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Autore: Shayleen Fairchild    24/12/2015    0 recensioni
Shadowhunters and Downwolders, la vostra amica Shayleen è tornata a sottoporvi una nuova storia. Si tratta della mia prima long, spero che questo piccolo estratto dal primo capitolo vi incuriosisca. Se così sarà, ci vediamo dentro. ;)
Dal primo capitolo:
Il maggiore dei fratelli Lightwood stava semplicemente avendo un incubo, un incubo che stava scavando dentro di lui una terribile voragine lasciandogli una sensazione di perdita, di solitudine, come se qualcosa gli fosse stato strappato via dal petto, lasciandolo sanguinante e incompleto. Si svegliò di soprassalto mettendosi a sedere sul letto ormai completamente disfatto e cercando di riprendere a respirare in maniera normale anziché con l’affanno, come se avesse appena corso o combattuto una decina di battaglie senza fermarsi. Si portò una mano sul cuore, socchiudendo gli occhi, ma non riusciva a far passare quella brutta sensazione. “Probabilmente è solo un residuo del sogno”, si disse.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Idris
Appena attraversato il portale trovarono Aline ad attenderli. Ciò di cui Alec fu incredibilmente sorpreso però era che al suo fianco, mano nella mano con lei, c’era un’altra ragazza che si era presentata come Helen Blackthorne, dell’Istituto di Los Angeles. Non ebbero nemmeno il tempo di dire nulla che Aline li aveva invitati tutti a pranzo a casa Penhallow. Mentre si dirigevano lì, Magnus aveva sfiorato le dita di Alec che gli camminava a fianco, provocandogli un sorriso dolce. “Stanno insieme” gli aveva detto indicando con un discreto cenno del capo Aline e Helen in testa al gruppo, per poi andare a parlare con Maryse, lasciandolo alle sue riflessione. L’ultima volta che aveva visto Aline, lei aveva voluto baciare Jace e ora stava con una ragazza. Era un bel cambiamento!
-E io dovrei proprio smetterla.- Si disse, talmente piano che era sicuro che nessuno l’avesse sentito. Si accorse che tutti erano entrati e quando stava per entrare anche lui, si sentì prendere per un polso, voltandosi vide Aline.
-Volevo solo ringraziarti!- Disse lei, sorprendendo Alec. Non aveva la minima idea di cosa stesse parlando e forse la sua faccia diceva tutto perché Aline sorrise divertita e continuò. –Se tu non avessi baciato Magnus nella Sala degli Accordi la sera della Guerra, non avrei mai avuto il coraggio di rivelare a mia madre che in realtà mi piacciono le ragazze e non avrei mai trovato Helen, quindi...Grazie!- A quella spiegazione Alec sorrise un po’, forse un po’ timidamente al ricordo di quel bacio pubblico che aveva dato a Magnus.
-Non ho fatto nulla di che Aline, però... Prego!- Rispose lui, sorridendole. Aline lo soprese però perché si sporse appena e gli posò un bacio sulla guancia, entrando poi dentro casa.
Alec scosse la testa e la seguì dentro la casa, andando a sedersi al tavolo con tutti gli altri.
Era stato un pranzo piuttosto piacevole, senza parlare di demoni e delle future riunioni. Però ora Alec, Jace, Izzy e Clary se ne stavano chiusi nella stanza di Jace e Alec in quella che era la casa dell’Inquisitore, posto occupato attualmente da Robert Lightwood. In quell’esatto momento Robert, Maryse, Jia, Jocelyn, Luke e Magnus erano ad una riunione a porte chiuse, dove Maryse e Magnus avrebbero spiegato quello che era successo in quei due giorni precedenti e chissà cos’altro sarebbe successo. Alec avrebbe tanto voluto andare, essere presente e tecnicamente avrebbe anche potuto, peccato che suo padre gli aveva vietato di andare con loro come fosse ancora un bambino. Sospirò rumorosamente e posò la testa contro il vetro della finestra guardando di sotto, sentendosi però al contempo risvegliare dai pensieri dalla mente che diventava gelida.
-Ve l’ho detto che non ci sta ascoltando...- Sentì mormorare da Jace e si voltò, trovandosi tre paia di occhi che lo fissavano, cosa che lo portò ad abbassare lo sguardo e arrossire appena.
-Scusate. Che stavate dicendo?- Chiese alzandosi dal davanzale della finestra e sedendosi sul letto, poggiando la schiena contro il muro.
-Ci stavamo chiedendo perché tutta questa segretezza dato che noi abbiamo battuto qualcosa come venti di quei demoni.- Rispose Isabelle, sedendosi accanto a lui e posando la testa sulla sua spalla, facendo sorridere il fratello maggiore.
-Non lo so, in realtà avrei potuto capire voi, ma io sono maggiorenne, sono uno Shadowhunter adulto ora. Potevo essere presente... Chissà che diavolo passa per la testa a papà.- Alec aveva parlato tranquillamente, ma alla fine l’ultima parola gli uscì fuori come un suono strozzato, come se gli facesse male pensare che quell’uomo che un tempo era stato dolce e premuroso con lui, ora potesse non volerlo nemmeno vedere.
-Sinceramente non capisco nemmeno io, cioè, voglio dire, domani saremo tutti presenti all’Assemblea in fondo. Non che cambi molto.- Aggiunse Clary guadagnandosi una smorfia di assenso da parte di Isabelle.
-Vero anche questo.- Disse poi la corvina, guardando l’altro suo fratello e la sua ragazza seduti sull’altro letto.
Alec si era di nuovo perso nei suoi pensieri finché non venne risvegliato da un “Ahi” di Izzy. –Che succede?- Le chiese alzando lo sguardo su di lei e vedendo che gli indicava un foglio coperto da del fuoco blu a centro della stanza.
-Ho provato a prenderlo e mi sono bruciata. È la prima volta che mi succede.- Mormorò guardando il foglietto. Alec si sporse e con cautela avvicinò la mano al fuoco, ma vide che questo si ritirava man mano che lui si avvicinava.
-Credo sia perché è espressamente indirizzato a me, Iz.- Disse lui, una volta preso il bigliettino, andando verso la finestra e leggendolo.
Riunione finita. Ti aspetto alla casa che mi hanno assegnato, devo dirti un paio di cose. Xx
-Magnus?- Si sentì chiedere da Jace. Lui semplicemente annuì in risposta e si mise il foglietto in tasca, prendendo la giacca dall’armadio.
-Esco, ci vediamo dopo.- Disse come saluto, scendendo velocemente le scale e uscendo di casa senza essere visto, per fortuna. Sperò di non incontrare suo padre sulla strada che portava alla casa assegnata a Magnus. Non ci era mai entrato, anche perché effettivamente non c’era mai stato tempo. Arrivò davanti la porta e prima ancora di bussare sentì la serratura che scattava, ma la porta restava socchiusa. Aprì cautamente la porta e la richiuse dietro di se.
-In salotto.- Sentì la voce di Magnus e poco dopo sentì Chairman che gli si strusciava contro le caviglie.
-Che ci fai tu qui?- Chiese Alec al gattino, andando però verso il luogo dove aveva sentito provenire la voce di Magnus. Arrivò e lo trovò seduto a chiacchierare amorevolmente con una ragazza, se così poteva definirla, dalla pelle completamente azzurra e i capelli bianchi che le arrivavano ben oltre la metà schiena.
-L’ho fatto arrivare io qui, non potevo lasciarlo all’Istituto.- Gli rispose Magnus, voltandosi e sorridendogli dolcemente, mentre Alec si avvicinava e porgeva la mano alla ragazza.
-Alexander Lightwood... Anche se ho la sensazione che tu lo sappia.- Mormorò e vide la ragazza sorridere, guardandolo attentamente, mentre gli stringeva la mano.
-Sensazione corretta, so tante cose di te, Alexander. Il mio nome è Catarina.- Rispose lei, mentre Alec si sedeva su una poltrona, in modo da vederli entrambi.
-Catarina Loss, mia migliore amica da... beh secoli, letteralmente!- Disse Magnus sorridendo, mentre anche lei sorrideva.
Alec per un istante si sentì di troppo e sorrise appena quando sentì il miagolio di Chairman e il gatto che si arrampicava su per i suoi jeans mettendosi a sonnecchiare sulle sue gambe.
-Piace a Chairman?- Chiese Catarina curiosa, guardando il gatto in grembo ad Alec.
-Chairman lo adora, un po’ come lo adoro io.- Rispose tranquillamente Magnus, mentre Alec arrossiva.
-Si beh... Perché mi hai chiamato?- Chiese Alec gentilmente, notando Magnus e Catarina farsi seri a quella domanda.
-Le cose sono peggiori di quello che credevamo Alec. Forse ho capito cosa vuole mio padre.- Gli rispose Magnus e Alec poté vedere la sorpresa negli occhi di Catarina alle parole di Magnus, forse non si aspettava che Alec sapesse.
-Cosa?- Chiese lui, leggermente preoccupato, dato che comunque stavano parlando di un principe degli Inferi.
-Vuole questa dimensione, trasformarla in una nuova Edom.- Rispose Magnus, guardando Alec con uno sguardo in cui il giovane Cacciatore poté scorgere un po’ di paura.
-Edom è la dimensione su cui regna insieme a Lilith, vero?- Chiese Catarina, interrompendo i loro sguardi.
Magnus annuì e la guardò. –Però ho paura che non sia solo una questione della dimensione. Credo che voglia anche qualcosa dagli Shadowhunters, ma ancora non ho capito cosa.- Rispose Magnus e Alec sentì la sua voce quasi in mormorio, prese ad accarezzare il pelo di Chairman per tranquillizzarsi un po’. Dato che quelle parole l’avevano agitato parecchio.
-Lo hai detto a Jia?- Chiese Alec, guardando Magnus, sperando di capire qualcosa in più e con chi potesse parlarne soprattutto, non voleva mettere Magnus nei guai.
-Si, nel momento stesso in cui l’ho capito, dato che eravamo ancora in riunione con gli altri. Ma il tuo amorevole padre non crede a una parola di quello che ho detto, dice che non è possibile che una manciata di demoni possa trasformare la Terra in un luogo come Edom.- Disse Magnus, agitandosi e Alec stesso spostò le mani dal pelo di Chairman stringendo i pugni fino a farsi diventare bianche le nocche.
-Oh Raziel che stupidaggini.- Alec sapeva che se avesse avuto suo padre davanti probabilmente lo avrebbe potuto aggredire, più verbalmente che fisicamente, come mai aveva fatto.
-Ma Jia mi ha creduto Alec e con lei Luke, Jocelyn e tua madre... Ci crederanno anche gli altri, vedrai.- Gli disse Magnus, cercando di tranquillizzarlo. Sicuramente aveva notato che Alec era più agitato del normale. Lo vide alzarsi e spostare Chairman sedendosi in braccio a lui, arrossì appena per quel gesto, ma mise un braccio attorno alla sua vita, quasi più per riflesso involontario del proprio corpo che come gesto voluto. Sentì il tocco delicato delle dita di Magnus che gli aprivano una mano e gli fece un mezzo sorriso. –Risolveremo la situazione Alexander, te lo prometto.- Sussurrò, posandogli poi un bacio delicato sulle labbra.
-Come?- Gli chiese Alec, preoccupato, quasi subito dopo che si staccarono guardandolo negli occhi.
-Hanno attaccato Dublino, Roma e Seattle quindi il consiglio ha convocato gli Enclavi e gli Stregoni di quelle città per sapere se ci siano delle cose particolari custodite in suddette città.- Rispose Catarina, che li guardava con un dolce sorriso sulle labbra, al posto di Magnus.
-Quindi dobbiamo aspettare la riunione.- Disse Alec, posando l’altra mano sulla gamba di Magnus che sembrava non volersi alzare dalle sue gambe.
-Già. Jia ha detto che domani alla riunione ci saranno anche due Fratelli Silenti. Crede che forse possano aiutarci a capire qualcosa su questi demoni, magari come batterli più in fretta.- Gli disse Magnus, mentre Alec si ricordava che non aveva detto loro della runa di Clary.
-Ci siamo completamente dimenticati di una cosa. Io... Mi dispiace, avrei dovuto dirlo subito però...- Alec cominciò a parlare a velocità, come faceva quando era troppo nervoso. Magnus gli mise una mano tra i capelli e lo costrinse dolcemente a guardarlo negli occhi e gli sorrise, facendolo calmare. –Clary ha una runa. Quando siamo venuti a salvarti, ce le avevamo e quando quel demone mi ha colpito gli si sono rotti gli artigli.- Gli raccontò, vedendo lo sguardo di Magnus, accendersi per un istante.
-Ma Isabelle?- Chiese però, ricordandosi della ferita che aveva curato.
-Credo che ad un certo punto perdano di potere, molto più in fretta delle normali rune.- Rispose Alec, dispiaciuto.
-Non preoccuparti, Alexander, è un inizio almeno.- Gli disse Catarina, sorridendogli sempre dolcemente.
-Io ricordo che con le armi sono facilmente abbattibili.- Gli disse Magnus con un bel sorriso. –Anche con le tue frecce, soprattutto con le tue frecce.- Aggiunse poi sorridendo orgoglioso.
-Avevano comunque le rune, funzionavano per quello. E anche Jordan ne ha ucciso uno.- Gli disse Alec, ricordando i particolari di quella battaglia. –Credo che il principale problema sia evitare di venire feriti da quegli artigli e così potremmo sconfiggerli se dovessimo combatterci contro.-
-Beh, direi che pur non sapendo nulla, sappiamo comunque qualcosa.- Mormorò Magnus, con un sorrisino, seppur piuttosto amaro.
 
Ore dopo:
 
Alec era stato richiamato a casa Isabelle, dato che si era anche fatto buio e in quel momento stavano nuovamente in camera di Alec e Jace, stavolta però la sola presenza femminile era Izzy. Clary probabilmente non aveva avuto il permesso di uscire di casa dopo il tramonto. Aveva raccontato loro tutto quello che aveva detto Magnus, omettendo la parte che rivelava che lo stregone fosse figlio proprio di Asmodeo.
-Una nuova Edom?- Sussurrò Izzy, quasi incredula, dopo il racconto del fratello. –Pensavo che Edom fosse solo un modo per definire l’Inferno, non credevo fosse una dimensione reale, un tempo abitata.-
-Sono preoccupato. E io non sono MAI preoccupato!- Disse Jace, spostandosi dalla finestra e guardando i fratelli, illuminati dalle lampade di stregaluce.
Alec notò che aveva sul viso quell’espressione preoccupata che era davvero rara da vedere in Jace. –Per quello che ha detto Magnus? Per il “Credo voglia qualcosa dagli Shadowhunters”?- Chiese Alec, condividendo però le preoccupazioni del fratello.
Vide Jace annuire. –Sì, insomma... Asmodeo è uno dei Fati, potrebbe far fuori anche un angelo, e ora noi ce lo ritroviamo contro. Sarà come passeggiare a Central Park, ne sono sicuro.- La sua voce lasciava trasparire un po’ d’agitazione, ma l’ultima frase era sarcasmo puro, quello che caratterizzava sempre Jace.
-Troveremo un modo, anche perché non credo che scenderà lui stesso in combattimento. Se farà qualcosa, potremmo sempre trovare una soluzione. Non è detto che se gli distruggiamo i piani, lui ci attacchi.- Rispose Isabelle, guardando prima Jace e poi Alec, quasi in cerca di conferma che le sue parole non fossero solo speranze.
-Sì Iz, troveremo una soluzione, vedrai...- Sussurrò il maggiore dei due fratelli, guardandola dolcemente e sorridendole. A volte Alec dimenticava che sotto la corazza da dura di Izzy c’era ancora nascosto l’animo davvero delicato di quella bambina che era stata. –Domani abbiamo una riunione importante, perché non andiamo a dormire un po’?- Chiese Alec, guardandoli entrambi, con quel suo lato premuroso.
-Meglio. Buonanotte ragazzi!- Disse Isabelle alzandosi dal letto di Jace e dando un bacio sulla guancia ad entrambi prima di uscire dalla stanza dei fratelli per andare nella sua, chiudendosi la porta alle spalle.
-Tu riesci a dormire?- Si sentì chiedere da Jace e voltò lo sguardo verso di lui.
-Non lo so.- Ammise sincero, pensando a Magnus che, stando nella casa a lui assegnata, era più vicino di quanto fosse a New York dall’Istituto al suo loft. –Penso a Magnus.- Aggiunse in un sussurro, non era semplice per lui aprirsi con qualcuno, soprattutto con Jace.
-Posso capirti, dopo quello che hai passato ultimamente, ma Alicante è sicura. Non un demone può entrare qui.- Gli disse Jace con un sorridendogli dolce, come a dirgli che lo capiva, “anche se forse Clary lo avrebbe capito meglio” pensò Jace.
-Già... Lo so, ma odio questa nuova guerra che si prospetta.- Mormorò, lasciandosi cadere sdraiato sul suo letto, posando la testa sul cuscino, seppur voltata verso il fratello. –Anche perché stavolta non abbiamo la minima idea di cosa vogliano.-
-Almeno con Valentine avevamo una vaga idea...- Ribatté Jace, andando a sedersi sul suo letto. –Secondo te, non vorrà trasformarci tutti in schiavi? O roba del genere?- Chiese Jace, guardando il fratello sdraiato sul proprio letto.
-Potrebbe anche essere, ma non possiamo sapere cosa passa per la mente di uno dei Principi degli Inferi. Parliamo di un Angelo Caduto e divenuto signore di dimensioni infernali.- Ribatté Alec, quasi non fosse ovvio quello che stava dicendo. –Odio tutto questo. Non poteva lasciarci in pace?-
-Probabilmente ce l’ha con noi. Forse siamo un gruppo di Shadowhunter e Nascosti troppo fighi.- Disse Jace con un sorrisetto, sperando di far sorridere un po’ il fratello. Cosa che avvenne, perché Alec sorrise e gli tirò il proprio cuscino, abilmente evitato dal più giovane.
­-Certo Jace, sei troppo figo per lui e per questo vuole distruggere la nostra dimensione.- Disse Alec, prendendolo in giro, mentre il fratello gli rilanciava indietro il cuscino, così da rimetterlo apposto, prima di mettersi sotto le coperte. –Dormi prima di sparare altre cavolate.-
-Buonanotte!- Gli rispose semplicemente Jace e Alec poté sentire il suo sorriso dal tono della sua voce.
L’indomani mattina Alec si svegliò a causa di un crepitio che sentiva accanto all’orecchio, sul cuscino. Aprì un solo occhio, trovandosi un bigliettino ricoperto dalle fiamme blu, come la sera prima.
Mi sei mancato stanotte.
Lesse sul bigliettino, una volta che lo aveva preso tra le dita, sorridendo. Si sporse per prendere una penna e lo stilo dal comodino e scrisse sul retro del biglietto: “Anche tu”. E tracciò la runa per inviarlo a Magnus, scoprendo che quel sorriso non voleva andare via. Dopo pochissimo, vide un altro bigliettino comparire al posto del precedente.
Non puoi fuggire e raggiungermi?
Avrebbe tanto voluto, soprattutto perché immaginò Magnus che gli faceva il faccino da cucciolo per convincerlo. “Non posso, mio padre vuole che andiamo alla riunione tutti insieme. :(“ scrisse sul bigliettino anche la faccina triste per far capire a Magnus che in realtà voleva, ma era proprio incastrato. Sentì Jace mugugnare e svegliarsi e si alzò, posando tutto sul comodino, senza fare rumore e andò in bagno a lavarsi, portandosi dietro il cambio, dato che condivideva la stanza con Jace.
Arrivato in bagno fece una smorfia vedendo che non c’erano i suoi prodotti al sandalo, ma si lavò con quello che trovò, per fortuna erano prodotti neutri. Una volta lavato mise boxer e tenuta, per poi tornare in camera a prendere lo stilo per metterlo al suo posto. Poco dopo vide Jace alzarsi e andare in bagno e prima che sparisse, gli parlò. –Scendo a fare colazione.-
Ricevette un mugugno in risposta e sorrise. Era una di quelle giornate in cui Jace appena sveglio non formulava una sola sillaba. In cucina stranamente trovò la madre e la sorella che facevano colazione, meno strano però era il fatto che fossero in silenzio.
-Buongiorno!- Disse, sperando di riuscire a spezzare un po’ la tensione che sentiva nella stanza. Dopo quello che era successo a Max, la loro famiglia si stava sgretolando, nemmeno loro riuscivano ad avere più quel vecchio rapporto con la madre. Solo i tre fratelli erano rimasti uniti.
-Buongiorno Alexander.- Gli rispose la madre in modo quasi piatto, mentre Izzy gli sorrise appena, lui le passò accanto per andare al frigo e sfiorò le dita della sorella con le proprie. Era felice di star ritrovando con Izzy quei gesti che usavano quando erano solo dei bambini, prima e dopo che arrivasse Jace a unirsi a loro. Quello era il loro modo per dirsi “Ci sono io con te”, quando i genitori per qualche motivo erano freddi con loro, cosa che capitava solo quando erano sotto stress, o almeno prima era così, adesso con o senza stress i loro genitori erano quasi inesistenti.
Poco dopo scese anche Jace e fecero colazione in silenzio, dato che anche Robert si unì a loro due minuti dopo. Nel momento in cui finirono di fare colazione, Robert uscì dalla cucina e poi dalla casa, seguito da Maryse e subito dopo dai tre ragazzi. Camminavano in silenzio, ma loro tre comunicavano lo stesso, con le dita si davano sostegno. Erano quasi spalla a spalla, Jace e Izzy ai lati di Alec e mentre camminavano si sfioravano le dita gli uni con gli altri, facendo scaturire una specie di dolce sorriso sulle loro labbra. Quando arrivarono alla sala, Robert scomparve, andando da Jia, per prendere posto accanto a lei in qualità di Inquisitore. Jace si diresse da Clary e si allontanarono un secondo sotto lo sguardo vigile di Jocelyn. Alec scosse la testa a quella visuale e sperò che Jace sapesse come comportarsi. Presto però i suoi pensieri vennero interrotti dallo sguardo di Magnus. I suoi occhi, quasi mossi da una loro volontà, lo avevano cercato e lo avevano trovato, poco distante da lui, intento a parlare con Catarina e un altro stregone donna. Poteva chiaramente intuire il suo essere una Figlia di Lilith dal colore di suoi capelli, uno di quei viola impossibile da riprodurre, quindi doveva per forza essere naturale, così come erano viola perfino gli occhi, che si erano spostati su di lui. Alec rivolse lo sguardo a Magnus e gli sorrise, mentre Jia invitava tutti a prendere posto per cominciare l’Assemblea e lui stesso quasi si stupì di quanto poco avesse notato tutte le persone presenti in quel momento. Vide una ragazza in tenuta avvicinarsi alla stregona viola e dirle qualcosa, prima di prendere posto insieme. Alec vide Magnus andarsi a sedere al suo posto come rappresentante dei Figli di Lilith, accanto a Luke, e si diresse al proprio posto, seguito da Izzy, pronto per quell’assemblea che sperava potesse aiutarli in qualche modo.



L’angolino di Shayleen:
Ciao a tutte.. So che è passato quasi un mese, mi dispiace, ma adesso capisco cosa prova uno scrittore quando è sobbarcato dagli impegni e non può aggiornare la sua ff! :(
Comunque, mi sono ritagliata un attimino per postarvi il capitolo (esattamene a metà della storia) proprio oggi, per farvi un piccolo regalino!
Ed eccoci qui, siamo finalmente giunti ad Idris... Comincia la vera avventura di questa storia.
Mi sono permessa nella parte finale del capitolo di inserire due ragazze, due personaggi inventati, che poi saremmo io e la ragazza che sopporta i miei scleri! (Fiorellino, ti voglio bene! <3 )
Ringrazio tutte voi che seguite la mia storia, chi l’ha messa tra preferite/seguite/ricordate e anche chi legge in silenzio! Siete tutte meravigliose!
Buona vigilia di Natale a tutte voi!
Bacioni
Shayleen <3
 
   
 
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