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Autore: Lady Atena    26/12/2015    2 recensioni
Scritta per Natale per bluemary, pubblicata oggi perché EFP odia le mie FrostIron.
La seconda regola, regola alla quale Tony non era sicuro di aver mai acconsentito, era che Loki non domandava. Loki esigeva.
Quando Tony si sentiva misericordioso, rispondeva alle sue domande con qualcosa di sarcastico e pungente. Altrimenti, semplicemente, lo ignorava.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Loki, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Parlami di tuo padre” ordina Loki.
Tony lo guarda, e inarca un sopracciglio.
La prima regola della loro relazione-non-proprio-convenzionale è che Loki non debba tentare di conquistare il pianeta – regola a cui Loki ha acconsentito con una smorfia stizzita.
La seconda regola, regola alla quale Tony non era sicuro di aver mai acconsentito, era che Loki non domandava. Loki esigeva.
Quando Tony si sentiva misericordioso, rispondeva alle sue domande con qualcosa di sarcastico e pungente. Altrimenti, semplicemente, lo ignorava.
Come quella volte che Loki, dopo una scopata da favola, lo aveva guardato e aveva detto “Voglio sapere se la tua donna sa di noi”.
Tony non aveva risposto, ed era rimasto in silenzio per il seguito della nottata, fino a quando Loki non aveva cambiato ordine e “Vieni qui”.
Tony aveva obbedito, e Loki l’aveva preso con forza, con una certa cattiveria e violenza. Gli aveva fatto male, ad un certo punto, ma Tony non se n’era lamentato; perché sapeva di meritarselo.
“Stark”, lo richiama Loki, “parlami di tuo padre”.
E Tony sbuffa scrollando le spalle con noncuranza.
“Un vero patriota americano. Costruiva armi per vincere la guerra, fondava organizzazioni segrete per proteggere il pianeta, cercava l’eroe nazionale e, nel tempo libero, si ubriacava prendendosela contro il mostro di figlio che gli era capitato”.
Di solito, quando otteneva risposta, Loki lo lasciava in pace per un po’ – dove “un po’ ” poteva andare dalle due ore ai due mesi senza vie di mezzo, nei quali Loki si limitava ad aprirgli le gambe, o a farsele aprire a seconda dell’umore e dell’allineamento dei mondi.
Evidentemente, quella sera Loki era di umore particolarmente comunicativo – come quella volta che l’aveva fissato intensamente per due ore di fila finché Tony non aveva detto, esasperato, “Ok, lo confesso, ho mentito sul non aver mai scopato con un uomo, ora puoi smetterla?”, e Loki per premiarlo aveva deciso di giocare con le cravatte di Tony – quindi, essendo di umore particolarmente comunicativo, Loki si sistema sulla poltrona con un’aria pericolosamente interessata.
“Tuo padre abusava di te”.
L’altro problema di Loki era che non poneva domande, per una qualche forma di sociopatia che Tony non aveva ancora trovato su Wikipedia, ma si limitava a fare affermazioni più o meno logiche fin quando non aveva ragione.
“Se intendi nel senso di tirarmi schiaffi emotivi e non, puoi scommetterci l’elmetto”.
Quello doveva essere sufficiente, si dice Tony, anche perché lui voleva tornare all’esperimento in sospeso sul suo schermo olografico da cucina – non sapeva se stava costruendo un nuovo reattore, un pezzo per un’armatura, una AI o un tostapane. Forse un tostapane rosso ed oro guidato da una AI ed alimentato da un reattore era la scelta migliore – ma Loki non era d’accordo.
Quando Loki non era d’accordo con qualcosa, faceva questa cosa discutibilmente apprezzabile di comparirgli davanti, guardarlo negli occhi e sibilare fino ad avere la sua attenzione. Tony lo trovava tra l’inquietante e il carino, perché Loki faceva quella cosa con la lingua – ma Tony non aveva davvero il fegato di farglielo notare, così alle volte lo chiamava Mushu e ridacchiava perché Loki non capiva.
“Pensava gli servisse un erede più degno” constata Loki, e Tony si chiede come – con una frase fredda e impersonale ed anche dal gusto vagamente medievale – Loki riesca a fargli male.
Loki deve leggerglielo negli occhi, perché fa quella cosa che fa sempre quando qualcosa ferisce Tony – ogni volta che non riesce a salvare qualcuno, o che qualcuno lo accusa di qualcosa. Loki ha notato che Tony ha quello sguardo soprattutto con Steve, o quando Pepper non si fa viva per troppo tempo – e si tende tutto come pronto ad attaccare.
Tony lo trova assurdamente ridicolo, perché Loki non deve proteggerlo, visto e considerato che è lui quello che prende a calci gli alieni in armatura, ma Loki non concorda con questa versione della storia ed è protettivo lo stesso.
“Rilassati”, dice Tony, “non sono tutti come te, ho risolto i miei problemi con mio padre senza distruggere un regno e in meno di mille anni”.
Loki non apprezza la battuta – e quando mai – ma si rilassa appena, perché quando Tony scherza così su qualcosa vuol dire che può affrontarla – o che lo spaventa a morte, ma comunque non ha problemi a parlarne.
“Sei più intelligente degli altri midgardiani”.
Che è il modo di Loki per chiedere “Cos’avevi che non va?”, oltre che per rincuorarlo.
“Un po’ troppo. Mio padre mi trovava vagamente spaventoso, la maggioranza delle volte. Il restante tempo ero comunque d’impiccio”.
Loki aggrotta la fronte in quello che poteva anche essere un segno di perplessità, o più probabilmente un “stupidi midgardiani”; poi decide di afferrargli il mento e baciarlo in quel modo in cui lo bacia quando pensa che Tony vada salvato – e Tony non sa da cosa vuole salvarlo. Forse Loki vede nei suoi occhi castani il gorgo della follia e cerca di evitare che lui precipiti, perché Loki è precipitato e sapevano tutti cos’era successo dopo – ed è un modo di baciarlo esigente e bisognoso, nel quale Loki gli stringe le spalle e poi sibila qualcosa in Norse arcaico che Tony non ha ancora capito che significhi, ma suona di possesso e probabilmente è solo un “mio” molto minaccioso.
“Ora sto bene”, lo rassicura Tony, con un filo di fiato, quando Loki decide di averlo rassicurato abbastanza.
Loki lo guarda – con quel suo sguardo da “So che non è vero, ma so anche che vuoi andare oltre, e non te lo impedirò“, perché Loki ha un insano e davvero bellissimo rispetto per la follia e i problemi altrui, quando non deve distruggere il pianeta – e poi dopo essersi assicurato che lui abbia capito – “Gli strapperei le budella, se fosse ancora qui a farti soffrire”, circa – torna pacatamente sulla poltrona.
“Comunque”, esordisce, “non hai alcun bisogno di lui per essere te”.
E Tony si volta e cerca di capire cosa voglia dire, ma Loki è tornato in modalità mutismo e non gli darà spiegazioni. Si guarda confuso intorno cercando un’illuminazione, poi nota la tazza di Loki – quella rosa, comprata a posta per dargli fastidio e che Loki usa perché non l’ha trovato minimamente svilente, il che la dice lunga – ed è una tazza che sta lì, proprio lì, accanto alla tazza di Tony; così Tony ha l’illuminazione.
La terza regola della loro relazione-non-proprio-convenzionale, l’unica regole che entrambi apprezzino e di cui nessuno dei due si è mai lamentato, dice anche che Loki ci sarà sempre per Tony.
E Tony vorrebbe trovarla una minaccia, davvero, ma poi guarda la tazza rosa e pensa solo di non essere secondo a nessuno.
Neanche a suo padre.
  
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