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Autore: OcchidiNiall    27/12/2015    7 recensioni
«Cosa siete voi due?» domandò la signora, senza neanche fissarci.
«Non so, credo che io sia un cane parlante e lui, il mio fedele amico gatto» rispose pronta mia sorella, facendomi ridacchiare.
«Vedo che non ti manca l'ironia, signorina...?»
«Henderson» rispose.
«Ecco a voi le camere, sfortunatamente sono gli unici posti liberi che sono riuscita a trovare, penso che dovrebbe essere vuota. Buonanotte».
«Sì, vaffanculo» sentii blaterare alla bionda al mio fianco.
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Luke Hemmings, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Room 158 || Luke Hemmings




21.


 
Luke's pov


Non pensavo sarebbe finita veramente così. O meglio, la vicenda l'avevo immaginata leggermente in modo diverso. Avevo pensato che Johanna, una volta avermi confessato ciò che provava nei miei confronti mi avrebbe baciato, dicendomi che le sarebbe piaciuto provare a stare insieme. E poi, avevo immaginato il sottoscritto sorriderle e farle la fatidica proposta...
Sospirai e guardai il cibo che era dinanzi a me per poi girare la pasta con la forchetta e bere un sorso d'acqua. Avrei dovuto recarmi in biblioteca per prendere alcuni libri ma non ne avevo la forza e tanto meno la voglia. Alcune volte la mia convinzione del "Johanna Henderson non fa per me" si intensificava ancor di più, fino a farmi credere ciò che la mia vocina interiore mi gridava. Insomma, lei non voleva storie serie, mentre io... io le avevo mentito. Le avevo detto che anche per me era la stessa cosa quando, in realtà, non era affatto così. Io, Luke Hemmings, ero perdutamente innamorato di lei, di Johanna Henderson. Quel piatto di pasta ormai si era raffreddato, perciò decisi di alzarmi e andare via, forse avrei potuto recarmi finalmente in biblioteca perché se sarebbero finiti i libri che mi servivano allora sarei stato nella merda. Con ancora la bottiglietta d'acqua in mano, buttai via il vassoio e mi incamminai verso la porta d'ingresso.
«Luke, finalmente ti ho trovato!» esclamò un Ashton preoccupato. Mi fissò negli occhi e sospirò, aggrappandosi al mio braccio sinistro.
Gli feci un segno come per dirgli che poteva parlare, ma lui non capì.
«Cos'hai Ash?» chiesi visibilmente scocciato e annoiato.
«Johanna...-» ma lo bloccai non appena udii il suo nome.
«Cosa le è successo?» continuai scosso «avanti, racconta, Ashton! Non farti tirare le parole di bocca!»
Il riccio alzò un sopracciglio e scosse il capo, «se magari mi fai parlare...»
Annuii.
«Johanna e Michael... insomma... loro... ecco, sì...»
«PORCA TROIA, VUOI PARLARE, SI O NO?» gridai arrabbiato, guadagnandomi varie occhiatacce da parte degli studenti che erano lì o per mangiare o per fare i comodi loro.
«Vieni con me...» sussurrò.






 

Johanna's pov



Continuavo a parlare al cellulare con mio padre, cercando di spiegargli la situazione. Non riusciva a sentir ragioni, continuavo invano a parlargli, sperando che potesse cambiare idea, anche se, d'altronde sapevo com'era fatto. Sapevo che se lui decideva che andava fatta qualcosa allora non si sarebbe discusso su quell'argomento. Testardo fino al midollo, avrebbe affermato mia mamma.
«Papà, ormai qui abbiamo una vita, degli amici che ci vogliono bene... e... non voglio andar via.» continuai a spiegare le mie ragioni, pur sapendo la sua risposta ovvia.
«Johanna, devi capire me, invece. E' per lavoro, io non posso far rimanere qui le persone che amo, capisci? Voglio che stiano con me e l'unico modo per farlo è portarvi in Italia.»
«Io non voglio venire con te.» aggiunsi arrabbiata, «e neanche Mike!»
Guardai poi mio fratello annuire e venire ad abbracciarmi. Aveva capito in che situazione ero e il perché non volevo andar via. Qui c'era Ashley, c'erano Ashton e Calum e poi... c'era Luke Hemmings.
Michael ad un certo punto, mi prese il cellulare e sospirò, cercando di parlare con mio padre e farlo ragionare. La sua tranquillità e la sua calma avevano sempre mandato a quell'uomo reazioni positive. Lasciai fare e aspettai che richiuse la porta, mentre continuavo a fissare le valigie che erano riposte sul mio letto. Guardandomi attorno mi accorsi della felpa nera lasciata da Luke, la presi e ne odorai il profumo, chiudendo gli occhi e ispirando. Volevo che quel suo odore mi rimanesse impresso nella mente e nel naso, così da non poterlo dimenticare più. La strinsi a me e mi accasciai a terra, appoggiandomi al comodino color ciliegio che era presente in camera. Anche quella stanza, la numero centocinquant'otto, sarebbe rimasta per sempre nella mia mente, fissa nei miei pensieri. Avrei ricordato il mio primo giorno, di quando avevo trovato Luke con indosso soltanto un'asciugamano e di quando mi aveva sorriso presentandosi. Sarebbe rimasta impressa la lotta con i cuscini e le nostre varie cazzate fatte nel corso di questo tempo. E ovviamente poi, sarebbe rimasto nel mio cuore il nostro primo bacio.
Il mio sguardo cadde sulla porta che si aprì, mostrandomi Luke e non Michael. Il biondo sarebbe stata l'ultima persona che avrei voluto vedere in questo momento, non ero ancora pronta a spiegargli ciò che stava succedendo e, altrettanto, non ero ancora pronta a sorbirmi la sua arrabbiatura nei miei confronti.
Continuavo a fissarlo senza emettere neanche un suono vocale, non sapevo cosa dirgli e questa era la seconda volta che mi capitava.
«Cosa sta succedendo?» mi chiese, quindi.
In tutta risposta abbassai lo sguardo, fissando le mie converse nere ormai rovinate. In quel momento tutto mi sembrò più interessante, anche quella piccola macchiolina di vernice bianca sul pavimento della stanza.
«Questa è la tua risposta?» domandò retorico, «non riesci neanche a parlarmi ora?»
«Non è colpa mia.» dissi in un sussurro.
«E allora vuoi spiegarmi che diamine succede? Davvero, Johanna, io non sto capendo nulla...» continuò «dieci minuti fa è venuto Ashton in mensa preoccupato, dicendomi che tu e Michael...» sospirò «tu e Michael, qualcosa. Non mi ha detto altro.»
E questa volta mi alzai in piedi, parandomi difronte a lui com'era giusto che fosse «forse dovrò partire e andare in Italia.» sputai, senz'alcuna emozione.
Lui cominciò a ridere, scuotendo il capo e avvicinandosi di più a me «cosa? Dimmi che è uno scherzo, una cazzata inventata sul momento.»
Continuai a guardarlo intensamente e poi capì, «allora... è vero.»
Deglutii, annuendo «ora Mikey è di là per cercare di fargli cambiare idea, ma... non so se ci riuscirà.»
«In... Italia?» ridacchiò innervosito «e perché lì?»
«L'hanno trasferito e lui... non vuole averci lontano. E d'altrocanto lo capisco, le persone che si amano non le si vogliono lontane.» risposi, cercando di lasciargli intendere quella mia frase. Era ovvio che mi stessi riferendo a lui, ma ovviamente non capì.
«E... non... non ti mancherò, vero?»
Sbottai, «come puoi pensarlo?»
«Lo penso e basta, Jo...» continuò «tu mi mancherai tanto.»
Gli andai incontro e lo abbracciai forte, lasciando cadere per sbaglio la felpa ai nostri piedi. Il profumo che aveva era uguale a quello della felpa e, questo piccolo particolare, mi fece commuovere. Io non volevo allontanarmi da lui, Luke era la persona che desideravo ci fosse per sempre nella mia vita. Deglutii, lasciando che le mie lacrime gli lasciassero delle piccole macchie sulla maglietta. Poi alzai lo sguardo e tentai di baciarlo, per sentire un'ultima volta quelle labbra che mi sarebbero mancate per sempre.
«Non so se poi sarò in grado di lasciarti andare, Jo... ne sei sicura?»
Annuii, sorridendogli amaramente.
«D'accordo.» e dopo ciò, le nostre labbra si unirono nuovamente, facendomi riprovare quelle dannate sensazioni che odiavo ma che allo stesso tempo amavo perché provenivano dal nostro bacio. Le sue mani tentarono in tutti i modi di riscaldare il mio corpo ormai ghiacciato, mentre continuava a stringermi a sé, come se volesse proteggermi da tutto e tutti. Ed io, mentalmente, continuavo a ringraziarlo.
«Johanna, io ti amo.» sussurrò infine, lasciando che io gli mordessi il labbro inferiore.  









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ANGOLO AUTRICE:


Buongiorno a tutte e buone feste fatte! Come state, tutto okay?
Ah, io sono piena di cibo, manca poco che mi metto a rotolare. Solo che, in tutto questo, ho perso due kg. Non sapete come son contenta, ohohohoh.
Alloooora, parlando del capitolo, finalmente è successo qualcosa, non è così?
Dunque, Johanna e Michael forse partiranno e andranno in Italia, a causa del lavoro di George, il padre. Cosa ne pensate che uscirà da questa storia?
E Luke, invece? Come ne uscirà? Devastato?
Spero che come al solito, questo capitolo vi sia piaciuto e nulla, aspetto vostre notizie.
Volevo soltanto avvisarvi che questo capitolo è l'ultimo e che il prossimo sarà l'epilogo.
Quanto mi dispiace che sia giunta al termine... ahhh!
E vabbé, ora io scappo, un bacione e, se riesco a postarlo prima allora ci faremo anche gli auguri per Capodanno.



Un bacio, Chiara.


Piesse: non dimenticate la nuova storia che pubblicherò, "Single da contratto"
  
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