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Autore: alessiafaraci    29/12/2015    0 recensioni
Tamara è una ragazza allegra con molti sogni,la fortuna però non è dalla sua parte. Quando la sua migliore amica si trasferisce si sente persa. Tamara la va a trovare durante le vacanze di primavera e lì troverà un po' di felicità che aveva perso. Tutto si complicherà quando dovrà scegliere fra la sua felicità e la sua famiglia rinunciando a ciò che aveva trovato e affrontando il passato che ancora la tormenta.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Sono molto agitata, lo ammetto. Dopo mesi e mesi rivedrò Grace, la mia migliore amica. La conosco da quando ero una bambina. La prima volta che la vidi avevo cinque anni. Mi ero trasferita di fronte a casa sua con la mia famiglia. Ero triste perché nessuno dei miei amici abitava in quella zona, non conoscevo nessuno. Quando un giorno una ragazzina dai capelli lunghi e biondi scavalcò il cancello di casa mia ed entra nel mio giardinetto. Ricordo di aver legato subito con lei e di aver giocato con lei per ore. Iniziammo a diventare sempre più amiche. Ogni giorno, mentre i genitori pensavano che stesse studiando, sgattoiolava via da casa sua per poter giocare con me. Avevo avvertito una connessione speciale dal primo momento. Nella vita capita di trovare persone che ti capiscono, ti ascoltano, to aiutano a superare tutti gli ostacoli della vita. Ecco. Lei era una di quelle, ed è una di quelle tutt'oggi. I pomeriggi li passavano insieme, tra un gioco e l'altro, una merenda e una risata, fino ad arrivare ai compiti, da lì in poi il divertimento divenne più raro, tanto che ci vedevamo con meno frequenza. Mano a mano che crescevano la nostra amicizia si rafforzava anche se passavamo due o tre giorni senza vederci. I nostri litigi erano spesso su cose futili e si potevano contare sulle dita di una mano. Amavo stare con lei, lei riempiva la mia vita di felicità e allegria, ma purtroppo, dopo il liceo Grace si trasferì. California. Lì è dove vive tutt'oggi. Frequenta il college da autunno, non ci vediamo da tre mesi e già ne sento la sua mancanza. L'ultima volta che era venuta a Boston è stato per Natale, ed è stato il miglior Natale di sempre. Mi aveva fatto piacere che nonostante tutto fossimo ancora unite. In quei giorni avevamo fatto di tutto... avevamo giocato a palle di neve, costruito pupazzi di neve davanti al giardino di casa con i suoi due fratelli più piccoli, Mark e Luke. Le festività le avevamo passate insieme, come ai vecchi tempi, come quando eravamo piccole. L'alto parlante annuncia l'imminente atterraggio dell'aereo. "Si avvisano i gentili passeggeri che l'aereo atterrerà in breve tempo al Los Angeles International Airport. Si prega di allacciare le cinture di sicurezza". Faccio come ordinato e guardo dal finestrino il panorama. L'aereo si avvicina sempre di più alla terra, le case diventano più grandi, così come le persone. La prima volta che avevo preso l'aereo ero con Grace e la sua famiglia. Stavamo andando in Florida a trovare i suoi parenti. Grace ed io, mentre eravamo sull'aereo, continuavamo ad osservare le nuvole e osservavamo la Terra. Ero incantata dalla bellezza del mondo, le nuvole mi parevano come zucchero filato, volevo toccarle e sentire con che cosa fossero fatte. Grace si agitava nel suo posto cercando di individuare le città dal finestrino, io, invece, continuavo a pensare a quanto fossimo piccoli. Tutto da lassù sembrava piccolo e magnifico, mi affascinava, e mi affascina ancora tutt'oggi. Dopo venti minuti scendo dall'aereo e mi dirigo verso l'uscita dell'aeroporto di Los Angeles. Mi trovo a girovagare cercando di capire dove riprendere il mio bagaglio. Esco dalla struttura con la mia valigia in una mano e il bagaglio a mano nell'altra, ho una felpa addosso, brutta idea, dato che fa un caldo mortale... altro che Boston! Qui fa caldissimo! Come accordato con Grace ci saremmo dovute incontrare lì, ma di lei non c'è nessuna traccia. Non mi stupisco che sia in ritardo, conoscendola immaginavo che sarebbe arrivata in ritardo, ma una piccola parte di me sperava che fosse puntuale. Appoggio le valigie a terra e cerco il cellulare nella tasca posteriore dei jeans, lo prendo per controllare se Grace mi ha mandato messaggi o chiamata mentre ero in aereo. Niente. Mi guardo intorno sperando che arrivi al parcheggio il prima possibile. Non la vedo da nessuna parte, così le mando un messaggio chiedendole dove è. Due minuti dopo arriva una chiamata, Grace. Rispondo immediatamente. - Grace! - Tami! Sei già sbarcata?! - Ehm... sì. Sennò non potrei ricevere chiamate. - le dico ridendo. - Okay, dammi tre minuti e sono da te! - Va bene, io sono all'ingresso... Riaggancio e tolgo la giacca che appoggio sulla valigia. Fa caldo, è una giornata splendida, nessuna nuvola in cielo, è tutto perfetto. Mi sento già in vacanza! C'è un via vai continuo di macchine che entrano ed escono dal parcheggio senza sosta, famiglie che si riuniscono, ragazzi che si abbracciano, coppie che si rivedono, in ognuno di loro si può vedere la gioia nel rivedere la persona amata. È bellissimo osservare le persone, osservare come si sentono, i loro modi di fare, il modo in cui si approcciano con qualcuno...osservare l'amore che c'è tra loro. Dopo poco tempo appare una macchina nera lucente nel parcheggio, da lì scende Grace. Appena la riconosco urlo il suo nome a voce alta in modo tale che riesca a sentirmi. Grace nel momento in cui mi vede mi sorride, si avvicina e una volta salita sul marciapiede le corro incontro abbracciandola forte. Non voglio più lasciarla andare e la stringo a me sempre più forte e lei fa lo stesso. Non mi accorgo che sto piangendo fino a quando Grace non si stacca dall'abbraccio e mi asciuga una lacrima che sta scendendo sulla mia guancia - Mi sei mancata. - mi dice - Anche tu! Molto... - Ah! Non sai quanto ho aspettato questo momento! Finalmente sei qui! - Anche io... non ce la facevo più a vederti attraverso uno schermo. Vado a recuperare le valige che ho abbandonato vicino all'ingresso dopo quel momento d'euforia. *** - Quando hai comprato la macchina? - Due mesi fa... la sto ancora finendo di pagare... l' ho pagata molto ma ne è valsa la pena... insomma, non è stupenda?! - Sì! È davvero bellissima, anche se io avrei paura di guidarla qui... - Come mai? - chiese ridendo - non vivo in una zona malfamata con ladri e malviventi! - Non per quello... - le dico ridendo - io sono un'imbranata a guidare e sicuramente la rovinerei dopo poche ore. - Allora ricordami di non prestarti mai la mia auto! - Non ci sarà problema! - le dico ridendo Non avrò il bisogno di guidarla, avrei passato le vacanze con lei, non ho in programma di andarmene da qualche parte senza di lei. Non guiderei quella macchina per nulla al mondo, mi viene il terrore al solo pensiero. Torna a concentrarsi sulla strada mentre dalla radio esce una canzone di Rihanna. Dopo un po' chiede: - Com'è stato il viaggio? - Stressante in realtà - rispondo sorridendo - ma ora sono felice. - Lo sono anche io! Non vedevo l'ora che arrivassi! Saranno le migliori vacanze di primavera di sempre! - Assolutamente! - Visto che non sei mai stata in California faremo un bel giro. Andremo in tutti i posti più belli, alcuni non li ho visti neanche io! - Avrò un po' di tempo per riposarmi, vero? - chiesi divertita ma anche un po' preoccupata. Grace è sempre stata una ragazza molto attiva. Programma ogni minuto per sfruttare al massimo la sua giornata. È una forza della natura, è stata lei a spronarmi a vivere al meglio. Sempre. - Non vedo l'ora di farti conoscere i miei amici, il mio ragazzo, le mie compagne del campus, i miei zii... sono tutti così carini! Mi hanno accetata subito... Annuisco sorridente. - Come Derek... - Come Derek - dice sospirando con gli occhi luminosi - lui mi rende felice. - Lo vedo... quando senti il suo nome ti illumini! Mi fa la linguaccia. - Sono solo... - Innamorata. Anche un ceco potrebbe vederlo. - Già. A volte mi fa paura questo amore che sento per lui... e se finisse tutto e io mi ritrovassi sola, senza lui... come potrei fare? - Perché mai dovrebbe lasciarti?! E' così fortunato ad averti. - Grazie Tam. Si allungò e mi stringe la mano. - E comunque se mai dovesse farti del male vengo io a picchiarlo con la mazza da baseball. Ridiamo entrambe, forse perché immaginarmi con una mazza da baseball mentre colpisco un ragazzo, che io immagino essere più grande di me, è buffo. - Come va la scuola? - Abbastanza dai, non sono la migliore del mio corso ma non mi interessa neanche esserlo... tu invece? Sempre la più brava di tutti? - Non direi! Non sono mai stata la più brava della classe! Mi impegno molto... i miei voti sono buoni, niente di eccezionale. - Ah! smettila... lo sappiamo tutti che non fai altro che studiare! Roteo gli occhi al cielo. - E non roteare gli occhi così! Mi ricordo che quando mi intrufolavo in camera tua eri sempre lì a studiare! - Hai ragione! Ma alla fine mi facevi sempre fare cose stupide e non mi lasciavi mai finire di studiare... - Non erano cose stupide! Erano cose molto divertenti... - Ok, lo ammetto, con te mi divertivo sempre! - Ricordi quando... E mentre la macchina sfrecciava io e Grace rivivevamo la nostra infanzia passata tra un divertimento e l'altro. *** Quando arriviamo davanti a casa di Grace rimango a bocca aperta. Parcheggia la sua macchina nel vialetto, scendo con la bocca spalancata. Questa non è una casa... è una villa! - Come... come... Cerco di trovare delle parole adatte per esprimere il mio stupore. È una casa indipendente, con un giardino gradissimo. Molto più grande di quello che ho a casa. - La casa una volta era di mio zio, ora vive in Spagna, così l' ha data a me... non devo neanche pagare l'affitto...vieni a vedere dentro! La seguo incapace di dire qualcosa che abbia un senso compiuto. Prende le chiavi da sotto un vaso di fiori e me le porge. - Queste tienile tu, così in caso dovessi entrare o uscire da sola da casa sei libera di farlo. Cerca di non perderle o dovrò cambiare la serratura. Sposta il suo sguardo su di me e si mette a ridere. - Tam! Chiudi quella bocca o ti entreranno le mosche! - dice ridendo Istintivamente chiudo la bocca. Sposto lo sguardo dalle chiavi a lei, è seria? Vuole che io prenda le chiavi di casa sua? - Tam, sono solo un paio di chiavi... niente di che! Me le lancia e, non so per quale miracolo, le prendo al volo. Grace apre la porta di casa e con gesto teatrale dice: - La signorina Tamara è benvenuta nella mia umile dimora. Un ampio salone ben illuminato con divani in pelle e poltrone, un televisore enorme attaccato al muro, uno stereo con le casse dall'altra parte sono davanti a me, alla fine della stanza ci sono delle scale che portano al piano superiore. Altro che umile dimora! Sembra una di quelle case che sogni quando sei piccolo ma sai che non potrai mai avere. - Scusa per il disordine... non ho avuto molto tempo per mettere a posto. - Non preoccuparti, casa tua è bellissima! - Grazie! Ci ho messo un po' a renderla così... Derek mi ha aiutato a dipingere le pareti e ho comprato alcune cose. In questa sala solitamente faccio le feste con le mie amiche anche se di solito Derek e i suoi fratelli sono i campioni in queste cose... diciamo che le feste che faccio qui sono più "intime". Di qua c'è la cucina e il bagno è in fondo, mentre sotto le scale c'è lo sgabuzzino con tutti i prodotti per pulire. Entro in cucina. È immacolata come se non fosse mai stata usata. È abbastanza grande, c'è il piano cottura, un frigo piccolo e il forno. - Questa è solo la cucina, di solito mangio nella sala da pranzo. Mi mostrò la sala da pranzo che era in un luogo appartato dalla cucina, le stanze erano diviso da una porta scorrevole. La sala da pranzo è abbastanza grande, in centro è presente un grande tavolo con molte sedie. - Di solito non uso molto queste stanze. - ride - sono sempre dalle mie amiche o da Derek... ora che ci sarai tu avrò più occasione di utilizzarla. Mi conduce in bagno, è piccolo: una doccia e un gabinetto. - Vieni ti faccio vedere le camere da letto, sono al piano superiore. Saliamo le scale e mi trovo di fronte a quattro stanze. Me le apre tutte per farmi vedere come sono all'interno. Entro in bagno, è davvero raffinato. - Ok, questo è il bagno più grande, c'è anche una vasca! Queste sono le stanze per gli ospiti. Stanze sono molto semplici. Niente di speciale. - Questa invece è camera mia. Entro in camera sua, è stupenda! Ha un letto da una piazza e mezza, è posizionato davanti al balcone dal quale si vede l'oceano. Da un lato c'è la sua scrivania con gli scaffali dove sono presenti tutti i libri, mentre dall'altro lato un armadio enorme. È ufficiale, ho trovato la casa dei miei sogni. Grace mi guarda aspettando in una mia reazione. - Io ho preparato le stanze degli ospiti per te... ma a me piacerebbe se dormissimo insieme durante questi giorni. In ricordo dei nostri vecchi pigiama party. - Mi piacerebbe dormire nella tua stessa camera Grace, è stupenda. - Mi fa piacere che ti piaccia! Ora allora andiamo a prendere la tua roba e mettiamola nell'armadio... ho fatto un po' di spazio in modo che ti stiano i vestiti, libri, scarpe e tutto il resto... La abbraccio forte, con le lacrime agli occhi, nessuno ha mai fatto qualcosa del genere per me. - Grazie - le sussurro. Ricambia l'abbraccio e rimaniamo in questa posizione per un po'. Siamo solo noi due, io e lei, in un posto stupendo. Siamo pronte per vivere le migliori vacanze di primavera di sempre. Sono pronta per quest'avventura con la mia migliore amica.
   
 
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