Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |       
Autore: Sherlocked221b    23/12/2015    1 recensioni
Si sa, c'è chi odia e chi ama il Natale.
Su una cosa però tutti si trovano d’accordo: il 24 dicembre è la giornata più frenetica di tutto il periodo dell’avvento. Ovunque si trovano persone impegnate nelle loro faccende.
Ci sono i bambini che si attaccano alle vetrine dei negozi chiedendosi quale giocattolo porterà loro Babbo Natale.
Ci sono i ritardatari cronici, che accorrono ai negozi per acquistare gli ultimi regali.
Ci sono quelli che “dannazione ho dimenticato il prosciutto!” e corrono ai ripari nel primo supermercato aperto e che puntualmente finiscono in coda alla cassa.
Ci sono quelli imbottigliati nel traffico, che non vedono l’ora di rientrare a casa.
Ci sono i fortunati che sono nelle loro abitazioni a finir di preparare il cenone, canticchiando qualche motivetto e ad attendendo con trepidazione gli invitati.
Quella sera c’era anche chi sperava invano di ottenere una risposta dall’amico che doveva aver già finito di lavorare da più di un’ora, ma che non dava cenni di vita da ore e ore.
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti!
Essendo che io amo il Natale e amo questa serie tv mi son detta “Hey, perché non mischiare le due cose?”
Questo capitolo è molto molto lungo ed è frutto di due notti insonni quindi mi scuso per eventuali errori !
La FF sarà composta da due capitoli. Il secondo dovrei postarlo entro domani sera, si spera!
Continuo dicendo che purtroppo nessuno dei personaggi o luoghi citati mi appartengono, dannazione!
Buona lettura, si spera, e buone feste a tutti!
Mi scuso in anticipo se vi causerò noia.
 

Un Natale speciale


Cap. 1 : La vigilia

Erano le sette di sera ed era la vigilia di Natale.
Come in tutto il paese anche in quella cittadina l’atmosfera natalizia aveva raggiunto picchi vertiginosi.
Le vie erano adornate di luci che ne percorrevano l’intero corso, illuminando anche le sere più buie.
La maggior parte degli alberi presenti in città, grazie a fondi posseduti dal comune, era stata decorata con festoni.
Canzoni natalizie scandivano il ritmo delle giornate in ogni angolo della città, accompagnando i cittadini durante i loro andirivieni giornalieri.
Si sa, il periodo natalizio provoca tra la gente emozioni contrastanti: c’è chi vorrebbe addormentarsi il primo di dicembre e risvegliarsi a gennaio (come Scrooge, per intenderci) e c’è chi invece è pervaso da un incontenibile spirito natalizio e  aspetta questo mese tutto l’anno.
Su una cosa però entrambi i due schieramenti, se così li vogliamo chiamare, si trovano d’accordo:
il 24 dicembre è la giornata più frenetica di tutto il periodo dell’avvento. Ovunque si trovano persone impegnate nelle loro faccende.
Ci sono i bambini che si attaccano alle vetrine dei negozi chiedendosi quale giocattolo porterà loro Babbo Natale.
Ci sono i ritardatari cronici, che accorrono ai negozi per acquistare gli ultimi regali.
Ci sono quelli che “dannazione ho dimenticato il prosciutto!” e corrono ai ripari nel primo supermercato aperto e che puntualmente finiscono in coda alla cassa.
Ci sono quelli imbottigliati nel traffico, che non vedono l’ora di rientrare a casa.
Ci sono i fortunati che sono nelle loro abitazioni a finir di preparare il cenone, canticchiando qualche motivetto e ad attendendo con trepidazione gli invitati.
Quella sera c’era anche chi sperava invano di ottenere una risposta dall’amico che doveva aver già finito di lavorare da più di un’ora, ma che non dava cenni di vita da ore e ore.

---

“Allora? Ti ha risposto?” gli chiese la ragazza al telefono. La sua voce non riusciva a celare l’ansia e nemmeno l’irritazione, che di norma non era nel suo carattere. Era almeno la quindicesima chiamata.
“ Secondo te? Nulla. Okay, sappiamo tutti quanto è importante per lui portare a termine quel lavoro prima delle vacanze natalizie e sappiamo anche che non è un tipo che può permettersi di usare il cellulare mentre lavora, ma dannazione almeno un messaggio per avvisare che avrebbe tardato? Chiedo troppo? Ahh, mi sentirà stasera, mi sentirà eccome !” rispose il ragazzo, infervorato più che mai.
La ragazza dall’altra parte del telefono sospirò. “Che possiamo fare? Solamente aspettare. “
“Sono due ore che aspetto in casa con il cappotto addosso! Dimmi, è già arrivato qualcuno?” chiese il ragazzo.
“Allora, Morgana è stata la prima. È arrivata circa tre ore fa, per aiutare me e Lance a finir di preparare i biscotti. Mordred è uscito poco fa per andare a prendere Lion in modo da aiutarlo a portare gli antipasti. Mio fratello invece dovrebbe rientrare a breve, è uscito con Percival e Gwaine per andare a prendere dello champagne…qualcuno ha bussato, saranno loro!”  Disse la ragazza, mentre con una mano apriva la porta.
Il biondo ridacchiò :”Perché chiedere aiuto a  Morgana? Gwen, cosa ti abbiam fatto di male?”
La risposta dall’ altro capo del telefono non tardò ad arrivare:” Nel caso non lo sapessi sei in vivavoce e ti ho sentito, razza di fratello ingrato che non sei altro. Dov’è andata a finire la gentilezza natalizia? Ah già scusa, tu non lo sei tutto l’anno, perché dovresti dimostrarti amabile e dolce a Natale? Per te niente biscotti.” 
A parlare era stata Morgana, la sorella del biondino, noto anche come Arthur. Nel frattempo i ragazzi avevano urlato un sonoro ciao alla cornetta.
“Ciao ragazzi! Sì okay Morgana continua pure a blaterare, tanto non ti ascolto. Ora attacco e provo a richiamarlo, vi faccio sapere subito. A dopo!”
---
La neve aveva cominciato a depositarsi adagio adagio e le strade si erano coperte di un sottilissimo strato bianco.
Il tempo passava e i bambini erano tornati nelle loro case, le persone si erano già quasi tutte rintanate in casa ad osservare dalla finestra la neve che scendeva e il traffico andava pian piano scemando.
In una di queste vie si trovava la redazione di uno dei giornali più letti della città, il “Daily Camelot” e in questo edificio c’era uno studio, nel quale imperterrito lavorava un ragazzo.
“Il destino di questo articolo posa sulle spalle di un giovane. Il suo nome Merlin Emrys” pensò scherzosamente il ragazzo tra sé e sé , passandosi una mano sul viso per la stanchezza.
Era da ore che lavorava su questo articolo, ma non riusciva ad esserne soddisfatto. Lo aveva riletto un’innumerevole quantità di volte, sperando che magicamente arrivasse l’ispirazione giusta, ma le parole rimanevano ferme e immobili. Sembravano quasi volerlo sfidare.
Era  oramai il quarto anno che Merlin lavorava in quella redazione e in occasione della vigilia era solito rimanere nel suo ufficio più degli altri . Ah, il duro mestiere del giornalista!
Beh, in realtà quasi giornalista. Doveva ancora terminare la specializzazione, ma aveva trovato lavoro presso questa redazione grazie a Gaius Wilson, il direttore. Egli decise di prenderlo sotto la sua ala quasi per esasperazione: il giovane Merlin voleva assolutamente dimostrargli di essere degno di lavorare per il suo giornale e quindi aveva cominciato a inviargli articoli su articoli che trattavano dei temi più disparati e alla fine il signor Wilson aveva decretato che sì, al ragazzo doveva assolutamente insegnare l’arte di pazientare, ma che in fondo aveva un gran talento.
Merlin aveva così cominciato a lavorare come aiutante di una rubrica e da allora il suo posto era sempre rimasto quello.
Il 24 dicembre 2012, il suo primo anno di lavoro, Merlin decise di scrivere un articolo senza pretese, di sua spontanea volontà. Lo inviò per puro sfizio al direttore, senza che questi gliel’avesse chiesto. Il giorno dopo, passeggiando per la strada, notò in un edicola un Daily Camelot edizione speciale. “Strano” aveva pensato “Ieri sera non ho visto nessuno stampare delle copie.” Prendendo poi in mano la rivista e osservandola era rimasto sconvolto: era il suo articolo, quello che aveva inviato al direttore. Tempo pochi secondi e aveva ricevuto la chiamata del direttore. Il signor Gaius Wilson gli voleva comunicare che il suo articolo gli era piaciuto talmente tanto che aveva deciso di stamparlo. Merlin era fuori di sé dalla felicità.
Verso fine giornata aveva ricevuto un’ altra chiamata del direttore “Emrys, il tuo articolo ha riscosso un successo strepitoso. Vorrei farti una proposta: ti andrebbe, ogni vigilia, di scrivere un articolo da pubblicare poi sull’edizione speciale di Natale?” Merlin aveva accettato subito, talmente era felice che le sue doti di giornalista venissero apprezzate a tal punto.
Da allora  è diventata una sorta di tradizione quella di lasciar a lui carta bianca e dargli la possibilità , ogni 24 dicembre, di scrivere un articolo su qualsiasi cosa gli passasse per la mente. L’accordo prevedeva di inviare l’articolo al direttore che il mattino dopo si sarebbe recato in ufficio presto e ne avrebbe fatte stampare copie su copie, da far distribuire poi in tutta la città.
Nel 2013 tutto filò liscio con un altro successo del suo articolo, del quale addirittura già nel primo pomeriggio non erano rimaste già più copie. Allora i suoi amici e parenti avevano organizzato una festicciola alla sera, in concomitanza con il cenone di Natale che ognuno dei ragazzi della compagnia avrebbe dovuto festeggiare con le proprie famiglie, come accadeva da sempre.
Erano riusciti ad organizzare il tutto nella taverna “The rising Sun”  di proprietà dei genitori di Lion, a una ventina di minuti dalla cittadina dove vivevano i ragazzi. La taverna rimase aperta eccezionalmente, solo per loro.
I dieci ragazzi con le rispettive famiglie avevano passato la sera del 25 dicembre insieme, portando ciascuno la propria parte della cena che avevano cucinato.  Era stato così bello che decisero di renderla una tradizione. Da allora, come accadeva da anni, ogni 24 dicembre alla sera i dieci ragazzi si trovavano a mangiare tra di loro e passavano la notte nella casa di Gwen e in più il giorno dopo avrebbero atteso le loro famiglie per festeggiare insieme. Il risultato erano stati due giorni decisamente caotici, ma di questo nessuno si era lamentato: il Natale è più bello se passato con le persone che si amano.
Così accadde anche nel 2014.
Il 24 dicembre 2015 invece per il giovane Emrys non stava passando tutto liscio come l’olio.
 In tutti i suoi 25 anni di vita aveva dimostrato di avere fantasia e creatività oltre ogni confine. “Non sai mai cosa aspettarti da lui, è in grado di sorprenderti, di coglierti di sorpresa e di stravolgerti con una delle sue strampalate idee che solo ogni tanto si rivelano buone” diceva sempre Artù.
Quella vena artistica, però, sembrava essere venuta meno alla vigilia del 2015.
Merlin venne destato dai suoi pensieri quando sentì il telefono alla scrivania suonare. “strano” si disse mentre alzava la cornetta “chi mi chiamerebbe mai per lavoro la sera della vigilia al fisso del mio ufficio?
“ Pronto, sono Mer…” ma non fece in tempo a finire la frase che un fiume di parole lo colpirono talmente violentemente che dovette allontanar la cornetta.
“SI PUO’ SAPERE CHE FINE HAI FATTO? LE TUE PAROLE TI HAN RISUCCHIATO? TI PARE IL CASO DI SPARIRE COSI’ NEL NULLA SENZA DARE TUE NOTIZIE? TI HO SCRITTO COSI’ TANTE VOLTE CHE SE NON AVESSI WHATSAPP E MESSAGGI GRATIS AVREI FINITO IL CREDITO!”
A parlare era stato Arthur, il migliore amico di Merlin fin dai tempi dei grembiulini dell’asilo, quando si misero a litigare per chi dei due doveva salire per primo sull’altalena.
Da allora erano diventati inseparabili e adesso che erano più che ventenni avevano deciso di andare ad abitare insieme, dato che sia la redazione dove lavorava Merlin, sia lo studio dove lavorava Arthur erano si trovavano nella stessa città. Inoltre anche il corso di specializzazione frequentato da Merlin si trovava nelle vicinanze.  Anche gli altri ragazzi lavoravano o studiavano nella stessa città, tranne Elyan, il fratello di Gwen, che in quel periodo aveva intrapreso il progetto Erasmus in Russia. Nonostante fosse via solamente da due mesi egli aveva deciso di tornare a casa per festeggiare il Natale con famiglia e amici.
"Artù, asino dei miei stivali! Ti sembra il caso di perforarmi il timpano con la tua tutt'altro che soave voce?" rispose Merlin, massaggiandosi l'orecchio.
"Sì, mio caro Emrys. Si può sapere dove diamine ti sei cacciato? Non dirmi che sei ancora in redazione. Sono oramai le 19:40, ti ricordo che ci aspettano da Gwen per le 20:30 e che tu mi stai facendo ritardare" ribattè a denti stretti l'amico. 
'Aiuto, qua la faccenda è grave. Se parla con questo tono vuol dire che è veramente arrabbiato', pensò lo sventurato giornalista. 
Doveva spiegargli esattamente in quale stato d'animo si trovava al momento, solo così avrebbe potuto giustificarsi. 
"Arthur, i-io posso spiegare. Ho perso l'ispirazione. Non riesco a farmi piacere il mio articolo, sono in piena crisi, non mi era mai successo, non so più cosa fare. Hai presente quando l'anno scorso ho provato a scrivere una poesia a Freya senza ottenere però risultati soddisfacenti? Beh in questo momento sono in un'identica situazione. 
Lo so che ti sto facendo tardare e non so come scusarmi, veramente. Fai così,  se tu vuoi inizia pure ad andare da Gwen e gli altri. Io in qualche modo appena finisco tornerò a casa e vi raggiungerò, a piedi o con i mezzi, poco importa come, davvero." Rispose lo sconsolato Merlin.
Arthur scoppiò in una fragorosa risata. "Tu a piedi con questo gelo? Amico, da quanto non ti affacci alla finestra?  Sta nevicando, nel caso non te ne fossi accorto. Inoltre la redazione è troppo lontana sia dal nostro appartamento sia da casa di Gwen. Senza contare il fatto che la tua macchina è dal meccanico. "
Merlin stava per ribattere, quando poi il biondino chiese:" Merlin, chi c'è con te ora?"
Emrys rispose "Mmh, l'addetto alle pulizie, il vice direttore che mi pare abbia dimenticato qualcosa nel suo ufficio e il custode che è pagato per restare ad aspettare tutti gli anni che io termini il lavoro, prima di poter tornare a casa. Perché? "
"Benissimo, allora aspettami Merlin. Tempo dieci minuti nemmeno e sono da te. Te lo faccio tornare io l'estro creativo. Così poi finalmente possiamo andare a festeggiare con Morgana, Gwen e gli altri ragazzi.”
Detto ciò la telefonata si concluse e Merlin rimase immobile, sbigottito,  fissando la cornetta a bocca aperta. 
Era umanamente impossibile avere l'ultima parola con un Pendragon.


---

Arthur aveva appena imboccato la via principale della città e si stava dirigendo in fretta e furia al Daily Camelot (al diavolo il limite di velocità di 50 km/h ). Prima di partire aveva collegato il suo cellulare via bluetooth alla radio per poter effettuare chiamate alla guida.
“Pronto? Lance? Sono Arthur. Guarda, avvisa tutti che sto andando in redazione da Merlin, perché ho veramente perso la pazienza.”
“Va bene, ma ti prego, nonostante io comprenda che tu sia arrabbiato contieniti quando lo vedrai, per fav..” non fece in tempo a terminare la frase che dall’altro capo del telefono esplose la voce del biondo, accompagnata da un sottofondo di clacson che strombazzavano  :” E DANNAZIONE SE METTI LA FRECCIA A DESTRA SIGNIFICA CHE VAI A DESTRA, D-E-S-T-R-A, NON A SINISTRA, RAZZA DI IMBECILLE! MA DOVE L’HAI PRESA LA PATENTE, NEI CEREALI KELLOGG’S ? “
“…ecco, appunto. Ora vado, ci vediamo dopo“ terminò la frase Lance e chiuse la chiamata.
Dopo  un quarto d’ora (diamine, aveva guidato davvero velocemente!) era finalmente arrivato in redazione.
Lo accolse il portiere con un caloroso “Buona sera e buon Natale!” , al quale Arthur rispose dapprima con un grugnito, ma di cui poi si pentì e allora tornò sui suoi passi e ringraziò l’uomo. L’entrata era deserta, non c’era anima viva.
“Il signore desidera?” chiese questi.
“Buonasera. Vorrei arrivare all’ ufficio del signor Merlin Emrys. Dove si trova?” domandò Artù.
“Terzo piano, la porta numero 17. Ha l’autorizzazione?” chiese dubbioso il portiere, ma Arthur questa domanda non la sentì nemmeno, perché si era fiondato immediatamente in ascensore.
---

Merlin stava meditando di cancellare tutto l’articolo, quando sentì dei passi lungo il corridoio seguiti da un borbottare di voci.
“Lei non può entrare qui , non ha l’autorizzazione!” esclamò il vice direttore, del quale Merlin aveva riconosciuto la voce.
“Non c’è nessuno qua. Io non voglio fare niente di male, vorrei solamente accertarmi della salute mentale del mio amico!”
Le voci si erano fatte sempre più vicine alla sua porta e d’istinto il giovane Emrys chiuse gli occhi, desiderando solamente di poter sparire.
Si aprì di getto la porta e un vice direttore piuttosto seccato e un Arthur che lo era ancora di più fecero il loro ingresso.
“Merlin? Dillo a lui che io posso star qua, ne abbiam discusso prima!” disse il biondino.
“Emrys è vero? Lei mi da la certezza che questo ragazzo insolente può stare qui dentro?” chiese dubbioso il vice direttore.
Merlin sospirò in preda alla disperazione. “Non ho nulla di scritto, ma la prego, se potesse solamente fare un’eccezione e permettergli di  rimanere ne sarei felice. Sono qui da solo e un po’ di compagnia non mi farebbe male. Ho anche quasi terminato.”
Il vice direttore sembrò pensarci un po’ su, poi sul suo volto arcigno spuntò un’ombra di un sorriso :”Le do il permesso, ma solo perché è la vigilia! “ Stava per uscire dalla porta, quando si fermò e aggiunse “ Non so proprio come lei riesca a concentrarsi al fianco di una persona come questo ragazzo qua. Le faccio i miei auguri!”
Merlin ridacchiò e rispose :”Ci crede che non so darle una risposta? Me lo chiedo costantemente anche io!”
Il vice direttore rise e si chiuse la porta alle spalle.
Arthur tirò uno scappellotto sulla nuca a Merlin.
“Ahia asino! Mi hai fatto male!”
“Era questo il mio intento! Su dai, fammi vedere la causa della tua disperazione.”
Merlin pensò per un attimo di rispondere indicando Artù con un dito, ma si convinse che quella non sarebbe stata una grande idea.
“Questo” disse indicando lo schermo del computer.  Merlin sprofondò contro lo schienale della sua sedia e si coprì il viso con le mani.
“Non voglio deludere il signor Wilson, non ora che ho raggiunto questo mio traguardo. Non voglio che mi sia tolto questo privilegio.”
Il giovane Pendragon gli mise una mano sulla spalla e lo fece ruotare verso di sé, costringendolo a guardarlo fisso negli occhi.
“Merlin, tu non devi temere nulla. Tu non deluderai il direttore, perché tu non deludi mai nessuno. Mi hai sentito? Ora dimmi, di cosa parla l’articolo?”
Il cuore di Merlin iniziò a battere all’impazzata, creando sgomento nell’animo del ragazzo.
Cosa succede? Perché mi batte il cuore così all’improvviso? E non è la prima volta, è da un po’ che succede, ma non so darmi una spiegazione.” Decise di accantonare le sue emozioni, con quelle avrebbe fatto i conti più tardi. Annuì e Arthur gli sorrise di rimando.
“Beh, quest’anno ho deciso di scrivere un racconto un po’ particolare. Tu sai quanto a me piaccia il Natale, vero?”
“Piacere? A me piace il Natale, Merlin, per te quel verbo è eccessivamente riduttivo. Tu ami il Natale. “ rispose Arthur “Il nostro appartamento sembra essere diventato il magazzino di Babbo Natale talmente numerose sono le decorazioni!”
Merlin gli tirò una gomitata “ Dai che piacciono anche a te, su! Torniamo al dunque. Io non comprendo proprio come certe persone possano detestare il Natale, allora ho pensato a questa storia con la quale spero di riuscire a far cambiare opinione a chi odia questa festività! Ti faccio un riassunto.  
Ho scritto di questo bambino delle elementari che deve svolgere un compito: chiedere a quante più persone riesce se amano il Natale e perché.  Allora il bambino inizia a intervistare i suoi parenti, ma non si ferma qui. Un giorno mentre è a spasso con la sua mamma inizia a porre la stessa domanda a qualsiasi sconosciuto. La donna dapprima tenta di scusarsi, ma si ferma quando vede che la cosa non infastidisce i passanti. In quel momento sono in una città lontana da casa loro e il bambino nota un piccolo negozio di giocattoli che nella sua città non c'è e trascina dentro la mamma perché vuole ammirare ogni singolo gioco e prendere nota di ciò che scriverà nella sua letterina. A un certo punto la mamma decide che è ora di fare ritorno a casa, ma il bambino vuole fare un'ultima cosa: corre dal negoziante seduto dietro il bancone e gli pone la fatidica domanda. Questi però gli risponde che a lui non piace il Natale e il bambino rimane scioccato e per fargli cambiare idea comincia a elencare al negoziante ogni singola ragione per la quale amare il Natale. L'uomo però non si lascia convincere e il bambino,  sconsolato, si riavvicina alla porta, ma prima di uscire gli dice un'ultima frase, aspetta che te la faccio leggere. " Merlin puntò gli occhi sul pc, facendo scorrere le pagine. Con la coda dell'occhio si azzardò a guardare il suo migliore amico, che però non mostrava nessun emozione. “Fantastico, si sta annoiando.” Pensò il giovane Emrys.
"Ah ecco trovato!" individuata la parte che stava cercando incominciò a leggerla "Signore, io proprio non lo so perché tu non ami il Natale, ma io ti posso dare un antidoto contro questo odio. La mia famiglia e anche la mia maestra mi hanno sempre detto che il Natale fa felici le persone e a me non piace che tu sia triste. 
Mi hanno sempre detto che il Natale bisogna trascorrerlo con le persone che ti vogliono bene, tu lo fai signore?" Merlin si schiarì la voce prima di continuare a parlare "Il bambino non immaginava nemmeno lontanamente l'effetto che ebbero queste parole sull'uomo. Questi non parlava con suo fratello e con i suoi genitori da almeno 7 anni a causa di un litigio e da allora aveva iniziato ad odiare il Natale perchè costretto a passarlo da solo.  Si rese conto che il bambino aveva veramente centrato l'obiettivo, la fonte della tristezza che alloggiava nel suo cuore da tempo. Lui però non voleva fare il primo passo. Non l’avrebbe mai fatto.  O forse sì?
Gli rispose dicendo << No bambino, io sono solo da anni>>.
Il bambino rispose << Signore non va bene. Mi prometti che questo Natale non starai da solo?>>.
L'uomo glielo promise e per la prima volta quasi sentì di essere sincero. Il bambino gli regalò un gran sorriso e gli disse <> Detto ciò il bambino uscì con la sua mamma dal negozio."
Merlin distolse lo sguardo dal pc e vergognandosi un pò iniziò a guardarsi i piedi. Così facendo il giovane Emrys non guardò in faccia Arthur e non vide che sul viso del biondo era scesa una lacrima, che questi con orgoglio e prontezza aveva subito fatto sparire.
"Non ti ho letto proprio tutte le righe di questa parte perché è un po’ lungo. Beh poi in pratica il bambino torna dopo un anno e parla ancora con il signore e questi gli dice che grazie a lui ora adora il Natale e si fanno una promessa: tutti gli anni il 15 dicembre promettono di incontrarsi al negozio e di parlare del Natale. Nasce così un'amicizia profonda e infatti poi concludo la storia con il negoziante ormai anziano e il bambino ormai adulto che entra dalla porta con sua figlia.
Ecco, questa è la storia,  ora ti prego sii sincero e dimmi se non ti piace. Mi metterò l'anima in pace, telefonerò a Wilson dicendogli che quest'anno non ci sarà un'edizione speciale,  che.." ma non riuscì a finire la frase perchè Artù gli aveva appena tappato la bocca con la sua mano.  
"La deve smettere" pensò Merlin "deve piantarla di bloccarmi le frasi a metà".
"Merlin, questa è una delle storie più belle che io abbia mai sentito. Sei riuscito a catturare l'essenza del Natale in queste pagine. Hai un talento enorme e sono così  fiero di te! " detto questo abbracciò di slancio l'amico.
Merlin non riuscì a capire di cosa fosse la colpa,  se dell'abbraccio o dei complimenti, fatto sta che si sentì immediatamente bene e la tensione lo abbandonò. 
"D-dici davvero?" gli chiese titubante.
"Idiota , certo che sono serio! Se non glielo invii tu lo invierò io l'articolo, non hai scampo".
Sul volto  di Merlin comparve un sorriso a dir poco radioso e, seppur con qualche dubbio ancora, si decise a premere invio. Nel frattempo si erano fatte oramai le 20:15.
Merlin scattò in piedi sciogliendosi dall’abbraccio ed esclamò "Dannazione siamo in ritardo!" 
Artù gli lanciò un'occhiata omicida, che però Merlin ignorò.
"Devo prendere i regali in camera,  devo cambiarmi, devo prendere le cose per dormire!"
"Merlin, respira." Disse Artù posandogli le mani sulle spalle "ci ho già pensato io, ho tutto nella mia macchina." 
"Grazie mille davvero, non so cosa farei senza di te!" rispose Merlin. 
"Te lo dico io: senza di me  non sopravviveresti nemmeno mezza giornata! Andiamo da Gwen dai.
Ah, però dovrai cambiarti in macchina durante il tragitto, non abbiam tempo di tornare a casa." ribattè Artù. 
Merlin fece una delle sue buffe smorfie e i due si guardarono per qualche secondo, scoppiando a ridere sonoramente.
Uscirono dall'edificio salutarono il portiere, scusandosi per il ritardo clamoroso di quell'anno. Il vice direttore invece era già tornato a casa.
Una volta fuori corsero alla macchina.
"Pronto Gwen? Sono Merlin, scusatemi tantissimo,  dopo vi spiegherò tutto. Volevo dirvi che… TESTA DI FAGIOLO GUIDA PIANO, NON SIAMO MICA ALL'AUTODROMO! Ehm scusa Gwen , parlavo con Artù. Insomma, data la velocità con la quale guida Artù 20:30 massimo 20:35 arriviamo, sempre se arriviamo sani e salvi! A dopo!" 
Dall'altro capo del telefono sentirono gli amici scoppiare  a ridere. "Va bene" rispose Gwen "a dopo ragazzi!".
Merlin finì di abbottonarsi la camicia e si arrampicò sui sedili per raggiungere il posto accanto al conducente. Alla fine della strada si dovettero fermare a causa del passaggio a livello che si stava abbassando per permettere al treno di passare.
Artù guardò Merlin e scoppiò a ridere. "Merlin, ma hai visto come ti sei allacciato la cravatta?" 
"Mi scusi tanto principino dei miei stivali se per colpa di qualcuno sono stato sballottato qua e là! "
Ribattè stizzito Merlin , mettendo il broncio.
Artù rise ancora più forte e si sporse verso Merlin e gli rifece il nodo alla cravatta.
Merlin ringraziò il buio, perché si era sentito avvampare e molto probabilmente la sua faccia era diventata rossa più del cappello di Babbo Natale. 
"Contieniti, razza di idiota. Smettila. Ho detto di smetterla." si rimproverò mentalmente Merlin.
Quando Artù finì e tornò al suo posto Merlin ricominciò a respirare normalmente. 
"Cosa mi succede, io non lo so proprio." si chiese il giovane quasi giornalista.
Passato il treno Artù rimise in moto la macchina.
Dalla radio partì all'improvviso "Last Christmas", cantata dai Cascada.
Merlin alzò il volume a palla e lui e Artù iniziarono a cantare a squarciagola, mentre la macchina sfrecciava per le strade.




 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: Sherlocked221b