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Autore: Jaredsveins    21/12/2015    0 recensioni
OS senza senso che ho scritto in un momento di noia.
Ho provato a immaginare come si comporterebbe Leto se avesse la febbre e un'amica al suo fianco a occuparsi di lui. Tutto qui.
Grazie mille a chi leggera, recensirà, farà un salto.
NB. Ci sono riferimenti alla serie di Sherlock e spoiler, tanto per avvisarvi nel caso in cui voi stiate guardando la serie o siate intenzionati a farlo. uu
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente!
Per chi non mi conoscesse, il mio nome è Feffe e ho già scritto sui Mars in passato, ma mi ero fermata da tempo. Ieri sera invece ho deciso di scrivere questa..cosa(?) e adesso eccola qui.
Chiedo scusa per i possibili errori di battitura, non l'ho riletta. :'D
Ribadisco anche qui: ho fatto riferimenti alla serietv Sherlock e ci sono possibili spoiler, quindi evitate di leggere se state guardando la serie o se siete intenzionati a farlo.
-Feffe

From a game to a flu.
 
Jared sbuffò rumorosamente dopo esser stato spinto giù da Claire, sbattendo la schiena sul divano. Odiava esser trattato in quel modo, come se fosse un bambino incapace di badare a se stesso. Non che potesse fare comunque qualcosa, dato che aveva dolori ovunque e desiderava solo che quel fastidio costante alla testa passasse. Ripensandoci, se l'era anche cercata. Erano andati sulla neve nel Colorado, avevano programmato di starci una settimana intera ma a causa dei suoi problemi di salute furono costretti a tornare prima. Jared era cocciuto e sosteneva di stare "alla grande!", ma i suoi occhi rossi, gonfi e lucidi, i dolori in tutto il corpo e la perenne debolezza mostravano l'esatto contrario.

"Ma insomma, sto bene! Che problemi ti fai?"

"Stai così bene che se non fosse stato per me, questa mattina ti saresti rotto il naso."

L'uomo le fece il verso sottovoce e storse il naso contrariato, ricordando quel che era successo nelle prime ore del giorno. Si era alzato e nonostante le continue raccomandazioni della ragazza di restare a letto, lui scese comunque. Fortuna volle che, nonappena un capogiro lo assalì, Claire passò e lo prese per le spalle, sbattendo il sedere a terra dato che fu incapace di reggere il suo peso. Almeno però, non si era fatto male lui, non era messo bene, ci mancava solo un bernoccolo o qualche osso rotto a causa di una caduta dalle scale. "Beh, in ogni caso, sono adulto e so badare a me stesso. Tra qualche giorno sono ben-" si bloccò immediatamente e si morse la lingua.

Claire scoppiò a ridere e lo indicò con le lacrime agli occhi per la faccia da allucinato che aveva messo su, realizzando che la settimana dopo Jared avrebbe compiuto ben 44 anni. Che non dimostrava nemmeno, tra l'altro. Ma ogni anno era sempre la stessa storia: si vantava di non dimostrare la sua età, ma non diceva mai quanti anni faceva. Era come un rifiuto, perché lui si sentiva ancora giovane. E la sua amica lo rimproverava sempre, dicendogli che alla sua età, per l'appunto, era ancora giovane. Cosa che a lui, testardo com'era, non voleva proprio entrare in testa. Era come se si rifiutasse di crederci.

"Non importa, sai quanti sono e ti posso assicurare che bastano per far sì che io badi a me stesso senza bisogno di assistenza!" Sbottò alzando la voce, appena la sua amica scomparve dietro la porta. Sapeva che Claire non aveva torto e apprezzava molto quel che stava facendo per lui, ma Jared non era un tipo molto diabetico come la sua amica che ogni due per tre gli ricordava di volergli bene. Ma la cosa non gli dispiaceva per niente, anzi lo faceva sentire importante e anche se non glielo diceva, era sicuro che Claire non avesse bisogno di sentirselo dire ad alta voce. Apprezzava molto tutto quello che stava facendo per lui e che continuava a fare da quando si conoscevano. Ma il fatto che lo stesse trattando come un bambino per qualche lineetta di febbre, lo infastidiva e non poco. Ma sapeva anche che era una caratteristica della sua amica, essere sempre premurosa e disponibile per lui e lo apprezzava davvero molto. A causa della vita che conduceva, era raro per lui fidarsi davvero delle parole di affetto di una persona che vedeva di persona e assiduamente. Il mondo era pieno di gente che tentava di infilarsi nel suo portafogli e aveva ricevuto molte delusioni nel corso della vita, ma sapeva di poter essere se stesso con Claire. Lo aveva capito dal primo momento: lo aveva capito nel momento in cui lei non dimostrò di pendere dalle sue labbra come la maggior parte della gente. Anzi, gli teneva testa ed era una cosa che aveva sempre apprezzato in lei. Litigavano ogni tanto, ma poi tutto si risolveva in meglio e tornavano anche più uniti di prima. Jared l'adorava perché, nonostante si preoccupasse e fosse premurosa, non era invadente. Sapeva di poter contare su di lei quando aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, sapeva che non lo avrebbe giudicato. Avrebbe detto la sua, certamente, ma senza farlo sentire sbagliato. E quando gli capitava di voler stare solo, spesso, Claire lo capiva e lo lasciava in pace fino a che non era lui a farsi sentire. Erano davvero molto uniti, tanto che avevano deciso di andare insieme in vacanza..una vacanza che fu rovinata da una delle solite bravate di Jared.

"Seriamente credi che io ti lasci solo sapendo che stai così male? Shannon non c'è, Tomo è partito con Vicki e tua madre è in Francia. Noi siamo dall'altra parte del mondo e non posso stare così in pensiero." Incrociò le braccia e si poggiò allo stipite della porta, guardandolo da lontano. "Sai che rispetto sempre i tuoi bisogni, ma non questa volta. Il tuo nasino mi ringrazia ancora, lo sai?"

Leto scosse la testa e si mise a ridere debolmente, tirando un cuscino contro la sua amica ma fallendo miseramente data la debolezza delle sue braccia. "Cretina."
"Mh..non mi sembra di aver rovinato la vacanza a tutti e due solo per mettermi a correre il mutande sulla neve, per poi tuffarmici sopra."

Ouch, quello era un colpo basso. Ebbene sì, ecco il motivo della sua influenza odiosa. Jared si stava annoiando, le strade erano bloccate per qualche ora a causa della neve che gli spazzaneve stavano rimuovendo e non c'era niente da fare. Allora aveva iniziato un gioco stupido con Claire, il classico "obbligo-verità". Quando fu il turno della ragazza, lei disse con una risatina "Tuffati con addosso solo l'intimo sulla neve", aspettandosi che Jared rifiutasse. Infatti lei stava scherzando. Ma Jared non lo fece, si alzò e si spogliò in un attimo sotto le proteste della ragazza che avrebbe voluto strozzarsi da sola. Doveva aspettarselo da Jared, era un pazzoide.

"Beh la colpa è tua, sai che accetto sempre le sfide."

"Ah! Non ti azzardare eh, non ti ho obbligato davvero. Io stavo scherzando, te l'ho anche detto e adesso guarda un po' come sei messo. Dopodomani invecchi" Usò quel verbo di proposito e ignorò lo sguardo truce di Jared "e lo farai tutto paralizzato a letto, proprio come gli anziani!" Claire gli si avvicinò cautamente e si inginocchiò accanto il divano, coprendolo meglio con il plaid ignorando le sue proteste.

"Ma insomma, nemmeno mia madre fa così!"

"Non fa così solo perché ti ama e non vuole che tu ti arrabbi con lei."

Jared allora decise di provocarla e inclinò il capo, battendo le palpebre e sfoderando il suo sguardo da cerbiatto che faceva sciogliere gli iceberg del mondo intero. "Mi stai dicendo che non mi vuoi bene?"

"No." Claire gli mise un cuscino sul viso e si mise a ridere all'imprecazione di Jared. "Non ti voglio bene per niente. Io ti adoro e per questo motivo insisto, sai come sono fatta. E non fare quello sguardo da idiota con me, sai che non attacca. E adesso.." Accese la tv e si mise a sedere anche lei sul divano, mettendo le gambe di Jared sopra le sue. "E' ora di guardare un episodio di Sherlock."

L'uomo alzò gli occhi al cielo e non protestò, sapeva che quella era una lotta persa in partenza. E poi quella serie gli piaceva, però non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, non voleva darle questa soddisfazione. Quindi decise di godersi quel momento di relax e si girò su un fianco, affondando la guancia sul cuscino e guardando la tv.


"E' ridicolo."

"Mh?" Claire si girò verso Jared poco dopo aver spento il televisore. "Cosa?"

"Si è buttato dal fottuto tetto di un edificio, come può essere vivo? E' umanamente impossibile! Voglio dire, io ho osato fare una cazzata e adesso ho la febbre. Lui si butta dal tetto, si sfracella sul pavimento e ora BOOM! E' vivo e vegeto. Voglio dire, come ha fatto? Non è credibile. E John poi doveva aprirgli il culo, altro che dargli un semplice pugno sul viso. Andiamo!"

Claire ridacchiò e mise una mano sulla fronte del suo amico, annuendo solo figuratamente e concentrandosi sulla sua temperatura. Sembrava essere più freddo, forse l'influenza si stava abbassando. Prese il termometro e quando dopo cinque minuti lo tolse, sorrise soddisfatta nel vedere che era tutto nella norma. "Sono una dottoressa mancata, già non hai più nulla."

"Oh beh, è da tre giorni che non posso muovermi dal letto; stavo quasi per rompermi il naso; non riesco a parlare senza sembrare un idiota a causa del raffreddore e direi che..sì! Già non ho più nulla!" Rispose lui sarcastico.

"Mamma mia, passano gli anni e diventi sempre più insopportabile." Borbottò Claire e gli prese le mani per aiutarlo a mettersi seduto. Nonostante la temperatura nella norma, aveva comunque dolori.

"Mamma mia, passano i mesi e diventi sempre più.." La guardò negli occhi con un sorrisino strafottente. "Cicciona."

Urla tra: tre, due..

"Beh è per una giusta causa! Poi lo dirò a Kurt quando nascerà cosa dicevi alla sua povera mamma mentre lo aspettava.."

Ebbene sì, Claire era incinta di ben sei mesi. Jared era stato uno dei primi a saperlo. Più che altro lo aveva intuito, vedeva sempre una luce diversa negli occhi della sua amica e quando un giorno gli fece trovare un ciuccetto sul tavolo per dargli un indizio, aveva capito tutto. Era davvero tanto felice per lei ed era stato disponibile fin dal primo momento per qualsiasi cosa. Soprattutto quando il suo ragazzo la lasciò sola dopo essere venuto a conoscenza di quella notizia. Leto era stato attraversato da un impeto di rabbia che ancora provava a pensarci, avrebbe dovuto fare due chiacchiere con quel coglione e farlo pentire di essere nato. Odiava la gente che scappava dalle proprie responsabilità, proprio non riusciva ad accettarle. A maggior ragione nella situazione della sua amica. Jared ci rivedeva molto sua madre. Una ragazza single, con un figlio che sarebbe presto venuto al mondo e sola. Una mamma single a tutti gli effetti. E chi era lui per non darle una mano e starle vicino? Teneva molto a lei e negli ultimi mesi si erano avvicinati ancora di più.

"Kurt adorerà suo zio Jared quanto quest'ultimo ama le tette."

"Sei disgustoso." Ennesimo cuscino sulla faccia di Leto.

"Lo so, ma mi adori lo stesso."

Claire e Jared si guardarono negli occhi e si scambiarono uno sguardo di affetto, per poi essere riscossi dal suono del campanello. Erano a casa della ragazza e lei non stava aspettando proprio nessuno. Quindi si alzò facendo meno rumore possibile e non poté credere ai suoi occhi quando aprendo la porta si trovò davanti Shannon Leto in tutto il suo splendore.

"Hey bella! Sono venuto a ritirare un pacco."

"Pft." Sbuffò lei. "Attento a come lo tratti questo pacco, è molto pesante e soggetto a crisi di rottura di palle cronica."

"Io sono ancora qui!" Sbottò Jared e represse una risata quando suo fratello e la ragazza scoppiarono a ridere.

Non lo avrebbe mai detto ad alta voce, ma senza loro si sarebbe sentito perso. Li adorava, dal profondo del cuore.
  
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