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Autore: Vanilla_91    26/12/2015    7 recensioni
Il dolore, la malinconia e la nostalgia, sono sentimenti che stonano con l'aria dolce e felice del Natale.
Una notte turbolenta, un incontro inaspettato e un sorriso dolce potrebbero cambiare le carte in tavola.
Forse, questa volta, Babbo Natale ha optato per un regalo poco convenzionale, qualcosa di più speciale e inatteso.
La magia del Natale, del resto, non ha limiti.
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Natale..non aveva più senso per lui quella parola.
Perché mai, poi, in Giappone aveva assunto tanta importanza una festa che in Occidente aveva tutt'altro significato?
Buttò giù un altro bicchiere di nemmeno sapeva che cosa e il sapore amarognolo gli fece storcere la bocca.
Il locale era praticamente vuoto, fatta eccezione per lui, lo sfortunato barista e una coppia intenta a flirtare poco lontana.
La città era addobbata a festa, gli alberi ricoperti da mille luci colorate, e tutti erano schifosamente felici..tutti eccetto lui.
C'era stato un tempo, neanche troppo lontano, in cui aveva adorato l'aria magica che si respirava durante quei giorni.
Era pura illusione, eppure il Natale portava con sé un clima che era impossibile respirare durante il resto dell'anno.
La frenesia della vita quotidiana lasciava il posto alla serenità, a quella felicità fatta di piccole cose.
Ma ora che lei era andata via, nulla aveva più senso, nulla più lo stesso sapore.
Lui e Kikyo avevano condiviso sette anni della loro vita. Si erano amati, intensamente, avevano fatto grandi progetti e sogni entusiasmanti, ma poi, senza un perché, si erano allontanati, giorno dopo giorno, sempre un po' di più.
Quando anche la passione si era consumata, erano cominciati i litigi, sempre più frequenti, più intensi.
E l'ultima volta, quando lei gli aveva strillato che era finita, lui non aveva trovato né la forza, né la fermezza, per dirle “resta”.
Se n'era andata, per sempre.
La rabbia e l'orgoglio avevano ceduto presto il posto al dolore, allo struggente senso di abbandono, alla terribile consapevolezza che lei non sarebbe più tornata.
L'ultimo mese era forse stato il più terribile, aveva dovuto combattere contro se stesso, contro le proprie paure, non più contro il fantasma di una donna che non faceva più parte della sua vita.
Era rimasto solo, era quello il suo peggior incubo.
-Ehi, amico, siamo in chiusura.-
La voce stanca ed annoiata del tarchiato barista, lo riportò al presente.
Si limitò ad annuire, lasciò qualche yen sul bancone e si avviò verso l'uscita.
L'aria fredda lo costrinse a stringersi maggiormente nel cappotto troppo leggero, ma in qualche modo gli fu di conforto.
L'atmosfera grigia e tetra dei vicoli bui erano una giusta e gradita compagnia per il suo animo cupo.
Dov'era adesso Kikyo? Qualcuno aveva già preso il suo posto nella vita della donna?
Continuare a rimuginare su domande di quel tipo gli impediva di concentrarsi troppo sulla malinconia delle sue giornate, sulla solitudine che avrebbe animato la sua vita da quel momento.
-Ti ho detto di stare zitta, puttana.-
InuYasha fu costretto a scansarsi in fretta, per non rischiare di essere travolto.
Erano comparsi dal nulla, dal viottolo che si immetteva sulla strada principale, un fagotto di abiti scombinati e arruffati.
-Lasciami in pace, Hojo. Mi fai male, ti prego, lasciami.- pregò, una voce femminile, tremante.
Strabuzzò gli occhi, per mettere meglio a fuoco ciò che stava accadendo.
Erano due giovani, un ragazzo e una ragazza, troppo concentrati sul furore della loro lite per rendersi conto di averlo quasi travolto, tagliandogli la strada.
Scrollò le spalle e si mosse per oltrepassarli, poi tutto accadde rapidamente.
Il ragazzo sbatté rudemente la giovane al muro e la schiaffeggiò brutalmente.
Probabilmente, se fosse stato più saggio o ragionevole, avrebbe continuato a camminare, ma l'istinto guidò i suoi gesti.
Afferrò il ragazzo per le spalle, tentando di allontanarlo dalla giovane.
-Ehi, amico, su, lasciala stare.- gli disse, in tono conciliante.
L'ultima cosa che voleva era ritrovarsi coinvolto nella lite di quei due pazzi scriteriati.
Quando Hojo, o Hofo -non aveva udito perfettamente il suo nome- si voltò, InuYasha venne investito dal puzzo acre di fumo misto ad alcol.
-E tu chi saresti, cazzone? Un altro stronzo che questa troietta si sbatte?- urlò.
Non ebbe tempo di replicare, che un pugno lo colpì in pieno volto, facendogli sanguinare il naso.
Barcollò, sorpreso e disorientato.
-Sei solo una povera troietta, Kagome. Fatti scopare da chi vuoi, non me ne frega un cazzo.- strillò Hojo, ad un palmo dal volto della ragazza.
Guardò entrambi, soddisfatto della propria opera, e scoppiando a ridere si allontanò barcollando.
InuYasha restò immobile, esterrefatto.
Come era finito dal piangersi addosso al ritrovarsi prestato da un ubriaco violento?
Avrebbe dovuto farsi i fatti suoi e tirar dritto.
Tamponò il naso con un fazzoletto e si voltò a fissare la ragazza che aveva tentato di soccorrere.
Avrebbe dovuto difendersi anche da lei? Che fosse un'altra piazza scriteriata e ubriaca?
Nessuna delle sue ipotesi trovò conferma. Il suo sguardo si posò su una ragazzina esile e tremante dai capelli sconvolti e gli occhi colmi di lacrime e paura.
Provò un moto di pena e tenerezza. Quella sventurata, a primo sguardo, non pareva avere più di 20 anni, decretò.
-Come stai?- le chiese, avvicinandosi.
Kagome sobbalzò, ancora sotto shock.
-Non temere, non ho intenzione di farti del male. Mi sarei risparmiato un pugno, se non avessi avuto buone intenzioni.- tentò di scherzare.
Lei lo fissò, smarrita.
Inuyasha sospirò, preda del nervosismo, della situazione e del dolore. Cosa avrebbe dovuto fare?
Si era beccato un pugno, ficcandosi in questioni che non lo riguardavano, poteva, adesso, abbandonare così quella ragazzina?
E se quel balordo fosse tornato indietro per completare la sua opera?
-Senti, dobbiamo andare via di qui. É notte fonda e non sappiamo se al tuo amichetto venga in mente di tornare.-
-Non è mio amico.- gracchiò la giovane.
-Non importa! Hai bisogno di essere medicata e anche io. Casa mia è qui vicino, ed è l'unico posto sicuro che al momento mi venga in mente.- continuò.
Kagome seguitò a fissarlo, dubbiosa.
Sarebbe stato saggio seguire uno sconosciuto?
-Giuro che ti farò del male. Voglio solo medicarti, dopo sarai libera di andare dove preferisci.- proclamò, con tono fermo e gentile.
Le porse la mano e, seppur ancora diffidente, Kagome chiuse la sua, più piccola, in quella grande e forte di lui.
Senza scambiar parola, percorsero velocemente la strada, fino a giungere in un quartiere periferico.
Entrarono da un ingresso cigolante e salirono un paio di rampe prima che InuYasha si fermasse dinnanzi al proprio appartamento.
Invitò la ragazza ad entrare e Kagome, ancora sospettosa, si guardò intorno.
L'abitazione non era molto grande, ma sicuramente ben disposta e ben arredata.
Lo stile occidentale era predominante e il tocco femminile indiscutibile.
-Accomodati pure. Non c'è nessuno in casa.- le disse, lasciando cadere il giubbotto su una poltroncina e dirigendosi verso il bagno.
Recuperò la cassetta del pronto soccorso e trovò la ragazza, immobile, dove l'aveva lasciata.
La condusse verso il divano e le sollevò il volto delicatamente.
Era oggettivamente graziosa, sebbene il viso a forma di cuore fosse sporcato dal trucco colato.
Lo zigomo stava divenendo livido nel punto in cui quel bruto l'aveva colpita e il labbro era leggermente spaccato.
A disagio, sotto quello sguardo profondo e sconosciuto, Kagome lo morse, sentendo in bocca il sapore rugginoso del proprio sangue.
InuYasha le poggiò del ghiaccio sul punto offeso, cercando di essere il più delicato possibile.
-Probabilmente resterà gonfio e livido per qualche giorno, ma non dovresti avere altri problemi.- proclamò, per spezzare il silenzio.
Lei si limitò ad annuire.
-Il tuo naso..- sussurrò.
-Sciocchezze. Ha già smesso di sanguinare.-
Incurante delle parole di lui, Kagome frugò per un po' nella cassetta dei medicinali, prima di tirarne fuori un sacchetto di ghiaccio.
In modo impacciato, la posò sul naso del suo salvatore, che non si sottrasse.
-Premetto che non era così che immaginavo il Natale..- scherzò lui.
-Nemmeno io.-
Curioso, decise di porle qualche domanda.
-Ti chiami Kagome, vero?-
La giovane annuì.
-Perché permetti al tuo ragazzo di farti questo? Un uomo violento non cambierà mai. Non illuderti di poterlo aiutare, sarà sempre peggio.-
-Hojo non è il mio ragazzo, non più. Quando l'ho conosciuto lui era diverso, poi è cambiato. Ha cominciato a bere, a fumare, ad essere geloso e possessivo. E quando non ce l'ho fatta più, quando l'ho lasciato, ha cominciato ad essere violento. Mi segue, mi perseguita, è diventato una presenza inquietante e costante.- raccontò, con voce tremante.
InuYasha si limitò ad annuire, non sapendo quale fosse la cosa giusta da dire.
Perché il racconto di quella ragazzina sconosciuta lo aveva toccato tanto?
Perché si sentiva furioso e aveva così tanta voglia di rincontrare quel tizio per dargliele di santa ragione?
-Io non ti ho nemmeno ringraziato. In realtà non conosco nemmeno il tuo nome.-
-InuYasha. Il mio nome è InuYasha.-
-Beh, allora grazie, InuYasha.-
Gli regalò un sorriso timido e l'uomo sentì per un attimo il cuore battere più velocemente.
-Prego, Kagome. Quest'anno Babbo Natale non ci ha fatto un regalo convenzionale, ma sarebbe potuta andarci peggio.- sussurrò.
E mentre fuori la neve cominciava a scendere su Tokyo imbiancando gli alberi illuminati, entrambi provarono una strana e sorprendente sensazione di serenità.
Può un sorriso inaspettato e tremulo, incontrato in una notte di dolore, essere medicina per l'anima?





NOTE DELL'AUTRICE:
Salve :D
Perdonate la pazzia di questa shot veloce e senza pretese, un modo (spero) carino per augurare a tutti voi un felice e sereno Natale :)
Sono arrivata con un giorno di ritardo, ma come si suol dire, meglio tardi che mai :)
Vi faccio, ancora una volta, i miei migliori auguri :)
A presto,
Vanilla

   
 
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