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Autore: ___Lilith    25/12/2015    3 recensioni
Le cose che non ho sono come te, ti assomigliano un po’, sono bellissime.
Sono come i tuoi occhi, profondi, pozzi senza fine, dal colore un po’ indefinito, che, nonostante mi ci sia perso un miliardo di volte, non sono mai riuscito a capire se fosse un verde o un marroncino chiaro. E sono come la prima volta che quelle iridi le incontrai. O forse sarebbe meglio dire che mi ci scontrai.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le cose che non ho




Le cose che non ho sono come te, ti assomigliano un po’, sono bellissime.
Sono come i tuoi occhi, profondi, pozzi senza fine, dal colore un po’ indefinito, che, nonostante mi ci sia perso un miliardo di volte, non sono mai riuscito a capire se fosse un verde o un marroncino chiaro. E sono come la prima volta che quelle iridi le incontrai. O forse sarebbe meglio dire che mi ci scontrai.
Tu lì fermo davanti a me, con quel mezzo dolce sorrisino stampato sulle labbra, che mi porgevi una mano per salutarmi, e il mio sguardo catturato, imprigionato, incatenato dal tuo. E quanto avrei voluto restarci per sempre dietro quelle sbarre.
Le cose che non ho sono come la tua voce, flebile, delicata, che mi accolse, che si presentò. Un colpo al cuore. Potente, disarmante. Quell’accento straniero che tradiva la tua provenienza londinese e l'italiano non proprio perfetto ancora oggi al ripensarci mi strappano un nostalgico riso.
E sono anche come le tue mani, grandi, dalle dita lunghe e affusolate, morbide sotto il tatto e lisce. Sono come la tua espressione buffa quando inarchi leggermente all’insù le labbra a forma di cuoricino, lasciando scoperti quei due grossi incisivi da castoro. E sono come il tuo naso che si arriccia, le piccole fossette che ti si formano ai lati della bocca.
E, ancora, le cose che non ho sono come quella carezza sulla spalla, quella che mi facesti un po’ per sbaglio, o che forse era calcolata, quella che mi fece cadere nel tuo tranello, quella che riuscì con una tale facilità a scatenarmi un uragano nello stomaco. E un tormento che, tutt’ora, aleggia nel mio petto.
Sono la nostra prima chiamata, le chiacchiere infinite a telefono o davanti un caffè bollente in quel vecchio bar di periferia. E sono anche le tue parole, i tuoi “io non vuole perderci”, il tuo primo bacio scoccatomi con fragore su una guancia. Sono, poi, le mie dita tra i tuoi ricci, e le tue nel mio ciuffetto sparato in aria. Sono gli sguardi incastonati, e i “non ci perderemo” sussurrati a un centimetro dalle labbra.
Peccato che alla fine ci siamo persi.

Le cose che non ho, radici e nuvole, e lì in mezzo ci sei tu da qualche parte.
C’è quella volta che abbiamo avuto il coraggio di infrangere gli schemi e ci siamo baciati. La tua bocca sulla mia, i nostri nasi che si sfioravano, le tue mani che mi stringevano il viso e i cuori che ci scoppiavano. Avevi un buon sapore. E io ero troppo affamato.
Ci sono gli abbracci, quelli forti, che non riesci a respirare, che ti spaccano il torace, ma che ti fanno stare bene. Ci sono i tocchi sulla schiena, i brividi sottopelle.
C’è il nostro divano, le gambe incrociate, la mia testa adagiata al tuo petto, un film in TV, le carezze sulle braccia, i baci sul collo.
C’è il tu pianoforte, tu seduto sullo sgabello, io appoggiatoci vicino, e quella melodia, quella dolce canzone, dedicata a me. C’è la tua voce che la cantava e i tuoi occhi che nel frattempo guardavano fisso i miei. C’è l’amore, fatto poco dopo, quando i nostri corpi non ce l’hanno fatta più a resistere e gli ormoni hanno preso il sopravvento. Ci sono le lenzuola, quel letto cigolante, tu dentro di me, io e te fusi in un’unica essenza. C’è anche quel delicato “ti amo”, il mio sincero “anche io” e i sentimenti in fiamme.
Lì in mezzo c’è poi lo squillo di un telefono, il tuo, che squarcia l’arrivo di un nuovo giorno. Ci sei tu che rispondi e il nostro piccolo mondo che crolla dopo quella chiamata.
Non puoi stare con me, tu hai Andy, il tuo ragazzo, e non hai voglia di perderlo.
Dobbiamo perderci noi.

Le cose che non ho, ragioni e regole, neanche il cuore adesso sa che cosa fare.
Un cuore che, in questo momento, è frantumato in mille pezzi nel mio torace. Un cuore che ti ha amato, che ci ha creduto a ciò che stavamo costruendo. Che ha messo a repentaglio tutto per quel noi che, ora, penso non ci sia mai stato. C’era lui, innamorato di te, e tu, che il tuo l’avevi donato ad un altro.
Se solo tu avessi scelto me, io avrei potuto regalarti ogni singolo giorno della mia vita. E ti avrei amato come nessuno potrebbe mai fare.
Ma se dovessi cambiare idea io, e se dovessi cercarmi ancora io... Sarò qui.
E ora non mi resta che un foglio un po’ spiegazzato, una matita mordicchiata, un testo che racconta di noi e una malinconica melodia che sembra la colonna sonora della mia vita.
Qualcosa all’angolo del mio occhio destro pizzica. Sarà una lacrima, l’ennesima, che al ricordo di ciò che abbiamo vissuto vuole liberarsi e sfogare quest’agonia che m’affligge dentro. La lascio scendere, lascio che mi squarci la guancia.
Sospiro. La matita continua a scrivere, la testa vorrebbe scoppiare. Un dolore troppo forte m’opprime. Mi manchi.

La mia vita è sempre uguale
Sembra calma come me
Appena sotto la superficie
C’è tutto quello che ho di te.







Hola belli,
Che si dice?! Tutto bene il Natale?!
Dopo questa cosetta schifosa che ho pubblicato presumo di no.
Vabby, comunque mancavo da un po’ qui sopra e c’era assolutamente bisogno di qualcuno, tra tutte le ff con Fedez, che riportasse alla luce anche un po’ la ship con Mengoni u.u
Beh, se volete lasciatemi un commentino… Io intanto vi auguro un Buon Natale e faccio gli auguri anche a Mengoni, che oggi compie 27 anni.
A presto :*
Un bacio, ___Lilith (Aka Lady Malvagità)
  
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