Avviso = La
fiction è composta da soli due capitoli!Aggiornamento del secondo capitolo entro
sabato se non domenica, per cause maggiori , ovvero i compiti in classe,
interrogazioni e tutto il resto, sarò impossibilitata dallo scrivere !Ringrazio
chi leggerà il primo capitolo ma ringrazio ancor di più, di cuore soprattutto ,
chi mi lascia un commentino poiché non saprei se è di buon gusto o meno.
Avvertenza sulla storia = Praticamente si vedrà Ichigo alle
prese con il regalo di Ryan, poiché tra meno di tre giorni è il suo compleanno.
Però …
eh c’è sempre un però! La nostra amica capirà qualcosa che la turbava da giorni,
se non mesi e facendo chiarezza scoprirà che per avere qualcosa , bisogna
arrivare ad altre cose. …
Sentimenti nascosti, amori contradditori, incertezze su di tutto, niente ha un
senso , niente sarà concreto …
la realtà?E’ data solo da ciò che noi vogliamo veramente …
Spero
di avervi incuriosito tanto da farvi leggere questa creazione che neanche io
aspettavo
INIZIO
DELLA STORIA
Tutto ha un inizio
Grazie di farmi capire cosa sei tu per
me
Tutto ha un inizio
Grazie di farmi capire cosa sei tu per
me
Puoi camminare per ore e ore, e guardare d’avanti a
te, e scorgere quel cielo limpido e
sereno.
Però, mai capirai , se tieni gli occhi fissi dinanzi
a te, quanto bello, esso, sia.
Li puoi girare ,a destra e a sinistra, dietro e davanti, ma la vera bellezza del guardare un cielo così bello la si trova solo alzando gli occhi al cielo contemplando l’infinita stesura d’azzurro che ti si presenta
Cercami in ogni tuo sogno.
Non perché son egoista.
Ma solo perché così
Io saprò che ho un posto
speciale
Dentro te .
Tra
pochi giorni era il suo compleanno ed ero terribilmente agitata. Non avevo
pensato a cosa regalargli e non sapevo ciò che voleva fare. Ero a capo di un
rebus ancor più difficile di quelli che si trovano negli appositi giornalini
dell’edicola. La testa stava scoppiando, letteralmente parlando, e più pensavo
piu essa mi dava dolore.
Dovevo
stare calma, prendere un bel, grosso, respiro e poi tutto sarebbe venuto alla
meglio che si poteva; peccato però che dopo ciò non successe nulla, anzi ero
ancor piu stressata.
Avrebbe
fatto ventuno anni tra meno di tre giorni e io mi trovavo a girare negozi su
negozi da cinque ore per qualcosa che gli potesse piacere, o, che, al massimo,
gli ricordasse chi glielo aveva regalato.
Pensai
a cosa gli piacesse, cosa amava e cosa odiava, ma tutto ciò che mi veniva in
mente erano solo piccoli oggettini che aveva già nella sua casa. Pensavo,
pensavo, e dio se pensavo. Chi mi avrebbe visto ora poteva di certo dire che
avevo un espressione da pazza sclerotica, e come dare
torto?
Sospirai
debolmente come se avessi paura che qualcuno mi potesse sentire. L’aria iniziava
a farsi più fresca del solito e rabbrividii al sentir un soffio leggero di vento
sulle mie spalle nude. Mi sgridai mentalmente per non essermi portata almeno una
giacca con me.
Sentii
un qualcosa di caldo avvolgermi le spalle e toccai istintivamente ciò che mi era
stato messo. Notai che era in pelle, poiché il tocco mio, leggero, constatò di
sfiorare un qualcosa di diverso dalla solita stoffa che caratterizzava. Mi girai
per vedere chi fosse stato ad avermi dato, misteriosamente, questa giacca. I
miei occhi ne incontrarono due , azzurri e magnetici nel loro sguardo. Capii
subito di chi fossero e il nome non tardò ad arrivare.
-Ryan.-
Mi
sorrise debolmente , e come suo fare si sedette di fianco a me per poi restare
in assoluto silenzio. Li odiavo i silenzi simili, erano inquietanti, così come
angoscianti. Lo guardavo di sottecchi , e ad ogni suo singolo movimento io
tornavo alla posizione normale. Un leggero, ma percettibile, battito iniziò ad
aumentare facendo si che l’agonia mi salisse in gola.
-La
smetti di guardarmi?Se son così bello puoi dirmelo
sai?-
Lo
disse con una nota di ironia che , io, notai facilmente.
-Ah
ah ah, molto simpatico Shirogane-
-Ei
ei calma signorina-
Quel
suo tono e modo di fare mi faceva irritare alquanto. Giuro, alle volte sapeva
farsi odiare, e ora, ci stava riuscendo a pieno.
-Diamine
vuoi Ryan?- Gli chiesi con il tono più freddo e distaccato che potevo
avere.
-Niente,
ti ho vista è ho pensato di parlarti , fare due chiacchiere …sai
com’è!-
-Beh
non ho voglia…
perciò, ciao, aria , via, sciò.-
-Ok
, Ok, e io che volevo parlare con te da buon
amico-
Si
alzò non curante dell’effetto che mi fecero le sue parole. Sentivo che quel
battito, che prima ,dolcemente, si stava intensificando era cessato di colpo,
come se dentro me , non ci fosse piu niente di vivo . Un dolore abbastanza forte
e sofferente mi pervase il petto per poi allargarsi nella parte toracica. Il
petto che a malapena si alzava e riabbassava a quei miei piccoli e forzati
respiri. Il cuore ormai privo di forze per battere. Il respiro debole e
smozzato, gli occhi pungenti e pronti a un pianto non voluto realmente. Vidi
appannato la sua figura ormai distante da me e capii che forse, ciò che da mesi
tentavo di deviare , ora faceva forza per poter uscire e gridare al mondo ciò
che nascondevo.
Per
i due giorni seguenti non feci nulla. Nel vero senso della parola. Non mangiai,
non uscii,non feci nulla, se non , al massimo vivere quella vita che sapevo
stava cambiando.
I
miei diciotto anni me li portavo abbastanza bene, alta, magra al punto giusto ma
con delle forme ben curate, dei capelli rossi scuri abbastanza lunghi che
ricadevano ribelli, con qualche punta a boccolo, lungo la schiena. Un naso
piccolo ma , secondo me, perfetto; delle labbra ne troppo fini ne troppo grandi
, ed infine due occhi castani .Non ero brutta, o almeno, io non mi sembravo e
considerarlo tale, perciò non credo che io lo sia. Ah non sono vanitosa , sia
ben chiaro.
Ho
un carattere , che , a dirla tutta, è un mistero.
Io
ragazza diciottenne, allegra, simpatica, gentile, e sino a qui tutti ci
sono…Però,
a volte non si è sempre gentili. Scoprii il mio secondo lato quando conobbi Ryan
tre anni fa.
Per
quanto bello esso sia , aveva un modo troppo…Arrogante,
presuntuoso, snobista, ambizioso e vanitoso. Non lo sopportavo poiche per me ciò
equivaleva a. “Sono migliore di tutto e tutti”.
Un
giorno, mentre eravamo nel suo locale, creato con Kyle, un suo amico non chè
tutore –
amico migliore , stavamo parlando quando poi scoppiò la scintilla della bufera
tra di noi.
Mi
aveva detto un qualcosa che ora io , sinceramente non ricordo, so solo che se
Kyle non mi avrebbe tenuta ferma lo avrei preso a calci , se non ucciso. Con
tutte le ragazze di questo mondo faceva il cascamorto, il raffinato, il dolce e
il gentile, mentre con me solo commenti acidi, pungenti e alle volte taglienti
come le lame fredde del coltello restante per mesi e mesi dentro un frizzar, ma
lui no!Con me solo lo stronzo sapeva fare. E chissà perché, ogni volta che
vedevo un sorriso ,voluto da lui, verso un’altra che non ero io , sentivo il
sangue ribollire da quel pizzico di gelosia e le gambe tremarmi accompagnati da
occhi pronti a sparger lacrime vogliose di espandere e far vedere il dolore del
cuore.
Per
quanto grandi fossero questi sentimenti, che io nascondevo prontamente dentro
palate di bugie , e sorrisetti forzati, sapevo che infondo sbagliavo
tutto.
Il
campanello suonava insistente , cosa che mi diede ancor più mal di testa di
quanto non lo avessi già. Sapevo che i miei genitori non c’erano, poiché erano
partiti per questioni di lavoro, perciò gridare di andare ad aprire era inutile
quanto sciocco. Lentamente , ma molto lentamente, scesi giù per le scale
sorpassando camere e il bagno. Non mi guardai neanche allo specchio per poter
notare che avevo un viso orribile, se non mostruoso. Ma ciò io non lo
seppi.
Aprii
la porta con malavoglia e notai che due ragazzi erano in piedi pronti a
ripremere il campanello. Appena mi videro fecero una faccia alquanto stralunata,
come per dire “ma sei tu o sei una sosia mal fatta?”
Erano
piuttosto seccati, e ciò lo potei capire dai loro
sguardi.
-Allora?Prima
ci fai aspettare e poi neanche ci fai entrare?Sei proprio maleducata, si vede
che i tuoi 18 anni son capitati per sbaglio in te-
E
io subivo, silenziosamente subivo i suoi piccoli insulti che , per lui, forse
sembravano innocui …Ma
si sbagliava grossamente, e non sapeva quanto.
Girai
lo sguardo verso Zakuro e notai che , oltre lo sguardo abbastanza freddo,
distaccato e seccato era abbastanza tranquilla.
Vidi
Ryan che si appartava nel mio salotto e facendo spazio a Zaku , ci accomodammo
anche noi.
-Come
mai siete cui?-
Chiesi
fissandoli entrambi. Prima l’uno poi l’altra.
-Semplice
, non ti abbiamo sentito per due giorni e neanche vista e così ci siamo
preoccupati.-
-Beh sono
in ferie o no?- Chiesi con ironia, cosa che Ryan non gradì poiché mi
lanciò una pura occhiata di freddezza.
Così
tanto non mi sopporta ? Mi chiesi dubbiosamente tra me e me…
-Certo-
Mi rispose Zaku , facendomi un sorrisino. Non lo faceva mai, erano poche le
volte che lo faceva. Strano ! -E’ solo che non sentendoti e vedendoti
abbiamo pensato che stessi male o altro- Continuò.
Pensai
a quel dolce gesto , dettato dall’amicizia che ci legava, e non fui in grado di
non rispondergli con un sorriso che esprimeva gratitudine infinita .
-Come
mai ci sei anche tu?- Chiesi guardando Ryan,
fulminandolo.
-Me
ne sono già pentito, fidati- Si alzò sgarbatamente dal divano per poi
dirigersi in cucina. Meglio così.
-Voi
due non potere stare in una stanza per piu di un minuto che già vi
sbranate-
Guardai
Zakuro con sguardo mortificato e sapevo che ciò che aveva detto era vero. Per
piu di un minuto insieme io e lui non facevamo che litigare o prenderci ad
“ingiurie” e ciò , sinceramente, mi faceva male da sopportare, non era colpa mia
se mi trattava come un immatura, non era colpa mia se non mi vedeva di buon
occhio, dio , non era colpa mia se mi piaceva.
Sbarrai
leggermente gli occhi al pensiero di ciò che avevo appena pensato nella mia
testolina , troppo ottusa.
Però,
subito dopo un leggero sorriso mi si dipinse sulle labbra addolcendo la mia
espressione omicida precedente.
Ora
capivo cosa significavano quelle fitte che mi venivano quando lui non era più
accanto a me, ora capivo perché mi sentivo morire quando era dolce e gentile con
le altre. Capivo perché ogni volta che mi trattava male avevo voglia , solo, di
morire per quelle parole dure e difficili per me da
accettare.
-Cos’è?Hai
avuto un colpo e ora sorridi?-
-No
Zaku, mi sono solo accorta di una cosa …
tutto
cui-
-E
cosa …?
Magari che sei infatuata di quello stupido che c’è nell’altra
stanza?-
Spalancai
la bocca, e so che l’avevo aperta , ciò che disse era, incredibile, pazzesco,
allucinante. Come poteva sapere ciò che avevo scoperto?
-Ma
…
Tu? …
Come?- Parlavo a monosillabi, ero ancora un po’ presa da tale
affermazione.
-Al
caffè lo sanno tutti che sei innamorata di lui, si vede
facilmente!-
Se
prima era la bocca spalancata , so che ora lo stupore era palpabile con
facilità. Tutti sapevano tranne io ne ero a conoscenza?Bello, ciò mi conforta
dal momento che sono l’unica che non sapeva di essere innamorata di lui, e si
confortante.
-Glielo
dirai?-
-No-
-Come
mai?-
-Non credo capirebbe, o meglio ancora … -
-Non ti corrisponde pensi?-
-Si-
-Beh,
diglielo che ne sei innamorata. …
-
-No , non … -
Non
continua la frase dal momento che tornò il diretto indirizzato. Aveva
sentito?
-E chi sarebbe lo sfigato , o meglio, sfortunato, di cui ti sei invaghita?-
Lo disse con tale malignità, tale
cattiveria, che mai come ora avrei preferito buttarmi in un fosso profondo metri
e metri per poi piangere queste lacrime che faticano a rientrar dentro.
Sapevo
che i miei occhi erano più lucidi del normale , ma siccome lui era dietro di me
non poteva vedermi.
Sentii
qualcosa di caldo scivolarmi già per la guancia sinistra susseguita da altre sue
gemelle insolenti. Mi maledicevo per il mio scarso autocontrollo emotivo e senza
fiatare cercai invano che se ne andassero subito da quel cerchio , che, dentro
di me mi segnai per far si che nessuno potesse vedermi in tutta la mia
fragilità.
Un
vetro, a confronto, era mille volte piu resistente.
Abbassai
il capo , in segna di sconfitta emotiva , e non so perché e non so come , ma
Zakuro fece la cosa per cui io le sarò grata sino ai miei giorni.
-Bene
, Ryan, credo sia ora che c’è ne andiamo, Ichy mi ha detto prima che doveva
uscire e sbrigare delle faccende perciò meglio sbrigarci anche noi, su
andiamo-
Lo
prese con forza per la giacca ,nera, che indossava e cercò di deviare il suo
sguardo su altre cose purché non fossi io .
-Ok,
Ok, ma non tirarmi, ciao imbranata, a domani
mattina-
Dissi flebilmente un -ciao- e poi solo il rumore della porta che si
chiudeva. Cercai di alzarmi dal divano e mai come in quel momento sentii il mio
corpo pesante. Giunsi in cucina in cerca di qualcosa, una qualsiasi cosa potesse
farmi star bene, eppure non trovai niente.
Intanto
fuori dalla casa …
- Non ti sembra di esser troppo duro con lei? -
- No perché?Tratto così tutte
-
- Ma davvero?E a quante tue ragazze dici imbranata o
commenti acidi e feribili?Vorrei proprio saperlo sai
-
Disse
Zakuro con un tono che non le apparteneva.
- Che cosa intendi?
-
-Che cosa intendo?Semplice Ryan, che sei solo un egoista, insensibile, stronzo, ci sono vari aggettivi con cui ti definirebbe Ichy peccato che tutto ciò che sai fare e ferirla e farla soffrire … non ti meriti neanche una lacrima di quella ragazza, ringrazia il privilegio solo di averla accanto giacché neanche la meriteresti come amica -
Prese
a camminare verso il caffè con sguardo duro e fermo. Mai era stata così decisa e
dura ma stavolta, vedere quella ragazza , subire ciò che infondo non si
meritava, l’aveva fatta ribollire il sangue. Poche volte le era accaduto ma di
certo , lei, non si meritava ciò.
Intanto,
Ryan, guardò Zakuro allontanarsi e dopo aver gettato ,per alcuni attimi, gli
occhi dietro sé, dove faceva fronte la casa di Ichy.
La
guardò , dubbioso, per un ultima
volta, per poi dirigersi nuovamente al
caffè.
FINE PRIMA PARTE.
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