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Autore: mirandas    22/12/2015    1 recensioni
"Beh, Beatrice mi ha detto, che Lucia le ha detto che la Madonna le ha detto di dirle mentre era con Rachele…sì, insomma, mi manda Beatrice!" (Estratto dal capitolo 2)
Chi, leggendo la Divina Commedia, non ha mai pensato che gli svenimenti del nostro amato fiorentino fossero leggermente fittizzi? Per Dante, Beatrice passa in secondo piano di fronte alla fascinosa guida, anche se ci vorrà un po' di tempo: esattamente la durata di un periglioso tour fra inferno, purgatorio e paradiso. Buona lettura a tutti!
Genere: Comico, Parodia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dante Alighieri, Un po' tutti, Virgilio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Sì, lo so, sono passati secoli dall'ultima volta che ho aggiornato, ma sappiate che ho scritto questo canto con un braccio solo (l'altro è rotto) e nella stessa settimana in cui avevo due esami u.u.
Spero di riuscire a scrivere un altro canto prima di gennaio, in caso contrario Buon Natale a tutti!!


Canto XIX

Dante

 

Virgilio ed io stavamo passeggiando in mezzo a un bosco. Chiacchieravamo del più e del meno, argomenti leggeri come la letteratura latina e greca; il mio maestro sembrava meno scorbutico del solito e teneva la mia mano nella sua, accarezzandola dolcemente di tanto in tanto. Improvvisamente mi ritrovai disteso nell'erba, Virgilio sopra di me che mi sussurrava con voce roca all'orecchio: “Spogliati”. Il mio respiro cominciava a farsi affannoso, sentivo il sudore corrermi giù per la schiena…E proprio in quel momento il mio maestro era sparito nel nulla: puff!

Mi rialzai da terra confuso e piuttosto accaldato (e insoddisfatto!). Fu allora che mi accorsi che al posto di Virgilio era comparsa una donna. Per un attimo temetti che fosse Beatrice e che avesse visto tutta la scena. La osservai con più attenzione e notai i piedi zoppi, gli occhi storti, le mani rattrappite e il colorito smorto.

“C-c-c-ciao D-d-d-dan-n-n-nte”.

Ah, e balbettava. Definitivamente quella non era Beatrice.

Continuai a guardarla inebetito, non capacitandomi di come la mia mente avesse potuto partorire una tale immagine. Ma più la fissavo e meno la donna balbettava e allo stesso tempo il suo corpo si raddrizzava e riacquistava colore. La trasformazione, tuttavia, era appena cominciata, perché subito la donna prese a cantare con una così dolce voce che difficilmente, anche volendo, avrei potuto distogliere lo sguardo da lei.

Cantava:

“Ciao sono Lucia,

sono una sirena

Può sembrare strano

Ma è una storia vera

Porto i marinai giù,

in fondo al mare blu.

Ho ammaliato Ulisse

Sì, con il mio canto.

Vieni anche tu, Dante

Giocheremo insieme.

Potrai conoscere

tutto ciò che vorrai...”.

 

Non aveva ancora finito di cantare che Beatrice, più santa e luminosa che mai, apparve in mio soccorso.

Beatrice mi guardò scuotendo la testa e urlò: “Virgilio, Virgilio! Ma chi è questa sciacquetta che sta cercando di portare via il nostro Dante?”

Ed ecco che il mio maestro (…aspetta, nostro?! Ma allora… quindi lei sa… e Virgilio… ah insomma non importa, ci penso dopo) tornò in scena, severo e implacabile come un angelo vendicatore, portandosi di fianco alla sirena e strappandole i vestiti, mostrandomi il seno prosperoso e la sua...ehm...il suo organo genitale femminile.

Distolsi lo sguardo con forte imbarazzo.

“Guardala, Dante” mi ordinò Virgilio. “Affronta la realtà: a te non piace QUESTO” continuò, indicando l'organo riproduttivo.

Stavo per rispondergli ma l'odore nauseabondo che proveniva proprio da quel punto della sirena mi svegliò.

Ma non esiste il bidet quassù?

Riaprii gli occhi di scatto con la voce nervosa del mio maestro che mi chiamava.

“Dante! Dante!! Oh! Finalmente la bella addormentata si è svegliata! È da tre ore che ti chiamo! Ora alzati e muovi quelle belle chiappe tonde e sode. Abbiamo una Cornice da superare.”

Mi alzai dolorante, ignorando il commento di Virgilio sul mio deretano.

E ammettilo che ti fa piacere! Soprattutto dopo il sogno caliente che hai appena fatto...

Ignorai anche la mia vocina e proseguii verso occidente. Seguivo la mia guida a testa bassa, come un cane fedele segue il padrone.

Vorresti dirci qualcosa, Dante?

Smettila di trasformare ogni metafora in una cosa sconcia!

Io non ho detto niente di sconcio, sei stato tu a pensarlo per primo...

Certo! Perché tu fai “Vocina” di nome e “PERVERTITA” di cognome!

...voglio dire, ognuno di noi ha dei kink che non vorrebbe condividere, però non c'è nulla di male...E poi dai, le tue metafore si prestano ai doppi sensi!

LA LA LA NON TI SEEEEENTOOOOOOO.

Dunque, ero ricurvo su me stesso a riflettere sul sogno di poco prima e seguivo Virgilio come un pellegrino segue la propria guida, quando sentii una voce urlare dall'alto: “Venghino signori, venghino! Il passaggio è da questa parte! Avanti signori, altro giro, altra corsa!”. Seguii la direzione della voce e individuai un angelo dalle ali candide come quelle di un cigno. Aspettai che parlasse di nuovo per udire le sue prossime parole di saggezza e... “Beati coloro che piangono...perché saranno consolati!”.

...Ma che...

...banalità...

Per una volta mi trovo d'accordo con te, vocina.

Come sarebbe a dire “per una volta”? Questa non è e non sarà la prima né l'ultima volta in cui ti trovi d'accordo con la sottoscritta, chiaro?

Sì, sì. Come dici tu.

Continuammo a camminare, ma non riuscivo a smettere di pensare al sogno che avevo fatto. Tenevo la testa bassa, gli occhi perennemente sul terreno, nella speranza di trovare il significato di quella visione in un ciottolo.

Guarda che non c'è nessun significato nascosto da trovare, sei semplicemente un trentenne frustrato che non ha ancora mai fatto sesso. Un piccolo nerd della latinità.

Vocina!!! Smettila! Ti ricordo che se io sono uno sfigato, TU lo sei quanto me!!

Qual è il problema? Virgilio non può sentirmi.

E se invece la sua vocina potesse farlo?

E che male ci sarebbe?

Che male ci sarebbe”?!?! E se Virgilio lo venisse a sapere?? Non smetterebbe di prendermi in giro fino alla fine del secolo!!!

E ovviamente, parlando del diavolo...

“Dante, ti vedo pensieroso da quando ti sei svegliato. Come mai cammini a testa bassa? Guarda che le anime non perdono fiorini”.

“Non è niente, maestro” risposi evasivo.

Lui mi squadrò severamente. “Dante...”

Sospirai. Era inutile far finta di niente, in fondo entrambi sapevamo quanto fossi pessimo come attore.

“Ho fatto un...sogno, prima”

Il mio maestro annuì, incoraggiandomi a continuare.

“E...insomma...”

Il sorriso incoraggiante di Virgilio si trasformò in una smorfia divertita. “Cosa? Non mi dire che stavi facendo un sogno erotico! Non pensavo che gli intellettualoidi come te facessero sogni hard…”

Decisi che avrei tralasciato la prima parte. “No! Non era sconcio! Era solo un po' strano. Insomma, c'era questa donna balbuziente e storpia che poi diventava bellissima e...”. Non potevo assolutamente raccontargli il finale o sarebbe scoppiato a ridere!

“E?” mi esortò a proseguire.

“E...cantava. Diceva di essere una sirena e...e voleva che andassi con lei...poi però una donna dalle sembianze divine è occorsa in mio aiuto e ti ha chiamato a gran voce. Tu hai strappato i vestiti alla sirena e poi...poi c'era questa puzza di pesce insopportabile e alla fine mi sono svegliato”.

Virgilio mi osservò con attenzione. Avevo tentato di rendere il sogno meno spinto e allo stesso momento credibile, ma forse le mie scarse abilità oratorie non avevano convinto la mia guida.

“A quanto pare hai avuto un sogno simbolico. La donna-sirena rappresenta la cupidigia, peccato che viene punito in queste tre Cornici che ora attraverseremo”.

Uh, ci è cascato.

“O forse hai mangiato pesante ieri sera. E chi lo sa? Ora che ho risolto i tuoi dubbi, affretta il passo”.

Mi chiesi quali altri significati Virgilio avrebbe attribuito al mio sogno se glielo avessi raccontato per intero.

Probabilmente avrebbe raggiunto le mie stesse conclusioni.

Oppure ti avrebbe preso per le spalle e avrebbe continuato dal punto da cui vi eravate interrotti nel tuo sogno.

Inutile dire che il mio viso assunse le tonalità del sole al tramonto. Deciso a non ascoltare ulteriormente la mia vocina, mi affrettai a salire la scala che conduceva alla V Cornice del Purgatorio.

Non appena mi trovai nella nuova cornice venni accolto da uno spettacolo a dir poco pietoso: tutte le anime erano prostrate a terra e piangevano lamentosamente.

“Non riesco a sollevarmi da terra” qualcuno mormorava.

E in mezzo a quella disperazione, la mia guida parlò. “Qualcuno qui ci sa dare indicazioni per arrivare alla prossima Cornice?”

“Maestro!” lo rimproverai. “Un po' di tatto!”. Non potevo credere che non gli importasse nulla della sorte di quelle anime.

Virgilio inarcò le sopracciglia. Stava per rispondermi a tono, ma qualcuno lo precedette. “Procedete a destra e arriverete più velocemente a destinazione”.

Mi voltai verso l'anima che aveva appena parlato per ringraziarla. Quando la guardai, mi accorsi che voleva aggiungere altro. Scambiai un'occhiata con Virgilio, cercando di trasmettergli quanto fosse importante per me parlare con quella persona (ergo, gli feci gli occhi da piccolo aquilotto). Il mio maestro durò cinque secondi e poi si dichiarò sconfitto: “Oh, per Giove! Va bene, vai!”

“Yuppi!!!” esclama con un salto. Allo sguardo indemoniato di Virgilio subito mi ricomposi e mi avvicinai in fretta all'anima che ci aveva dato le indicazioni. Tuttavia, vedendo quell'uomo piangere, prono, con la testa sul terreno, non sapevo proprio come rivolgergli la parola. “Ehm...salve. Sto conducendo un sondaggio per il vicinato e mi servirebbero il suo nominativo e il motivo della sua...pena. In cambio può vincere una preghiera gratis nel regno dei vivi e...e biscotti!”

Alla parola “biscotti”, l'anima scoppiò in un pianto disperato. “Non mi parlare di cibo, per favore! È da una vita che non mi mangio un po' di pesto!” Aspettai che si ricomponesse. “Va bene, ti dirò tutto. In vita fui papa Adriano V, ma prima di allora vissi a Lavagna, in Liguria. Fui papa per poco più di un mese ma in quel tempo sperimentai quanto quella carica fosse gravosa. Mi convertii in ritardo, ma non appena lo feci mi resi conto che i beni terreni non valevano niente rispetto a quelli celesti! E quindi la mia punizione adesso è stare qui, legato a terra dalla giustizia divina, fino a quando il Signore non avrà perdonato il mio peccato di avarizia”.

Colto dalla commozione mi inginocchiai a terra, anche per facilitare il dialogo fra me e il penitente. Ma non appena accennai a chinarmi, Adriano mi fermò. “Perché ti inginocchi al mio cospetto?”

“Beh, mia madre mi ha sempre insegnato di portare rispetto verso gli anziani e mi dispiace vederla distesa a terra mentre io me ne sto in piedi. E poi lei è il papa!” E peggio di Bonifacio, mi creda, non può essere, ma questo non lo dissi.

“Alzati in piedi, fratello! Qui siamo tutti figli di Dio, perciò non mi devi mostrare alcun riguardo particolare. Ora lasciami, per favore, altrimenti rischio di distrarmi mentre sto scontando la mia pena. Un'ultima cosa. Nel regno dei vivi ho una nipote, il suo nome è Alagia. È una donna piena di virtù e mi è rimasta solo lei al mondo. Vorrei che tu le chiedessi di pregare per me”.

“Lo farò”, promisi.

Con un ultimo sguardo ad Adriano, mi accinsi a seguire Virgilio verso la nostra prossima meta.


 


 

Vieni al mare tra le onde ci troverai
Canta ancora e come noi sirene sarai…

  
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