Avvertenze: questa è una traduzione di una deliziosa fanfiction di haushinka13. Potete trovare l'originale sul sito www.sullen-riot.com. Buona lettura!

“Laundry and nicotine patches”

“Bucato e cerotti alla nicotina”

Staccò la pellicola del cerotto alla nicotina e se lo posizionò sulla fronte. “E questo dovrebbe aiutarmi?”

Sua moglie sospirò e roteò gli occhi. “Se hai intenzione di fare l'idiota in proposito allora no, non ti aiuterà”.

Fissò con aria interrogativa il rimprovero sul viso di lei. Non è che volesse succhiare via dalla situazione tutta la serietà; solo non poteva evitarlo. Nel profondo sapeva esattamente cosa poteva significare questo per lui, ma al giorno d'oggi era una circostanza così comune da sembrare quasi stupida.

“Non sto morendo” contestò. “Sto facendo l'esatto opposto e non sembra che tu lo stia notando”. Immaginò quanto dovesse sembrare ridicolo, a litigare con sua moglie con un cerotto alla nicotina sulla fronte.

“Pensavo solo che magari volessi essere serio su questa cosa,” disse lei mentre raccoglieva a caso mucchi di bucato in tutta la stanza. “Se non la prendi seriamente come puoi aspettarti che funzioni?”

La osservò mentre bighellonava per la stanza fingendo di fare qualcosa. Era adorabile come cercava di non preoccuparsi, ma lui vedeva chiaro dentro di lei. Abbassò lo sguardo sulla scatola di cerotti tra le sue mani, ruotandola per vedere tutti i lati. “Ad ogni modo, perchè li hai comprati?”

Lei gli lanciò un'occhiata, una che conosceva piuttosto bene. Appariva ogni volta che pensava che lui avesse fatto una domanda stupida.

Sospirò e decise di riformulare. “Perché improvvisamente hai deciso di comprarli?”

“Perché...” lei si allontanò e si voltò per riordinare i vestiti che aveva raccolto dal pavimento.

A un certo punto lui sentì il bisogno di grattarsi la fronte, ma quando le sue dita incapparono nel cerotto alla nicotina riportò la mano in grembo. “Hai guardato quel documentario sul cancro ai polmoni l'altra notte, vero?”

Lei non disse nulla.

“Adie...”

“Forse”

“Te l'avevo detto, di non farlo. Lo sai quanto queste cose ti fanno agitare”. Ebbe la sensazione che a breve lei avrebbe potuto cominciare a piangere.

Fortunatamente riuscì a mantenere la padronanza di sé. “Non voglio che i tuoi polmoni diventino neri e pieni di croste”.

Lui inspirò e roteò gli occhi. La sua preoccupazione era pietosa, anche se vivida. Tirò fuori un altro cerotto, tolse la pellicola, e lo collocò di fianco all'originale. “Ecco qua. Ora ho il doppio delle possibilità di farcela”.

Lei sorrise e si rivolse di nuovo al bucato.

Fine.