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Autore: Eris_tan    27/12/2015    4 recensioni
[Captain Swan ~ Canon Divergence]
Che cosa sarebbe successo se la Maledizione Oscura di Regina non fosse mai stata lanciata?

Sono passati ben ventun anni di pace e prosperità nel regno di Misthaven da quando la Regina Cattiva ha minacciato di distruggere la felicità di Biancaneve e il suo Principe, minacce vuote e prive di concretezza.
Tutto cambia quando il palazzo viene attaccato dall'antica nemesi della famiglia reale, pronta a riscuotere la sua vendetta.
L'unica possibilità che ha la principessa Emma di salvare i suoi genitori è stringere un patto con l'Oscuro, ma non ha idea di quanto questa sua scelta la porterà su un sentiero completamente diverso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


La figura incappucciata prese a camminare più rapidamente, sentendo le foglie secche che venivano schiacciate da ogni suo passo.

L'inverno era alle porte, gli alberi erano spogli e il sole sembrava essersi nascosto per non fare più ritorno. 

Sospirò sommessamente, stringendosi nel mantello che serviva ben poco a proteggerla dal freddo che imperversava, e quella che pareva una piccola nuvola di vapore lasciò le sue labbra socchiuse.

Erano tre giorni ormai che Emma camminava senza fermarsi tranne che per dormire, o perlomeno tentare di farlo, doveva essere sempre all’erta. 

Pareva quasi assurdo pensare che fino a tre giorni fa il suo più grande problema era stato discutere con sua madre, la regina Biancaneve, sul perché avrebbe dovuto evitare il ballo per il suo ventunesimo compleanno e che, no, non avrebbe preso in sposo nessuno dei damerini presenti ad esso. Non aveva mai pensato che in un attimo sarebbe andato tutto in fumo con la stessa velocità di uno schiocco di dita.

I Cavalieri Neri erano entrati con irruenza, facendosi strada tra i sudditi a colpi di spada, incuranti della loro innocenza, lasciandoli cadere senza vita a terra, seguiti da una donna con lo sguardo forgiato dal fuoco.
Non erano i sudditi il loro obiettivo.

Suo padre e sua madre le avevano detto di scappare e lei aveva corso a perdifiato, riuscendo a prendere solo la sua spada prima di lasciare il castello in fuga.
Nonostante tutto, però, sapeva che i suoi genitori erano ancora vivi e la stavano aspettando. Sapeva chi aveva fatto tutto questo.

La Regina Cattiva aveva smesso di essere una minaccia nella Foresta Incantata dalla sua nascita, dopo il suo tentativo fallito di lanciare una maledizione che li avrebbe mandati tutti in una terra senza magia, privi dei loro ricordi e alla sua mercé.
Nessuno si aspettava un ritorno da quella donna crudele, che durante il suo regno aveva seminato il terrore e il panico in tutta Misthaven.

Eppure avrebbero dovuto aspettarselo, era ovvio che avrebbe voluto un qualche tipo di vendetta su di loro, serviva solo un’occasione. E la aveva avuta.

Ad Emma restava solo un’ultima possibilità: un accordo con l’Oscuro.

Erano anni che non si sapeva più niente del mostro che era stato Tremotino, rinchiuso in una prigione fatta per contenere il suo potere e mai più uscito. 

Nonostante questo voci sulla strada bisbigliavano che l’antico maniero disabitato sembrava avere ripreso vita da un paio d’anni. Poteva essere una speranza sciocca, magari erano semplicemente ladri che vivevano nel castello abbandonato, eppure non aveva altra scelta se avesse voluto rivedere i suoi genitori.
Smise di camminare, accorgendosi di aver raggiunto l’enorme edificio, e prese un respiro profondo. Era arrivato il momento.
Portò la mano tremolante al pomello, dando un paio di colpi e schiarendosi la voce.
Forza, Emma, pensò tra sé e sé, datti una mossa.

-“Fatti vedere, Oscuro”-proclamò la ragazza con fare solenne, fissando la porta con insistenza. 

La paura era tale in quel momento che sembrava soffocarla, un nodo alla gola onnipresente e indissolubile. 

Non sapeva davvero cosa aspettarsi dalla persona che abitava in quel castello.

Aveva sentito svariate leggende sull’Oscuro, voci di corridoio, storielle sussurrate ai bambini per fare loro paura, ma niente poteva eguagliare quello che si provava solamente trovandosi dinanzi al cupo maniero. 

L’edificio sembrava abbandonato, l’edera rampicante era stata lasciata crescere su, su in alto fin sulla torre che si ergeva imponente e maestosa, la pianta aveva poco a poco sgretolato i mattoni anneriti per fare spazio alle radici. Era un miracolo che non fosse crollato tutto. 

L’attesa sembrava durare per sempre, nonostante il poco tempo che aveva passato dinanzi al portone d’ingresso la tentazione di girare i tacchi e darsela a gambe era già parecchio persistente. 

Non fece nemmeno in tempo a considerare seriamente l’idea che l’enorme porta massiccia si aprì con uno scatto e dietro di essa, in una nuvola di fumo scarlatto, si materializzò un uomo avvolto molto approssimativamente da un mantello, quasi non gli importasse davvero di coprirsi il volto. Erano visibili sotto di esso la pelle di un colore opaco e con un accenno dorato, la barba incolta e una smorfia infastidita. 

La principessa indietreggiò velocemente, portando istintivamente la mano all’elsa della spada. Doveva andarsene. 

L’Oscuro per tutta risposta avanzò lentamente, calcolando ogni suo passò con una precisione minacciosa. 

-“Evocate l’Oscuro e poi sperate di ferirlo con quel puntaspilli?”-parlò finalmente, la voce bassa e velatamente irosa, caratterizzata da un furore che pareva dormiente.
Con un gesto annoiato della sua mano fece volare via l’arma, spedendola tra i cespugli che contornavano il bosco circostante.

-“Cosa volete?”-chiese, avvicinandosi ancora-“E cosa vi fa pensare che mi possa lontanamente interessare e che io non decida di trasformarvi nel mio nuovo tappeto da salotto?”-.

Emma deglutì appena, non riuscendo ad evitare di fissarlo, il fatto che gli occhi non fossero visibili la rendeva più nervosa che mai. 

Si schiarì la voce e rispose flebilmente -“Sono qui per fare un accordo.”-mormorò cercando di ignorare il sorriso compiaciuto e  vagamente maniacale che stava incurvando improvvisamente le labbra dell’estraneo - “Si tratta dei miei genitori”-. 

Per tutta risposta l’uomo ridacchiò appena, un suono roco e privo di allegria-“Dipende tutto da quanto siete disposta a offrirmi in cambio. Ricordate, maggiore sarà la richiesta è più alto sarà il prezzo da pagare!”-proclamò interrompendosi con fare teatrale, per poi riprendere a parlare -“E di solito quando si tratta di persone care lo è sempre...o sbaglio?”-  

Lei lo ignorò completamente, distogliendo lo sguardo e riprendendo a parlare -“Loro sono re e regina di Misthaven, David e Biancaneve. Sono in pericolo, la Regina Cattiva li ha catturati circa due giorni fa. Voglio che tornino sul trono senza che venga torto loro un capello e quella donna deve essere resa completamente inoffensiva.

Sono disposta a pagare qualsiasi prezzo per la loro libertà”-concluse determinata. 

Per tutta risposta l’Oscuro la squadrò da capo a piedi con un sorrisetto compiaciuto in volto-“Ah, bene, bene, niente meno che una principessa!”-esclamò non cercando nemmeno di nascondere il forte tono canzonatorio nella sua voce, per poi fingere un atteggiamento pensoso, come se dovesse riflettere su quello che avrebbe detto o fatto dopo -“Mh, vediamo, per una bazzecola del genere potreste lavorare sotto la mia direzione come cameriera nel mio castello, ecco…”-si  fermò di colpo, per poi riprendere-“Beh, per sempre!”

Emma rimase in silenzio, la bocca semiaperta senza dire nulla.

Non sapeva cosa dire.

Non sapeva come reagire, sentiva solo una rabbia bruciante e distruttiva.

Se avesse accettato non avrebbe mai più rivisto la sua famiglia e sarebbe stata costretta a convivere con un uomo che sembrava mancare di qualsiasi lato positivo, pronto a strapparla ai suoi cari e uccidere lei, chi lo sa, magari anche i suoi genitori, per un suo vezzo.

D'altro canto se avesse rifiutato l'accordo Regina l'avrebbe trovata e avrebbe fatto in modo di uccidere sia lei che i suoi genitori, sempre che prima non dovesse avere a che fare con un Oscuro furibondo a cui era appena stato rifiutato un accordo.

Ah, i progetti che avevano avuto per lei: le era sempre stato ripetuto che una volta che sarebbe cresciuta sarebbe stata una grande regina, che aveva la stoffa di una leader, che sotto di lei il regno sarebbe fiorito e il suo periodo al trono sarebbe stato ricordato con gioia. Non avrebbe mai e poi mai potuto immaginare che tutte quelle fantasie, il suo desiderio di rendere fieri i suoi genitori, sarebbero state schiacciate così violentemente.

Lei non avrebbe mai, mai e poi mai accettato di diventare la cameriera dell'essere più corrotto e privo di qualunque sentimento umano in tutti i reami.

Non lo avrebbe mai fatto, eppure non aveva altra scelta. 

Sospirò piano, sentendo un'irritazione prepotente prendere il posto della paura e dell'incertezza con una velocità allarmante.

-"Accetto."-rispose seccamente, assottigliando lo sguardo e fissandolo dritto negli

occhi a sua volta-"Ma i miei genitori devono essere davvero al sicuro, di nuovo sul trono, e Regina deve essere incapace di ferire chiunque. Nessun trucco o giochi di parole, Oscuro."-. 

Con un gesto noncurante del capo l’estraneo le fece segno di seguirlo, la principessa, seppur incerta a riguardo, obbedì.
L’uomo si fermò in prossimità di una pozzanghera, alche lei lo guardò con fare confuso. 

-“Esattamente cosa…”-fece per dire, ma lui le fece cenno di stare zitta e lei fece come richiesto.
Con uno scatto veloce della mano dell’uomo la superficie dell’acqua piovana si increspò fino a formare delle immagini alquanto familiari: erano i suoi genitori, di nuovo sul trono, che discutevano animatamente. Probabilmente erano preoccupati per lei, ma ciò che importava era che fossero al sicuro, nonostante il dolore che le portava il pensiero di non poter più tornare a casa da loro.

L’immagine cambiò di nuovo ed Emma quasi si sentì in colpa per aver gioito a quella vista: Regina, la donna maledetta che aveva dato inizio a tutto quel disastro, era segregata dietro a sbarre appuntite e urlava a pieni polmoni minacce e maledizioni che non sarebbero servite a nulla, a quanto pare la cella sembrava neutralizzare i suoi poteri.

-“Bene, ho tenuto fede all'accordo, ora temo che tu sia costretta a fare altrettanto...non ti dispiace se ti do del tu, vero? Ma aspetta, qualcosa non va!”-la squadrò pensieroso-“Ma certo!”-agitò la mano in aria e in un secondo sostituì l’abito principesco un tempo candido della donna con camicia, gonna e un corsetto stretto abbastanza da farle uscire la milza come manovra di evacuazione. 

-“Che diavolo…”-

-“Molto meglio direi! Infondo gli abiti da principessa non sarebbero stati abbastanza comodi per fare le faccende, dico bene?-“ 

Per tutta risposta lei sbuffò appena, squadrando con un sopracciglio alzato il suo interlocutore che sembrava fin troppo contento del suo operato e borbottando tra sé e sé -“Avrei da ridire riguardo alla cosiddetta comodità di questi abiti”-.

L’uomo soffocò una risata dinanzi alla sua espressione contrariata, e si girò in direzione del portone, iniziando a camminare verso l’ingresso del castello, quando si accorse che era l’unico ad avanzare si girò con aria fintamente delusa, un ordine inespresso nell’aria-“Cos’è, tu non vieni?”-.

Emma si affrettò a seguirlo all’interno del palazzo,non senza prima dare un’occhiata alla foresta circostante. Chissà quanto sarebbe passato prima che avesse rivisto il mondo al di fuori dell’edificio di nuovo, ammesso che potesse succedere. 

Sospirò sommessamente ed entrò, i passi che riecheggiavano sulle mattonelle, l’ultimo suono udibile il cigolio della porta che veniva chiusa.  

 

Angolo dell’autrice:

DUDUDUNNNN, FINALE ANSIOGENO.    
                                                                                                                                                       
Okay, sono assolutamente terrorizzata, questa è la prima volta dopo secoli che me lo ripeto che mi decido a scrivere nel fandom di OUAT e…boh, ho paura HAHAHAAH.                                                                              
                                                                                                                                                                                                                                 
Sono abbastanza soddisfatta dal prodotto finale, ma delle recensioni di sicuro non guasterebbero... *wink wink*                                                                  

Un grazie enorme a MiakaHongo che ha collaborato in questo progettino e si sorbisce tutti i miei scleri a riguardo (TI VOGLIO BENE, BRUTTA SADICA!).

Ci dovrebbero essere altri due capitoli prima della fine di questa storia e niente, se siete arrivati a leggere fino a qui avete molto coraggio :’D

Al prossimo capitolo,

Hayls_Moore

  
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