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Autore: Lidia00love    29/12/2015    0 recensioni
Una città, due famiglie, due anime giovani legati dal fuoco della passione e dell'amore che li condanna ad una vita tormentata dal dolore della perdita, dell'abbandono e della gioia di trovarsi per poi perdersi di nuovo. I giovani Lidia e Peter si troveranno di fronte ad un futuro segnato da ostacoli di ogni genere, saranno condannati ad amarsi e odiarsi per il resto della loro vita o cambiare i destini e decidere il loro fato? Un amore che è solo un bocciolo è pericoloso ma quanto può esserlo se fiorito?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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~~Peter & Lidia:gli eredi di Romeo e Giulietta

Silenziose, le strade di Firenze. Non ci sono parole che vagano trasportate dal vento del pomeriggio, né bisbigli di sfuggita o sussurri dolci alle orecchie delle giovani ragazze. Sembra che la città abbia taciuto all'improvviso per quale motivo?Cosa spinge la popolazione della città ha serrare la bocca e non emettere alcuna sillaba?
Sono quelle due famiglie, si le due famiglie più rispettabili ma allo stesso tempo famose per la loro condotta indicibile, le due famiglie che hanno portato pace al di fuori della regione, ma hanno portato guerra fra le meravigliose strade di Firenze, da una parte la famiglia dei piaceri, dell'alchol, della musica,dello sport, la famiglia di colore che sono in grado di avere ciò che vogliono con un semplice schiocco delle dita, con un semplice sguardo magnetico. Gli Einaudi.
Dall'altra i La Bella, si diceva che questo cognome fosse stato attribuito ad una giovane donna di nome Lara, dalla bellezza incomparabile così bella da far sbiadire il riflesso di una dea sul riflesso dell'acqua. Il loro potere è talmente sconfinato da impaurire i più grandi politici di un paese. Gli affari del mondo però non sono loro problemi, nemmeno le guerre internazionali, Firenze è stravolta da queste due famiglie, i loro rapporti infatti non sono mai stati pacifici, fin dai tempi antichi in cui ancora infiammavano le rivoluzioni in Francia e le strade di Verone erano riempite di risse causate dalla rivalità delle famiglie maledette, Capuleti da cui era fiorita la giovane Giulietta e Montecchi da cui venne il giovane Romeo, un amore talmente pericoloso destinato a tramandarsi negli anni da generazione in generazione, due giovani che consumati dal fuoco della passione decidono di togliersi la vita piuttosto che vivere l'uno senza l'altra. Adesso, all'alba dell'anno 2016 la maledizione, il tormento è destinato a ripetersi e non mancherà la passione tipica degli amanti del tempo, le parole soavi che sembrano provenire da un romanzo e le gesta audaci e troppo avventate.
Niente potrà salvarli, niente potrà evitare che la freccia di cupido li colpirà, in modo così forte, così profondo da non farli nemmeno muovere, immobilizzati nel buio della notte, il tempo degli amanti.


Il Sabato c'era sempre un gran via vai di persone specialmente nella piazza dove il Duomo si erge maestoso come un enorme grattacelo che sembra arrivare a toccare una stella,affascinante come il sorriso di uno sconosciuto.
Appoggiato ad una ringhiera che dava su una piccola fontanella stava Berto Einaudi, lui che veniva chiamato Pacifista, non osava mai alzare un dito contro qualcuno, se non costretto dalla famiglia, era lui a placare le acque durante una rissa, lui allontanava gli aggressori dalle loro vittime.
-Berto!-sentì una voce dietro di lui, una voce familiare che aveva già sentito molte altre volte.
Si voltò, il venticello fresco di fine Dicembre gli scompigliò i capelli ricci e i suoi occhi sorrisero quando vide il cugino correre verso di lui con un enorme sorriso in faccia che sembrava estendersi su tutto il viso, il sorriso di un giovane felice-Marco idiota dov'eri?.chiese a voce alta ridacchiando. Si scollò dalla ringhiera e andò verso il cugino che gli strinse forte la mano callosa e ruvida-Allora come va? Divertito ieri alla festa?-chiese Berto conoscendo già la risposta, Marco la sera prima era andato ad una festa in centro, dove però erano presenti compagnie poco gradite ecco perché non usciva con lui-Il solito, i La Bella erano là. Quei bastardi però non si sono portati dietro quel coglione di Teo quindi posso ritenere di aver passato una serata abbastanza gradevole-
Fu proprio in quel momento che Berto avrebbe voluto zittirlo con un rapido gesto della mano, infatti proprio quando Marco pronunciò quel nome, quelle parole proprio da lì passarono due collaboratori dei La Bella, due amici di Teo, strettissimi amici che erano proprio alla festa la sera prima.
-Sai cosa sarebbe davvero bello? Cosa sarebbe gradevole?- chiese uno di loro, un giovane dagli occhi grigi con l'aspetto elegante di chi sta per andare ad una cena elegante.
Marco si voltò e subito il suo sguardo da sereno a tranquillo mutò in uno sguardo di odio di furore infiammato dal tocco del nemico-Che tu ti togliessi di torno?-
-Oh no, Einaudi ti conviene tacere prima che quella lingua ti sia tagliata per il tuo bene, anche se non me ne frega niente del tuo bene-
Marco sorrise divertito e si trovò finalmente a qualche centimetro di distanza da l'uomo-Allora non parlare più, così mi eviti una tortura ascoltando la tua voce di servetto leccapiedi-.
Berto mise una mano sul braccio del cugino e lo tirò indietro-Basta Marco andiamo via-, lo strattonò ma non c'era modo di farlo andare via da quella situazione, o almeno se c'era un lieve segno di speranza per evitare di arrivare alle mani arrivò proprio dall'altra parte della piazza Teo, Teo La Bella.
Un diavolo in un solo uomo, in un ragazzo arrabbiato, che la legge non sfiora neanche con la punta delle dita.
Per lui tutto era possibile, ogni cosa se la poteva permettere, anche uccidere era qualcosa di accettato.
-Marco andiamocene per favore, lo sapete cosa accadrà se veniamo riscoperti in questa situazione-
-Ma come?!- la voce tuonante di Teo tuonò come un fulmine in piena tempesta-ti fai trascinare in una rissa così facilmente?Pensavo fossi il pacifista...Berto!-esclamò con un sorriso malvagio sul viso, che si fa demonio dentro chiunque incontri i suoi occhi-Guarda in faccia la tua morte, perché non è lontana te lo assicuro-
A quelle parole il sangue dentro le vene di Berto si raggelò, sapeva di non poter scherzare con lui, lo sapeva bene, se Teo lo avesse ucciso, nessuno lo avrebbe condannato, tutta Firenze lo avrebbe evitato.
-Teo non vogliamo problemi, non possiamo permetterci che succeda ancora sul serio, basta...- non fece tempo a finire il discorso che Teo lo interruppe annoiato-Ancora?Fai questi discorsi inutili sulla pace, una parola che davvero non posso sentire, che odio come odi te e come odio tutti gli Einaudi- mentre parlava, con il suo tono infuriato camminava in avanti verso il suo rivale che veniva protetto dal cugino.
-Dai fatti sotto se hai il coraggio-.
-Basta Teo-azzardò Marco che subito si pentì dia aver aperto bocca. Teo spinse via Marco da Berto con una tale forza da farlo cadere a terra violentemente. Berto guardò sconvolto Teo che rise insieme ai suoi compagni e non si accorse che Marco si era già alzato e lo atterrò così velocemente da sembrare un vampiro.
I due cominciarono a prendersi a pugni, schiaffi colpi forti su varie parti del corpo, e il povero Berto cercava di fermarli ma veniva bloccato da i compagni di La Bella.
-Basta fermatevi!-urlò disperato mentre una folla di gente curiosa e allarmata si avvicinava alla rissa, alcuni chiudevano gli occhi per non guardare, altri scappavano, altri ancora urlavano la parola rissa più volte.
-BASTA!-una voce più forte suonò per tutta la piazza e riportò il silenzio fra la folla e i duellanti a staccarsi l'uno dall'altro. Il sindaco era lì forse per fare un giro per la città o pranzare tranquillamente insieme alla famiglia sta di fatto che era lì a fermare una rissa che sarebbe sbocciato in qualcosa di più grande.
-Quante volte dovrò fermare uno scontro fra di voi, è la terza volta che accade sono stanco di questi conflitti e vi assicuro che se risuccede una cosa del genere una quarta volta ci saranno seri provvedimenti chiaro?-
Teo si risistemò i vestiti e si alzò da terra aiutato da uno dei suoi-Voi La Bella dite ai vostri genitori che ho bisogno di parlare con loro, Einaudi invece venite oggi pomeriggio-.
Detto questo si allontanò, lasciando la rabbia sospesa a mezz'aria fra i due schieramenti. Il terzo scontro, che aveva sconvoltola pace degli ultimi giorni, il sindaco sapeva bene che non sarebbe stata l'ultima.

 

   
 
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