Questa flashfick si inserisce nel contesto delle altre oneshot ed affini con i gold da bimbi. Abbiamo di nuovo un piccolo ariete, dato che in fondo doveva essere lui il protagonista (che fortunello eh! XD) a cui ho regalato un passato bellissssssssssimo (come avevamo già notato in "you won't be alone" ... è bello essere tra i miei preferiti, nelle fanfiction, eh?)


<< Maestro, perché non possiamo giocare con gli altri bambini?>>
Shion si girò a guardare Mu che, seduto all’esterno dell’arena per gli allenamenti, guardava aspiranti Saint e altri ragazzini, che probabilmente non sarebbero mai diventati più che semplici guardie, che, finiti gli allenamenti e non essendo ancora giunta l’ora della cena, giocavano, spensierati. Shion sospirò, sedendosi accanto al bambino, chiedendosi che gli prendesse quel giorno. Era dalla mattina che lo vedeva scostante. Era li da due anni, doveva sapere ormai che, in quando Gold Saint non potevano “mescolarsi” agli altri ragazzi del Santuario. Non avevano ancora il pieno controllo del proprio potere, poteva risultare pericoloso …
<< Mu …>>
Quello sospirò, senza distogliere però lo sguardo. Shion notò solo in quel momento la stola. Possibile che non se ne fosse accorto? Un istante troppo tardi, pensò, mentre Mu, imbronciatosi improvvisamente, scompariva. Shion sospirò per l’ennesima volta e si alzò, scrocchiando le articolazioni inceppate. Due secoli e qualcosa iniziava a sentirli … teletrasportarsi in quel momento era impensabile … Gli sarebbe servita una mano …
 
Mu alzò leggermente lo sguardo, poi si strinse di più nella stola e tornò a guardare la parte franata di montagna.
<< Non torni al Santuario, piccoletto?>> chiese Saga, in un sospiro, sedendoglisi accanto. Mu scosse la testa
<< Quanto tempo è passato?>> chiese allora Saga. Mu sospirò, facendo una smorfia
<< Tre anni oggi ...>> borbottò. Sussultò quando la mano di Saga gli accarezzò la testa, poi sospirò ancora
<< Me lo fai vedere il tuo villaggio?>> chiese allora Saga. Mu si accigliò, girandosi a guardarlo, poi si strinse nelle spalle, indicando la terra e le rocce di fronte a loro.
Quand’era successo, aveva spostato tutto con la telecinesi, ma aveva trovato solo morte e macerie, quindi aveva rimesso la terra. Almeno così i suoi morti avevano una sepoltura … ed ora, dopo tre anni, iniziavano anche a crescere dei fiori … sarebbe diventata una bella tomba, dopotutto …
<< Non intendo così.>> disse Saga, riportandolo al presente. Mu si girò a guardarlo, interrogativamente, e Saga gli sorrise, posandogli le mani sulle tempie. Mu chiuse gli occhi, lasciandosi andare ai ricordi. L’unica strada, in salita, con le case di lato. Una fontana al centro del villaggio. Bambini che giocavano. Le pecore. Persone. Mu rivide i suoi e si trovò a sorridere a sua madre, sapendo benissimo che non poteva vederlo … poi la valanga. Il tentativo di fermare, inconsciamente, terra e pietre, fallendo. Il momento in cui aveva alzato tutto, trovando solo cadaveri, ed aveva ri seppellito ogni cosa. Si staccò violentemente da Saga, scoppiando in singhiozzi. Nemmeno Shion aveva visto tutto, nonostante fosse in uno stato veramente pietoso quando l’anziano Maestro l’aveva trovato.
Sentì le braccia di Saga avvolgerlo e, inconsapevolmente, gli si rannicchiò contro il petto.
Quando riaprì gli occhi, era in braccio a Shion. E ricordò improvvisamente che li, dove c’era il suo Maestro, era al sicuro, dalle valanghe e dai ricordi ...