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Autore: Aru_chan98    30/12/2015    3 recensioni
(dal testo)
Non vedeva l'ora di di scoprire chi sarebbe venuto al suo compleanno quell'anno. Aprì piano la porta ed entrò, dicendo "S-scusate per il ritardo" ma nella grande sala, oltre ai festoni e ai palloncini con la scritta "Buon compleanno Ivan" che aveva appeso da solo nella stanza, non c'era nessun altro.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il 30 Dicembre, uno dei giorni più febbricitanti dell’anno. Il giorno prima della vigilia di Capodanno, quando l’anno nuovo prendeva il posto di quello vecchio. Il giorno in cui molti accoglievano con gioia l’anno che sarebbe venuto. Tutti tranne una persona. Ivan prese un grande respiro prima di scendere le scale della sua casa enorme e, prima di entrare nel grande salone, si mise in testa un cappellino da festa: quel giorno era infatti il suo compleanno. “Coraggio, posso farcela” si disse per calmare il nervosismo che sentiva. Non vedeva l’ora di scoprire chi sarebbe venuto al suo compleanno quell’anno. Aprì piano la porta e entrò, dicendo “S-scusate per il ritardo” ma nella grande sala, oltre ai festoni e ai palloncini con la scritta “Buon compleanno Ivan” che aveva appeso da solo nella sala, non c’era nessun altro. Il russo si guardò in giro: si era sbagliato, doveva essersi sbagliato, perché cominciò a cercare per la sala, sotto le tovaglie dei tavoli, dietro le sedie, dentro gli armadi, pensando che magari gli altri si erano semplicemente nascosti per fargli una sorpresa. Ma dopo aver setacciato ogni posto che gli veniva in mente, prese una sedia, quella vicino al tavolo dove una torta stava sola soletta, e si sedette: non era venuto nessuno. Aveva spedito inviti su inviti, ma nessuno si era fatto vedere. “Faccio davvero così paura?” “Mi odiano davvero così tanto?” erano alcuni dei pensieri che affollavano la sua mente, e che rischiavano d’incrinare il suo perenne sorriso, ora diventato spento e amaro. Nemmeno le sue due sorelle erano venute, eppure aveva trovato due regali da parte loro, abbandonati su uno dei tavoli apparecchiati a festa per gli ospiti che non c’erano. Perché non erano venute? Yakaterina avrebbe potuto essere presente, e anche Natalia, che lo perseguitava tanto, perché non c’era? Si tolse il cappellino e l’appoggiò sul tavolo per poi sospirare. Si alzò e s’incamminò verso l’uscita, decidendo di pulire tutto il giorno seguente. Si fermò poco prima di aprire la porta, si girò e, dando un ultimo sguardo alla sala vuota, disse “Forse qualcuno verrà l’anno prossimo…”. Così aspettò, anno dopo anno, festa dopo festa, spedendo inviti su inviti, ma ogni volta, quando puntualmente entrava in quella sala pieno d’aspettative, la trovava vuota per poi chiedersi chi sarebbe venuto l’anno seguente. Passarono così molti compleanni, talmente tanti che Ivan se li era dimenticati. “Anche quest’anno non è venuto nessuno” disse, sedendosi al tavolo che avrebbe dovuto ospitare una torta, ma che il russo si era stancato di comprare per poi mangiarla da solo. “Anche quest’anno non c’è nessuno” ripeté, abbassando i suoi occhi d’ametista per terra. “Che festa lugubre aru” disse una voce e Ivan sentì che qualcosa veniva posato sul tavolo al quale era seduto. Si girò e vide una torta con delle candeline che sparavano scintille e, girandosi ulteriormente, riconobbe l’ospite inaspettato: Yao era in piedi dietro di lui, con la sua solita tunica rossa, i capelli raccolti in una coda e gli occhi scuri puntati sulla figura del russo. “Buon compleanno” gli disse, facendo venire gli occhi lucidi ad Ivan: dopo tanto tempo qualcuno era venuto”. “Non piangere, vedrai che l’anno prossimo andrà meglio” disse Yao, accarezzandogli la testa per consolarlo un po’. “Ehy! Basta coi sentimentalismi, dov’è la festa?” disse una voce e America irruppe nella sala. Subito anche le altre nazioni entrarono, un po’ per volta, con grande sorpresa del russo: per la prima volta c’erano tanti invitati. “Non è stato facile, ma alla fine sono riuscito a convincerli tutti a venire. Ne sono alquanto fiero aru” disse il cinese con fierezza, per poi stupirsi quando Ivan lo abbracciò di scatto, quasi piangendo. “Spasiba” gli disse, mentre Yao gli accarezzava la testa. Tutte le altre nazioni disse ad alta voce “Buon compleanno Russia”. Da lì la festa cominciò a movimentarsi un po’, con tutti che si divertivano un mondo. “Come sta andando?” chiese Yao al festeggiato, quando quest’ultimo gli si avvicinò a metà festa, “Un po’ nervoso. Non sono abituato a tutta questa gente che mi sorride o che mi regala qualcosa” “Io non ti ho portato nulla ora che ci penso aru” disse un po’ pensieroso il cinese, ma Ivan disse “Hai reso questa festa un successo, che altro potrei chiedere?” con il suo solito sorriso. Prendendolo alla sprovvista, Yao gli diede un bacio sulla guancia e, anche se rosso in viso, disse “Celebrare il tuo compleanno era il minimo e mi spiace non essere mai riuscito a venire prima. Anche altre nazioni non sono riuscite a venire per degli impegni”. Il sorriso di Ivan sembrò raggiungere i suoi occhi per la prima volta da tempo, mentre si portava una mano alla guancia: anche lui era arrossito un po’ e facendo un’espressione molto tenera disse “Da. Chissà chi verrà l’anno prossimo”






Piccolo Angolo dell'Autrice
Buon compleanno Russia! Scitta proprio per il suo compleanno qualcosa come due mesi fa, non vedevo l'ora di poterla pubblicare XD L'idea mi è venuta, anzi mi ha letteralmente folgorata, una mattina in cui stavo controllando Facebook in treno mentre andavo a scuola. Vidi questo post di tumblr e mi ispirò questa storia (che all'inizio doveva avere un finale diverso ed essere più breve). Spero sia un lavoro buono come i miei precedenti e ci rivediamo prestooo :3
   
 
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