Piccola
premessa: Jongin con gli occhiali è troppo per il mio povero
cuore (http://cfile4.uf.tistory.com/image/25313F4A5673F10D22B5DE).
Credo che per Sehun valga lo stesso. Detto ciò, ieri mi sono
svegliata con un
raffreddore portentoso e sono reduce da una notte insonne. Insomma, se
riesco a
scrivere complete assurdità quando scoppio di salute,
immaginatevi quando sto
come uno straccio.
“Jongin”.
Nessuna
risposta.
“Jongin”
ripete a voce più alta, invano.
“Jongiiiiiiiiiinnnn-”
praticamente ruggisce, gettandosi a peso morto sul corpo addormentato
dell’altro.
“Mmmmmfff,
che c’è?”
Sehun ghigna
trionfante. “Buongiorno, luce dei miei occhi” si
china a baciargli le labbra,
un po’ secche e naturalmente imbronciate. E’
così carino appena sveglio, pensa
Sehun, quasi quanto lo è con gli occhiali addosso. O senza niente addosso. Al solo pensiero avverte
un rigonfiamento nelle
parti basse, a sud dell’ombelico.
Jongin si
divincola sotto il suo peso, a disagio. “Ti prego, non dirmi
che mi hai
svegliato perché ce l’hai duro”.
“La
Sehonda
è sempre in tiro quando sei nei paraggi, baby”
mormora con un’espressione che vorrebbe
essere seducente e che in realtà rivela la sua indole
(affatto) segreta di
mandrillo.
“Shisus,
abbi
pietà di me” mugugna lui, rosso in volto.
“Sappiamo
entrambi che mi ami alla follia” gli strofina il naso contro
il collo, giocoso.
“Sei il mio orsetto di peluche, la mia stella stellina, il
mio fiorellino di
campo, la mia dolce piccola cozza…” lascia in
sospeso la frase.
Jongin
preferirebbe non sentirne la conclusione perché, in tutta
sincerità, Sehun avrà
anche molti pregi (non gli è ancora chiaro quali e quanti
siano esattamente,
tuttavia confida di riuscire a scoprirlo in un futuro abbastanza
prossimo) ma è
un pessimo, pessimo poeta. Lo era a tredici anni [1]
e da allora non
è migliorato di una
virgola. Il problema è che nessuno ha mai avuto il buon
senso di farglielo
notare, e francamente Jongin ha troppe questioni da affrontare
quotidianamente per
stroncare la vena poetica del suo ragazzo e sopportarne
l’inevitabile periodo
di depressione che ne seguirebbe.
Sehun
sorride, segno che la sua Musa ispiratrice non l’ha
abbandonato –purtroppo. “Ed
io sono il tuo scoglio”, prosegue. “Forte, duro e
bagnato”.
“Omioddio,
sei
il disagio di vivere fatto persona” Jongin scuote la testa,
mortificato e se
possibile ancora più imbarazzato. “Vai via, chi
sei, chi ti conosce, non mi
toccare brutto porco!” si raggomitola su un fianco, la faccia
premuta contro il
cuscino. Ma quelle proteste non suonano convincenti nemmeno alle
proprie orecchie;
la voce tradisce una certa dose di ilarità che stenta a
soffocare. Sehun ha
molti difetti, eppure sa farlo ridere come nessun altro.
Sehun lo
osserva nascondersi sotto il piumone e non riesce a capacitarsi della
propria
fortuna. Assapora quel momento di trascurabile, immensa
felicità. “Buon Natale”
dice infine.
Lo sguardo
insolitamente
vispo di Jongin spunta dalle coperte. “Buon Natale, scemo.
Vieni a scartare il
tuo regalo” gli strizza l’occhio.
Sehun non se
lo fa ripetere due volte.
[1] E’ al
2006, infatti, che risale il
magnifico poema sul latte scritto dal Broccolo (all’epoca
aveva dodici anni, ma
come sapete in Corea si aggiungono un anno d’età)
il quale, evidentemente
fierissimo del suo lavoro, l’ha pubblicato sul web. La
traduzione
inglese è pressappoco questa: “Milk from school.
Top grade milk. When you drink
the milk it has a rich taste. In the winter milk is aromatic. Milk with
calcium. Double the times better than normal milk. Milk with 8g
fat.” Vi allego la foto
del capolavoro: https://idolplanet.files.wordpress.com/2012/05/tumblr_m4qb9s3a2c1rw6wq7o8_400.jpg.
In caso
abbiate apprezzato questa one-shot e vi incuriosisse seguire
in diretta i
miei scleri vi lascio il link della mia pagina Facebook (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).