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Autore: AlexBlack    23/12/2015    0 recensioni
[FemSlash][OneShot][Originale]
Dal testo:
Amber e Jeane si erano conosciute in Spagna, avevano corso sotto le stelle ed erano inciampate una nel cuore dell’altra e non erano più riuscite a rialzarsi. Si erano dette un “Como te llamas?” e un “Encantada de conocerte” e tanto era bastato per incominciare a conoscersi e a cibarsi di tramonti consumati sulle rive di spiagge di cui non si ricordavano il nome.
Poi Amber era tornata in Inghilterra e Jeane aveva guidato fino in Francia e le loro vite erano continuate senza dirsi più nulla.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Senza titolo

 

 

 

Amber e Jeane si amavano naturalmente, così come crescono i fiori o come cadono le foglie dagli alberi d’autunno. Si tenevano la mano quando camminavano nel parco e si tenevano strette anche le emozioni quando si guardavano negli occhi. Il mondo era un segreto tutto loro e non volevano condividerlo con nessun altro, anche perché degli altri poco li importava se loro potevano ancora toccarsi dolcemente sotto le lenzuola, o sotto gli sguardi pieni di pregiudizi di chi le vedeva.

Amber e Jeane si erano conosciute in Spagna, avevano corso sotto le stelle ed erano inciampate una nel cuore dell’altra e non erano più riuscite a rialzarsi. Si erano dette un “Como te llamas?” e un “Encantada de conocerte” e tanto era bastato per incominciare a conoscersi e a cibarsi di tramonti consumati sulle rive di spiagge di cui non si ricordavano il nome.

Poi Amber era tornata in Inghilterra e Jeane aveva guidato fino in Francia e le loro vite erano continuate senza dirsi più nulla. Ma ogni tanto il destino gioca scherzi che nessuno può capire e si erano incontrate di nuovo, Amber e Jeane, tra le rive dell’Arno a fissare il Ponte Vecchio appassire come i loro cuori. Così erano andate a visitare insieme gli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, anche se l’arte aveva smesso di essere la loro priorità. Avevano fretta di scoprirsi di nuovo a vicenda, e ridevano delle opere d’arte perché il loro amore era già abbastanza maestosa, come opera.

Si erano guardate tanto negli occhi, Amber e Jeane, in quei momenti passati insieme a Firenze. Amber aveva gli occhi verdi e quelli Jeane erano azzurri come le acque più profonde del Pacifico. Avevano deciso che non si sarebbero più separate, così erano andate a vivere a Londra, dopo l’università, così avrebbero potuto continuare a specchiarsi una negli occhi dell’altra, e degli sguardi indiscreti delle altre persone se ne sarebbero fregate.

Ma un giorno Jeane si era ritrovata a chiedersi cosa ci facesse a Londra, in quell’appartamento buio negli angoli di Brick Lane, maleodorante e pieno d’amore stantio che altro non sapeva se non di birra scadente e sigarette pesanti. Si era chiesta cosa ci facesse a Londra, cercando di parlare una lingua che non era la sua e cercando di assecondare una persona che non era più attraente come all’inizio. Si era chiesta, Jeane, cosa ci facesse a Londra a baciare Amber quando tutto ciò che voleva era vedere di nuovo le luci di Bordeaux. Se lo era chiesta davvero. Stava appassendo come appassisce un fiore all’ombra di un faggio troppo alto, tra un sorso di vino, una boccata di sigaretta e un bacio di Amber.

E un giorno Amber si era svegliata da sola, il letto troppo grande e il cuore spezzato. A Jeane non andava più bene la vita presa così, un po’ come capita, un po’ all’azzardo, un po’ con disperazione. E si ricordava, Jeane, se lo ricordava davvero, come era naturale il loro amore rincorso sulle spiagge spagnole, contando le stelle, contando i secondi passati insieme. Se lo ricordava e non era più così, scolorito e scurito anche lui dal fumo delle troppe sigarette. Il mondo non era più un segreto tutto loro e il destino aveva deciso di giocare sporco. E gli occhi blu come il Pacifico di Jeane avevano detto addio a quelli verdi di Amber. Il suo cuore aveva ripreso a battere naturalmente, e il “Encantada de conocerte” l’aveva dimenticato tra la sabbia delle spiagge spagnole senza nome e tra le pagine della loro storia senza titolo.

 

 

 

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