Ti starò vicina...

La lama lunga, sottile ed ondulata di Excalibur brilla fra le tue dita sotto la luce intensa della luna; Trema a mezz’aria lanciando infiniti bagliori dappertutto mentre comincia a bagnarsi delle tue lacrime tenute dentro troppo a lungo.
È un secondo: la lama trapassa il corpo di colui che era riuscito a farti tornare, dopo così tanto tempo, il desiderio di amare e di essere riamata, e tutta la luce che era rimasta in te grazie a lui sembra spegnersi insieme alla sua vita.
Mentre stringendo Killian ti accasci a terra, in lacrime, senza più ormai un briciolo di speranza, non posso fare altro che osservarti con le lacrime agli occhi e il corpo tremante per la tristezza che sento di provare insieme a te.
Mi sembra quasi di rivedere la scena di un anno fa, solo che riguarda me: il mio vero amore a terra, senza vita, dopo che io stessa gli avevo frantumato il cuore. Le lacrime, che non volevano più saperne di smettere di venire fuori, mi bagnavano il viso mentre dentro di me c’era una sola consapevolezza: quella di averlo perso per sempre.
E anche se credo di poter capire quello che stai provando, tesoro mio, so con assoluta certezza che il mio dolore non potrà mai essere equiparato al tuo.
Certo, ebbi la tua stessa identica reazione; mi accasciai a terra sul corpo di David, proprio come stai facendo tu ora, con gli occhi pieni di lacrime, lo strinsi, guardai il suo viso sperando di trovare i suoi meravigliosi occhi che mi guardavano e gli accarezzai la guancia, anche se sapevo che era tutto inutile. Ma fu diverso.
Nonostante il dolore per averlo perso mi stesse per schiacciare, io avevo il dono della vita dentro di me in quel momento, la speranza di ritrovarti e di vederti salvare me, tuo fratello e tutto il regno. Fu solo questo che mi evitò di crollare.
Ma a te ora, cosa rimane? Soltanto il rimorso per un futuro insieme a lui che non avrai più e il dolore che ti spingerà sempre più in fondo, nell’oblio. Perché, anche se è dura ammetterlo, hai sul corpo più cicatrici di me, indelebili, che ora non faranno altro che venire di nuovo fuori per schiacciarti il cuore. Graham… Neal… e ora anche Killian.
Dio, quanto è ingiusta questa vita. Io e David ce l’abbiamo fatta, lui è qui, vicino a me, vicino a te. Perché non può essere così anche per Killian? Se ripenso al tuo viso quando lo guardavi, avevi gli occhi che brillavano di gioia, un sorriso sereno sulle labbra ed una sicurezza infinita quando ti era accanto. Ho sempre ringraziato il cielo che lui sia arrivato, perché ti ha aiutato più di quanto pensi; ad aprirti alla vita e alla possibilità di essere felice, ad aprirti con noi, la tua famiglia, all’amore, che non credevo potessi provare ancora dopo tutto il dolore che avevi provato nella vita, alla speranza… già, la speranza.
Di solito, lo so, io sono quella che non demorde mai, che non si arrende, che continua a lottare, che non la perde mai, questa benedetta speranza. Ma come posso dirti ora di sperare in un futuro bello e felice? Come posso dirtelo ora che hai perso l’unica persona che era riuscita a darti un motivo per sperare? Come posso anche solo dirti qualsiasi cosa? Non credo che ci siano parole giuste in questo momento da dirti. Non ora quando non vuoi più lasciare la presa sul suo braccio, nonostante sia arrivato il momento di portarlo via; non ora che per la prima volta versi lacrime amare di fronte a tutti e non ti importa che ti vedano; non ora che ti nascondi tra le mie braccia e il tuo corpo è scosso da singhiozzi fortissimi,; non ora che anche io, guardandoti così distrutta, ho perso qualsiasi speranza di rivederti sorridere.
No, non ho più alcuna speranza, nemmeno io ce l’ho in un momento come questo. Eri riuscita a voltare pagina, dopo la morte di Neal, perché c’era Killian, ma ora lui non ci sarà più. È stato un miracolo vederti rinascere dopo tutto il dolore che avevi provato, ma i miracoli non si ripetono due volte, e senza di lui, non so proprio come faremo a risollevarti.
Tempo fa, a Neverland, appena dopo la morte di Neal, ce l’avevi a morte con noi. Eri fredda, gelida, distaccata, e non volevi darmi neanche un occasione. Non sapevo cosa fare per confortarti o farti stare meglio, e questo mi faceva sentire talmente male perché di solito questa è la prima cosa che una madre impara. Non sono stata la madre migliore del mondo, purtroppo non me ne è stata data la possibilità, ma credo ormai di aver capito che per consolare te non servono parole o altro, devo solo starti vicina; e lo farò, perché al momento, purtroppo, è l’unica cosa che posso fare per te, figlia mia.

Ciao a tutti! Essendo una CpatainSwan sfegatata (vi basta guardare tutte le storie che ho pubblicato per capirlo) potete facilmente immaginare la mia reazione all'ultimo episodio. Si insomma, ho giusto allagato la stanza con le mie lacrime. Presa dalla tristezza volevo assolutamente scirvere qualcosa su questa scena, ma non mi andava di scriverla dal punto di vista di Emma perchè, nonostante abbia fatto abbastanza pratica con il suo punto di vista, diciamocelo, è un personaggio molto complicato, ed avevo paura di non poter rappresentare al meglio i suoi pensieri. Quindi, alla fine, ho lasciato perdere.
Vi chiederete quindi perchè ho scelto Mary Margaret; in realtà mi frullava già da un po' in testa l'idea di scrivere qualcosa dal suo punto di vista riguardo il suo rapporto con Emma, però su tutt'altra scena. Poi però ho pensato che sarebbe potuto essere bello descrivere questa scena con i suoi occhi, ho quindi fatto una bozza che alla fine mi è piaciuta ed ecco qui il prodotto finale.
A me personalmente piace molto e ne sono soddisfatta, ma mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate, quindi se vi va lasciatemi una recensione :) Ringrazio in anticipo tutti quelli che lo faranno ma anche chi leggerà soltanto. A presto, Vale!