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Autore: hanaemi_    26/12/2015    1 recensioni
What If: e se il bambino nato dalla relazione tra Anne e Aramis fosse stato una bambina, invece?
« "Sai, Maria, non sono tipo che torna spesso dalle donne che incontra… un po’ per scelta, un po’ per impossibilità. Però tu… tu sei l’eccezione."
Volse il capo a guardarla, e notò che gli occhi della bambina erano fissi nei suoi, come se davvero stesse comprendendo ciò che lui le stesse dicendo. Sorrise nuovamente, intenerito, e le donò un’ulteriore carezza tra i capelli.
"Sei sempre stata l’eccezione, sin da quando sei venuta al mondo." »
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Nuovo personaggio, Queen Anne
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Father.

 

{ Fandom: The Musketeers
Personaggi: Aramis, Queen Anne, Nuovo personaggio
Pairing: lievi accenni di Annamis
Parole: 958 (grazie a: http://www.freetiamo.altervista.org/index.php/conta-parole.html}


Tutto taceva quella notte, negli appartamenti reali.
Aramis, come ormai soleva fare da qualche mese a quella parte, con agili quanto silenziosi movimenti, molto simili a quelli di un gatto quando punta la sua preda, si intrufolò nella cameretta della piccola Maria
*, principessa di Francia.
La governante della bambina, al solito, dopo una lunga giornata era crollata addormentata sulla sedia accanto alla culla, lasciando la possibilità a chiunque di poter rapire la neonata.

Il moschettiere si sporse verso la piccola e le sorrise, allungando un dito guantato a carezzarle il morbido e roseo nasino.
“Chi è tornato? Io, il tuo angelo custode!”

Maria, in risposta, sorrise a sua volta e batté un paio di volte le manine, a dimostrare che sì, l’aveva riconosciuto, era il suo amico! Poi, delicatamente, Aramis la prese in braccio e se la sistemò sulla spalla, faccia a faccia, beandosi del suo dolce profumo e della morbidezza della sua guanciotta paffuta contro la stoffa del suo pastrano.

Prese a camminare, in modo da mantenere quella tranquillità, e nel frattempo cominciò a carezzarle i radi capelli chiari sulla sua testolina. Infine si fermò di fronte all’unica finestra della stanza, quella che affacciava sul cortile, e osservò la grossa luna piena che illuminava il cielo nero quella sera.

“Sai, Maria, non sono tipo che torna spesso dalle donne che incontra… un po’ per scelta, un po’ per impossibilità. Però tu… tu sei l’eccezione.”

Volse il capo a guardarla, e notò che gli occhi della bambina erano fissi nei suoi, come se davvero stesse comprendendo ciò che lui le stesse dicendo. Sorrise nuovamente, intenerito, e le donò un’ulteriore carezza tra i capelli.
 


“Sei sempre stata l’eccezione, sin da quando sei venuta al mondo.”



Poi lanciò un’occhiata dietro di sé, aguzzando l’udito: vaghi rumori in lontananza che sembravano avvicinarsi. Doveva andare via, subito, non poteva mettere a rischio la vita di sua figlia e la propria.

La spostò dalla sua spalla e la sollevò in aria, permettendole di far penzolare i piedini.

“Ora cantiamo la ninna nanna e andiamo a dormire, sì?”

Dopodiché, una volta che la ebbe sistemata con la testolina sul suo petto, all’altezza del cuore, il moschettiere, a voce bassa e anche un po’ roca, prese ad intonare un ritornello che da tempi remoti serbava nella memoria, per chissà quale motivo. Forse proprio per poterlo cantare un giorno alla sua prole, chi poteva dirlo.

“Tu es si fort et si fragile
Viens dans mes bras je te ferais une île
Ce lien qui nous lie
Ne cassera pas
Ne pleure pas je suis là!
Car tu vis dans mon cœur
Oui tu vis dans mon cœur
Dès maintenant, jusqu'à la nuit des temps
Tu vis dans mon cœur
Qu'importe le discours
Tu vivras dans mon cœur, toujours!”


E detto ciò la risistemò nel lettino e le rimboccò con cura le coperte, mentre la piccola Maria si lasciava andare ad uno sbadiglio e agitava i pugnetti in aria.

Le carezzò con dolcezza una guancia, per poi sussurrarle:"Capito, Maria? Sarai sempre nel mio cuore e ti proteggerò ogni volta che sarai in pericolo, parola d’onore! Buonanotte, principessa.”

E così come era venuto, ombra nella notte, se ne andò, senza lasciare traccia.

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“Madre, ho un quesito che mi attanaglia.”

Una sedicenne Maria varcò timidamente la soglia della camera della Regina, mentre costei, intenta ad ascoltare una sua dama, spostò lo sguardo sulla figlia e fece cenno all’altra donna di tacere, per permettere alla ragazzina di entrare e spiegarsi.

“Dimmi pure, figlia mia.” la invitò Anna, sedendosi ai piedi del letto e indicando il posto accanto a sé, affinché venisse occupato. Maria fece come la madre proponeva e si accomodò, lasciando che la donna le cingesse le esili spalle con un braccio.
“Questa notte… ho fatto uno strano sogno. Ero piccola, nel mio lettino, e un uomo entrava e mi prendeva in braccio, per poi cullarmi e sussurrarmi cose tenere. Ed io mi sentivo… bene, come se tutto fosse a posto. Quasi ne sono stata dispiaciuta, quando mi sono svegliata. Voi cosa ne pensate?”
“Oh, è normale, amor mio. Tuo padre è morto quando avevi a malapena cinque anni, probabilmente la mancanza di una figura paterna ti ha turbato, in qualche modo.”
“Mhm. Eppure sono convinta che l’uomo del sogno non fosse mio padre.”
“E questo cosa te lo fa dire?”
“Forse sarò stata condizionata da quando ho cominciato ad allenarmi con pistola e spada insieme ai moschettieri—

“Tu cosa, Maria?”
“Sì, Madre, sapevo che avreste reagito così, per questo è stato tenuto tutto nascosto—ma comunque, dicevo, forse sarà stato questo ad influenzarmi, eppure l’uomo del sogno somigliava molto ad Aramis. E la cosa buffa è che quando siamo solo lui ed io ad allenarci, io… io provo gli stessi identici sentimenti, non saprei spiegarlo…”

Un silenzio di tomba piombò nella stanza della Regina, nessuno osava fiatare. Anna sostenne lo sguardo vivo e arguto della figlia, tanto simile a quello di Aramis, e dopo aver sbattuto un paio di volte le palpebre si lisciò la lunga gonna dell’abito e si alzò, dirigendosi all’ampia finestra da cui filtravano i tiepidi raggi del sole di primavera. Infine parlò.

“Non dire sciocchezze, Maria, suvvia. Ti sei fatta suggestionare. Avverti la mancanza di una figura maschile solida nella tua vita e quindi supplisci con quel moschettiere, perciò ora ti sembra di vivere un idillio padre figlia quando questo, ti assicuro, non è e non sarà mai assolutamente possibile.
Non lasciarti ingannare, figlia mia.”



E qui si interruppe per un attimo, giusto il tempo per poter voltare il viso a guardarla.


“L’ho imparato a mie spese.”

In controluce una lacrima solitaria le solcava una guancia, minuscolo segno di umanità che quasi strideva con l’usuale atteggiamento di compostezza e regalità della Regina.

“…Madre—
 sussurrò solo la fanciulla, prima di raggiungerla e abbracciarla di getto, nascondendo il capo sul suo petto.
Con quell’unica lacrima, versata forse chissà dopo quanto tempo, sua madre era stata in grado di rivelarle molto di più di quanto ella stessa avesse richiesto.






in onore di Maria de' Medici, madre di Luigi XIII e dunque "nonna" della bambina.

   
 
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