La corda ruvida tra le mani,
altalena segreta di me,
una giravolta in punta di piedi, ruota di capelli vivi,
sorriso leggero fra le fronde,
labbra lucide, sanno di morte.
Cosa nascondi nel giardino del nulla?
Niente, mamma. Un disco rotto di 'Rigoletto',
un fermaglio non mio, la biglia vuota trovata ieri.
Cosa hai davvero nel giardino del nulla?
Niente, mamma
(solo la mia anima che piange per Gilda,
la voglia senza freni di avere peccato, la vacuitā dei miei occhi
quando mi guardo).
La gonna ruota e l'altalena sale,
una spinta veloce sull'erba.
Vedi ancora il giardino del nulla?
No, mamma.
La sterilitā dell'immaginazione, disidratazione lenta e continua:
sorridi di vera allegria, mi raccomando; canta nel coro, non vedi, č facile.
Mi gocciola il veleno, il farmaco sulla nuca.
Cosa accade nel giardino del nulla?
Niente, mamma (la bestia dentro di me spalanca le fauci e inghiotte, feroce).
La risata di mia sorella, il rosario sul mio collo,
seduta su una sedia bianca;
mi rimanda al cimitero di Normandia, distesa infinita.
Un ragazzo mi bacia, mi trova carina.
Lo guardo e mi guardo:
sinceritā nei suoi occhi;
rane e cavallette fra i campi di grano, paludi e proiettile nel petto
della mia anima.
Sa di famiglia futura e di ordinarietā ripetuta.
Capisco:
non c'č salvezza nel desiderio di niente che mi preme lo sterno,
non v'č via di fuga nella carne straziata del mio corpo rattrappito
(mai avrei il coraggio di distenderlo al vento, rimediando alle piaghe
cucite malamente,
bambola difettosa; si aprirebbero, e il sangue scorrerebbe fra le dita
di Tre Cornacchie).
Vorrei essere sincera nel mio amore, ma č la mia maledizione.
Cosa nascondi nel giardino del nulla?
Niente, mamma. Niente per davvero.