano viaggiato insieme ed erano inseparabili, tuttavia ora che lei era lì davanti non riusciva a provare minimamente quello che provava all’ora.

«Ho capito». Disse alzandosi. «Ti auguro tutta la fortuna che la vita vorrà offrirti».

La ragazza lo guardò continuando ad avere quell’aria amareggiata di poco prima, ma quando Ash si allontanò si alzò in piedi.

«Ash! Non c’è nulla di cui preoccuparsi». Esclamò in fretta prima che andasse via.

Quella frase aveva colpito in pieno il ragazzo, ora cominciava a sentire qualcosa… antiche e segrete emozioni cominciavano pian piano a riprendere il loro corso naturale, anche se ancora troppo deboli per qualsiasi azione.

«Se dici così io mi preoccupo di più».

 

Ash stava correndo velocissimo tra la folla.

«Ash!». Lo richiamarono gli amici nella speranza di farlo rallentare.

L’allenatore si fermò per un attimo, ma ripartì subito perchè non poteva assolutamente aspettare. Finalmente l’avrebbe rivista.

Lucinda era gli dentro, nervosa… il suo primo Varietà Pokèmon! Non poteva fare a meno di camminare per tutta la stanza.

«Lucinda!». Gridò l’amico entrando di corsa.

«Ash?». Emise lei sorpresa.

Il ragazzo aveva il fiatone, era ancora chinato in due. Quando vide l’amica non riuscì più a staccare gli occhi e dopo poco si rizzò.

«Sei venuto a vedermi? Mi fa piacere». Commentò sorridendo.

«Lucinda io… riguardo a quello che ci siamo detti l’ultima volta…!». Prese a dire avanzando inconsapevolmente.

Lucinda dal canto suo per mantenere le distanze arretrava, era troppo imbarazzata dalla situazione per dirgli che stava avanzando.

Alla fine lo scontro con il muro fu inevitabile, la ragazza cadé mentre Ash si era fermato senza aver capito cosa fosse successo.

«Senti Ash, puoi stare più attento?». Disse massaggiandosi la testa.

«Scusa». Mormorò mortificato.

«Non preoccuparti». Sorrise lei rialzandosi.

Il volto di Ash era mortificato, confuso, intenerito… non lo sapeva bene neanche lui... si sentiva smarrito, ma non in senso negativo… come quando stai cercando una cosa molto importante per te e pensi a quanto sarai felice quando la riavrai.

«Lucinda…!». Esclamò meno sicuro del solito voltandosi una volta accortasi che era sgusciata via.

«Sì, Ash?». Incoraggiò lei mentre si sistemava i capelli guardandosi allo specchiò.

«Non importa...». Mormorò a tono basso e demoralizzato.

Lucinda lo guardò mentre usciva, che gli era preso?

 

In seguito Ash ritornò dagli amici e insieme presero posto in platea.

Più volte Lem e Serena gli chiesero cosa avesse, ma l’allenatore non rispose.

Alla fine le gara si chiuse con la vittoria di Lucinda e Ash non aveva dato alcun segno di miglioramento.

Il ragazzo era seduto sulle gradinate dell’edificio. Lucinda uscì e fu molto sorpresa nel vederlo.

«Ash…!». Emise lei fermandosi subito stupita.

L’amico si voltò a guardarla, ma senza dire niente tornò a guardare in avanti subito dopo.

La ragazza lo raggiunse e si sedette accanto a lui.

«Qualcosa non va?». Chiese lei preoccupata.

«Congratulazioni per la vittoria...». Disse cercando di evitare il suo sguardo.

Lucinda davvero non capiva il suo comportamento.

«Sei arrabbiato con me?». Domandò sicura che fosse quella la cosa giusta da dire.

«Perchè lo pensi?».

«Non mi guardi in faccia...». Spiegò quasi offesa.

L’amico con uno sforzo emotivo più grande di lui voltò lo sguardo rivelando un debole, ma sparso, colorito rosso su tutta la faccia.

Lucinda fu molto sorpresa nel vederlo e ora fu lei a voltarsi e chinare lo sguardo in avanti. Le sue guance lusingate si stavano tingendo di rosso a loro volta e la sua bocca non poteva fare a meno di arricciarsi in un sorriso.

«Ora sei tu che non mi guardi in faccia». Osservò il ragazzo allargando la bocca in un ampio sorriso e non abbandonando il colorito.

«Ash, ti piace qualcuno in questo momento?». Emise la ragazza un po’ incerta.

«Non direi». Rispose lui allungando le gambe e risiedendosi per nascondere il suo nervosismo.

«E io? Ti piaccio…?». Chiese ancora più piano abbassando il capo e triplicando il colorito.

«Certo che mi piaci!». Esclamò subito quasi offeso dalla domanda.

Lucinda divenne ancora più rossa e si raggomitolò sempre più.

Il sole stava tramontando e i due non si erano detti più niente. La ragazza a volte aveva sbirciato dal suo guscio per vedere se Ash aveva intenzione di dire o fare qualcosa, ma ogni volta ritornava a ritirarsi.

«Lucinda?». La richiamò a un tratto.

«Sì?». Rispose con il cuore a mille.

«Se ti ritiri così finirai per sparire».

Lucinda non sapeva cosa dire. Sentendosi in colpa tornò a sedersi composta… forse aveva travisato tutto, dopo tutto Ash non intendeva mi piaci nello stesso modo che lo intendeva lei.

«Oppure hai freddo?». Le chiese sorprendentemente.

La ragazza non sapeva nuovamente cosa dire, era completamente spiazzata, le faceva ricordare la situazione della polvere negli occhi.

«Se vuoi… puoi venire più vicino». Aggiunse ancora con tono apparentemente normale che però era leggermente spezzato.

L’amica era sempre più incredula, le sue guance ripresero un po’ colore e il suo sguardo si caricò di dolce smarrimento. Guardò con la coda dell’occhio Ash per vedere se voleva aggiungere ancora qualcosa, ma sembrava avesse terminato. Si guardò in torno senza darlo troppo a vedere e una volta certa fossero soli si avvicinò all’amico, forse anche un po’ troppo, però stava bene così e Ash non pareva lamentarsi.

Senza preavviso la testa del ragazzo scivolò sulla spalla della ragazza, facendola andare nel panico.

«Ash?». Chiamò cercando di dar a vedere il meno possibile che era imbarazzata.

Lucinda notò che gli occhi dell’amico erano chiusi e sereni, allora si intenerì completamente.

«Sta dormendo...». Sussurrò tra se e se sorridendo.

Ash si strofinò gli occhi e si raddrizzò.

«Hai detto qualcosa?».

«Nulla». rispose lei guardandolo e sorridendo.

Lui si fermò un attimo per cercare di capire, ma i suoi sforzi furono vani.

«Posso?». Domandò il permesso la ragazza accennando la testa sulla sua spalla.

L’amico le fece un mezzo sorriso e da quel momento non dissero più niente.

 
  
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