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Autore: _Karis    28/12/2015    3 recensioni
« Will non mi piace » si dice tra sé e sé Nico, nascosto dietro il suo libro di algebra « Insomma, non lo conosco. Perché dovrebbe piacermi? È carino, okay, e ha un bel sorriso, ma questo non significa necessariamente che mi piaccia e … Jason e Percy sono stupidi, ecco » spiega come a volersi convincere.
« Non ti piaccio? ».

 
O: Percy e Jason portano Nico in discoteca per il suo compleanno. Jason si ubriaca, balla mezzo nudo su un tavolino e l'unico che può salvarlo apparentemente è Nico. Solo che lui non può e un eroe dalla chioma dorata lo aiuta. E a Nico questo tizio non piace, sia mai.
|| Solangelo || AU || 2/2 parti ||
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buongiorno (o buonasera) a tutti! Innanzitutto, vi ringrazio per aver deciso di leggere questa storia. Sono nuova in questo fandom e devo ancora finire Gli dei dell’Olimpo, ma mi sono già innamorata di Will e Nico, quindi. Perdonate se i personaggi sono orribilmente OOC, alcuni non li conosco ancora esattamente – mi baso più che altro sulle fan fiction che ho già letto. In ogni caso, metto l’avvertimento per sicurezza. E niente, spero che la storia vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate. Buona lettura e buone feste ^^



 

 

Di pessime idee, amici impiccioni e chiome dorate

 

 

Una pessima idea, si dice mentalmente, davvero una pessima, pessima idea. Nico continua a ripeterlo a se stesso, quasi fosse un mantra. Non si ricorda nemmeno più il motivo per cui ha accettato - anche se l'insistenza di Percy potrebbe essere una causa plausibile - e ora si odia per aver acconsentito. Tra l'altro, di chi è stata l'idea di portarlo in discoteca per il suo diciottesimo compleanno? Senza contare il fatto che Nico nemmeno voleva festeggiarlo, il suo compleanno, la discoteca è sicuramente la scelta peggiore. Nico può facilmente fare un elenco infinito di motivi per cui la discoteca non gli piace per nulla, tra i quali il fatto che non sa ballare e che odia i luoghi troppo affollati. In più la musica è troppo alta, sta sudando per il caldo - e no, non ha intenzione di svestirsi nemmeno un po' -, le persone continuano ad andargli addosso e gli hanno tirato pacche sul sedere almeno quattro volte.


Se si trattasse solo di questo, okay, Nico potrebbe anche sopportarlo, ma Annabeth e Percy sono scomparsi chissà dove - e, tra l'altro, Annabeth non era compresa nel piano. Percy aveva parlato di una "serata tra uomini", solo lui, Nico e Jason. Probabilmente questo è un ulteriore motivo che ha reso Nico di umore nero - e Jason, dopo essersi scolato una serie infinita di alcolici non meglio definiti a causa del fatto che Piper l'ha lasciato, sta ballando su un tavolino, barcollando come solo un ubriaco barcollerebbe, pronto ad esibirsi in uno spogliarello.


Ora, Nico non è vicino al tavolino di Jason e la distanza che li divide è coperta da diverse persone, che ballano, urlano e si dimenano come pazzi. In più Nico non è come Jason: non è alto e ben piazzato, con una spallata Nico
non può crearsi un varco senza troppa fatica. No, Nico è piuttosto gracilino e pure basso, figurarsi se riesce ad arrivare da Jason prima che si spogli anche delle mutande. E Annabeth doveva essere quella lungimirante, per fortuna. Nico non l'ha mai odiata così tanto come in questo momento. Già non doveva esserci (e no, non è perché ha una cotta di dimensioni titaniche per Percy, quindi vederlo con lei lo fa stare male, assolutamente no), ma fa pure in modo che Percy lo abbandoni con un Jason completamente andato. Un Jason che è già in mutante, tra l'altro.


 « Jason! » urla, alzando più che può il tono della voce e sperando che l'amico lo senta. Speranza vana, perché il ragazzo continua a barcollare sul tavolino, ridendo come un ossesso, mentre una ragazza sale sulla superficie liscia insieme a lui, ballando e incitandolo a scatenarsi.
Nico digrigna i denti, frustrato e arrabbiato per l'intera situazione. Chiude un attimo le palpebre e si ripete mentalmente più volte che non sta succedendo, ma, quando riapre gli occhi, Jason è ancora su quel maledetto tavolo, ubriaco marcio e mezzo nudo, che balla con quella ragazza altrettanto svestita.


« JASON! » ritenta allora, sempre più furioso. Prova a farsi largo tra le persone che gli impediscono di arrivare all'amico, ma queste lo respingono indietro senza troppa fatica. Nico grugnisce ai limiti della frustrazione, giungendo alla conclusione che gli risulterebbe più facile evocare un morto che recuperare Jason. Poi una mano si poggia sulla sua spalla e Nico sobbalza, non aspettandolo. Si gira, mentre scaccia malamente la mano dell'altra persona, e si ritrova di fronte un ragazzo più o meno della sua età. Occhi azzurri, capelli biondi, mossi e uno sguardo curioso. È un po' più alto di Nico e la sua pelle è abbronzata. Nico ha come la sensazione di averlo già visto da qualche parte, ma non riesce a capire dove.


 « Hai bisogno di una mano? » chiede, urlando per sovrastare la musica e il rumore che rimbomba nella sala. Nico boccheggia per qualche secondo, perché sì, ha decisamente bisogno di aiuto, ma di certo non vuole l'intervento di uno sconosciuto dall'aria familiare. In ogni caso, prima che Nico possa effettivamente rispondere qualcosa, l'altro si lascia scappare una risata leggera e poi sguscia agilmente fra i corpi delle altre persone. Nico lo segue con lo sguardo fino a quando non lo rivede sul tavolo vicino a Jason. La ragazza che prima era concentrata su Jason lo invita a ballare con lei, gli si struscia addosso, ma lo sconosciuto fa un gesto veloce di diniego con la mano e sorride – sorride, maledizione, perché sorride sempre?, pensa Nico, furioso, che odia le persone così maledettamente solari. L'attenzione della sconosciuto torna su Jason praticamente subito, gli dice qualcosa all'orecchio, gli prende la mano e lo fa scendere dal tavolino, aiutandolo affinché non caschi. Una serie di lamenti si alzano dalla folla, ma ben presto la loro attenzione si sposta sulla ragazza che ha preso il posto di Jason, un po' indignata per la mancanza di un partner di ballo, ma abbastanza alticcia per passare oltre l'indignazione relativamente in fretta.


Il ragazzo torna pochi secondi dopo con un sorriso di vittoria in volto. Lascia andare la mano di Jason e questo si lancia ad abbracciare Nico come se non lo vedesse da anni. Nico rabbrividisce nell'abbraccio trita ossa di Jason ed emette un lamento funebre, perché ora come ora vorrebbe solo insultarlo, ma si rende conto che non avrebbe senso nelle condizioni in cui si ritrova l'amico.
 « Nicooooo, » biascica Jason, nascondendo il viso nell'incavo del collo del suo interlocutore, mentre si ingobba in maniera imbarazzante per la differenza di altezza « Andiamo a ballare, divertiamociiii! Vuoi da bere? Ti offro da bere! Beviamoooo! » blatera in aggiunta, strascicando la maggior parte delle parole. Nico sbuffa pesantemente, mentre cerca di liberarsi dall'abbraccio di Jason. Sente lo sguardo dello sconosciuto puntato su di loro e questa sensazione non gli piace per nulla.


« Jason, non ti lascerò bere altro. Sei in mutande in un luogo pubblico, non so come ritrovare i tuoi vestiti e sei ubriaco marcio. Domani mattina, come se questa serata non fosse già stata abbastanza, toccherà a me starti vicino, mentre vomiti l'anima e ti lamenti » lo sgrida, dopo essere riuscito a liberarsi dalla presa dell'amico. Jason lo fissa con uno sguardo da cucciolo e Nico lo associa mentalmente ad un gigantesco labrador dorato bisognoso di coccole e affetto.


Lo sconosciuto si schiarisce la voce e Nico lo fulmina con uno sguardo. Forse vuole un ringraziamento, pensa distrattamente.


 « Comunque, io sono- » inizia a parlare il ragazzo, ma viene subito interrotto da Jason che con voce malferma e il volto verde dice che sta per vomitare. Nico, allarmato, sposta subito lo sguardo su di lui e si affretta a liquidare il tipo biondo.


 « Sì, sì. Grazie per l'aiuto, ciao » asserisce in fretta, dopodiché scompare, trascinandosi dietro Jason e lasciando il ragazzo sconosciuto indietro, fermo come un idiota. Non che gli interessi, in ogni caso, la sua maggiore preoccupazione in questo momento è che Jason non vomiti lungo la strada verso il bagno, o, peggio, addosso a lui.


Lo spinge velocemente dentro uno dei bagni e gli tiene la testa, mentre rimette tutto quello che ha in corpo. Fortunatamente Nico non è schizzinoso e la vede un po' come una sorta di vendetta. O giustizia divina, probabilmente. A Nico, dopotutto, non fa molta differenza, anche se preferirebbe essere a casa a leggere, anziché qui a sorreggere la testa di un amico deficiente che sta vomitando. Come se non bastasse, una volta usciti dal bagno, un ragazzo li occhieggia in maniera strana. Nico si affretta a fargli il dito medio e trascina velocemente un Jason delirante verso l'uscita del locale.


Jason è ancora in mutande e Nico scarta immediatamente l'idea di fargli indossare il suo cappotto.
Troppo piccolo, pensa con amarezza.


Chiama un taxi con il cellulare e, non appena arriva, Nico si lancia contro il veicolo, spingendovi dentro Jason il più in fretta possibile.


L'autista li guarda male dallo specchietto centrale per diversi minuti e, non sa bene come, Nico, rosso dall'imbarazzo, si ritrova a spiegare con tono balbettante che no, per la miseria, Jason non è una sorta di gigolò, nonostante sia mezzo nudo e si stia strusciando addosso a Nico nemmeno volesse spogliarlo lì, nel taxi. Jason è un suo amico, molto ubriaco e molto bisognoso di affetto dopo la rottura con la sua ragazza.


Alla fine l'autista sembra accettare la spiegazione di Nico, anche se appare abbastanza riluttante. E, se Nico pensava che la serata non potesse andare peggio di così, se pensava di aver già toccato il fondo da molto, beh, non ha tenuto in conto il fatto che Jason avrebbe
 potuto vomitare di nuovo.


Proprio un bel compleanno. Tanti auguri, Nico.


 

~*~

 


 « Nico, ti giuro che mi dispiace da morire » si scusa ancora Jason. È inginocchiato sul letto dell’amico, le mani giunte in grembo e uno sguardo mortificato in volto. Nico si chiede perché diavolo sia ancora in mutande. Potrebbe andare a cercare qualcosa tra i vestiti di suo padre, magari una vecchia tuta. Probabilmente Ade non ne sarebbe contento, perché tende a disprezzare Jason solo perché non scorre buon sangue con il padre di quest’ultimo, tuttavia Nico non può continuare a trattare con un Jason praticamente nudo.

 « L’hai già detto un migliaio di volte » si lamenta Nico, alzando gli occhi al cielo « Okay, non fa niente. Non preoccuparti » aggiunge per mettere fine a questa sequela di inutili scuse. L’unico risultato che ottiene è un’espressione ancora più mortificata sul volto di Jason.

 « Ma era il tuo compleanno! Dovevi divertirti e invece ti è toccato farmi da balia » spiega Jason, allargando le braccia con fare teatrale. Nico deve assolutamente prendere qualcosa con cui coprire Jason.

 « Senti, non importa. Mi è già toccato sorbirmi le infinite scuse di Percy stamattina, mentre dormivi, quindi lasciamo perdere, va bene? » cerca di tagliare corto « Non è come se mi interessasse qualcosa del mio compleanno, in ogni caso » borbotta. Non è stato mai un grande giorno per lui, almeno non dopo la morte di sua madre e poi anche di Bianca. Persefone prepara un dolce solo per compiacere il marito e Ade è troppo occupato con il lavoro per dedicargli più di un augurio di buon compleanno. Hazel è forse l’unica nota positiva.

Jason apre la bocca per ribattere, ma viene interrotto prontamente: Hazel è entrata nella stanza di Nico come una furia e « Tu! » ha gridato selvaggiamente, puntando con fare minaccioso un dito contro Jason.

Nico inclina il capo, curioso, cercando di capire quale sia il problema di sua sorella.

 « Tu! » continua, avvicinandosi al suo interlocutore « Tu, che ci fai mezzo nudo sul letto di mio fratello? Devo forse ucciderti, Grace? » domanda, digrignando i denti. Nico cerca di non strozzarsi con la propria saliva, mentre Jason mette faticosamente in fila le parole per spiegare la situazione ad Hazel. Nico comincia a pensare che dovrebbe trovare un modo per evitare i contatti tra Reyna e sua sorella – Reyna non è decisamente un’influenza positiva su Hazel.

Nico prende in fretta lo zaino e scatta fuori dalla stanza. Non ci tiene per nulla ad ascoltare una parola di più e l’idea di andare a scuola non gli è mai piaciuta tanto come oggi.

Prende l’autobus, si infila le cuffiette nelle orecchie e alza il volume in modo che non riesca più a sentire i rumori circostanti. Arriva a scuola con mezz’ora di anticipo, ma poco gli importa. Si siede sul penultimo gradino dell’entrata e si perde ad ascoltare la musica nell’attesa. O almeno ci prova, perché un tizio comincia a gracchiare sopra la musica che sta ascoltando e gli sventola la mano davanti agli occhi.

Nico si sfila la cuffietta destra e alza lo sguardo senza nascondere il suo fastidio. In piedi davanti a lui si trova lo sconosciuto biondo della discoteca.

 « Ciao » lo saluta allegramente, inclinando appena il capo. Nico si chiede come faccia ad essere così solare a quest’ora del mattino e soprattutto davanti a scuola.

 « Vieni a scuola qui? » domanda Nico di rimando, ignorando completamente il saluto dell’altro. Il ragazzo assume un’espressione confusa, mentre dà una risposta affermativa.

 « Ecco perché mi sembravi familiare » borbotta distrattamente. Poi abbassa nuovamente lo sguardo e si infila la cuffietta nell’orecchio, ignorando completamente l’altro ragazzo. La musica è tanto alta da fargli male alla testa, ma poco importa. Non vuole pensare e questo è l’unica modo per impedirselo. Non si accorge nemmeno che il ragazzo si è seduto vicino a lui, almeno non fino a quando gli strappa malamente le cuffie dalle orecchie per poi tenerle in ostaggio, strette nel pugno sinistro.

Nico lo guarda come si potrebbe guardare un mostro, mentre una smorfia si fa velocemente largo sul suo viso. Il ragazzo sta ancora sorridendo.

 « Mi chiamo Will » dice allegramente « Will Solace » specifica, porgendogli la mano destra. Nico sbuffa rumorosamente e sposta lo sguardo dalla parte opposta, ignorando palesemente il tentativo di stretta di mano di Will.

 « Nico di Angelo » sbotta.

 « Lo so, » risponde Will con il suo solito tono felice. Nico si volta di scatto, incuriosito, ma, prima che possa chiedergli come faccia a saperlo – diciamocelo, Nico non è esattamente il ragazzo più popolare della scuola e tende a confondersi con le pareti per la maggior parte del tempo. Tra l’altro si è trasferito da poco, dopo essere stato espulso dalla scuola privata scelta da suo padre e, nonostante abbia detto di aver fatto amicizia … beh, Nico potrebbe aver mentito su questo –, Will l’ha già salutato. Nico lo segue con lo sguardo e pensa che, costi quel che costi, vuole conoscere la risposta a quella domanda non ancora pronunciata. Spera soltanto che Will conosca il suo nome, non perché associato all’appellativo di “quello strano”. 

                                                                                                                       

 

 

Nico ha passato tutti gli intervalli possibili a cercare Will. Peccato che, tutte le volte che è riuscito a scorgere la sua chioma dorata, il ragazzo era circondato da così tante persone che Nico ha sempre deciso che avrebbe riprovato più tardi. Sperava che ad un certo punto sarebbe riuscito a trovarlo da solo, ma Will è sempre circondato da una marea di ragazze e ragazzi. Nico non credeva che cercare una persona per parlare potesse risultare così frustrante. E difficile.

Ovviamente, quando rinuncia all’impresa, Will gli sbuca alle spalle.

 « Nico! » lo chiama Will e Nico si ferma senza davvero pensarci. Sono davanti al parcheggio della scuola, Nico sta aspettando che Jason arrivi con la sua orribile jeep per riaccompagnarlo a casa – perché Jason si sente in colpa e in qualche modo vuole rimediare al fatto di aver rovinato il compleanno di Nico. Il problema di quest’ultimo è che Jason è sempre in ritardo.

 « Solace, » lo saluta distrattamente Nico, ormai dimentico di quello che voleva chiedergli. Will si siede sul muretto, vicino a Nico, dopo aver appoggiato malamente lo zaino per terra.

 « Ho saputo che ieri era il tuo compleanno » asserisce casualmente « Auguri in ritardo » sorride. L’attenzione di Nico viene nuovamente catturata da Will e: « Come fai a sapere queste cose? » chiede, indagatore.

Will sbianca. È chiaramente nervoso, probabilmente anche in imbarazzo perché all’improvviso le sue guance si colorano di rosso.

 « Io- » borbotta, poi il suo sguardo si concentra su un punto fisso davanti a lui « È arrivato il tuo ragazzo, meglio che tu non lo faccia aspettare » dice tanto in fretta da mangiarsi metà delle parole pronunciate, prima di saltare giù dal muretto, prendere in fretta lo zaino e scappare.

 « Il mio ragazzo? » domanda Nico a voce alta, confuso. Guarda il punto su cui era concentrato Will e solo allora vede Jason nella sua jeep mezza scassata che lo saluta con la mano. E diventa dello stesso colore delle fragole mature.

 

 

 

 « Nico ha uno spasimante » annuncia Jason, non appena mette piede nell’appartamento di Percy. Il ragazzo sta cercando di riprodurre i dolcetti azzurri che sua madre fa spesso, il risultato, tuttavia, è piuttosto deludente: i biscotti sono anneriti e hanno un aspetto decisamente poco invitante. Percy li getta subito nel cestino della spazzatura con un sospiro di sconfitta.

 « Nico ha che? » chiede Percy, sbucando dalla cucina con ancora i guanti da forno rosa infilati sulle mani. Ha un sopracciglio inarcato e uno sguardo decisamente confuso.

 « Uno spasimante » ripete Jason, sogghignando « Un biondino più o meno della sua età » aggiunge con fare distratto, mentre si siede sul divano. Nico si chiede perché gli abbia detto quello che è successo poco prima – non che avesse molte possibilità di tenerglielo nascosto: Jason l’ha visto parlare con Will e poco dopo entrare in macchina di una tonalità di rosso che credeva il volto di Nico non potesse assumere.

 « Probabilmente lui è il suo tipo » lo prende in giro Percy, sfilandosi i guanti e gettandoli sul tavolino del salotto per poi prendere posto vicino a Jason sul divano. Nico grugnisce rumorosamente per la frustrazione, mentre Jason e Percy scoppiano a ridere, scambiandosi sguardi complici e occhieggiando Nico scherzosamente. Dichiararsi a Percy per ritrattare subito, spaventato dalle conseguenze delle sue stesse parole, forse non è stata l’idea più brillante di Nico. Probabilmente Percy non è esattamente il suo tipo, ma gli piace ancora, in qualche modo.

Nico incrocia le braccia al petto e: « Io non gli piaccio » asserisce con lo stesso tono di un bambino « Crede che Jason sia il mio ragazzo » borbotta, imbarazzato.

 « Questo non significa che tu non gli piaccia » afferma tranquillamente Jason, sistemandosi gli occhiali sul naso con l’indice « Basta chiarire: gli dici che non sono il tuo ragazzo e che sì, ti farebbe piacere uscire con lui » conclude, facendogli il segno del pollice. Nico vorrebbe strangolarlo.

 « Penso di essermi perso qualche passaggio » si intromette Percy, chiaramente confuso, prima che Nico possa portare a galla i suoi dubbi e, diavolo no! Lui non vuole assolutamente uscire con Will Solace.

 « Tranquillo, bro » si affretta a rispondergli Jason « Tutto nella norma » aggiunge ridacchiando. E potrebbe essere che a quel punto a Nico sia scappato un sorriso.

 


~*~

 


  « Will non mi piace » si dice tra sé e sé Nico, nascosto dietro il suo libro di algebra « Insomma, non lo conosco. Perché dovrebbe piacermi? È carino, okay, e ha un bel sorriso, ma questo non significa necessariamente che mi piaccia e … Jason e Percy sono stupidi, ecco » spiega come a volersi convincere. Le lezioni sono finite da un’eternità e lui si ritrova nel parcheggio ad aspettare Jason, perché la sua macchina si è rotta e ha avvertito Nico troppo tardi affinché riuscisse a prendere il bus della scuola. Percy non ha la patente e – giusto perché alla sfiga non c’è mai fine – Nico non ha soldi con sé per poter pagare il taxi. Così si ritrova ad aspettare Jason che arriverà prima o poi, dopotutto è ancora convinto che la sua jeep non abbia nulla che non vada.

 « Non ti piaccio? ».

Nico sobbalza e sgrana gli occhi, mentre le sue guance si imporporano velocemente. Com’è possibile che Will Solace si materializzi davanti a lui nei momenti meno opportuni? Nico deve essere stato una persona davvero orribile in una vita precedente per meritarsi tutto questo.

 « Io non – io » comincia Nico, balbettando confusamente a causa del crescente imbarazzo « Che ci fai qui? » cambia poi velocemente argomento, sperando che Will lasci cadere la domanda fatta precedentemente.

 « Allenamenti di basket » risponde « Tu? » chiede Will con un sorriso gentile in volto. Nico non sa bene per quale motivo, ma si ritrova a rispondere.

 « Aspetto Jason » asserisce con semplicità. E il sorriso di Will scompare velocemente. Nello stesso tempo la voce di Jason comincia a rimbombare fastidiosa nella testa di Nico: gli piaci, chiarisci, gli piaci, chiarisci, gli piaci, chiarisci, chiarisci, chiarisci, CHIARISCI, ché gli piaci. Nico decide di ignorare volutamente la parte del piacere a Will, ma si ritrova d’accordo sul renderlo partecipe del fatto che Jason non è assolutamente il suo ragazzo. Oh per favore, no, nemmeno morto.

 « Senti, ieri ti sei riferito a Jason come al mio ragazzo » cerca di spiegarsi Nico. La voce gli trema un po’ a causa della vergogna e vorrebbe sotterrarsi, ma si costringe a concludere quello che vuole dire « Beh, Jason non è il mio ragazzo. È solo un amico, un buon amico » specifica, azzardandosi ad incrociare lo sguardo di Will e incontrando in questo modo due vivaci e nuovamente allegri occhi azzurri.

 « Ti piacerebbe venire alla mia partita di basket? » chiede Will, senza alcun tipo di preavviso. Nico si perde a fissare il suo sorriso e i suoi occhi, e inaspettatamente dice di sì.


 

~*~

 


Jason avrà mosso allusivamente le sue dannate sopracciglia almeno un migliaio di volte, mentre accompagnava Nico alla partita di basket di Will. Non ha detto nulla a riguardo, giusto il minimo sindacale, ma le sue ridicole espressioni parlavano abbastanza da sole. Il fatto che Nico avesse impiegato molto più del tempo necessario per prepararsi ha scatenato la fantasia di Jason. Forse è per questo – o forse no – che non ha voluto che Jason venisse con lui. Nonostante cerchi in tutti i modi di convincersi che non sia affatto così, una piccola parte di lui crede che questa sia una sorta di – non lo sa nemmeno lui che cosa. L’unica cosa di cui è certo è che Jason e Percy hanno rotto a lungo sul fatto che fosse un modo per stare insieme.

Nico si sta torturando il pollice destro, seduto su una delle gradinate più basse. Non pensava che la palestra sarebbe stata tanto affollata per una partita scolastica e, ad essere sinceri, tutta questa gente lo mette un po’ in ansia.

 « Will si è apparentemente preso un’altra sbandata ».

Nico alza lo sguardo dalle sue dita e, senza volerlo davvero, la sua attenzione si sposta sulle ragazze davanti a lui. Non dovrebbe ascoltare, né tanto meno essere così interessato a quello che stanno dicendo, dopotutto non sono certamente affari suoi, ma non riesce a impedirselo.

 « Non è che sia una novità. Voglio dire, Will crede di innamorarsi un giorno sì e l’altro pure, per di più di persone che generalmente nemmeno conosce » dice sconsolatamente la ragazza con i capelli scuri, giocando con fare distratto con la lunga treccia.

 « Penso che questa volta sia diverso » asserisce l’amica « Hai presente il tipo nuovo? » chiede, abbassando appena il tono della voce.

 « Intendi Nico di Angelo, quello strano? ». Nico digrigna i denti, ma si costringe a rimanere in silenzio.

L’amica annuisce. « Pensa a Will e poi a … lui. Insomma, non è esattamente il tipo di Will. Credo lo faccia più che altro per attirare l’attenzione dei suoi genitori. Tra il divorzio e il fatto che ha molti fratelli e sorelle … » afferma con una certa convinzione. A quel punto entrano le squadre e Nico vede Will, lo vede cercare in mezzo alla gente con lo sguardo e vede il suo maledetto sorriso non appena lo trova. Alza una mano per salutarlo e Nico cerca di nascondere quanto si senta ferito, muovendo appena il capo.

Le ragazze si girano e Nico vorrebbe davvero fare finta di non aver sentito, ma non riesce a impedirsi di rivolgere loro uno sguardo ostile. Le ragazze si alzano per spostarsi lontane da lui, incuranti di quello che potrebbero aver fatto. Poco dopo anche Nico se ne va.

Quando torna a casa, si tiene tutto per sé. Non dice nulla né ad Hazel, né a Jason, né tantomeno a Percy.

 « Tutto bene » è quello che concede a sua sorella, dopodiché si chiude in camera sua.

 



Il giorno dopo, Will compare all’improvviso dietro l’anta dell’armadietto di Nico. Quest’ultimo sobbalza appena, quando la chiude e si ritrova il sorriso di Will davanti agli occhi.

 « Ho visto che sei andato via poco dopo l’inizio della partita » dice Will con tono deluso. Sembra pensare un attimo a quello che ha appena detto, dopodiché ritratta « Abbiamo perso, forse è stato meglio così, non hai visto che terribile figura abbiamo fatto » aggiunge, sorridendo, forse un po’ in imbarazzo. Nico alza lo sguardo svogliatamente, cercando di non digrignare i denti con fare minaccioso o di non tirargli un pugno dritto in faccia, per cancellargli quello stupido sorriso. Ora come ora gli risulta parecchio difficile.

 « Okay, » borbotta. Si sistema meglio lo zaino e poi volta le spalle a Will senza tante cerimonie. Will rimane per qualche secondo interdetto dalla reazione del ragazzo, ma si riprende in fretta e lo raggiunge.

 « Potremmo fare qualcosa insieme oggi pomeriggio » propone Will con la sua voce solare e allegra « Noi due, insieme, nel senso - » inizia, inciampando nelle sue stesse parole probabilmente a causa dell’imbarazzo, ma Nico lo interrompe presto.

 « No » dice soltanto, poi entra in classe. La campanella suona, annunciando l’inizio delle lezioni e Nico non si preoccupa nemmeno di guardare Will. È giusto così, continua a ripetersi mentalmente, lo fa finché non gli fa male la testa. Ma allora perché si sente così male?





   
 
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