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Autore: Loveless    08/03/2009    3 recensioni
«Volevo solo farti sorridere, Stein. Volevo che anche tu avessi un po’ di sole»
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franken Stein, Marie Mjolnir
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Let the light shine in

Quando entro nel negozio – la porta si blocca sempre a metà, devo fare forza per entrare – la prima cosa che vedo sono, ovviamente, i fiori.
Non c’è un motivo preciso per cui io sia qui, solo un semplice capriccio personale. Mi sento ancora sulla pelle l’odore della macchinetta del caffè, nelle orecchie le chiacchiere dei ragazzi e nelle braccia la stanchezza di un'intera giornata passata a scuola, ma quando il mio unico occhio comincia a riconoscere, fra le luci basse del negozio, le sagome di gigli, calendule e ortensie, tutto evapora ed io ricomincio a sorridere.
Mi tuffo in mezzo agli steli morbidi dei papaveri ed afferro il primo vaso che mi capita a tiro, incurante delle gocce di fango che mi cadono sulla gonna. La fioraia – piccola, minuta, con uno sguardo da uccellino – ride, mi toglie i fiori di mano e chiede: che cosa vuole comprare oggi, signorina?
Guardo i boccioli di rose color crema dondolare su un gancio appeso sopra il bancone e le confezioni di plastica, con le loro violette tremolanti, allineate lungo la parete: poi vedo una corolla giallo accecante spuntare fra gli iris e la indico.
Esco dal negozio tenendo il mazzo di girasoli ben stretto fra le braccia, la carta squillante che li avvolge mi preme contro la guancia con fare ruvido; corro per tutta la strada che mi separa da casa senza preoccuparmi della borsa che sbatte contro le ginocchia ad ogni movimento.
Mi sento felice.
Quando apro la porta del laboratorio, la sola luce che vedo è quella del computer ancora acceso. A Stein il sole dà fastidio, negli ultimi tempi, dice che gli procura un gran mal di testa, per questo non apre mai le imposte. Lo vedo sdraiato sul divano, una mano sulla fronte, e per un attimo penso che dorma.
«Marie» dice, senza aprire gli occhi, «Bentornata»
Mi avvicino e depongo i girasoli sul tavolino, facendo loro spazio fra il bricco di caffè e gli appunti pieni della grafia indecifrabile di Stein.
«Li ho comprati per te» vorrei dirgli «Volevo solo farti sorridere, Stein. Volevo che anche tu avessi un po’ di sole»
Ma le parole si fermano, senza motivo, sulla punta della lingua. Riesco a malapena a chiedergli come si sente e poi, all’ennesima bugia di uno stanco “sto bene”, mi rintano in camera mia, afflosciata e inutile.
E quei girasoli così belli e così gialli rimangono sul tavolo, inutili e dimenticati come me.


Incredibile, sono riuscita a scrivere anche di un personaggio che nell'anime mi sta sulle scatole... Marie non riesco proprio a farmela stare simpatica, - le preferisco Medusa, I'm sorry - ma per amore di Stein si è disposti proprio a tutto, no?
Scritta per l'iniziativa Mimosa Yellow dei Criticoni, questa drabble si può considerare una specie di mini spin-off ad una storia a capitoli che sto scrivendo su Soul Eater per la V Disfida... Vedrete, vedrete! (sì, adesso si passa alle minacce XD)
Buona festa della donna a tutte!
  
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